I nostri compiti sul fronte della stampa e propaganda
Per radicare il Partito occorre una propaganda qualificata e mirata

di Mino Pasca
Pubblichiamo qui di seguito la relazione introduttiva presentata dal compagno Mino Pasca, Responsabile della Commissione per il lavoro di Stampa e Propaganda del CC del PMLI, nella riunione di insediamento della suddetta Commissione tenutasi il 10 aprile 1999. La relazione è stata pubblicata per la prima volta su “Il Bolscevico” n. 18/1999.

 

Cari compagni,
finalmente abbiamo le condizioni per ritrovarci nella riunione di insediamento della Commissione per il lavoro di Stampa e Propaganda nominata dalla Prima sessione plenaria del Comitato Centrale eletto nel vittorioso ed esaltante 4° Congresso nazionale del PMLI. Ci riuniamo all'indomani del 22° Anniversario della fondazione del PMLI e io vorrei rivolgere a ciascuno di voi il caloroso ringraziamento per gli enormi sacrifici che coraggiosamente e infaticabilmente fate per assolvere ai compiti che vi derivano in quanto quadri centrali del nostro amato partito chiamati dal recente 4° Congresso a costruire un grande, forte e radicato partito marxista-leninista per combattere la seconda repubblica capitalista, neofascista e federalista e realizzare l'Italia unita, rossa e socialista. Credo che non esista per noi oggi miglior modo di celebrare degnamente questo Anniversario che dare il nostro contributo come Commissione a questa costruzione che, come ben sappiamo, richiede un'opera corale di ogni settore del Partito al centro come alla periferia e prolungata nel tempo perché‚ da ormai 32 anni siamo protagonisti di un Lunga Marcia condotta in condizioni materiali soggettive e oggettive difficilissime e proibitive, che solo un'incrollabile fiducia nel marxismo-leninismo-pensiero di Mao, nel socialismo, nel Partito, nelle masse e in noi stessi può aiutarci a fronteggiare, a non rimanerne schiacciati e a vincere.
Possono riuscire in quest'impresa esaltante, solo dei marxisti-leninisti che quotidianamente rinnovano la loro scelta di vita alimentandola e irrobustendola con lo studio del marxismo-leninismo-pensiero di Mao e della linea del Partito e incessantemente trasformano la loro concezione del mondo in senso proletario rivoluzionario affinché il nemico di classe non la corrompi e la fiacchi. “Niente e nessuno - scrive giustamente il compagno Scuderi nell'editoriale che celebra il 22° Anniversario del PMLI - riuscirà a distoglierci dai nostri compiti rivoluzionari e a farci desistere dal vivere e lottare per la causa del socialismo, del proletariato e del PMLI”.
Alle sirene della borghesia, dei revisionisti e dei neorevisionisti di destra e di "sinistra", noi rispondiamo con le parole usate da Lenin, all'inizio del secolo, nei primi 18 anni della costruzione del Partito bolscevico. Eccole: “Piccolo gruppo compatto, noi camminiamo per una strada ripida e difficile tenendoci con forza per mano. Siamo da ogni parte circondati da nemici e dobbiamo quasi sempre marciare sotto il fuoco. Ci siamo uniti, in virtù di una decisione liberamente presa, allo scopo di combattere i nostri nemici e di non sdrucciolare nel pantano, i cui abitanti, fin dal primo momento, ci hanno biasimato per aver costituito un gruppo a parte e preferito la via della lotta alla via della conciliazione”.
Noi tutti e io personalmente ci sentiamo onorati di essere stati chiamati dal Partito a occupare questo posto di combattimento nella lotta di classe, onorati e consapevoli delle responsabilità che competono al nostro settore di lavoro, un settore che ha rivestito storicamente un'importanza particolare in tutti i partiti marxisti-leninisti in lotta per la conquista del potere politico e dunque impegnati a utilizzare efficacemente la stampa e propaganda per orientare l'opinione pubblica, in contrapposizione alla martellante propaganda dominante borghese, trasmettere al proletariato e alle masse popolari la linea del partito, fare opera di agitazione e di organizzazione e quindi spingere e dirigere la lotta di classe sul fronte economico, politico e ideologico. Un settore che oggi si carica di nuove e accresciute competenze se è vero che la borghesia parla sempre di più di società dell'informazione con una accezione e una visione che noi respingiamo senza tuttavia sottovalutare l'enorme peso che sono venute acquisendo l'informazione e le modalità in cui essa si trasmette grazie all'uso delle nuove tecnologie prevalse sull'onda della terza rivoluzione industriale e in particolare alla diffusione delle nuove tecnologie telematiche. Un settore che risulta più decisivo che mai all'indomani del nostro 4° Congresso nazionale che ha indicato l'obiettivo strategico di costruire un grande, forte e radicato partito marxista-leninista.
Dei cinque grossi ostacoli che “rallentano e rendono difficoltoso lo sviluppo del PMLI”, segnalati dal compagno Scuderi in quel capolavoro che è il suo Rapporto al 4° Congresso nazionale del PMLI, tutti e cinque riguardano da vicino il settore di stampa e propaganda. I primi due: "l'intossicazione parlamentarista, elettoralista, riformista e pacifista della classe operaia e delle masse, in conseguenza della predicazione di oltre cento anni da parte dei falsi comunisti" e "il forte indebolimento dell'attrazione del socialismo a causa dello sfascio operato dai revisionisti" non possono essere rimossi semplicemente con la nostra opera di propaganda perché presuppongono lo sviluppo della lotta di classe e l'accumularsi di un'esperienza alternativa che le disintossichi e ridia fiducia nel socialismo, tuttavia la propaganda marxista-leninista può fare molto là dove arriva e se arriva al momento e nelle forme dialettiche giuste. La disintossicazione non potrà mai essere avviata se non raggiungiamo il proletariato e le masse popolari con l'antidoto rivoluzionario: se anzitutto non glielo proponiamo e poi se non siamo capaci di assicurare la continuità della sua somministrazione in modo che la disintossicazione possa risultare permanente e portare alla guarigione specie a cominciare dagli elementi avanzati e coscienti. Il forte indebolimento dell'attrazione del socialismo possiamo contrastarlo solo ristabilendo la verità storica sul fallimento dei regimi revisionisti che la borghesia coadiuvata dai suoi servi trotzkisti e falsi comunisti ha così massicciamente deformato per gettare discredito sulla dittatura del proletariato. La necessità dell'Italia unita, rossa e socialista certo a livello di massa potrà farsi strada come contrapposizione all'Italia regno delle diseguaglianze e del federalismo neofascista, nera com'è nera la seconda repubblica e imperialista e capitalista, tuttavia solo noi possiamo essere in grado di convincere il proletariato e le masse che il socialismo, quello autentico progettato e costruito nel concreto dai cinque grandi maestri del proletariato internazionale, è la loro società per cui devono battersi esattamente come fece secoli prima la borghesia per prevalere sulla nobiltà. Ecco perché diventa decisivo curare la stampa e la diffusione delle opere dei maestri ma anche della ricca pubblicistica del PMLI sul tema a cominciare dalle opere di Giovanni Scuderi di cui siamo chiamati a curare la stampa e dal convincente e chiarificatore opuscolo di Scuderi "Mao e il socialismo", ed essa si rivela indispensabile a chiunque aspira al socialismo per conoscere il bilancio aggiornato ai nostri tempi dell'esperienza storica della costruzione del socialismo nell'Urss di Lenin e Stalin e nella Cina di Mao.
Il terzo ostacolo: "l'esistenza di un falso partito comunista, il PRC, creato apposta dalla borghesia, dai neorevisionisti e dai trotzkisti per contenderci lo spazio e cancellarci" ci impone un grande impegno sul fronte della lotta ideologica attiva e dell'opera di chiarificazione nei confronti dei tanti militanti, simpatizzanti ed elettori di quel partito per indurli a riflettere e a comprendere l'inganno in cui sono stati trascinati. Certo ora che Bertinotti ha divaricato le sue posizioni rispetto a Cossutta può apparire più difficile smascherarlo politicamente, analogamente a quando il PCI svolgeva una politica di opposizione parlamentare senza avere ruolo di governo. Eppure la sua opposizione di cartone al governo guerrafondaio D'Alema, le sue elucubrazioni trotzkiste e velleitarie, la sua condotta politica opportunistica disponibile a rientrare nel gioco e ad alleanze col "centro-sinistra" e il suo rifiuto di una alternativa al sistema capitalista rappresentano benzina per la nostra propaganda e motivi validissimi per aprire nei militanti del PRC più aperti e sensibili e meno corrotti dal trotzkismo una riflessione critica sulla loro militanza che per avere esiti positivi dovrà inevitabilmente sboccare in un esauriente e approfondito bilancio critico e autocritico di tutta l'esperienza storica del revisionismo in Italia alla luce dei principi e seguendo l'analisi del marxismo-leninismo-pensiero di Mao. Essi dovranno cioè cominciare a studiare le opere di Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao, cominciando magari dalle 5 opere fondamentali che noi abbiamo pubblicato per quattro quinti e vorremmo come Commissione completare con la pubblicazione dell'ultima.
Il quarto ostacolo, rappresentato dalla "nostra povertà di mezzi e di risorse economiche", condiziona pesantemente anche il nostro settore di stampa e propaganda. Quante volte siamo stati costretti a rinunciare alla stampa di volumi, opuscoli, manifesti e volantini per il loro alto costo e a ridurli al minimo essenziale! In queste condizioni diventa ancor più importante curare ogni rigo di ciò che scriviamo e pubblichiamo, studiare soluzioni efficaci e mirate all'obiettivo che ci proponiamo. È così che sono nate in questi anni quelle pagine centrali del Bolscevico che finiscono per avere la stessa funzione del manifesto che non possiamo stampare o la pubblicazione sul nostro giornale di volantini in formato A4 che poi le organizzazioni periferiche hanno alla bisogna fotocopiato e diffuso sotto forma di volantini. Il compagno Scuderi in sede congressuale ci ha invitato a studiare a tutti i livelli iniziative per ovviare a questa nostra povertà e anche noi nel nostro settore possiamo fare la nostra parte. Aggrottiamo la fronte e inventeremo sempre nuove soluzioni che ci mettano in grado di ridurre i danni provocati dalla nostra povertà. Anche le istanze di base e periferiche devono comprendere che non è sempre necessario aspettare passivamente il manifesto e il volantino stampato dal centro per mettersi in moto. A volte bastano uno o due copie di manifesti scritti a mano piazzati nel luogo e al momento giusti per risultare molto più efficaci di una propaganda indifferenziata che costa molto sia in termini economici sia come dispendio di energie umane. E noi non possiamo dilapidare né mezzi economici né mezzi umani. Insomma la propaganda è un'arte che si può fare anche con pochi mezzi.
Qui sono presenti compagni che, come me, vengono dalla scuola dura e faticosa ma esaltante ed educativa dei grandi manifesti scritti a mano con pennelli e pennarelli e dei volantini ciclostilati a mano e affissi e diffusi ancora freschi d'inchiostro. Non si tratta di rifiutare il nuovo ma di ricorrere a ogni mezzo a nostra disposizione, dai più moderni ai più antichi e tradizionali e legati al nostro tipo di propaganda che deve essere immediata, diretta, coinvolgente. Se ci sono militanti e simpatizzanti che sanno usare dei programmi di impaginazione al computer saremmo stupidi a non servircene. È peraltro un modo, questo, per coinvolgere simpatizzanti e amici attivi e passivi, pubblici e coperti, in base alle loro competenze e capacità che sovente prestano con entusiasmo, se giustamente motivati e apprezzati. Abbiamo visto con piacere volantini e stampati originali e ben fatti dei compagni napoletani che rispondono appieno a questi criteri. Ma anche altre istanze del Partito si stanno incamminando in questa direzione.
Del resto via via che procederà il radicamento del Partito s'imporrà questo tipo di propaganda locale legata alle realtà in cui operiamo e siamo chiamati a esprimere le nostre denunce, considerazioni, rivendicazioni. Sia quando interveniamo come Partito sia quando operiamo in organismi di massa da noi promossi dobbiamo ricorrere a una propaganda conforme alla nostra linea generale e linea specifica senza mai farla diventare generica e stereotipata. Nel quadro delle priorità indicate dal 4° Congresso ricordiamo che, come indica il Rapporto di Scuderi, "bisogna concentrarsi sulla classe operaia, sui disoccupati, sugli studenti e sui giovani e giovanissimi delle periferie urbane, in base alle diverse situazioni della città in cui siamo presenti." Più ci radicheremo e più la propaganda dovrà diventare tempestiva e mirata, competente e appropriata, capace di venire incontro alle esigenze dei movimenti di massa e insieme di attrarre gli elementi più avanzati di questi movimenti che si riconosceranno nella correttezza della nostra linea politica e della nostra organizzazione. E così attraverso la conquista degli elementi di avanguardia che sono protagonisti e alla testa di quei movimenti e realtà potremo far compiere un salto di qualità alla nostra propaganda giacché essa rifletterà una conoscenza dei problemi che viene dall'interno e non semplicemente dall'esterno. Una conquista che avverrà per gradi e, pur finalizzata al loro ingresso nel Partito, ci garantirà una conoscenza dall'interno anche se essi rimangono ancora o si fermano allo stadio di amici, simpatizzanti passivi, semiattivi o attivi.
Insomma quanto più qualificheremo la nostra propaganda tanto più ci radicheremo, e viceversa. "Radicarsi -indica il Rapporto di Scuderi - significa essere una cosa sola con le masse, capirne i bisogni, interpretarne la volontà, difenderne gli interessi, ottenerne la fiducia e diventarne la guida. Ma questo non è possibile se non entriamo in merito alle questioni specifiche della nostra città, quartiere, fabbrica, azienda, scuola e ateneo e se non teniamo costantemente sotto tiro le giunte locali bombardandole con denunce precise e circostanziate". In questa direzione mi pare che muovano molti interventi delle Cellule all'indomani del 4° Congresso come quel volantino recentissimo della Cellula Marx del Q4 di Firenze che tocca in modo documentato e appropriato questioni specifiche del quartiere in cui essa opera denunciando le responsabilità della giunta Primicerio. Questa è la strada indicata dal 4° Congresso e noi non dobbiamo mai stancarci di seguirla.
Il quinto ostacolo è costituito dal "ferreo black-out stampa che vige da sempre su di noi". E qui possiamo fare poco perché non dipende da noi che siamo le vittime, come del resto lo sono stati i marxisti-leninisti fin dai tempi di Marx ed Engels. Nella lotta mortale che la oppone al proletariato e al suo partito, la borghesia ha oscillato tra i due estremi, tra il silenzio più assoluto che nasconde all'opinione pubblica ogni nostra posizione e finanche la nostra stessa esistenza e le campagne sistematiche di demonizzazione e falsificazione ai nostri danni del tipo "i comunisti mangiano i bambini" e il martellante ritornello che Stalin, Mao e Pol Pot avrebbero sterminato milioni e milioni di persone.
Noi, che mangiamo sì i bambini, come confermava Scuderi, ma di baci, non abbiamo alcuna speranza di prevalere quantitativamente sul mostruoso apparato propagandistico a disposizione della borghesia che non si limita ai soli mezzi di informazione come televisione, giornali e radio ma pervade l'intera struttura sociale e conta su istituzioni come la scuola, la chiesa, i partiti di regime e l'associazionismo diffusi e potentissimi. Guardate come sono stati irregimentati i mass media, come sono stati ridotti a megafoni di una propaganda di guerra ora che l'Italia è in prima fila nell'aggressione imperialista alla Serbia. La battaglia è impari come tra Davide e Golia eppure c'è una sostanziale superiorità della nostra propaganda rispetto al gigantesco apparato propagandistico borghese, giacché noi siamo della parte della verità e della stragrande maggioranza costituita dalle masse popolari e loro, dalla parte della menzogna e di una ristretta minoranza di sfruttatori, affamatori del popolo e imperialisti. E non è cosa da poco. Inevitabilmente la verità del proletariato e dei marxisti-leninisti prevarrà sulla falsità della borghesia e dei partiti del regime neofascista.
Qualcosa tuttavia possiamo fare per rompere questo black-out che è ferreo ma non inattaccabile. Ci sta provando tra l'altro la nostra Commissione che si era impegnata in sede congressuale a immettere in Internet il sito ufficiale del PMLI e festeggia con questo regalo il 22° Anniversario del Partito. Il sito internet è una nuova opportunità per farci conoscere da una cerchia più ampia di persone anche se non ci facciamo illusioni. Ben lungi dall'assicurare quella cosiddetta “democrazia diffusa”, internet è destinata a seguire in qualche modo la sorte avuta dalle Tv private esplose negli anni Settanta e Ottanta in mille canali che prefiguravano, a detta dei soliti apologeti, alla rottura del monopolio televisivo statale e hanno finito per aggiungere un monopolio all'altro, cosicché oggi l'intero globo è dominato nel settore più ricco e decisivo della tv satellitare e via cavo da un ristrettissimo pugno di magnati capitalisti. Già oggi la rete è dominata da pochissimi gruppi che la monopolizzano di fatto attraverso i rispettivi motori di ricerca, il software per la navigazione e i computer situati nei più importanti nodi e sulle dorsali. Tuttavia noi ci stiamo attrezzando per sfruttarne appieno quelle opportunità che ci vengono offerte. Utilissime per rendere pubblici in tempo reale i nostri comunicati, documenti e articoli del Bolscevico e preziose per ottimizzare i collegamenti tra la Redazione centrale e le redazioni e i corrispondenti locali e tra il Centro e le istanze periferiche. A pochi giorni dalla sua pubblicazione ci giungono per posta elettronica apprezzamenti, ringraziamenti e consigli di compagni e simpatizzanti e già oggi ci sono istanze e singoli compagni che ricorrono a questa via per ricevere e inviarci notizie, non riservate naturalmente.
Credo che dovremmo al più presto inviare una circolare alle istanze in cui spiegheremo a tutti i compagni più esperti o meno come potranno servirsi appropriatamente di questo canale non solo per inviarci articoli ma anche per ricevere volantini già impaginati che poi potranno fotocopiare e diffondere e per conoscere il contenuto di documenti e articoli fin da subito, senza dover aspettare l'arrivo del Bolscevico .
È evidente che questo impegno non deve in alcun modo distrarci dagli altri compiti ordinari e straordinari che spettano alla Commissione ma di questo parleremo nella seconda parte della riunione quando si tratterà di precisare il nostro programma a breve e media scadenza e ci distribuiremo gli incarichi al nostro interno. Pur consapevole dei mille e mille problemi che gravano nel lavoro dei compagni interessati, una scadenza ravvicinata molto importante è costituita dalla pubblicazione del volume contenente i documenti del vittorioso 4° Congresso nazionale del PMLI perché anche questo è un modo per onorarlo e farlo vivere influenzando beneficamente la vita interna e l'azione del Partito a tutti i livelli.
Infine dovremo cominciare a studiare le iniziative da prendere per ciò che è di nostra competenza in vista del 30° Anniversario del Bolscevico che come sapete cadrà questo dicembre.
Vorrei concludere con un'esortazione allo studio. Occorre studiare anche se siamo sommersi da montagne di lavoro pratico: “L'esperienza del Partito - spiega il Rapporto di Scuderi - dimostra che solo chi fa questo studio riesce a dare reali contributi al Partito, mentre chi non studia, studia poco o male, arranca e sbanda facilmente a destra e a 'sinistra'. Senza lo studio è impossibile essere rossi di fuori e rossi di dentro”.
Ispiriamoci al Rapporto al 4° Congresso nazionale del PMLI nel nostro lavoro di stampa e propaganda per costruire un grande, forte e radicato partito marxista-leninista!
Evviva la Commissione per il lavoro di stampa e propaganda e i suoi membri.
Coi maestri vinceremo.
 
Firenze, 10 aprile 1999
 

24 marzo 2021