Rapporto dell'Onu
Tre miliardi di persone nel mondo non hanno acqua pulita
In Italia si sprecano nove miliardi di litri di acqua al giorno a causa delle perdite nella distribuzione
No alla quotazione dell'acqua in Borsa

 
Il 22 marzo scorso è stata la Giornata mondiale dell'acqua, istituita dall'Onu nel 1993 per porre l'accento sugli enormi problemi legati all'approvvigionamento idrico da parte dei popoli e più in generale sulla tenuta dell'ecosistema globale.
Secondo i dati odierni diffusi dai tecnici dell'Onu, nel mondo quasi tre miliardi di persone, su circa 7,7 miliardi totali, non hanno accesso all’acqua potabile.
Oltre due miliardi vivono in paesi con problemi di approvvigionamento idrico, quattro miliardi vivono in aree che soffrono di grave carenza d'acqua almeno un mese all'anno.
Circa 1,6 miliardi di persone hanno a che fare con una scarsità d'acqua legata all'impiantistica, l'acqua cioè sarebbe fisicamente disponibile, ma mancano le infrastrutture per farla arrivare alle persone.
Un bambino su cinque nel mondo non ha acqua a sufficienza per i bisogni quotidiani.
La capacità di stoccaggio dell'acqua negli invasi si riduce dell'1% ogni anno, per l'aumento della popolazione e i sedimenti nei depositi, mentre l'utilizzo di acqua potabile continua a crescere dell'1% l'anno dal 1980.
Nel periodo fra il 2009 e il 2019, la siccità ha colpito almeno 100 milioni di persone al mondo, causando oltre 100 miliardi di dollari di perdite.
Basterebbero questi dati per far comprendere il fallimento totale del capitalismo, arrivato al suo stadio ultimo e finale, ossia l'imperialismo, visto e considerato che gli esseri umani, figli dell'evoluzione genetica, sono composti per circa il 70% proprio di acqua e non è possibile in nessun modo quindi pensare di poterla sostituire o di farne a meno, è un bene essenziale che l'imperialismo nega a gran parte degli abitanti del pianeta.
 
L'acqua e il riscaldamento globale
Una persona su tre non ha accesso all’acqua pulita, la situazione è aggravata dall’aumento degli eventi meteorologici estremi (anch'essi frutto dell'imperialismo) che hanno contribuito a causare oltre il 90 per cento dei grandi disastri nell’ultimo decennio.
Secondo l'Onu la situazione è destinata a peggiorare, entro il 2050 infatti saranno almeno 5,7 miliardi coloro che si troveranno a vivere in condizioni di siccità estrema per almeno un mese all'anno, inoltre la richiesta di acqua dovrebbe aumentare di almeno il 50%.
Per dimezzare almeno lo stress idrico prodotto anche dai cambiamenti climatici secondo gli esperti occorre rapidamente limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi Celsius al di sopra dei livelli preindustriali, cosa che fra l'altro potrebbe salvare la vita di oltre 360mila neonati ogni anno.
“Il valore dell’acqua supera di gran lunga il suo prezzo, è un valore incalcolabile per la nostra casa, la cultura, la salute, l’istruzione, l’economia o l’integrità del nostro ambiente naturale. Se trascuriamo anche uno di questi aspetti, rischiamo di gestire male questa risorsa limitata che è insostituibile”, concludono i tecnici dell’Onu, secondo i quali dare l’accesso all’acqua potabile a 140 stati, particolarmente in stato di crisi idrica, entro il 2030 costerebbe 114 miliardi di dollari all’anno nei prossimi dieci anni, secondo l'obiettivo, peraltro assai modesto e discutibile, previsto dall'Agenda 2030 dell'Onu sulla sostenibilità.
Per quanto riguarda l'Italia siamo a un livello di stress idrico medio-alto secondo l’Oms, poiché utilizziamo il 30-35% delle nostre risorse idriche rinnovabili, con un incremento del 6% ogni 10 anni.
Una tendenza che mette a dura prova l’approvvigionamento idrico della Penisola.
Il problema più grave è quello delle perdite lungo la rete, che vedono il nostro paese sprecare oltre 9 milioni di litri al giorno, i nodi irrisolti sulla depurazione e le alte percentuali del cosiddetto “non classificato” in merito alla qualità e alla quantità dei corpi idrici.
Risultano infatti sconosciuti (nel quinquennio 2010-2015) lo stato chimico del 17% e quello quantitativo del 25% delle acque sotterranee, la composizione chimica del 18% dei fiumi e del 42% dei laghi italiani.
Non ancora stati monitorati e classificati il 16% dei fiumi e il 41% dei laghi, con picchi del 100% al Sud e in particolare in Calabria e Basilicata. (Sorge spontaneo chiedersi come mai ancora non siano mai stati monitorati, semplici "ritardi" burocratici e amministrativi o connivenza con le potenti mafie che li hanno avvelenati?)
In particolare per quanto riguarda le perdite di rete i dati raccontano di come l’acqua prelevata non venga trattata adeguatamente e in modo sostenibile, con un differenziale tra acqua immessa nelle reti di distribuzione e acqua poi effettivamente erogata che va da una media del 26% nei capoluoghi del Nord al 34% in quelli del Centro Italia, fino al 46% nei capoluoghi del Mezzogiorno.
Allarmanti le criticità legate alla disponibilità della risorsa idrica in regioni dove sussistono carenze gestionali e strutturali a cui si sommano gli effetti dei cambiamenti climatici.
Secondo Legambiente: "serve completare la rete fognaria, riqualificare gli impianti di depurazione inefficienti o sottodimensionati e costruirne di nuovi dove mancano. Sono quattro infatti, ad oggi, le procedure di infrazione a carico dell’Italia (due delle quali già sfociate in condanna) relative alla non conformità del servizio depurativo alla Direttiva 91/271/CEE sul trattamento delle acque reflue.
Impensabile andare avanti così: su dati del Ministero dell’Ambiente elaborati da Legambiente e aggiornati al maggio 2020, si registrano ancora 939 gli agglomerati non conformi alle direttive europee, per quasi 30 milioni di italiani interessati dai relativi disagi.
Tre agglomerati su quattro in infrazione si trovano nel Mezzogiorno o nelle Isole, e generano oltre il 60% dei carichi non depurati. E finora le multe, relative solo alla prima condanna riguardante ancora 69 agglomerati, sono costate al nostro Paese oltre 77 milioni di euro."
Quindi l'Ue imperialista anziché operare per risolvere i problemi idrici dell'Italia multa il nostro Paese e spenna il nostro popolo nel quadro del rispetto dei vincoli-capestro finendo quindi con l'aggravare il problema, invece di risolverlo, cosa che dimostra il suo ruolo sporco nell'ambito della privatizzazione dell'acqua denunciato prima di tutti proprio dal PMLI.
Le nostre rivendicazioni
Le cause di tutto questo sono da ricercare nell'imperialismo e nella sua legge economica fondamentale, la legge del massimo profitto.
Nell'immediato per quanto riguarda il nostro Paese rilanciamo con forza la nostra piattaforma rivendicativa sull'acqua e l'ambiente, inquadrandola nella lotta contro il governo del banchiere massone Draghi e contro l'imperialismo, contenuta nel nostro "Nuovo programma d'azione":
395 Bis) Ripubblicizzare il servizio idrico, come è stato espresso dalla volontà popolare al referendum del 2011 ad oggi disattesa.
396) Piani straordinari con relativa copertura finanziaria per garantire in quantità sufficiente l'afflusso e i rifornimenti dell'acqua potabile in tutti i centri abitati, specie al Sud e nelle Isole.
397) Adeguare e potenziare gli impianti municipali di depurazione dell'acqua che garantiscano condizioni di massima sicurezza igienica di potabilizzazione e pressione sufficiente nelle tubature dell'acquedotto.
398) Analisi periodiche e batteriologiche, da parte delle amministrazioni comunali, dell'acqua potabile e pubblicizzazione dei dati risultanti.
399) Ammodernare e garantire la manutenzione delle reti idriche per garantire l'igiene ed evitare perdite e sprechi.
400) Individuare nuove falde acquifere, creare invasi appositi per la raccolta di riserve d'acqua e il rifornimento adeguato dei centri urbani.
Ambiente e prevenzione
401) Piani straordinari per risanare e disinquinare i grandi fiumi, a partire dal Po, l'Arno e il Tevere, risistemare i loro alvei per favorire il normale scorrimento delle acque e la navigabilità, ripulire e ricoltivare la vegetazione sulle rive; ripopolare la fauna ittica.
402) Piani straordinari per contenere il ripetersi delle piene e evitare le conseguenti alluvioni, impedendo l'escavazione selvaggia degli alvei, riallargando i corsi d'acqua "regimentati" e favorendo la loro espansione in aree adatte naturalmente o in casse di espansione artificiale, eliminando l'impermeabilizzazione del terreno, incrementando le aree protette alle foci e lungo i corsi dei fiumi.
403) Interventi adeguati per piantare alberi nelle zone a rischio di valanghe e di frane.
404) Provvedimenti adeguati da parte del governo, delle regioni, delle province, dei comuni, del demanio marino per contrastare il fenomeno delle erosioni delle coste, specie nel Centro-Sud d'Italia...
 
No alla quotazione dell'acqua in Borsa
Occorre battersi decisamente contro la quotazione dell'acqua in Borsa.
Rivolgiamo ancora una volta un caloroso appello in particolare alle ambientaliste e agli ambientalisti a compiere un salto di qualità legando la lotta per la difesa dell'ambiente alla lotta più generale contro il capitalismo e per il socialismo, poiché pensare di difendere la natura e l'umanità dentro il sistema capitalista, che è la causa di questo scempio, è come pensare di curare una malattia mortale occupandosi solo dei sintomi senza andare alla radice del problema.
Come ha detto il grande maestro del proletariato internazionale Engels: “Ad ogni passo ci vien ricordato che noi non dominiamo la natura come un conquistatore domina un popolo straniero soggiogato, che non la dominiamo come chi è estraneo ad essa, ma che noi le apparteniamo con carne e sangue e cervello e viviamo nel suo grembo: tutto il nostro dominio sulla natura consiste nella capacità, che ci eleva al di sopra delle altre creature, di conoscere le sue leggi e di impiegarle in modo appropriato ”.
Il punto è che il capitalismo la distrugge, per salvarla è necessario distruggere quest'ultimo seguendo la Via dell'Ottobre, lottando per il socialismo e per la conquista del potere politico da parte del proletariato che è poi la madre di tutte le questioni e la chiave di volta per arrivare al comunismo, all'estinzione delle classi e quindi alla fine del regno della necessità e il passaggio a quello della libertà.
Soltanto allora sarà definitivamente possibile la completa naturalizzazione dell'uomo e la completa umanizzazione della natura.
Uniamoci dunque contro l'imperialismo, contro il governo Draghi del capitalismo, della grande finanza e dell'Ue imperialista, per la tutela dell’ambiente, il miglioramento del clima mondiale, per il socialismo ed il proletariato al potere!
 

31 marzo 2021