Scuole aperte in presenza, sicurezza e in continuità
In piazza in settanta città contro la didattica a distanza

Dal Piemonte alla Puglia, da Palermo a Faenza, da Napoli a Padova, il 26 marzo il movimento di studenti, genitori e docenti Priorità alla scuola contro la didattica a distanza (Dad) e per la riapertura in presenza, in sicurezza e in continuità “dal nido all’università” è sceso di nuovo in piazza in settanta città ed è stato sostenuto da uno sciopero dei Cobas e dal coordinamento nazionale dei precari scuola.
Una giornata di mobilitazione nazionale coronata da un grande successo che secondo i promotori ha già ottenuto, da un lato, “una vittoria parziale” con la riapertura anche in zona rossa delle classi fino alla prima media; ma, dall'altro lato, questa stessa vittoria parziale rappresenta anche “un duro colpo al diritto all’istruzione per i ragazzi dalla seconda media in avanti”.
Per questo il movimento non molla la piazza e riprenderà la mobilitazione a partire dal 31 marzo con lezioni in presenza, davanti agli ingressi degli istituti.
Tra le altre rivendicazioni del movimento ci sono infatti la stabilizzazione di tutti i precari, docenti e Ata, che ormai ammontano a un quarto dell'intero personale in servizio; sul Recovery fund si chiede di cambiare totalmente impostazione per evitare la completa aziendalizzazione dell'istruzione pubblica. “Non si capisce – denuncia a tal proposito Priorità alla scuola – perché in due anni così farlocchi sta andando avanti di tutto: dall’Invalsi all’alternanza scuola-lavoro – anzi ora ex alternanza ecc., si chiama PCTO (poi uno si domanda perché l’istruzione pubblica è andata in malora)”.
Noi chiediamo, continua ancora Priorità alla scuola , che vengano destinati nell'immediato maggiori fondi alla scuola e successivamente almeno il 5% del Pil di ogni anno; maggiori investimenti per l'edilizia scolastica, riduzione del numero di alunni per classi; istituzione di un presidio sanitario scolastico e un sistema di tracciamento in grado di prevenire e circoscrivere immediatamente i focolai di infezione.
La latitanza del governo Draghi e del ministero dell'Istruzione Bianchi su quest'ultimo punto, denuncia ancora Priorità alla scuola , è certificata dall'ennesima sentenza del tribunale amministrativo del Lazio che il 25 marzo ha accolto il ricorso per la riapertura delle scuole, presentato da “Ri(n)corriamo la scuola” di Firenze e ha disposto che, entro due giorni, il Consiglio dei Ministri dovrà riesaminare le misure sulla scuola contenute nell’ultimo Dpcm di Draghi alla luce degli studi scientifici citati dai ricorrenti. È la prova provata che dopo 12 mesi di pandemia governo e regioni non sono stati in grado di mettere in piedi un sistema sanitario pubblico capace di rilevare i dati dei contagi nelle scuole e stabilire quanti avvengono dentro e quanti fuori.
“Su questa assenza –continua la denuncia- è stata costruita tutta la politica delle aperture e chiusure delle scuole che hanno portato l’Italia a raggiungere il triste record del paese che ha fatto meno giorni di scuola in tutta Europa: 29 settimane in meno in media”.
Evidentemente, conclude Priorità alla scuola : “La classe politica italiana è concentrata solo a far funzionare le attività che producono reddito, mentre tiene chiuse le scuole, bene primario per garantire la salute dei bambini e dei ragazzi... Sappiamo che grosso modo il 30% degli studenti è in sciopero dalla DAD dal primo giorno della sua entrata in vigore, purtroppo senza saperlo: si astengono perché non hanno accesso alla rete o vivono in condizioni disagiate. Chi il 26 sciopererà lo farà anche per loro: non perché qualche filantropo regali computer a chi non ne ha, ma perché le scuole vengano riaperte e il sistema di istruzione pubblica non venga definitivamente smantellato sotto pretesto di progresso tecnologico... Vogliamo che le scuole riaprano anche per questo: perché le battaglie si facciano a scuole aperte, perché siano possibili scioperi e occupazioni studentesche per portare avanti rivendicazioni studentesche, perché l’educazione civica, politica e sentimentale avviene anche così. Non abbiamo paura delle parole: 'protesta', 'sciopero', 'disobbedienza'”.
Alla protesta hanno aderito virtualmente anche oltre cinquemila genitori che hanno inviato mail di autocertificazione al ministero per annunciare lo sciopero dalla Dad dei propri figli iscritti a tutte le scuole.
Mobilitazioni, sit-in, assemblee pubbliche e lezioni alternative organizzate dagli studenti in segno di protesta si sono svolte a Ancona, Arezzo, Bari, Bergamo, Brescia, Castellamare di Stabia (NA), Catania, Cagliari, Como, Cremona, Faenza, Ferrara, Firenze, Frosinone, Genova, Gorizia, Grosseto, Imola, Imperia, Lanciano (CH), L’Aquila, La Spezia, Lecce, Lecco, Lucca, Mantova, Massa Carrara, Milano, Modena, Napoli, Novara, Olbia, Padova, Palermo, Parma, Perugia, Pesaro, Pescara, Piacenza, Pisa, Pistoia, Pordenone, Potenza, Prato, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini, Roma, Rosignano Solvay, Salerno, Sassari, Terni, Torino, Treviso, Trieste, Udine, Venezia, Vicenza, Vico del Gargano (FG) e in altre città.

31 marzo 2021