Riunione del direttivo Filctem-CGIL di Firenze
Dubbi dei delegati sull'operato del governo Draghi e critiche alla passività della Cgil

Venerdì 26 marzo si è svolta, in modalità on-line, la riunione del Direttivo e dell'Assemblea Generale della Filctem-Cgil di Firenze, con all'ordine del giorno la situazione politico-sindacale e il rinnovo dei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (CCNL). Alla presenza di oltre 40 delegate e delegati, del Segretario regionale toscano Filctem e di una componente della Segreteria nazionale Filctem, ha aperto i lavori il Segretario provinciale Filctem.
Si è poi passati agli interventi, molto interessanti e che riassumo di seguito:
- un funzionario Filctem ha illustrato la situazione di alcune aziende da lui seguite partendo dallo sciopero tenuto in una fabbrica del gruppo Gucci a causa di una gestione non corretta dei protocolli anti-Covid da parte aziendale, sciopero che ha visto l'adesione della quasi totalità delle lavoratrici e dei lavoratori. E’ stato questo il primo sciopero dopo 20 anni in un’azienda del gruppo Gucci. Ha poi relazionato su un altro sciopero, tenuto in modo articolato in un’importante azienda farmaceutica della piana fiorentina, contro l'uso estremo di contratti atipici (soprattutto contratti staff-leasing);
- un altro funzionario ha manifestato perplessità rispetto al ruolo che le forze politiche (istituzionali) stanno dimostrando nel salvaguardare i lavoratori sfruttati che denunciano le loro precarie e pericolose condizioni di lavoro;
- un delegato del settore acqua, parlando della situazione in Toscana riguardo alla ristrutturazione di quel settore, ha detto che si sta assistendo a "un teatrino dei politici e delle aziende" e su ciò ha espresso preoccupazioni: "Credo che ci sia qualcosa che non va nell'azione del sindacato, tanto che più di un lavoratore minaccia di lasciare la tessera sindacale";
- un delegato di un’industria farmaceutica del Valdarno fiorentino che occupa circa 350 lavoratrici e lavoratori ha detto che in fabbrica è stato proclamato lo "stato di agitazione" a causa del non sicuro mantenimento del sito produttivo sul territorio, paventando una possibile dismissione;
- un funzionario Filctem dell'Empolese-Valdelsa ha posto l'accento sulla crisi ante-pandemia che si sta assommando alle crisi aziendali avvenute poi e che potrebbero far esplodere la crisi occupazionale;
- un delegato di un’industria chimica della piana fiorentina ha citato il caso della Texprint di Prato, dove i lavoratori in occupazione sono stati manganellati dalle "forze dell'ordine": "La CGIL sulle crisi aziendali e sullo sfruttamento deve fare dei passi in avanti, smettere di pensare alle sigle sindacali e pensare ai lavoratori!".
Il mio intervento l'ho incentrato sul governo Draghi, sul suo programma politico e sul ruolo della CGIL “che dovrebbe essere quello di non dare credito a questo nuovo governo e non concertare con esso. La CGIL deve invece farsi portatrice di alcune rivendicazioni, prima fra tutte che la maggioranza delle risorse del Recovery Plan sia concentrato al Sud d'Italia con priorità a lavoro, sanità e scuola rispettando la parità di genere. Inoltre sarebbe auspicabile, a livello democratico, che la CGIL si unisse alle forze politiche, sindacali, sociali, culturali e religiose in un fronte unito contro le politiche del governo Draghi. Dico a livello democratico perché la repressione messa in atto dal governo contro lavoratrici e lavoratori con sciopero, così come successo a Prato e Piacenza nelle scorse settimane, ha ben evidenziato di che pasta sono fatti Mario Draghi e il suo governo. Auspico che vi siano delle risposte da parte dei rappresentanti provinciali, regionali e nazionali presenti".
Un delegato di un’industria farmaceutica del Valdarno fiorentino ha detto che era d'accordo con il mio intervento.
Nonostante che buona parte degli interventi (non solo il mio) abbiano fatto trasparire oggettive difficoltà nel lavoro sindacale e dubbi sull'azione del governo Draghi, le risposte dei dirigenti sono state: il Segretario regionale Filctem (intervenuto poco prima delle conclusioni) ha detto che: "Vista la situazione generale come CGIL avevamo chiesto, dopo la caduta di Conte, che ci fosse comunque un governo e al più presto... La CGIL, nella propria autonomia di giudizio, ritiene che alcune misure siano da appoggiare e altre no. Ad esempio sul tema del condono non siamo d'accordo e lo contrasteremo". Nelle conclusioni la rappresentante della Segreteria nazionale Filctem si è lapidariamente espressa: "Al compagno Bartoli che chiede risposte dico che ci misuriamo con il governo di volta in volta".
Ecco, queste risposte dimostrano ancora una volta la pericolosa deriva istituzionale che ormai da tempo è propria del vertice CGIL e degli altri sindacati confederali.
In sintesi è stata una riunione interessante, con molti spunti da prendere in considerazione e un'occasione per affinare le mie conoscenze sull'uso del computer e di Internet, che però non devono sostituire l'uso del megafono.
Coi Maestri e il PMLI vinceremo!

 

Andrea Bartoli, operaio del Mugello (Firenze)

7 aprile 2021