Lombardia
Il governatore Fontana indagato per autoriciclaggio e falsa dichiarazione

Dal corrispondente della Lombardia
Il governatore regionale lombardo, il leghista Attilio Fontana, già travolto qualche mese fa dallo scandalo sulla fornitura di camici e dispositivi medici ordinati alla ditta di famiglia senza alcun bando pubblico durante le prime fasi dell'emergenza pandemica, è stato nuovamente iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Milano stavolta con le accuse di autoriciclaggio e falsa dichiarazione in voluntary disclosure , la “collaborazione volontaria” che consente a chi detiene illecitamente patrimoni all’estero di regolarizzare la propria posizione denunciando spontaneamente al fisco la violazione degli obblighi di monitoraggio.
Nel corso della precedente indagine si scoprì che all'indomani della trasformazione della fornitura in donazione a seguito dello scandalo, Fontana cercò di fare un bonifico di 250 mila euro al cognato quasi per compensarlo del mancato guadagno, ma in base alla normativa antiriciclaggio l'operazione venne bloccata e segnalata come sospetta. Emerse quindi l'esistenza di un patrimonio di 5,3 milioni di euro inizialmente detenuti dalla madre di Fontana, Maria Giovanna Brunella, attraverso due trust alle Bahamas che il figlio ha ereditato dopo la sua morte avvenuta nel 2015 e detenuti in Svizzera dopo la regolarizzazione con il fisco italiano.
Fontana già in passato ha nascosto la verità sulla sua situazione patrimoniale infatti quando era sindaco di Varese non dichiarò il deposito milionario e per questo fu multato dall'Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac). Ora su quei soldi i magistrati vogliono però vederci chiaro perché ritengono che la voluntary sia stata solo una messinscena del governatore per nascondere una sua pregressa evasione fiscale, che arriverebbe a due milioni e mezzo di euro.
I pm Paolo Filippini, Luigi Furno e Carlo Scalas, coordinati dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli hanno presentato in 14 pagine una rogatoria internazionale alla Svizzera chiedendo la documentazione di apertura, i nomi dei soggetti delegati a operare e tutte le movimentazioni dei conti detenuti presso la Ubs di Lugano. La madre del governatore aprì un conto nel 2005 facendovi confluire il saldo di uno precedente detenuto e contenente circa tre milioni e mezzo di euro ma in poco tempo schizzò a sei milioni e siccome la donna a quel tempo era già in pensione con un reddito annuo di circa 25 mila euro secondo i magistrati non sarebbe stata in grado di versare cifre simili per cui c'è il sospetto che quei due milioni e mezzo siano il frutto di un'evasione di Fontana, che su quel conto avrebbe avuto la possibilità di operare. Tra l'altro da una perizia grafologica ordinata dagli stessi magistrati risulterebbe che la firma con cui la madre ha aperto quel nuovo conto è falsa. Il governatore avrebbe dunque avuto un ruolo attivo nel creare quel patrimonio all'estero nascondendo delle somme al fisco e avrebbe poi alterato la voluntary simulando la successione ereditaria per “ripulirlo” con il vantaggio da un lato di salvarsi la faccia evitando di autodenunciarsi per evasione fiscale e dall'altro di evitare le sanzioni tributarie, che non ricadono sugli eredi. Per il fatto che subito dopo lo scudo fiscale abbia inoltre fatto numerose attività speculative anche ad alto rischio con soldi che potrebbero essere di provenienza illecita è stato ipotizzato anche il reato di autoriciclaggio.
Questo ennesimo scandalo nel quale Fontana risulta coinvolto, unito alla disastrosa gestione della emergenza pandemica dimostrano come non possa restare alla guida della Lombardia un minuto di più e deve rassegnare immediatamente le dimissioni assieme a tutta la sua giunta.

7 aprile 2021