Comunicato della Cellula “F. Engels” della Valdisieve (Firenze) del PMLI
Il Consiglio comunale di Pontassieve si allinea al revisionismo storico: approvata mozione per la collocare una targa sulla “tragedia delle foibe”
Il “giorno del ricordo” e le iniziative che ne derivano sono un oltraggio alla Resistenza jugoslava e italiana

Il 30 marzo il Consiglio comunale di Pontassieve ha approvato una mozione presentata dal consigliere ex Forza Italia ed ex Lega, Loreno Nenci ora al “Gruppo misto”, di collocare una targa commemorativa sulla cosiddetta “tragedia delle foibe”.
Voti favorevoli da tutto il PD, dai consiglieri della lista civile “Marini Sindaca” composta soprattutto da membri ex SEL, e dai giubilanti consiglieri di Lega e del destro Gruppo misto. Zero i voti contrari, neanche quello del consigliere del M5S che opportunisticamente si è astenuto.
Dunque, anche l'amministrazione della sindaca Marini, dopo essere stata criticata dalla destra (che oggi ipocritamente accontenta) ma apprezzata dai democratici e dagli antifascisti per non aver svolto pubblicamente celebrazioni il 10 febbraio scorso, si è allineata a quella lettura dei fatti revisionista di stampo fascista, colonialista e anticomunista, e che denigra nei fatti la Resistenza jugoslava e italiana. Una lettura che ha preso sempre maggior vigore negli anni grazie all'aiuto delle amministrazioni targate PD che non hanno esitato a prestare il fianco alle mire delle destre anche in Valdisieve e nel Mugello, territori che vantano nella loro popolazione animo e coscienza storicamente antifascisti.
Decidendo oggi di installare una targa ai “martiri delle foibe”, nel tentativo forse di far passare il tutto sotto tono, anche la giunta Marini non solo li ricorda, ma li “onora”, in barba alle repressioni, stragi, incendi di villaggi e alle massicce deportazioni nei campi di concentramento dove vi furono decine di migliaia di morti per fame, malattie e violenze perpetrate dai fascisti di Mussolini e dai collaborazionisti nell'Istria e nella Dalmazia occupate; crimini dei quali la quasi totalità dei cosiddetti “infoibati” si macchiò e che disegna tutt'altro quadro rispetto alla versione fascista della semplice “pulizia etnica” dei partigiani titini che non si è mai verificata, ma che purtroppo oggi è la verità bipartisan di Stato alla quale tutti piegano la testa. Eppure ancora una volta le amministrazioni targate PD non comprendono questa grande e pericolosa contraddizione.
Ad oggi siamo rimasti l'unico presidio organizzato a opporci e a denunciare questa pericolosa “normalizzazione” revisionista; auspichiamo però che le nostre denunce siano raccolte e rilanciate non solo dalle ANPI del territorio in maniera più forte e consistente, ma anche dalle tante antifasciste e dai tanti antifascisti che non vogliono rassegnarsi ad accettare passivamente questa inopportuna e dannosa “memoria condivisa” che finisce per cancellare le differenze fra oppressi e oppressori, che infanga l'azione stessa dei partigiani e che continua sulla via della progressiva riabilitazione del fascismo storico e del neofascismo attuale, già presente nelle nostre istituzioni borghesi che poi fanno a gara per esibire la propria inconsistente patente “antifascista”.
Il fatto che sia proprio l'Art.1 della legge 92 del 30 marzo 2004 che istituisce il “giorno del ricordo” a parlare di “tutte le vittime” e a promuovere iniziative in tal senso non giustifica nulla, anzi conferma la necessità per gli antifascisti non solo di non celebrarlo, ma anche di costituire un quanto più largo possibile fronte unito per fare chiarezza sulla vicenda e per chiederne l'abolizione.
 
Cellula “F. Engels” della Valdisieve del PMLI
Pontassieve, 6 aprile 2021