Grecia
Manifestanti picchiati e torturati in carcere

 
Il governo di destra greco, come la giunta della dittatura militare, copre i poliziotti che aggrediscono i manifestanti, che picchiano e torturano gli arrestati condotti in carcere una volta prelevati con forza per la strada, ammanettati e incappucciati. Le denunce di giornali e di video sui social denunciano le responsabilità del premier Kyriakos Mitsotakis e del suo esecutivo impegnato in una repressione senza precedenti, se non all'epoca dei colonnelli, contro l'opposizione che fa sentire la sua voce in piazza.
Dopo aver presentato un progetto di legge per l'occupazione poliziesca delle università, col compito di imporre “il funzionamento ordinato dell'istruzione” attreverso manganelli e spray urticanti, Mitsotakis affrontava la protesta delle studentesse e degli studenti contrari alla legge fascista con una repressione che dagli atenei si allargava alle piazze nei quartieri della capitale. Squadre di poliziotti spadroneggivano financo in quartieri residenziali come quello di Nea Smyrni, dove il 6 marzo pestavano un giovane che contestava una multa. Il video del pestaggio inenscava una immediata protesta nel quartiere e il giorno seguente una nuova manifestazione di almeno 10 mila partecipanti con molti giovani che respingevano con forza le cariche poliziesche fino a notte inoltrata.
La rabbia degli agenti fascisti si scatenava nei giorni successivi quando alcuni giovani erano bloccati e incappucciati per strada, trascinati in macchine senza targa e portati in questura dove eranio sottoposti a un pestaggio senza fine, in pieno isolamento, senza toilette e senza acqua, e senza poter avere contatti con familiari e avvocati. Una dicottenne non solo picchiata ma anche palpeggiata e minacciata di stupro ha avuto il coraggio di non limitarsi alle denunce sui mezzi di informazione ma di rivolgersi anche all’autorità giudiziaria.
 

7 aprile 2021