Nel Lazio di Zingaretti concorso per soli piddini
A Roma l'assessore M5S Lemmetti ha fatto assumere la fidanzata

 
Un concorso pubblico bandito dal Comune di Allumiere, un paesino di 3.800 abitanti che si trova nella Città metropolitana di Roma ed è retto da una giunta di “centro-sinistra” presieduta dal sindaco Antonio Pasquini del PD, si è concluso lo scorso dicembre con l'assunzione di 4 impiegati comunali, e tutto questo risulta pienamente regolare, ma a suscitare scandalo è il fatto che gli altri 86 candidati in graduatoria - ritenuti comunque idonei allo svolgimento di mansioni pubbliche corrispondenti e quasi tutti, guarda caso, iscritti al PD - potranno essere assunti, con contratto a tempo indeterminato, da altri enti pubblici entro l'ambito territoriale del Lazio tramite una convenzione da essi sottoscritta con il Comune di Allumiere.
I nomi dei candidati idonei sono in primo luogo quelli di alcuni collaboratori del presidente del Consiglio regionale del Lazio Mauro Buschini del PD, e poi di esponenti ed amministratori locali, dello stesso partito, di diversi comuni della provincia di Roma. Per quanto riguarda la Regione Lazio, su 16 posti disponibili, a dicembre il Consiglio regionale aveva contattato per le assunzioni, attingendo alla graduatoria, 24 persone, e nello stesso periodo il Comune di Civitavecchia aveva richiesto 3 dipendenti, quello di Ladispoli altri 3 e il Comune di Guidonia Montecelio otto, mentre il Comune di Tivoli ha assunto altre 5 persone. Dall'inizio di quest'anno hanno poi già attinto alla stessa graduatoria anche i Comuni di Bracciano, Anguillara, Monterotondo, mentre stanno predisponendo gli atti per perfezionare le convenzioni o hanno richiesto la disponibilità all’utilizzo della graduatoria anche i Comuni di Tolfa, di Cerveteri, di Montalto di Castro, di Ferentino, di Mentana e la Asl Roma 4.
In particolare, sono stati già assunti alle dipendenze della presidenza d’aula del Consiglio regionale del Lazio diretto da Buschini, e presso la quale lavora da tre anni lo stesso sindaco di Allumiere, Antonio Pasquini, 16 persone, tutti legati al Partito Democratico: Matteo Marconi, segretario del circolo di Trevignano Romano, Arianna Bellia, assessore a San Cesareo, Augusta Morini, assessore a Labico, Paco Fracassa, segretario del circolo di Allumiere, Andrea Palladino, segretario del circolo di Frosinone, oltre a tre militanti dello stesso partito di Allumiere, Civitavecchia e Roma. Tra gli otto assunti al Comune di Guidonia Montecelio è legato al PD Marco Palumbo, presidente della commissione trasparenza in Campidoglio a Roma e da febbraio del 2019 impiegato nell’ufficio di gabinetto di Buschini, e sono del PD un assessore di Isola Liri e due attivisti, moglie e marito, di Civitavecchia, mentre al Comune di Tivoli sono entrate due sorelle, Micaela e Francesca Carlini, militanti e attiviste del PD.
Anello di congiunzione tra il PD laziale e il Comune di Allumiere, che ha bandito il concorso che ha permesso le assunzioni di militanti del PD in tutto il Lazio, è il sindaco di Allumiere, Antonio Pasquini: in servizio dal 1996 nel corpo forestale dello Stato (un corpo sciolto nel 2016 e il cui personale è confluito quasi tutto nell'arma dei carabinieri), Pasquini è diventato sindaco di Allumiere nel 2017 candidato proprio dal PD e l'anno successivo è stato comandato, dalla stazione dei carabinieri forestali di Civitavecchia presso cui presta servizio dal 2017, proprio nel Consiglio di presidenza della Regione Lazio.
Se la vicenda è pienamente regolare da un punto di vista strettamente formale e giuridico, ovviamente non lo è da quello politico, tanto che suona come un pesante disappunto contro il PD laziale, governato da Nicola Zingaretti, il commento sulla vicenda di Matteo Orfini, ex commissario del PD romano: “è sconcertante ” ha affermato l'esponente politico, aggiungendo che è “necessario fare chiarezza subito, senza timidezze ”.
Ma se Atene piange, Sparta non ride, e se Atene è il Partito Democratico, Sparta è il Movimento Cinque Stelle.
Infatti il pentastellato Gianni Lemmetti, assessore al Bilancio del Comune di Roma, ha tentato alla fine di marzo di fare assumere con contratto a tempo indeterminato la propria fidanzata, Silvia Di Manno, nello staff di un altro esponente della giunta capitolina nonché collega nel movimento politico, l'assessore all’Urbanistica Luca Montuori. Il contratto prevedeva una retribuzione da 23mila euro l’anno a una persona, Silvia Di Manno, che di mestiere fa la dipendente presso una libreria e che non ha mai avuto alcuna esperienza in campo amministrativo: ciononostante nel testo della delibera di assunzione del 15 marzo 2021 si legge che “l’assessore all’Urbanistica, Luca Monturi, ha chiesto di procedere alla predisposizione dei necessari atti volti all’instaurazione di un rapporto di lavoro a tempo determinato nei confronti della dott.ssa Silvia Di Manno, cui sarà affidato il compito di curare l’organizzazione quotidiana degli impegni istituzionali, dei contatti e dei rapporti con gli altri assessorati ”.
Scoperta la relazione che lega l'assessore capitolino alla Di Manno, quest'ultima si è dovuta dimettere, se non altro per non compromettere la carriera politica del suo fidanzato, il giorno dopo l'assunzione a seguito delle prese di posizione dell'opposizione capitolina.

7 aprile 2021