L'Italia di Draghi all'Onu vota a favore delle sanzioni a Cuba

 
Il 23 marzo scorso l'Italia di Draghi al Consiglio per i Diritti umani dell’Onu ha votato contro la mozione presentata da Cina, Stato di Palestina e Azerbaigian, alla testa del Movimento dei Paesi non allineati, contro le sanzioni economiche applicate da alcuni paesi e in particolare dagli Usa e dai suoi alleati contro altri paesi sovrani quali Cuba, Venezuela, Siria e Iran.
L'appoggio dato alla mozione da parte del socialimperialismo cinese è parte della contraddizione interimperialista principale, quella tra gli Usa e la Cina, che vedono quest'ultima da tempo volta ad esportare capitali in paesi da sempre sotto il controllo dell'imperialismo americano.
In particolare la mozione, passata con 30 voti favorevoli, 15 contrari (tra i quali quello di Austria, Brasile, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Paesi Bassi e Polonia allineati agli Stati Uniti) e due astenuti, ha posto l'accento sui catastrofici effetti, amplificati dalla pandemia, del criminale "bluequo" ovvero il pluridecennale embargo americano contro Cuba, che vede scarseggiare nell'isola beni di prima necessità e medicinali e contro il quale il 28 marzo scorso nella capitale cubana e in 53 paesi del mondo si sono tenute manifestazioni di protesta.
L'embargo imperialista va avanti da 61 anni, da quando Fidel Castro dichiarò improvvisamente il carattere "socialista" della rivoluzione cubana, che aveva fino a quel momento goduto dell'appoggio e della simpatia degli Usa, che consideravano il deposto Fulgencio Batista troppo corrotto e ormai impopolare, salvo correre ai ripari, portando il mondo a un passo dalla catastrofe nucleare, quando Castro scelse di trasformare Cuba in una colonia dell'Urss del rinnegato Krusciov, restauratore del capitalismo nel paese dei Soviet.
In realtà a Cuba non c'è mai stato il socialismo, ieri come oggi al potere vi è un'oligarchia nazionale borghese che si è sempre strumentalmente rifatta al socialismo, si pensi alla monocoltura della canna da zucchero, da sempre una delle principali cause dell'arretratezza di Cuba, funzionale all'allora dominio di Mosca, che appunto pose il paese in contrapposizione con l'imperialismo americano.
Nemmeno la liquefazione del socialimperialismo sovietico, che ha rappresentato il fallimento del revisionismo, il quale ha confermato e non certo smentito la Via dell'Ottobre, ha mai fatto cambiare atteggiamento nei confronti di Cuba da parte degli Usa, che oggi vedono nell'embargo contro l'isola un efficace strumento di difesa delle posizioni storiche di dominio dell'imperialismo a stelle e strisce nel "cortile di casa" contro l'imperialismo cinese e russo.
In effetti nessuno dei presidenti americani di ieri e di oggi, da Kenendy in poi , ha mai pensato anche solo di allentare il criminale embargo, anzi acuito dal fascista Trump e riaffermato da Biden per il quale: “la questione di Cuba non rappresenta una priorità”.
L'Italia di Draghi ha scelto di continuare ad appoggiare il criminale embargo americano, cosa che conferma che la politica estera dell'Italia poggia su due gambe: l'Ue imperialista e l'alleanza atlantica, riaffermando quindi per l'ennesima volta tutta l'infamia del governo in carica al servizio dell'imperialismo nostrano, impegnato in diverse parti del mondo per difendere gli interessi dei monopoli italiani e che non si fa alcuno scrupolo nello schiacciare con ogni mezzo i popoli oppressi, negando il diritto all'autodeterminazione dei popoli stessi.
Di fronte alle proteste dell'opinione pubblica anche italiana, che non ha dimenticato il prezioso aiuto di alcuni medici cubani nel contrasto alla pandemia lo scorso anno, il ministro Di Maio, in evidente difficoltà ha avuto la faccia di bronzo di dire che "L'Italia non ha votato a favore delle sanzioni contro Cuba e che, anzi, è grata per l’aiuto medico fornito l’anno scorso dall’Avana" dichiarazione rilanciata da alcuni Telegiornali dell'isola ma che fa a pugni con la realtà, visto l'allineamento totale in ambito "multilaterale" alle politica di Washington e dunque all'embargo stesso.
Non passa giorno quindi senza che il governo Draghi mostri al mondo intero, tanto in politica interna che estera, la sua vera natura, smascherata tempestivamente dall'esemplare Documento del CC del PMLI, di governo al servizio del capitalismo, della grande finanza, dell'Ue imperialista, il quale va buttato giù da sinistra e dalla piazza tenendo ben alta la bandiera dell'antimperialismo e dei popoli e delle nazioni oppresse che vanno appoggiati nella loro lotta indipendentemente dalle forze che si trovano alla loro testa, persino quando sono antimarxiste-leniniste.

7 aprile 2021