“L'accordo è solo il primo passo”
Vittoria! I rider di Just Eat hanno ottenuto il contratto della logistica
Sono lavoratori dipendenti con diritti

La lotta paga. Una frase che descrive bene la piega che sta prendendo la vertenza dei rider. Pochi giorni dopo lo sciopero dei ciclofattorini del 26 marzo è arrivata la notizia che Just Eat, multinazionale operante nel settore del delivery food (consegne di cibo a domicilio) ha siglato il primo accordo sindacale a livello nazionale per una società operante in questo settore nel nostro Paese.
L'accordo riconosce i riders come lavoratori subordinati, aventi diritto a tutte le tutele che ne discendono: ferie, malattia, contributi, permessi, mensilità aggiuntive, paga oraria, maggiorazioni, Tfr e così via. L’accordo è stato firmato dall’azienda con le categorie di Cgil, Cisl, Uil dei trasporti e dei lavoratori atipici. Ai riders che lavorano per Just Eat sarà riconosciuto il contratto della logistica, trasporto merci e spedizioni.
Si tratta di un risultato ottenuto attraverso una straordinaria e tenace lotta. Se a causa della grave emergenza pandemica i riders non si sono mai fermati e hanno dovuto aumentare i ritmi, è altrettanto vero che sono stati tra quei lavoratori a non aver mai smesso di lottare per i propri diritti. Ricordiamo le manifestazioni della scorsa estate, quando Trenord impedì loro di portare le bici sui treni (molti di questi lavoratori abitano fuori da città con affitti altissimi come Milano), le cinque giornate di sciopero a seguito del vergognoso contratto tra Ugl e Assodelivey firmato il 3 novembre 2020, e infine lo sciopero nazionale del 26 marzo scorso in occasione del “No Delivery Day”, convocato dalla rete Rider X i Diritti, che ha visto mobilitarsi i fattorini in più di trenta città italiane, da Nord a Sud.
Una lotta che ha visto i rider autoorganizzarsi, mentre i maggiori sindacati italiani se ne sono stati quasi sempre alla finestra a guardare. Il motivo è semplice: Cgil, Cisl e Uil per un certo periodo erano propense a creare un nuovo contratto specifico per i rider, che recepisse la precarietà che regnava nel settore del delivery. Ma il coraggio e la perseveranza dei lavoratori le ha costrette a sostenere la loro volontà a essere inquadrati nel contratto della logistica.
Dopo cinque anni di lotte il muro eretto dai padroni delle piattaforme delle consegne a domicilio inizia a sgretolarsi. L’accordo ottenuto dal movimento dei rider con i sindacati prevede un compenso orario iniziale di 9,60 euro, che può superare i 10,15 considerando le ferie e i permessi retribuiti, spalmati per ora. A questo si aggiunge il lavoro supplementare, straordinario, festivo e notturno. Inoltre alla maturazione del secondo anno di anzianità aziendale la retribuzione tabellare andrà a regime portando la paga oraria a 11,50 euro circa. È inoltre previsto un modello di lavoro part-time da 10, 20 o 30 ore, con minimo orario giornaliero di 2 ore continuative. Tutto questo dovrebbe riguardare all’incirca 4 mila ciclo-fattorini che Just Eat intende assumere in gran parte a tempo indeterminato.
Come hanno sottolineato per prime le stesse organizzazioni dei ciclofattorini come RiderXiDiritti: "L'accordo aziendale di Just Eat Take Away Express è solo il primo passo nel riconoscimento dei diritti dei rider. Ora toccherà anche alle altre piattaforme come Glovo, Deliveroo, Uber Eats ecc. misurarsi con il processo d'emersione in corso".
E questo non solo perché i lavoratori delle altre piattaforme ne sono esclusi, ma per il compromesso raggiunto che ha lasciato a Just Eat ampie concessioni, a partire dalla cosiddetta “retribuzione d’ingresso”, inferiore (del 10% per i primi due anni) a quella prevista dal Ccnl Logistica. Lo stesso vale per le maggiorazioni previste per il lavoro festivo, notturno e supplementare, fissate soltanto in un +10%. All’azienda è stato concesso parecchio in termini di riduzione dei costi e in termini di flessibilità aggiuntiva oltre a quella già prevista nel Ccnl, ad esempio sono state incrementate le quote di atipici nei primi 9 mesi di attività e il limite al lavoro supplementare.
Questo non ribalta il giudizio positivo generale, perché nella sostanza è stato raggiunto l’importante obiettivo di trasformare l’attuale organizzazione, basata sull’abuso del lavoro occasionale e autonomo a cottimo, in una migliore e più corrispondente forma di lavoro maggiormente garantito, che riconosca ai rider il pagamento del proprio tempo messo a disposizione come tempo-lavoro per l’azienda.

7 aprile 2021