Mentre il suo presidente entra nella classifica dei 40 più ricchi d'Italia
Technogym di Cesena protrae la cassa integrazione per 292 lavoratori
Il proletariato si ponga il problema della conquista del potere politico

Dal corrispondente dell'Emilia-Romagna
Il protrarsi della grave pandemia Covid-19 ha ulteriormente aggravato la già pesante e preesistente grave crisi economica del capitalismo, mettendo in ginocchio interi settori con il ricorso enorme alla cassa integrazione e i licenziamenti solo momentaneamente rimandati per il blocco degli stessi ma che sono destinati a esplodere al suo scadere.
Anche in Emilia-Romagna, pur se in maniera meno marcata rispetto a altre zone del Paese, al termine del quarto trimestre 2020 si registra un calo dell’occupazione del 2,9%, pari a circa 60 mila unità, rispetto alla fine del 2019, i settori a risentirne maggiormente sono stati quello delle costruzioni (-4,3%), dei servizi (-3,9%) e dell’industria (-1,3%).
È evidente di come la crisi economica sia aggravata dalla pandemia, ma è altrettanto evidente come la pandemia sia conseguenza anche dei rapporti uomo-natura instaurati dal capitalismo e dalle precarie condizioni igenico-sanitarie da esso generate, ma anche di come sia aggravata e protratta dalla sua gestione.
Se è vero poi che molte attività economiche sono in grossa difficoltà, è altrettanto vero che la medio-grande borghesia si è ingrassata, in alcuni casi senza freni e senza vergogna, sulle spalle dei lavoratori, sfruttandoli a più non posso e gettandoli una volta spremuti a fondo, per poi “piangere miseria” di fronte a questa crisi.
Vi sono infatti dei casi che balzano agli “onori della cronaca” e che fanno un po’ di luce sulla situazione reale, evidenziando una realtà ben diversa da quella che viene mostrata oggi, dove i padroni e i lavoratori stanno sulla stessa barca, e che dimostra invece come i primi stiano sullo yacth e i secondi spesso aggrappati a un salvagente.
È il caso, ad esempio, della Technogym, colosso mondiale del wellness con sede a Cesena, che ha fatto ricorso dall’inizio di quest’anno alla Cassa integrazione protraendola ora fino al prossimo 30 giugno, con una riduzione delle giornate lavoro dei 292 lavoratori coinvolti: 273 impiegati, 16 operai e 3 addetti equiparati a loro.
Ora, se da una parte vi sarà stata una contrazione della produzione delle attrezzature per le palestre, in Italia chiuse da oltre un anno, dall’altra vi è stato un incremento della produzione di attrezzature per l’home fitness , ma quello che fa maggiormente gridare all’ingiustizia è la contemporanea presentazione del bilancio 2020 di Technogym, in utile e con distribuzione di dividendi, e ancor di più l’ingresso del presidente della Technogym Nerio Alessandri nella classifica degli italiani più ricchi appena stilata dalla rivista statunitense “Forbes”, dove occupa il 40° posto col sul patrimonio stimato in 1,3 miliardi di euro. La graduatoria è capeggiata da Leonardo Del Vecchio (Luxottica) con un patrimonio di 25,8 miliardi, in seconda posizione Massimiliana Landini, proprietaria della farmaceutica Menarini, con un patrimonio di 9,1 miliardi di dollari, in terza posizione Giorgio Armani, con un patrimonio netto stimato di 7,7 miliardi di dollari, e quarto (ancora lui) Silvio Berlusconi.
Tornando alla Technogym, non è possibile rispondere come hanno fatto Cgil e Cisl (la Uil ha alzato un poco di più la voce) che accettando la tesi padronale del calo di produzione hanno promesso di “vigilare sulla corretta applicazione del principio di rotazione tra i lavoratori”.
Deve invece esplodere con forza la lotta di classe, occorre combattere e spazzare via il governo di Mario Draghi, costruendo “il più rapidamente possibile un largo fronte unito di tutte le forze politiche, sindacali, sociali, culturali, religiose antidraghiane”, come ha auspicato il Comitato centrale del PMLI nel documento del 17 febbraio, è necessario, come ha scritto il Segretario generale del PMLI compagno Giovanni Scuderi nell'Editoriale per il 44° anniversario della fondazione del PMLI che: “che il proletariato si ponga il problema della conquista del potere politico.
Con la consapevolezza che la conquista del potere politico da parte del proletariato è la questione chiave per la creazione di una nuova società senza più sfruttatori e oppressori. Il proletariato ha il diritto di avere il potere politico perché produce l’intera ricchezza del Paese, ed è l’unica classe, se è armata dal marxismo-leninismo-pensiero di Mao, capace di sradicare lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e le cause economiche che generano le classi, le guerre imperialiste, le ingiustizie sociali, la disoccupazione, la miseria, il razzismo e le disparità territoriali e di sesso; capace anche di sradicare la cultura e la mentalità borghesi fondate sull’individualismo, l’egoismo, l’arrivismo, l’arricchimento personale, il predominio dell’uomo sulla donna, la violenza maschile sulla donna e di genere, l’omofobia, la xenofobia, la sopraffazione del più forte economicamente sul più debole, la corruzione”.

14 aprile 2021