Scontri davanti la Camera. Blocchi stradali a Napoli e Milano
Esplode la rabbia di ambulanti, ristoratori e commercianti per il lavoro

Da Milano a Roma, da Imperia a Napoli, Bari e altre decine di città, miglia di ambulanti, ristoratori, commercianti, gestori di pub, pizzerie, palestre, centri di bellezza, fieristi e i lavoratori del turismo, dei teatri, cinema e dello spettacolo, sono scesi in piazza in tutta Italia per la seconda volta in meno di una settimana per chiedere di tornare finalmente a lavorare e riaprire le proprie attività.
Esasperati dalle continue e prolungate chiusure, beffati dalle false promesse del governo sui ristori e cassa integrazione, in tantissimi hanno aderito alla mobilitazione nazionale indetta dal movimento "IoApro" che ha preso il via fin dai primi giorni di aprile con manifestazioni e iniziative di protesta in diverse città.
Nonostante i divieti imposti dalla questura che non ha autorizzato né Il concentramento della manifestazione al Pantheon né il corteo verso Montecitorio, il 12 aprile al grido di “lavoro, lavoro”, "siamo famiglie, non siamo delinquenti, siamo persone che lavorano 14 ore al giorno" oltre un migliaio di manifestanti sono riusciti a raggiungere Piazza San Silvestro con l'intento di proseguire la protesta fin sotto le finestre di Montecitorio.
La manifestazione, come ha scritto in un comunicato postato sui social il movimento “IoApro”, è stata organizzata in risposta agli scontri avvenuti il 6 aprile proprio sotto le finestre di Montecitorio e si preannunciava pacifica e molto partecipata con “l'arrivo di centinaia di pullman che partiranno da tutta Italia e invaderemo Montecitorio".
Invece molti pullman sono stati fermati prima che arrivassero a Roma; centinaia di manifestanti sono stati bloccati e identificati ai caselli autostradali e costretti a ritornare a casa. Un altro nutrito gruppo di manifestanti arrivati in nave da Palermo con tanto di autocertificazione, sono stati fermati e identificati dalla polizia alla stazione Termini. Tanti altri manifestanti provenienti dalla Calabria e da Vibo Valentia sono stati bloccati dalla polizia e non sono riusciti ad arrivare nemmeno al raccordo anulare. Almeno altri due pullman provenienti da Bologna sono stati intercettati al casello di Roma Nord, la polizia ha identificato i passeggeri a bordo che sono stati allontanati e fatti rientrare nella regione di provenienza. Altri sei manifestanti sono stati fermati e portati in questura.
Mentre decine di blindati e centinaia di agenti dei reparti antisommossa e perfino un idrante hanno completamente blindato tutto il centro storico della Capitale a difesa di Piazza Montecitorio.
"Ci negano anche il diritto di manifestare. È stata un'impresa arrivare qui" hanno denunciato molti manifestanti che al grido di “lavoro, lavoro”, “Mai più mercati e ristoranti chiusi”, hanno esposto cartelli, striscioni e lanciato slogan contro il governo tra cui: "dalla padella di Conte alla brace di Draghi", "Ristori inferiori al reddito di cittadinanza, vergogna" per ribadire che: "Non siamo partite Iva, siamo persone, siamo famiglie, non siamo delinquenti, siamo persone che lavoravano 14 ore al giorno".
Anche in questa occasione, come è già accaduto martedì 6 aprile, non appena i manifestanti si sono mossi per raggiungere Piazza Montecitorio sono stati aggrediti e respinti a suon di manganellate dai reparti antisommossa.
Tra i manifestanti hanno cercato di infiltrarsi anche una cinquantina di neofascisti di Casapound guidati dal boss ostiense Luca Marsella che hanno lanciato bottiglie, petardi e fumogeni provocando l'intervento degli agenti e il ferimento di alcuni manifestanti.
L'azione provocatoria dei neofascisti è stata immediatamente condannata dai manifestanti che li hanno isolati urlandogli contro: "Non siete lavoratori, cosa volete?".
I manifestanti si sono allontanati da Piazza San Silvestro e sono sfilati lungo Via del Corso in direzione Piazza Del Popolo bloccando il traffico tra Piazzale Flaminio e Viale del Muro Torto.
Altre manifestazioni e blocchi stradali si sono svolte nei giorni scorsi a Milano dove un gruppo di ambulanti si è riunito in Piazza Duca d’Aosta, davanti alla Stazione Centrale, per chiedere "immediati ristori" e di poter tornare a lavorare in sicurezza. "Siamo gli unici ancora chiusi - denunciano - noi chi siamo, i nemici sociali?". Bloccato il traffico delle auto e dei mezzi pubblici, gli ambulanti minacciano di bloccare anche le tangenziali se non arriveranno risposte e ristori al più presto.
A Napoli gli ambulanti a cui si sono uniti ristoratori e proprietari di bar e palestre, hanno bloccato il traffico sulla A1 Milano-Napoli tra il capoluogo campano e Caserta, in prossimità dell’uscita di Caserta Sud, con circa duecento tra camion e furgoni incolonnati e tanti cartelli con su scritto: "Per il governo siamo invisibili" "Chiediamo solo di lavorare". Bloccato nel traffico anche il governatore piddino De Luca che era atteso a una conferenza stampa a Santa Maria Capua Vetere.
Proteste anche a Verona, davanti al Municipio.
In piazza anche gli ambulanti di Imperia , che protestano contro l’ordinanza che ha istituto la zona rossa che di fatto vieta la vendita di tutti i prodotti non alimentari.
Al grido di "Mai più mercati chiusi" si sono mobilitati anche gli ambulanti toscani con nuove manifestazioni a Pistoia e Firenze .
Proteste anche a Bari dove centinaia di manifestanti sono scesi in piazza per denunciare che: "Lo Stato ci ha abbandonato", "Non lavoriamo da quasi un mese e siamo senza ristori".
Città bloccata e traffico in tilt anche a Foggia perché, come denunciano i sindacalisti, gli ambulanti sono tra le categorie più disastrate, hanno avuto una sospensione e non una revoca delle tasse.

14 aprile 2021