Pugno duro del dittatore fascista Erdogan contro gli oppositori al suo megaprogetto per incrementare il flusso commerciale tra il Mar di Marmara e il Mar Nero
Arrestati 10 ex ammiragli turchi che si oppongono al Canale Istanbul

 
A fine marzo il governo turco ha approvato il piano per aprire un canale a sinistra del Bosforo allo scopo di incrementare il flusso commerciale dal Mar Marmara e il Mar Nero e ha annunciato che tra poco ne avvierà la costruzione. Quello che è chiamato il Kanal Istanbul è una nuova via d'acqua tipo quella di Suez e Panama con una lunghezza di 45 chilometri e potrebbe permettere il transito fino a 160 navi al giorno, alleggerendo il traffico sul Bosforo che registra un passaggio di 53mila navi l’anno, due volte e mezzo quelle che transitano da Suez. Il costo stimato del grosso progetto è di oltre 9 miliardi di dollari ed è stato fortemente voluto dal presidente Erdogan che lo considera tra i più strategici dei suoi mega piani infrastrutturali. Un progetto partito nel 2011 e che già nel 2013 era partito con la requisizione di terreni pagati un elemosina ai proprietari.
La costruzione del canale e il piano urbanistico che modifica vita e attività attorno a Istanbul e ai sui 15 milioni di abitanti è stata concepita a scatola chiusa e varata dal governo senza consultare nessuno, neanche il sindaco della megalopoli a cavallo del Bosforo Ekrem Imamoglu membro del partito di opposizione Partito Repubblicano del Popolo (Chp) e contrario al progetto. Come contrari si sono espressi molti ambientalisti e persino alti funzionari militari in pensione, una lista di oppositori contro i quali è scattato il pugno duro del dittatore fascista Erdogan.
La magistratura asservita al presidente non veniva schierata in campo dopo una lettera resa pubblica il 2 aprile di ben 126 ex ambasciatori contrari al progetto ma scattava il giorno successivo contro alcuni militari del gruppo di oltre cento ex ammiragli che avevano reso pubblica la loro opposizione al Canale di Istanbul: 10 ammiragli in pensione erano arrestati con l'accusa di aver minato la sicurezza dello Stato e l’ordine costituzionale e subito privati della pensione
La contrarietà al progetto è stata espressa da ambientalisti che denunciavano la riduzione delle aree verdi e la pesante cementificazione dell'area del canale e delle zone limitrofe, con danni al territorio tali da provocare anche grossi problemi di approvvigionamento di acqua potabile. Senza contare gli espropri e il trasferimento forzato di residenti di Istanbul e la perdita di campi e aree di pesca per contadini e pescatori.
La contrarietà di diplomatici e militari nasce dalle dichiarazioni di Erdogan di voler costruire un nuovo canale non sottoposto alle regole e alla giurisdizione internazionale. In particolare alla Convenzione di Montreux, firmata nell'omonima cittadina svizzera il 20 luglio 1936 da Turchia, Francia, Grecia, Romania, Regno Unito e Unione Sovietica per regolamentare la navigazione ed il passaggio attraverso il canale del Bosforo per garantire il transito di navi civili sia in tempo di pace che di guerra e che limita l’accesso delle navi militari di paesi terzi.
Erdogan è stato chiaro, il canale di Istanbul è del tutto fuori da Montreux, ossia si è preso il diritto di decidere chi ci può passare o meno. Per avere in mano un altro strumento di controllo di non poco conto sul traffico delle navi da guerra da e per un Mar Nero sempre più militarizzato in conseguenza della crisi e della guerra in Ucraina.

21 aprile 2021