Cina
Arrestato il leader dei rider cinesi Chen Guojiang per “aver creato problemi”

 
Lo scorso 15 marzo il padre di Chen Guojiang, un fattorino del colosso del food delivery cinese Ele.me che per il suo impegno in difesa dei diritti dei lavoratori è diventato uno dei leader dei rider, diffondeva sui social una lettera aperta per denunciare di non aver avuto notizie del figlio arrestato a Pechino il 25 febbraio e promuoveva una raccolta fondi per raccogliere i circa 6.500 euro necessari alle spese legali, una somma enorme per una famiglia di contadini. La censura del regime socialimperialista cinese cancellava neanche dopo un'ora il messaggio ma il suo tempestivo rilancio da parte di altre organizzazioni permetteva alla famiglia di raccogliere rapidamente ben oltre le cifra necessaria. E solo dopo questa denuncia alla famiglia arrivava la comunicazione ufficiale della detenzione di Chen nel carcere di Chaoyang a Pechino con l'accusa di "aver creato problemi".
I problemi non certo creati, semmai denunciati da Chen, riguardano il mancato rispetto dei diritti dei lavoratori del settore, dei supersfruttati fattorini che in moto o in bicicletta consegnano il cibo a casa per conto di grandi aziende come la Ele.me e aveva anche recentemente incitato i rider a boicottare le aziende che trattenevano i soldi dal salario di fame ai lavoratori che non riuscivano a raggiungere gli obiettivi di consegna divenuti ancora più alti durante il periodo del capodanno cinese.
Chen è uno dei fondatori di un gruppo WeChat chiamato "Alliance for Delivery Workers on Motorbikes in the Land of Lawlessness", per organizzare una difesa collettiva dei diritti ai lavoratori delle consegne. I rider cinesi sono cresciuti di numero, fino a quasi 10 milioni, e sono divenuti un supporto prezioso nella fornitura di servizi essenziali specialmente durante i blocchi causa pandemia ma sono abbandonati a se stessi dalle organizzazioni sindacali di regime. Il gruppo è seguito stabilmente da quasi 15 mila contatti ed è diventato un punto di riferimento sindacale per i lavoratori che nel mese di marzo hanno scioperato in diverse località contro la riduzione arbitraria dei salari e i licenziamenti.

21 aprile 2021