Milano
Ben accolta e apprezzata la posizione antifascista del PMLI: “Solo voi avete il coraggio di dire queste cose contro Draghi”

Dal corrispondente della Cellula "Mao'' di Milano
Il 76° della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo è stato celebrato a Milano - città Medaglia d’Oro alla Resistenza - in piazza ma in proporzioni ridotte (senza manifestazione nazionale) a causa delle misure antipandemiche.
La Cellula “Mao” di Milano del PMLI ha assolto anche quest'anno al suo insostituibile compito di attualizzazione dei valori della Resistenza alla situazione odierna in cui la seconda repubblica capitalista, neofascista, federalista e imperialista esercita la sua dittatura tramite il governo del banchiere massone Draghi.
Portando ben alte le rosse bandiere del PMLI e in bella vista un cartello con affisso il manifesto sul 25 Aprile, i nostri compagni hanno partecipato al presidio in Piazza Costantino organizzato dalle sezione ANPI di Crescenzago, il quartiere popolare e di tradizioni antifasciste in cui il PMLI ha la sua Sede cittadina e regionale. Ben accolto il nostro volantino nazionale sul 25 Aprile. “Parole un po' troppo forti, ma tutto sommato giuste” ha commentato amareggiata una donna. “Solo voi avete il coraggio di dire queste cose contro Draghi” ha invece affermato con approvazione un anziano che ci conosce “da anni”.
Nel suo intervento il presidente della sezione ANPI, Giuseppe Natale, ha ricordato l'impegno e le lotte delle associazioni del quartiere per promuovere e difendere l'ambiente e la vivibilità contro le politiche del sindaco PD Giuseppe Sala tese a cementificare la città soddisfacendo gli appetiti del capitalismo immobiliare.
Dopo la deposizione di una corona in memoria dei martiri partigiani di Crescenzago, Orlando Recalcati e Romeo Cerizza, per i quali è stato suonato il silenzio con un assolo di tromba, la banda degli ottoni ha suonato le canzoni della Resistenza come “Bella Ciao” e “Fischia il Vento”, intonate da principio dai nostri compagni e poi da molti presenti. Sono state lette alcune testimonianze di lotta partigiana e ascoltata dal vivo quella del partigiano Aldo.
Nel pomeriggio, i marxisti-leninisti milanesi hanno portato le stesse insegne al presidio cittadino organizzato dall'ANPI. Il cartello è stato particolarmente ripreso da fotografi e teleoperatori e da molti manifestanti. Il volantino del PMLI è stato richiesto e letto con interesse, specie da chi portava il rosso come colore della bandiera o di ciò che indossava. Finiti i volantini sul 25 Aprile sono stati diffusi quelli con l'Editoriale del compagno Scuderi per il 44° della fondazione del Partito; esso è stato dato soprattutto ai manifestanti facenti parte delle delegazioni dei partiti con bandiera rossa e falce-martello presenti quali PRC, PCL e CARC.
In piazza, dietro lo striscione “Il colore della scuola è quello della Resistenza” (quest'ultima scritta in rosso), sono scesi studenti, insegnanti e personale Ata organizzati nel comitato “Priorità alla Scuola” che rivendica una didattica in presenza, in continuità e in sicurezza in opposizione all'uso sistematico della DAD.
Se in tutti gli interventi è stata ricordata la tragedia delle morti di migranti nella disperata traversata del Mediterraneo solo il presidente dell'ANED Dario Venegoni ha accennato alle cause che provocano questo esodo di massa, rivendicando per i migranti un più rapido riconoscimento della cittadinanza a cominciare dai loro figli nati in Italia, per scongiurare quella che nei loro confronti è già nei fatti uno stato di discriminazione razziale.
Nel suo intervento conclusivo il presidente nazionale dell’ANPI, Gianfranco Pagliarulo, ha criticato ogni ”parificazione fra fascisti e partigiani”, ricordando la striscia di sangue causata dal nazifascismo “dalla risiera di San Sabba a Sant’Anna di Stazzema” e che ha causato “23mila vittime in circa 5.500 episodi di violenza e massacri… Altro che vedere torti e ragioni di fascisti e antifascisti. Ma chi mai difenderebbe oggi i Borboni o lo Stato pontificio mettendolo sullo stesso piano del Risorgimento? Solo gli incalliti reazionari, gli oscurantisti recidivi, gli amanti del medioevo potrebbero farlo e, ohimè, da noi ce ne sono”.
Se la democrazia borghese (ormai in Italia ridotta a un guscio vuoto) dà l'opportunità agli sfruttati e oppressi di strappare con la lotta di classe certi diritti sociali e politici, solo il potere politico del proletariato e la conseguente conquista del socialismo potranno soddisfare appieno i bisogni immediati e potenziali, materiali e culturali, della classe operaia e delle masse lavoratrici e popolari.
Per questo occorre aprire una grande discussione all’interno del proletariato e delle sue organizzazioni politiche, sindacali e culturali e fra di esse per trovare un’intesa e costituire un’alleanza, un fronte unito, per aprire la via alla conquista del potere politico da parte del proletariato. Solo così sarà possibile mettere a frutto l'esempio e gli insegnamenti della Resistenza e riprendere il cammino verso l'Italia unita, rossa e socialista che gli eroici partigiani e partigiane segnarono col sangue il 25 Aprile 1945.

28 aprile 2021