In Albania il 53,7% dell'elettorato diserta le urne
Il socialista Rama batte il destro Basha

 
Il premier uscente e leader del Partito socialista Edi Rama ha conquistato alle elezioni politiche del 25 aprile il terzo mandato consecutivo dal 2013 grazie alla maggioranza assoluta ottenuta dal Ps con 74 seggi su 140 nel parlamento di Tirana. La lunga battaglia elettorale iniziata di fatto con le manifestazioni dell'opposizione contro la modifica del sistema di voto da liste chiuse a liste aperte di due anni fa e il boicottaggio delle elezioni locali del 2019 e dei lavori del parlamento non ha scosso più di tanto la sfiducia nelle istituzioni borghesi della maggioranza del popolo albanese che anche in questa occasione ha evidenziato una delegittimazione dei partiti parlamentari con una diserzione dalle urne rimasta al 53,7% dei circa 3,5 milioni di elettori, con una flessione di appena lo 0,5% rispetto alle precedenti del 2017.
Nella spartizione dei consensi di meno della metà del corpo elettorale, il Ps di rama ha mantenuto la maggioranza nelle regioni del centro sud e gli oltre 760 mila voti che aveva ottenuto nelle precedenti elezioni del 2017 e con una percentuale simile, pari al 48,7% dei voti validi ha confermato i 74 seggi e la maggioranza assoluta in parlamento; il Partito Democratico ha mantenuto la maggioranza nelle regioni del nord e ha rastrellato consensi nel “centro-destra”, è cresciuto di oltre dieci punti in percentuale fino al 39,5% e in valore assoluto da 450 mila a 617 mila consensi ma i 13 seggi in più sui 43 che aveva lo lasciano a 59, al primo posto all'opposizione; molti consensi li ha certamente sottratti ai socialdemocratici del LSI (Movimento Socialista per l’Integrazione) del presidente Ilir Meta che ha perso oltre la metà dei 225 mila voti del 2017 e con 110 mila consensi si è fermato al 6,8% dei voti validi dal 14,3% e ha mantenuto solo 4 seggi dei 19 che aveva. L'ultimo partito che ha conquistato una rappresentanza in parlamento con 3 seggi, avuti con poco più di 35 mila voti pari al 2,2% dei voti validi, è il Partito Socialdemocratico di Tom Doshi, il capitalista membro del Ps fino al 2015 e bollato persino dal maggiore alleato dell'Albania, l'imperialismo americano, come implicato in casi di "corruzione significativa".
A urne chiuse, il primo pensiero del premier Rama non sono state le ragioni di più della metà degli elettori che non si presentano nemmeno ai seggi e che dimezzano il reale peso politico dei partiti parlamentari espresso solo dai voti validi, ma quello di lanciare un segnale all'oppposizione; dal suo neanche 25% di consensi raggiunti dal Ps sventolava il vessillo del nazionalismo e si rivolgeva ai conservatori del principale concorrente borghese, lo sconfitto Partito democratico di Lulzim Basha che non è arrivato al 20% invitandolo a "unire le forze. Io sono nato albanese, non sono nato socialista. Per me i democratici sono albanesi, e dopo democratici”.
Sul tavolo c'è la gestione di grandi progetti infrastrutturali del valore di 10 miliardi da mandare avanti, un fiume di cemento per la costruzione del nuovo aeroporto commerciale di Valona e quello turistico di Saranda, dei quattro porti turistici tra cui quello di Durazzo che sarà il più grande del Mediterraneo, della nuova autostrada che percorrerà il paese da nord a sud chiamata il Corridoio Blu. Progetti con la partecipazione di società francesi, americane, svizzere e degli Emirati, mancano quelle italiane cui Rama spalanca la porta con un esplicito invito: "l’Italia è per noi il partner più importante dal punto di vista commerciale ma vorrei vedere più investimenti diretti italiani per quantità e soprattutto qualità”.

5 maggio 2021