Myanmar
Nascono un governo ombra di unità nazionale e un esercito federale contro i generali golpisti
Continuano le manifestazioni di protesta

 
La popolazione del Myanmar il 2 maggio ha dato vita a una tra le più partecipate giornate di protesta contro la giunta militare; l'opposizione aveva organizzato manifestazioni in varie città del Paese coordinate con quelle delle comunità birmane in tutto il mondo che davano il via a quella che era definita “la rivoluzione di primavera del Myanmar globale”. Alle manifestazioni i militari golpisti hanno risposto con l'esercito che apriva il fuoco in varie località che hanno causato almeno 8 morti nelle città di Mandalay, Wetlet e Hpakant.
La repressione delle proteste in Myanmar contro il golpe dell'1 febbraio, guidato dal generale Min Aung Hlaing per cancellare l'esito del voto per il rinnovo del Parlamento che aveva consegnato la maggioranza assoluta alla Lega Nazionale per la Democrazia (NDL) di Aung San Suu Kyi, registra dopo quasi tre mesi oltre 730 oppositori uccisi, 3.300 arrestati e almeno 250 mila sfollati per la maggior parte dovuti alle azioni dell'esercito contro le milizie etniche negli Stati di Kachin, Shan e Kayin.
L'opposizione alla giunta militare è andata avanti e ha permesso anche la nascita, annunciata lo scorso 16 aprile, di un governo ombra di unità nazionale formato da membri del Parlamento deposti dal golpe, da leader delle proteste contro la giunta militare al potere e altri rappresentanti di alcune minoranze etniche del Paese.
L'esecutivo è guidato dal presidente deposto dalla giunta militare, Win Myint, e dalla Aung San Suu Kyi consigliere di Stato, entrambi agli arresti, e segnato da una novità, la carica di vicepresidente a Duwa Lashi La, del gruppo etnico Kachin. Non sono presenti invece rappresentanti dei musulmani Rohingya pur presenti tra gli attivisti della Lega per la democrazia.
Il governo ombra di unità nazionale dichiarava che il suo scopo è quello di ripristinare la democrazia e istituire un’unione federale democratica. Tra i suoi immediati obiettivi quello di istituire un esercito federale che comprenda anche le forze armate delle minoranze etniche e di ottenere sostegno e riconoscimento a livello internazionale. Il 20 aprile era invece dichiarato illegale dai golpisti.
L'appello al riconoscimento del governo ombra era vergognosamente ignorato dai paesi dell'Asean, i partner del Myanmar nell'Associazione delle Nazioni del Sud-Est asiatico, che non hanno modificato i regolari rapporti con i generali di Naypyidaw e invitavano al vertice del 24 aprile a Giacarta il generale Min Aung Hlaing, nel suo primo viaggio all'estero dopo il golpe. Il vertice straordinario sulla situazione in Myanmar si concludeva con l'appello alla giunta golpista di cessare le violenze contro i manifestanti, aprire un dialogo inclusivo con tutte le parti in causa e dare accesso agli aiuti umanitari gestiti dall'associazione. Il commento significativo della farsa andata in scena a Giacarta e spacciata come una condanna dei criminali golpisti era quella del primo ministro della Malesia Muhyiddin Yassin, che esultava per un esito del vertice straordinario "superiore alle previsioni" perché il Myanmar "non ha respinto le proposte". Ma ha anche continuato a sparare sugli oppositori.

5 maggio 2021