Sullo scandalo dei rifiuti tossici sotto la nuova strada regionale 429 nell’Empolese Valdelsa
L’Assemblea permanente NO KEU si organizza a Empoli contro le amministrazioni pubbliche e la mafia
Centinaia di famiglie temono per la propria salute

Dal corrispondente dell’Empolese Valdelsa
Sabato 8 maggio l’Assemblea permanente NO KEU, a distanza di due settimane dal primo presidio che ne ha segnato la nascita, è scesa di nuovo in piazza, nel piazzale antistante il Circolo Arci Sant’Andrea nell’omonima frazione alle porte di Empoli (Firenze), per incontrare gli abitanti della zona e organizzare la mobilitazione territoriale per la salute pubblica, contro le infiltrazioni mafiose e la corruzione, per un sistema produttivo industriale e gestione dei servizi che devono tornare ad essere pubblici e sotto il controllo democratico della popolazione.
In un centinaio tra residenti ed esponenti delle realtà sociali e politiche aderenti al movimento, tra cui Arci Comitato territoriale Empolese Valdelsa, Anpi-Sezione di Empoli, Non Una di Meno-Empoli, Potere al Popolo Empolese Valdelsa, PRC, Settembre Rosso, Toscana a Sinistra, Centro sociale Intifada, FAI sezioni empolese e Castelfiorentino, hanno ribadito forte e chiara l’intenzione di andare avanti affinché esca quanto prima la verità su questo scandalo che ha gettato nel panico centinaia di famiglie che abitano lungo la nuova strada regionale 429.
Da qualche giorno, infatti, l’Empolese Valdelsa è protagonista di una grossa inchiesta, l’inchiesta “Keu”, della direzione distrettuale antimafia di Firenze. Nel mirino c’è, in particolare, la nuova strada 429: un tratto di essa, quello rientrante nel V lotto tra Brusciana nel comune di Empoli e Dogana nel comune di Castelfiorentino, che secondo le indagini è stato realizzato utilizzando tra i rilevati materiali di scarto dei fanghi, ben 8 mila tonnellate, utilizzati dalle concerie del comprensorio di Santa Croce sull’Arno. Materiali tossici, conosciuti appunto come “Keu”. Le indagini hanno anche rilevato illeciti riguardanti le attività di scarico delle acque trattate dal depuratore “Aquarno” che versa nel canale Usciana, acque in realtà non adeguatamente depurate. L’inchiesta dovrà chiarire i rapporti di collusione fra criminalità organizzata, amministrazioni pubbliche e settori di imprenditoria locale.
In questa situazione disarmante e complessa le famiglie che abitano lungo la 429 e che non sono allacciate all’acquedotto, ma utilizzano i pozzi privati per uso domestico, temono per la propria salute. Nonostante gli esiti delle prime verifiche di ARPAT secondo cui è troppo presto affinché si possano manifestare contaminazioni, questo tratto della strada 429 è stato terminato a fine 2019, i residenti non si fidano. Per cucinare, lavare le verdure, ma anche per la pulizia della persona utilizzano l’acqua in bottiglie acquistata al supermercato. Una situazione alla lunga insostenibile.
Per la paura e l’incertezza di una contaminazione del terreno c’è anche chi ha rinunciato a fare l’orto da cui traeva diversi prodotti da mettere in tavola. Gli abitanti della zona hanno già chiesto al comune di Empoli di essere allacciati il prima possibile all’acquedotto pubblico.
Per l’Assemblea permanente, ora, “è necessario che la magistratura faccia il proprio lavoro e che vengano al più presto accertate le responsabilità penali di chi ha commesso illeciti e forzature. Nel frattempo, però, come forze politiche, sociali e anche come semplici cittadini e cittadine che abitano questi territori crediamo che qualcosa si possa e si debba fare. Il quadro delineato dall’inchiesta apre alcuni squarci allarmanti, questioni che non possono attendere il verdetto di un tribunale sulla singola condotta delle persone indagate. Da questo punto di vista riteniamo quanto più necessarie due azioni: da una parte l’apertura di un ragionamento collettivo e complessivo sui meccanismi che hanno reso possibile illeciti e speculazioni in modo tale da arginare questi processi nel futuro; dall’altra la richiesta di un controllo puntuale e solerte della presenza di sostanze inquinanti nei tratti individuati dagli inquirenti e della conseguente bonifica dei territori nel caso in cui emergano risultanze in questo senso”.

12 maggio 2021