Una settimana di sangue dopo l'orribile e straziante morte di una giovane operaia a Prato
La strage di lavoratori continua, altri 12 morti

Grande commozione e indignazione ha suscitato tra i lavoratori e in tutto il Paese l'orribile e straziante morte dall'operaia di 22 anni Luana D'Orazio, maciullata da un orditoio in un'azienda tessile di Oste di Montemurlo (Prato), dove lavorava come apprendista da circa un anno. Ma come avvertiva Marx: “il capitale nasce grondante di sangue e fango da tutti i pori dalla testa ai piedi ”, “è lavoro morto, che si ravviva, come un vampiro, soltanto succhiando lavoro vivo e più vive quanto più ne succhia. ” Lo " sfruttamento vergognoso e brutale” dei lavoratori -aggiungeva Engels- “non cessa fino a che rimane un muscolo, un tendine, una goccia di sangue da sfruttare."
Proprio nelle ore in cui a Prato si svolgeva lo sciopero generale per la morte dei due giovani operai tessili (Luana, straziata da un'orditrice il 3 maggio, e Sabri schiacciato da una sballatrice il 3 febbraio), in Lombardia, Umbria, Emilia Romagna, Alto Adige e Molise lo sfruttamento capitalista con la complicità del governo del banchiere massone Draghi, dei vertici sindacali e istituzionali che non hanno mosso un dito per tutelare la vita e la salute dei lavoratori nei luoghi di lavoro, ha continuato a mietere vittime.
Secondo l'osservatorio indipendente di Bologna di Carlo Soricelli,Dall’inizio dell’anno al 10 maggio ci sono stati 243 morti sui luoghi di lavoro, 57 a Aprile, 450 con i morti sulle strade e in itinere. A questi bisogna aggiungere i morti per infortuni da coronavirus: 88 medici morti per coronavirus nel 2021 (358 totali dall’inizio epidemia) 80 gli infermieri in servizio. Il 70% dei lavoratori morti per infortuni sul lavoro da coronavirus sono donne. Mentre sono già 60 gli agricoltori morti schiacciati dal trattore nel 2021.
Nel corso dell'ultima settimana si contano altre 12 vittime di cui 5 avvenute il giorno dopo la morte di Luana.
Uno degli incidenti più gravi si è verificato a Gubbio, in provincia di Perugia, dove una fuga di gas ha fatto esplodere un laboratorio per la lavorazione della cannabis a scopo terapeutico. Nella deflagrazione e il successivo incendio hanno perso la vita un giovane operaio di appena 20 anni e una sua compagna di lavoro. Altri due lavoratori sono rimasti gravemente feriti mentre una terza lavoratrice versa in condizioni disperate.
La mattina del 6 maggio a Pagazzano nella bergamasca un operaio edile di 46 anni è morto sul colpo, schiacciato da una lastra di cemento armato.
Nella tarda serata, sempre di giovedì 6 maggio, la vita di Andrea Recchia, 37 anni, è stata spezzata dai 14 quintali di mangime che hanno travolto l’operaio in un’azienda di Sorbolo, in provincia di Parma.
Una dinamica molto simile a quella che la mattina del 7 maggio è costata la vita a un contadino di 64 anni di Teodone, in provincia di Bolzano, che, con i due fratelli stava lavorando in un’azienda agricola. L’uomo è stato schiacciato da una balla di fieno di circa 400 chili.
Poche ore dopo, nel pomeriggio sempre del 7 maggio, a Campomarino, in provincia di Campobasso, è morto un operaio di 55 anni. L’uomo, al lavoro in un cantiere autostradale sulla A14 per una ditta edile di Fermo, è precipitato da un’impalcatura compiendo un volo di quasi 30 metri.
Il 5 maggio un operaio di 49 anni è rimasto schiacciato da un tornio meccanico in una fabbrica di Busto Arsizio (Varese).

12 maggio 2021