Dialogo con i lettori
La scienza è neutrale?

Cari compagni,
vorrei chiedervi informazioni su una questione che vorrei approfondire perché è un tema che ancora mi sfugge da un punto di vista ideologico. Troppo spesso, soprattutto in questo periodo di pandemia, abbiamo dovuto ascoltare la tesi - anche a sinistra - secondo cui la scienza sarebbe "neutrale", quasi estranea al conflitto di classe. Mi è capitato di sentir dire che "la scienza è una, il resto è magia" e benché abbia la massima fiducia nel pensiero scientifico e razionale, è un'affermazione dogmatica, anti-dialettica, che trovo anche piuttosto pericolosa. In questo vostro �� HYPERLINK "http://www.pmli.it/dialogodna.htm" \n _blank�testo voi avete sostenuto come anche le scienze, la biologia in particolare, siano invece da annoverare fra gli elementi sovrastrutturali. È una tesi che mi interessa molto, che reputo corretta ma ammetto di far fatica a comprendere fino in fondo, e vorrei quindi chiedervi cortesemente se avete altri documenti teorici o testi da consigliarmi.
 
Saluti comunisti,
Massimiliano Ay (Segretario generale PC Svizzera)
 
Caro compagno Massimiliano Ay,
tu ci domandi che cosa pensiamo della neutralità della scienza, slogan usato e abusato da quanti vorrebbero fare della scienza un regno indipendente, un'isola felice lontana e non toccata da quelle divisioni e lotta tra le classi sociali che attraversano e condizionano tutta la vita economica, sociale, politica e culturale della presenti democrazie borghesi.
In Marxismo e revisionismo Lenin avvertiva: “Un noto adagio dice che se gli assiomi della geometria urtassero gli interessi degli uomini, si sarebbe probabilmente cercato di confutarli. Quelle dottrine delle scienze storiche e naturali che colpiscono i vecchi pregiudizi della teologia hanno provocato e provocano tuttora una delle lotte più accanite. ” Con ciò voleva dire precisamente questo: tutto ciò che si ripercuote direttamente o indirettamente sugli interessi di classe non può non riproporre quell'articolata suddivisione tra le classi operante nella società. Quindi se la società è dominata dalla contrapposizione tra proletariato e borghesia e tra progressisti e reazionari, la scienza, come qualsiasi altra manifestazione umana, ne sarà inevitabilmente condizionata e mai potrà elevarsi al limbo della neutralità. Con il risultato che proprio coloro che la invocano finiscono per pretendere una universalità totalizzante della scienza esattamente come la borghesia spaccia per universali e dominanti le idee della classe dominante.
Di questo tema abbiamo scritto in un recente Dialogo con i lettori, Il caso Lysenko: una domanda sul materialismo dialettico e la genetica , a cui ti rimandiamo e in cui tra l'altro si legge.
“La scienza non è mai neutrale. Risente inevitabilmente della posizione sociale nonché delle concezioni degli scienziati e della loro vicinanza o distanza dalle classi dominanti e dai “poteri forti” ma non si possono non distinguere quelle scienze che hanno una diretta, concreta ed evidente connessione con le classi, gli interessi di classe e la lotta di classe, come sono ad esempio le scienze economiche e le scienze sociali, dalle altre scienze che hanno invece un rapporto indiretto, distorto e più astratto con l'universo sociale ed economico, com'è il caso delle scienze naturali, fisiche, chimiche e biologiche, specie se non sono scienze applicate o scienze dalle forti implicazioni filosofiche. Le leggi relative a quest'ultimo gruppo di scienze possono essere vere o false, possono essere dimostrate o confutate ma non si può affibbiare loro un'etichetta di classe fintantoché dalla loro semplice formulazione non si passa a interpretarle e a esporre concezioni e “opinioni politiche, giuridiche, religiose, artistiche e filosofiche della società, nonché nelle corrispondenti istituzioni politiche, giuridiche e d'altro genere. ” (Stalin, Il marxismo e la linguistica, Ed. Rinascita, pag. 9)
La gravitazione universale, i principi della termodinamica o la teoria della relatività sono leggi scientifiche o vere o false e valgono per l'intera comunità umana che popola un certo sistema di riferimento, non possono essere accettate o respinte solo se piacciono ad alcuni o non piacciono ad altri. Possono descrivere più o meno compiutamente la realtà esterna che esiste indipendentemente dalla nostra esistenza e coscienza e in nessun caso possono essere giudicate in base alle nostre convinzioni politiche. Insomma le leggi appartenenti a questo gruppo di discipline non hanno alcun carattere di classe ma hanno un valore scientifico solo se vengono dimostrate e comprovate sperimentalmente. Etichettare sempre e comunque ogni scoperta scientifica come borghese o proletaria è una forzatura e un nonsenso, perché in tal caso dovremmo avere tante formulazioni diverse quante sono le classi sociali esistenti. La scienza per essere tale deve essere sempre fondata sulla dimostrazione e verifica rigorose di ogni scoperta.
Piuttosto esistono correnti scientifiche reazionarie contrapposte a correnti scientifiche democratiche e progressiste, che si scontrano per le diverse metodologie e le diverse concezioni e filosofie della scienza. E quando noi parliamo di correnti scientifiche e scienziati reazionari o progressisti non allarghiamo semplicemente quei confini di classe a cui si riferirono in passato coloro che contrapposero erroneamente una sedicente scienza proletaria alla scienza borghese. Non siamo noi a inventarcelo ma è la storia a ricordarcelo nelle grandi e piccole dispute che hanno diviso in campi contrapposti scienziati e correnti scientifiche: i copernicani dai tolemaici, l'evoluzionismo darwiniano dal creazionismo e dal finalismo di carattere religioso, e via dicendo; la storia è attraversata da questa lotta tra idee giuste e idee sbagliate, il che ha permesso alle nostre conoscenze di passare da forme limitate, approssimative e parziali a modelli sempre più completi, precisi e soddisfacenti.
Questa distinzione si riferisce alla contrapposizione che contraddistingue la storia della conoscenza umana, alla coesistenza e al conflitto di due concezioni delle leggi di sviluppo del mondo, una metafisica idealista e una dialettica e materialista. “Ogni divergenza nelle concezioni umane -avverte Mao- deve essere considerata come riflesso delle contraddizioni oggettive. Le contraddizioni oggettive, riflettendosi nel pensiero soggettivo, formano il movimento contraddittorio dei concetti, stimolano lo sviluppo delle idee, risolvono continuamente i problemi che si pongono di fronte al pensiero umano .” (Mao, Sulla contraddizione, Opere Scelte, Ed. in lingue estere Pechino, vol. 1, pag. 335)
Da una parte la scienza, anche quando raggiunge traguardi elevatissimi e fa fare salti di qualità nel processo della conoscenza umana, propone verità relative e mai assolute e quindi presenta sempre margini per interpretazioni e considerazioni delle nuove scoperte del tutto opinabili, che dovranno essere oggetto di ulteriori verifiche e conferme sperimentali. Dall'altra gli scienziati sono inevitabilmente condizionati da una sovrastruttura ideologica e si richiamano a filosofie della scienza e a concezioni del mondo che non sempre coincidono con le loro scoperte grandi o piccole. Newton, considerato, insieme a Einstein, il padre della fisica moderna nonché lo sviluppatore, insieme a Leibniz, del calcolo infinitesimale, mentre scopriva e sistematizzava i fondamenti della meccanica classica, nei suoi scritti e manoscritti farneticava in esegesi biblica e anti-trinitarismo e professava una fede granitica in un Dio creatore immobile e trascendente dell'universo. Lo stesso Galileo Galilei che con l'osservazione dei cieli ricercava leggi esatte e matematicamente esprimibili nella natura era infarcito da un misto di platonismo e atomismo meccanicista.
Ecco perché in non pochi casi occorre separare le loro scoperte giuste e rivoluzionarie dalle loro sistematizzazioni filosofiche generali permeate di idee retrograde e sbagliate.”
Insomma quando noi affermiamo che la scienza non può considerarsi neutrale intendiamo dire che l'intero corpo del sapere e del metodo scientifico, delle sue implicazioni filosofiche e delle sue applicazioni tecniche e concrete risente sempre, sia pure in forme e misure differenti, della lotta e divisione di classe e della lotta tra il nuovo e il vecchio che attraversano le società umane fondate sulla proprietà privata. E persino nel comunismo, quando scompariranno le classi e gli antagonismi di classe, continuerà a operare la dialettica tra il vecchio e il nuovo, tra il giusto e l'errato. Tuttavia non banalizziamo tale affermazione fino al punto di pretendere di etichettare ogni singola legge o scoperta scientifica. E così ritorniamo all'adagio richiamato da Lenin all'inizio di questa risposta. Il più delle volte un teorema o una legge scientifica in sé non sono opinabili ma solo veri o falsi, mentre opinabili e quindi non neutrali sono la metodica e le modalità di lavoro usati per raggiungerli, le implicazioni filosofiche e le applicazioni tecniche e concrete che li accompagnano.
Ci auguriamo di aver risposto con ciò alla tua domanda.
 

19 maggio 2021