Presidio a Milano "Palestina: (R)Esistenza e libertà"
Denunciati i principali mass media, a partire dalla Rai, per l'informazione appiattita sui sionisti. Presente il PMLI che porta in piazza il manifesto che chiede a Draghi di condannare i bombardamenti su Gaza e quello “Palestina libera. Uno Stato due popoli”

Redazione di Milano
Sabato 22 maggio si è svolto a Milano, all'Arco della Pace, un nuovo presidio della comunità palestinese di Milano per chiedere la fine dell’atrocità nella striscia di Gaza. Alla manifestazione erano presenti diverse associazioni pro-Palestina, l’Arci e tra i partiti si riconoscevano le bandiere del PMLI e del PCI.
Nei cartelli portati dai manifestanti e dagli interventi dal palco unanime la condanna dell'offensiva israeliana a Gerusalemme Est e su Gaza della quale si rivendica la cessazione duratura dei bombardamenti e delle aggressioni armate supportata da sanzioni internazionali a partire da un embargo sugli armamenti che attualmente sono forniti in abbondanza agli aggressori sionisti.
La mancata reazione di condanna e ritorsione diplomatica e commerciale del governo Draghi per i genocidi e terroristici bombardamenti su Gaza e l'ostentato appoggio dato all'aggressore sionista da parte degli esponenti dei partiti di governo è stata stigmatizzata come vergogna della politica estera italiana, mentre un lungo applauso è stato tributato ai portuali italiani che in solidarietà con l'oppresso e martoriato popolo palestinese si sono rifiutati di caricare materiale bellico destinato al criminale esercito israeliano.
Denunciati ancora una volta i principali media borghesi italiani, a partire dalla RAI, che artatamente scambiano i carnefici per le vittime e viceversa occultano il più possibile le centinaia di morti e le migliaia palestinesi di feriti nella Striscia di Gaza oppure definendo “uccisi” solo quei pochi cittadini israeliani colpiti dai razzi lanciati da Hamas come unica risposta possibile alle aggressioni armate e ai massivi bombardamenti delle forze d'occupazione sioniste. “Chiediamo che la tv pubblica inizi a cambiare il linguaggio utilizzato - ha sottolineato la rappresentante dei Giovani Palestinesi d'Italia - il quale spesso risulta essere razzista, islamofobo ed eurocentrico”.
Inoltre è stata ricordata l'apartheid vaccinale perpetrata dallo Stato d'Israele che a scopo genocida ha lasciato imperversare indisturbato il coronavirus tra i palestinesi negandogli il più possibile l'accesso e la fornitura dei vaccini. Mentre la vaccinazione di massa è stata riservata ai soli israeliani, come se solo loro avessero il diritto di salvaguardarsi dai rischi della pandemia.
Durante il presidio è stata ascoltata a pugno alzato dai manifestanti la poesia “Pensa agli altri” del poeta palestinese Mahmoud Darwish, letta da una giovane italo-palestinese di nome Falastìn (Palestina), lanciati più volte slogan come “Palestina libera”, “Israele nazista, Stato terrorista”, “Netanyahu boia!”, “Palestina terra mia, Israele via, via!”. Lanciati molti altri slogan in arabo e ballata una dabka al ritmo di musica palestinese.
Presenti in piazza sotto la rossa bandiera del PMLI c'erano i compagni della Cellula “Mao” di Milano con la loro qualificata presenza che esprimeva i profondi sentimenti di internazionalismo proletario del nostro Partito. Innalzavano un cartello con il manifesto nazionale del PMLI: “Fermare i criminali nazisti e sionisti. Il governo Draghi condanni il bombardamento e l'invasione di Gaza. Con la Resistenza palestinese fino alla vittoria” e sull'altro lato quello strategico: “Palestina libera! Uno Stato due popoli” per ribadire che, dopo 73 anni di crimini e violazione d'ogni formale diritto internazionale, lo Stato razzista e segregazionista di Israele non ha alcun diritto ad esistere e va sciolto e che la soluzione di stabilità e giustizia al problema palestinese è quella della costruzione di uno Stato unico in cui vivano insieme palestinesi autoctoni e allogeni di origine ebraica. È indubbiamente una strada irta di difficoltà in quanto la sua riuscita passa inevitabilmente attraverso il superamento dell'ideologia del sionismo che identifica ebraismo e nazionalità, ma è l'unica strada praticabile nella salvaguardia del diritto all'autodeterminazione e al rientro in patria di tutti i profughi palestinesi.

26 maggio 2021