Un accordo che concede la miseria di 100 euro lordi in 4 anni e nessun intervento sulla parte normativa
Contratto logistica, esclusi dalla trattativa Si-Cobas, Adl Cobas e Usb

È stato rinnovato dai sindacati confederali il contratto nazionale Logistica, trasporto merci e spedizione. L’accordo è stato sottoscritto da Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti con 24 organizzazioni padronali ed è limitato alla sola parte economica, mentre quella normativa viene lasciata praticamente intatta al vecchio contratto scaduto a dicembre 2019.
Una firma avvenuta quasi di nascosto, senza la benché minima consultazione: nessuno era al corrente che la trattativa era giunta alle battute finali. Non è un caso ma una strategia per non coinvolgere i lavoratori e mettersi al riparo da eventuali critiche che, visto quanto partorito dall'accordo, molto probabilmente sarebbero piovute sui sindacati di categoria Cgil, Cisl e Uil.
“L’intesa raggiunta – spiegano in una nota unitaria i sindacati – prevede un aumento coerente con le richieste condivise dalle delegazioni sindacali”, ma in perfetta sintonia anche con quelle dei padroni che non avevano alcuna intenzione di concedere nemmeno le briciole dei loro guadagni.
I sindacati confederali parlano di importante risultato “tenendo conto della delicata fase congiunturale in cui si colloca questo rinnovo” ma si dimenticano di dire che il settore della logistica è in forte espansione e le aziende hanno accumulato, specie nell'ultimo anno, una ricchezza immensa sulle spalle di chi lavora giorno e notte, percorrendo milioni di chilometri all'anno, mettendo a rischio la propria salute e incolumità.
Ma la linea concertativa e collaborazionista di Cgil-Cisl-Uil non riesce a strappare aumenti dignitosi non solo nei settori in crisi, ma neanche in quegli ambiti dove la crisi economica ha portato soltanto ad un aumento dei carichi di lavoro e contemporaneamente dei profitti. Come definire se non elemosina l'aumento di 100 euro ottenuto con la firma dell'accordo? Una cifra che non servirà nemmeno a coprire l'inflazione, prevista in aumento a causa della pandemia e dall'iniezione di denaro del Ricovery fund .
Cento euro lordi di media di cui solo 90 andranno a incidere sui minimi tabellari, mentre 10 euro saranno di EDR (elemento distinto della retribuzione), cioè non incidente sugli istituti contrattuali. Di questi, 4 euro saranno di trattenute obbligatorie a favore degli enti bilaterali venduti come aumento retributivo, ma i realtà un regalo a quegli enti gestiti congiuntamente da associazioni padronali e sindacati confederali, che contribuiscono a smantellare il sistema previdenziale e sanitario pubblico.
Altra perla l'allungamento della durata contrattuale che oramai si sta dilatando in tutte le categorie: in questo caso saranno 4 anni e tre mesi, essendo la scadenza collocata al 31 marzo 2024. A parziale risarcimento della mancata copertura contrattuale per un anno e mezzo sarà elargito una misero una tantum di 230 euro lordi, da versare addirittura in tre rate.
A causa dell'allungamento contrattuale, visto che l'aumento di 100 euro sarà erogato in quattro tranche, i lavoratori della logistica otterranno mediamente ogni anno 20 euro lordi di aumento. In pratica i padroni hanno ottenuto per 4 anni il blocco totale del cosiddetto “costo del lavoro”.
Il rinvio della trattativa sulla parte normativa non lascia presagire niente di buono, in un settore in continua evoluzione. I sindacati rimandano tutto alla “costituzione di una commissione bilaterale che, dopo l’approvazione definitiva dell’accordo, dovrà operare per la riforma del Ccnl e realizzare gli interventi necessari alla sua modernizzazione”.
Fin'ora la “modernizzazione” che conosciamo è quella del modello Amazon, dell'estensione della settimana lavorativa e dell'orario di lavoro, l'aumento della precarietà con incremento dell'utilizzo dei contratti atipici, con la riduzione del diritto al trattamento di malattia e l'aumento dei carichi di lavoro e della produttività secondo le esigenze del mercato a discapito delle tutele della salute e dell'incolumità di chi ci lavora.
È un accordo che colpisce alle spalle le durissime e coraggiose lotte portate avanti dai facchini e dai drivers, con scioperi, blocchi, picchetti e manifestazioni per dare dignità in un settore dove il lavoro nero, le finte cooperative, i ricatti e la criminalità l'hanno sempre fatta da padrone. Un accordo che esclude quelle sigle sindacali come SiCobas, ADL cobas e USB che quelle lotte hanno promosso, che sono molto rappresentative e hanno un largo seguito tra i lavoratori del settore.
Sindacati non confederali che hanno subito bocciato la firma del contratto. Il Si Cobas definisce il rinnovo un “bidone” firmato “nel chiuso delle stanze del Palazzo”, che “concede briciole”. Si Cobas porta l’esempio di un lavoratore del quinto livello che “dopo ben diciassette mesi dalla scadenza del contratto avrà nel mese di ottobre di quest’anno 15 euro lordi di aumento e arriverà ad un massimo di 88 euro lordi entro il 2024 con altre tre tranche nei mesi di ottobre 2022, ottobre 2023 e marzo 2024”.
Usb ritiene l’accordo “imbarazzante, per non dire umiliante” e definisce l’aumento salariale concordato “il più ridicolo degli ultimi 25 anni”. L’Usb affronta anche la parte normativa: “Tutto rimane fermo al rinnovo 2017, nonostante il momento fosse propizio per chiedere un significativo miglioramento delle condizioni degli operatori del settore”.
Ad esempio rimane l'orario a 44 ore per i drivers , irrisolto il problema del pagamento dei danni e/o delle franchigie sui mezzi, rimane lo strumento della flessibilità, le tempistiche bibliche per il passaggio di livello dei magazzinieri, compresi gli inquadramenti ormai obsoleti e non in linea con l'avanzamento del settore. Invece la clausola sociale rimarrà parziale e continuerà ad essere tema di scontro in sede di cambio appalto.
 
Tabella con gli aumenti contrattuali
UNA TANTUM
AUMENTO TABELLARE
EDR
€ 100,00 a luglio 2021;
€ 15,00 da ottobre 2021
€ 10,00 da gennaio 2022
€ 50,00 ad ottobre 2021
€ 25,00 da ottobre 2022
 
€ 80,00 ad aprile 2022
€ 20,00 da ottobre 2023
 
 
€ 30,00 da marzo 2024.
 
 

26 maggio 2021