Un’ennesima conferma dalla Corte dei Conti che mette nero su bianco le tante e gravi criticità del SSN
In Molise sempre più una chimera il diritto alla salute
Fondamentale rilanciare la mobilitazione popolare con sindacati e associazionismo

Dal corrispondente del PMLI per il Molise
A fine maggio la Corte dei Conti ha pubblicato il “Rapporto 2021 sul coordinamento della finanza pubblica”. Un corposo documento che tratta vari temi. Qui ci interessa l’argomento “caldo” della sanità.
Premessa: sappiamo bene che si tratta di un documento che porta una precisa impronta di classe, quella della borghesia: per capirci, già l’incipit è tutto un programma allorquando afferma che il “SSN ha retto all’impatto della crisi che dal marzo 2020 ha interessato il nostro Paese ”. Ad ogni modo, viene presentato un quadro riassuntivo dello stato in cui versa la nostra piccola regione che certifica, a chiare note, come i locali capitalisti di “centro-destra” e “centro-sinistra” abbiano combinato solo dei disastri!
Il report presenta una nota generica di critica per il Mezzogiorno in generale e che pare calzare a pennello per il Molise: discutibile la “qualità dei servizi offerti, le carenze di personale dovute ai vincoli posti nella fase di risanamento, i limiti nella programmazione delle risorse professionali necessarie, ma, anche, la fuga progressiva dal sistema pubblico; le insufficienze della assistenza territoriale a fronte del crescente fenomeno delle non autosufficienze e delle cronicità ”, ecc.
Qualche cifra per capire bene.
Spesa per il personale ruolo sanitario: “Le regioni di minori dimensioni del Sud (Molise, Basilicata e Calabria) presentano (uniche nel quadro nazionale) una flessione complessiva della spesa rispetto al 2019 ”, tradotto, in tutta Italia si è cercato di investire assumendo personale a tempo indeterminato; in Molise, blocco assunzioni o contratti a tempo determinato e poi tutti a casa. Per info dettagliate, chiedere ai 150 operatori sanitari buttati fuori da Toma e Florenzano pochi giorni fa dopo oltre un anno di duri sacrifici.
Acquisti di beni e servizi: a fronte di un aumento della spesa pubblica media nazionale del 10,4%, si parla di 35,7 miliardi di euro per capirci, il Molise risulta essere fanalino di coda assieme alla Calabria con un misero +2%. Spese per la formazione del personale: -19,3% a livello nazionale, il nostro piccolo territorio si segnala di nuovo nelle ultimissime posizioni con una flessione di oltre 40 punti percentuali.
Monitoraggio dei LEA (livelli essenziali di assistenza, ossia le prestazioni e i servizi che il Servizio sanitario nazionale è tenuto a fornire a tutti, gratuitamente o dietro pagamento di una quota di partecipazione (ticket), con le risorse pubbliche raccolte attraverso la fiscalità generale), testuali parole del report: “In netto peggioramento la qualità dei servizi resi in Calabria e in Molise che, con un punteggio pari a 125 e 146 (162 e 180 nel 2018), risultano inadempienti ”, dato che la soglia minima stabilita dal ministero è di 160. Fra l’altro, ricordiamo che nell’intero decennio 2010-2019, il Molise è stato sempre sotto la soglia minima prefissata ad eccezione del triennio 2016-2018: peggio di noi solo la Campania. Grazie a Iorio, Frattura e Toma!
Relativamente agli screening oncologici “peggiora fortemente il Molise (lo score passa da 7 del 2018 a 3 nel 2019)” su un valore considerato “accettabile” fissato a quota 9.
E potremmo continuare con tanti altri dati, non solo sulla sanità, che fotografano il disastro in cui versa il SSN regionale massacrato da decenni di politiche capitaliste volte a tutelare i soli interessi del privato.
Che fare quindi? Come Partito marxista-leninista italiano, assieme alle compagne/i del PCI e del PCL nel Coordinamento delle sinistre di opposizione rilanciamo il nostro appello: per riconquistare il diritto alla salute, un diritto che ci è stato palesemente sottratto, bisogna dar vita a un forte e composito schieramento, cercare un’unità d’azione con i tanti movimenti associazionistici, sociali e sindacali presenti in regione.
Fino a quando vogliamo assistere passivamente ai danni perpetrati, sulla nostra pelle, dalla borghesia e dai governanti nazionali e di casa nostra?

9 giugno 2021