Lettere


Siamo sempre entusiasti di sapere che la nostra battaglia non si ferma
È sempre un piacere ricevere le vostre informazioni e seguire non solo le pagine de “Il Bolscevico” ma anche tutte le iniziative che proponete in onore del comunismo come la prossima commemorazione di Mao.
Siamo sempre entusiasti di sapere che la nostra battaglia non si ferma fino a quando non si vedrà il totale e immancabile trionfo del socialismo.
Ema - provincia di Napoli
 

L’ipocrisia del sistema scolastico borghese
Spesso viene ripetuto dal “centro-destra” che il sistema scolastico italiano non va politicizzato, proprio per non influenzare lo studente verso un’ideologia e dandogli quindi la possibilità di sviluppare un pensiero critico.
Ma allora mi chiedo perché quando si va a parlare di un’ideologia come il comunismo non la si approfondisce, e perché quando si va a parlare dell’Urss la si definisce come un tiranno e quando si parla delle democrazie liberali non si menziona mai il ruolo catastrofico e distruttivo che hanno avuto per gli Stati che hanno colonizzato.
L’America Latina è un esempio lampante di quanto affermato, le sono state sottratte terre e materie prime, lasciandola nella povertà più assoluta. Perché non viene mai menzionato che Lenin migliorò le condizioni di lavoro e abolì le 16 ore di lavoro e che promosse il femminismo e permise agli omosessuali di sposarsi nel 1921.
La storia è stata vinta dal sistema capitalista, che dipinge il comunismo come oppressore e l’imperialismo come civilizzazione dei popoli meno sviluppati, esempio lampante: l’Africa e le Americhe. La scuola non va politicizzata ma invece la biografia di Giorgia Meloni può essere distribuita come dono nelle scuole.
A questo punto mi sembra ovvio che la politica del non-politicizzare è semplicemente un modo per influenzare i giovani verso il pensiero consumista liberale e capitalista senza dargli il modo di scoprire il comunismo come quello che realmente rappresenta: la libertà dell’uomo.
Zeppe - Modena
 

Nessun pericolo per la nave porta-esplosivi in rada a Messina?
Sistemi d’arma ed esplosivi di diverso genere, comprese bombe a caduta libera per aerei, missili aria-aria e finanche le famigerate bombe ad “alta precisione” a guida laser “Paveway” per armare i nuovi cacciabombardieri F-35 “Lightning”. E migliaia di tonnellate di gasolio per le unità navali e di carburante per gli aerei e gli elicotteri imbarcati. È quanto può trasportare per i mari di mezzo mondo la grande nave rifornimento “RFA Fort Victoria” della Royal Navy, in rada da mercoledì 9 giugno nel porto di Messina, a un centinaio di metri in linea d’aria dal Palazzo del Comune e da piazza Duomo, cuore della movida giovanile.
L’unità da guerra è l’unica nave appoggio della Marina britannica in grado di eseguire il rifornimento in navigazione di armi e gasolio per il Carrier Strike Group, il gruppo navale con ammiraglia la portaerei convenzionale “HMS Queen Elizabeth”, attualmente impegnato in complesse esercitazioni di guerra nel Mediterraneo. Una sosta tecnica quella di Messina che la “Fort Victoria” sta effettuando dopo aver attraversato lo Stretto di Messina con le altre unità della flotta d’attacco, il pomeriggio di domenica 6 giugno, con un’imponente parata che ha parecchio impressionato gli abitanti delle sponde di Scilla e Cariddi.
A preoccupare oggi di più è però la sosta della nave da guerra in pieno centro città: cosa potrebbe accadere infatti se si verificasse un incidente e/o un incendio a bordo in presenza di anche una piccola parte di materiali esplosivi nei suoi depositi?
Antonio Mazzeo - Messina

16 giugno 2021