Per combattere la Cina e la Russia
Biden: “Gli Stati uniti devono guidare il mondo da una posizione di forza”

Il mantra rilanciato a ogni occasione dal presidente americano Joe Biden è centrato sulla frase "gli Stati Uniti devono guidare il mondo da una posizione di forza", per recuperare quella posizione di leadership indiscussa intanto dei paesi imperialisti occidentali, il nucleo di quella alleanza che dovrebbe riattivare appunto la posizione di guida del mondo del declinante imperialismo americano a fronte della crescita dei rivali Cina e Russia. Questo è il nocciolo anche dell'intervento firmato da Biden e pubblicato sul Washington Post il 6 giugno, alla vigilia della partenza del presidente americano per il suo primo giro in Europa costellato da una fitta e importante sequenza di appuntamenti, dall'arrivo il 9 giugno a Londra e l'incontro col premier britannico Boris Johnson e la regina Elisabetta II, al vertice del G7 in Cornovaglia tra l'11 e il 13 giugno, a quello della Nato a Bruxelles e all'incontro coi presidenti della Commissione e del Consiglio europeo il 14 giugno, seguiti da altri incontri bilaterali, tra i quali quello col presidente turco Recep Tayyip Erdogan, prima di chiudere la serie il 16 giugno a Ginevra nel primo faccia a faccia col presidente russo Vladimir Putin.
La missione di Biden in Europa è equivalente alla prima compiuta dalla sua amministrazione nel marzo scorso e affidata al segretario di Stato Antony Blinken e al segretario alla Difesa Lloyd Austin che per arrivare al vertice con la delegazione di Pechino a Anchorage, in Alaska, avevano fatto tappa a Seul e Tokyo dai fidati alleati asiatici anzitutto "per rinvigorire e modernizzare le nostre alleanze e partnership in tutto il mondo che sono fondamentali e cruciali per la sicurezza e la prosperità del popolo americano", ossia per gli interessi dell'imperialismo americano. A marzo il "Dialogo strategico ad alto livello" tra Cina e Usa si concluse con le due superpotenze imperialiste ferme sulle rispettive posizioni, vedremo se Biden in prima persona riuscirà a concludere qualche cosa di più con Putin, che non tanto tempo fa aveva definito un killer, un assassino.
"In questo momento di incertezza globale, il mio viaggio in Europa riguarda la realizzazione del rinnovato impegno dell'America verso i nostri alleati e partner e il riaffermare la capacità delle democrazie di affrontare le sfide e arginare le minacce di questa nuova era", scriveva Biden invitando gli alleati europei a allinearsi dietro gli Usa per affrontare sfide e minacce e smettere di pensare anche per conto proprio. Come la Ue che pur rimanendo nella Nato sviluppa una propria struttura militare e continua a mandare avanti gli affari con la Russia e con la Cina, è il terminale della nuova Via della Seta.
Gli Stati Uniti devono guidare il mondo da una posizione di forza "sia che si tratti di mettere fine alla pandemia di Covid-19 nel mondo che di affrontare l'accelerata della crisi climatica o di contrastare le attività pericolose di governi come Cina e Russia", affermava BIden perché "in cima alle nostre priorità" ci sarà quello di spingere la ripresa economica americana a contribuire a "spingere l'economia globale, mettere fine a questa pandemia, migliorare l'accesso globale alla sanità e guidare un rilancio economico robusto e inclusivo". Se bastassero le promesse a modificare rapporti di forza e alleanze Biden sarebbe a posto. Ma tra lupi imperialisti non funziona così.
Al momento Biden punta anzitutto a arginare Russia e Cina e i vertici del G7 e della Nato sono apparecchiati anzitutto per questo obiettivo. "Con i partner europei e Nato siamo uniti nell'affrontare le sfide poste dalla Russia alla sicurezza dell'Europa, a partire dalla sua aggressione all'Ucraina" e aggiunge che Putin è consapevole che gli Stati Uniti "risponderanno senza esitazione a qualsiasi ulteriore azione dannosa" da parte di Mosca, compresa l'attivazione del famigerato articolo 5 del Trattato Nato che obbliga tutti i partner a entrare in guerra in aiuto di uno di loro, se aggredito. Tolta la maschera feroce, Biden indossava quella altrettanto ipocrita del diplomatico alla mano per sottolineare l'impegno di Washington a evitare conflitti con Mosca e a costruire "relazioni stabili e prevedibili".
Verso Pechino il confronto è anzitutto economico e Biden si limitava a assicurare che "ci concentreremo nel garantire che le democrazie con libero mercato, non la Cina o chiunque altro, scrivano le regole del XXI secolo per quanto riguarda commercio e tecnologia". Regole peraltro scritte dalle stesse "democrazie" richiamate da Biden e girate a proprio favore da Pechino grazie alla sua accelerata crescita economica capitalista che l'ha lanciata verso il primo posto nel mondo.

16 giugno 2021