Decise da Draghi e Brunetta
Tutte le assunzioni a contratto a termine
La precarietà è la linea sul lavoro del governo della Confindustria e della grande finanza nazionale ed europea

“Il governo Draghi completa i tre pilastri essenziali per l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), costruiti con un approccio unitario complessivo: alla progettazione della governance e alle semplificazioni normative decise con il Dl approvato la scorsa settimana si affianca il piano di reclutamento nella Pubblica Amministrazione”. Con queste parole il ministro Brunetta era intervenuto al Festival di Trento, dove ogni anno gli economisti borghesi si ritrovano a discutere sotto l'egida del direttore Tito Boeri, annunciando in anteprima alcuni contenuti del “decreto reclutamento”, poi approvato dal Consiglio dei ministri del 4 giugno.
Nella conferenza stampa a seguito della riunione governativa Brunetta riaffermava gli stessi concetti. Dopo aver definito la governance , ovvero la gestione dei soldi del PNRR, tutta accentrata nelle mani del banchiere massone Draghi e dei suoi più stretti collaboratori, e con il “decreto semplificazioni” aver liberalizzato gli appalti, con la conseguente riduzione dei diritti e della sicurezza dei lavoratori e della tutela del territorio, si è messo mano alla “riforma” della PA. Perché di questo stiamo parlando, e non tanto di “nuove e corpose assunzioni”, ne tanto meno di stabilizzazione dei precari, tutt'altro.
Brunetta ha pomposamente dichiarato che “con il decreto reclutamento entra la modernità nella PA”, ma in realtà si tratta di un provvedimento che risponde pienamente alle “riforme” che l'Unione Europea imperialista ci ha imposto in cambio di aiuti economici, o meglio di prestiti che comunque il nostro Paese dovrà restituire. Intendiamoci: la linea che sostiene la precarietà del lavoro non appartiene soltanto alla UE, come ci vogliono far credere populisti, nazionalisti e fascisti come Salvini e Meloni, ma è sostenuta fortemente dalla Confindustria e dalla grande finanza nazionale, oltreché internazionale.
In sostanza questo reclutamento consiste nell'assunzione temporanea di 24mila persone, tutte con contratti di 36 mesi (e anche di meno) prorogabili al massimo fino al 2026, anno finale per l'erogazione dei fondi stabiliti dal Next generation Eu. Brunetta giustifica le assunzioni a tempo determinato con il solito ritornello: "perché ce lo chiede l'Europa": Il riferimento è alla polemica con la Ragioneria dello Stato, che si era espressa in maniera contraria alla formazione di nuovo precariato nella Pubblica Amministrazione. "Il PNRR finanzia solo per il periodo della sua vigenza - spiega - e non può che finanziare dei contratti a termine e non dei ruoli", ha detto indispettito il ministro berlusconiano.
La maggior parte andrà a lavorare negli uffici giudiziari, 16.500 nel periodo 2021-2024, in due fasi, con contratto di lavoro a tempo determinato della durata massima di 2 anni e 9 mesi per il primo scaglione e di 2 anni per il secondo, più altri 5400 nel personale amministrativo, non necessariamente laureato. Anche in questo caso ricordiamo che la “riforma” della macchina giudiziaria è una delle condizioni poste dall'UE per avere accesso ai fondi del Recovery.
Altri 268 esperti saranno invece di supporto "alla transizione digitale, all'innovazione e alla cyber-sicurezza nella pubblica amministrazione" e lavoreranno per il Dipartimento per la trasformazione digitale guidato da Vittorio Colao. Altre 500 figure professionali saranno impiegate "per la realizzazione del sistema di coordinamento istituzionale, gestione, attuazione, monitoraggio e controllo del PNRR". In sostanza, ha precisato Brunetta, "ci saranno 500 assunzioni per rendicontare quello che spenderemo, perché se non lo rendicontiamo bene l'Europa non ci dà i soldi".
Tra le altre decisioni, la creazione di uno strumento dove tutti potranno inserire i loro curriculum, un nuovo portale “modello Linkedin”, attraverso il quale saranno selezionati esperti disposti “a cambiare lavoro e lavorare nella PA per la realizzazione del PNRR”. Attraverso il portale le pubbliche amministrazioni potranno affidare incarichi di collaborazione a tempo a professionisti ed esperti e assumere a tempo determinato figure dotate di un’alta specializzazione.
Una delle poche categorie avvantaggiate saranno quindi i super esperti e manager privati, a cui fino adesso era vietato l'ingresso nella PA. Alla stragrande maggioranza dei lavoratori invece un piccolissimo “contentino”. I candidati, nei futuri bandi di concorso delle pubbliche amministrazioni per assunzioni a tempo indeterminato, dovranno avere una riserva di posti destinata a chi abbia giù avuto un contratto a tempo determinato legato all’attuazione del PNRR. La quota riservata, stando al comunicato del governo, sarà però del 40% e non del 50% come era previsto dalle bozze del decreto.
Le promesse di Draghi e Brunetta di nuovi concorsi, di sblocco del turnover, di ringiovanimento degli organici, di stabilizzazione dei rapporti di lavoro sono state rapidamente spazzate via e hanno lasciato il posto all'avanzare della privatizzazione della PA, alla meritocrazia, alla flessibilità e al precariato. Del resto le parole del ministro sono chiare: "Abbiamo una PA con dirigenza ingessata, con poca mobilità orizzontale e verticale. Abbiamo pensato che questa fosse la grande occasione per metterla in concorrenza con l'esterno".
Si tratta di un ulteriore tassello che rientra nel quadro generale della ristrutturazione capitalistica con la quale si sta cercando di tamponare le conseguenze della lunga crisi partita nel 2008 e aggravatasi dopo l'arrivo della pandemia da Covid-19. Una ristrutturazione che ha lo scopo di salvaguardare i profitti sacrificando l'occupazione e i redditi dei lavoratori e che prevede, per chi non rimane disoccupato, flessibilità e precarietà.
Da parte dei sindacati confederali tutto tace. È davvero ingiustificabile l'atteggiamento di Cgil-Cisl-Uil che al di là di qualche vuoto proclama (senza nessun seguito concreto) contro lo sblocco dei licenziamenti e per una maggiore sicurezza sul lavoro, sostanzialmente sorreggono il governo Draghi e appoggiano ogni suo provvedimento.

16 giugno 2021