Tavazzano (Lodi)
Squadristi aggrediscono con bastoni operai FedexTnt
Nove operai feriti, uno ricoverato in codice rosso e prognosi di 15 giorni
La polizia presente lascia correre

Nella notte fra giovedì 10 e venerdì 11 giugno una cinquantina di squadristi assoldati dai padroni schiavisti della Zampieri Holding (ex Pall-Ex ), multinazionale della logistica con sede a Tavazzano con Villavesco nel Lodigiano, hanno aggredito a suon bastonate, sassi e bottiglie i lavoratori della Fedx-TNT di Piacenza giunti a Lodi per attuare un picchettaggio di protesta davanti ai cancelli della Zamperi e impedire il passaggio delle merci dalle 29 baie di carico e scarico.
Dal mese di marzo i magazzini di Zampieri Holding di San Giuliano Milanese e Tavazzano sono utilizzati da deposito "clandestino" delle merci che venivano lavorate nell'hub di Piacenza.
Mentre nei mesi scorsi i lavoratori Fedex-TNT di Piacenza, sostenuti dal Si.Cobas, sono stati tutti licenziati e da tre mesi sono senza stipendio. Lottano contro la chiusura “irrevocabile” dell’hub piacentino e la tracotanza dei padroni della logistica che nel frattempo hanno dirottato tutto il traffico merci alla Zampieri negando perfino la possibilità di ricollocare i 280 lavoratori piacentini licenziati.
Intorno all'una di notte i lavoratori Fedex-TNT cercano di bloccare un tir in uscita dai capannoni della Zampieri Holding ma vengono proditoriamente e selvaggiamente aggrediti dagli squadristi armati di bastoni che fra l'altro incitano ripetutamente il camion a farsi avanti per forzare il picchetto.
Il bilancio è pesantissimo: 9 operai restano a terra feriti e sanguinanti. Abdelhamid Elazab, 48 anni, padre di tre figli è il più grave. É stato raggiunto da una bastonata in pieno volto e viene immediatamente ricoverato in codice rosso al San Matteo di Pavia con un trauma facciale e 15 giorni di prognosi.
“Non c’era nessun lavoratore ad attaccarci ma una squadraccia di bodyguard assunti dall’azienda Zampieri per picchiarci, usciti armati e con il chiaro intento di farci male se non peggio - denuncia il coordinatore piacentino del Si.Cobas Mohamed Arafat - la Zampieri ha assunto nuovo personale sfruttandolo, a 30 euro al giorno, lavoratori disperati in un sistema criminale con guardie private assunte per fare del male a chi protesta. Siamo tutti vittime”.
Non è la prima volta che padroni senza scrupoli di grandi multinazionali o di finte cooperative in subappalto assoldano mazzieri e milizie di sedicenti guardie private per picchiare i lavoratori in lotta e assaltare i picchetti del Si.Cobas. È già successo al magazzino Fedex Tnt di Peschiera Borromeo (Milano), all'ex Agile Eutelia, al magazzino di Castel Giubileo di Zara, all'Italpizza a Modena, alla DHL di Liscate, alla Texprint di Prato e in decine di altre piccole e grandi vertenze.
Ma mai prima d'ora era successo che un'aggressione premeditata e così violenta avvenisse sotto gli occhi di decine di agenti della polizia di Stato che si sono letteralmente girati dall'altra parte e non hanno mosso un dito per difendere i lavoratori in lotta dai loro aggressori.
Le immagini diffuse dal Si.Cobas sono raccapriccianti e inequivocabili. Nel video si sente con chiarezza un lavoratore che urla ai poliziotti: “Voi non fate qualcosa?”. Poi l'inquadratura si sposta su decine di poliziotti in assetto antisommossa schierati davanti ai cancelli che fanno finta di niente, se ne stanno in disparte, non intervengono e lasciano che i mazzieri picchino selvaggiamente i lavoratori con bastoni, sassi e bottiglie.
Segno evidente che di fronte agli scioperi, i picchetti e le manifestazioni dei lavoratori davanti ai cancelli delle fabbriche e agli ingressi dei magazzini, il “governo dei migliori” servitori del capitalismo italiano e dell'imperialismo europeo e americano con alla testa il banchiere massone Draghi e la ministra col manganello Luciana Lamorgese, si sono schierati apertamente al fianco dei padroni e contro i lavoratori in lotta mostrando fin da subito il loro vero volto repressivo e antioperaio. Draghi e Lamorgese, sostenuti dalla disgustosa ammucchiata dei partiti della destra e della sinistra borghesi, hanno scatenato un attacco senza precedenti contro le lotte dei lavoratori e dei sindacalisti del Si Cobas che fa parte di una precisa strategia repressiva e intimidatoria attuata a livello nazionale per soffocare sul nascere ogni forma di dissenso politico e sindacale e finalizzata a far pagare la crisi del sistema capitalista aggravata dalla pandemia ai lavoratori con la complicità dei vertici sindacali confederali.
Quello che è successo a Tavazzano va ben oltre la tracotanza padronale. Costituisce un precedente gravissimo che di fatto legittima il ricorso alla violenza privata organizzata da parte dei padroni schiavisti per reprimere le lotte dei lavoratori, calpestare i diritti e le libertà sindacali e imporre l'ordine e la disciplina all'interno delle proprie aziende, con la copertura e la complicità delle stesse istituzioni “democratiche” borghesi e delle “Forze dell'ordine”, proprio come avveniva durante il fascismo.
Dopo le manganellate, gli arresti, le denunce, perquisizioni, processi, procedimenti penali, multe, serrate e i licenziamenti in massa dei mesi scorsi, adesso il governo Draghi dà mano libera ai padroni di picchiare, intimidire e fermare le lotte degli indomiti lavoratori della logistica e del SiCobas. Mentre la Commissione di garanzia sulla legge antisciopero è già al lavoro per includere tutto il settore della logistica tra i cosiddetti servizi pubblici essenziali.
Di fronte a tutto ciò è importante che tutto il movimento delle lavoratrici e dei lavoratori e tutte le organizzazioni sindacali a cominciare dalla CGIL appoggino lo sciopero generale della logistica indetto dal Si.Cobas il 18 giugno e indicano al più presto uno sciopero generale di tutte le categorie con manifestazione nazionale sotto Palazzo Chigi contro la politica repressiva, antioperaia e neofascista del governo del banchiere massone Draghi e in difesa delle libertà sindacali, del diritto di sciopero e di manifestazione.
Nel rinnovare la solidarietà e il proprio sostegno ai lavoratori Fedex-TNT e allo sciopero nazionale della logistica del 18 giugno prossimo, il PMLI invita tutte le forze politiche, sindacali, sociali, culturali, religiose antidraghiane a unirsi e a costruire il più rapidamente possibile un largo fronte unito di lotta, concordare una linea unitaria e le relative iniziative per applicarla e elaborare insieme un progetto per una nuova società, che per noi marxisti-leninisti è il socialismo con al potere il proletariato.
Al governo Draghi non gli deve essere permesso di ledere il diritto di sciopero e di manifestazione, la libertà di organizzazione sindacale e i diritti delle persone immigrate.
Il PMLI non darà tregua a questo governo nemico del proletariato e delle masse popolari.
Draghi sappia che chi attacca i lavoratori e i sindacalisti in lotta attacca tutto il PMLI.

16 giugno 2021