Intervento di Franco Panzarella alla seconda Assemblea on line delle comuniste e dei comunisti
Panzarella: “Aprire una grande discussione sulla conquista del potere politico da parte del proletariato”

Care compagne e compagni, innanzitutto permettetemi di esprimere piena solidarietà e sostegno ai lavoratori selvaggiamente picchiati dai padroni e dai mazzieri al loro soldo a Lodi, San Giuliano Milanese, Piacenza e Prato; di esprimere il massimo sdegno e profonde condoglianze e vicinanza ai familiari e ai compagni del Si.Cobas per l'efferato assassinio del giovane sindacalista Adil Belakdim davanti ai cancelli del centro direzionale Lidl di Biandrate (Novara).
Inoltre permettetemi di mandare un caloroso saluto a tutti i compagni che oggi pomeriggio scenderanno in piazza a Roma per la manifestazione nazionale contro licenziamenti e precarietà.
Ho ascoltato con molta attenzione tutti i vostri interventi e, come ho avuto modo di ribadire nei precedenti incontri, ritengo che l'obiettivo strategico delle lavoratrici e dei lavoratori veramente comunisti è quello di abbattere il sistema economico capitalista e il governo borghese che ne regge le sorti e ne tutela gli interessi; instaurare la dittatura del proletariato e costruire il socialismo.
Sul fronte organizzativo dico subito che non sono assolutamente d'accordo con alcuni interventi che mi hanno preceduto che paventano il progetto di rifondazione di un nuovo o vecchio partito comunista.
Prima di tutto perché è una strada vecchia e fallimentare, già percorsa nel recente e remoto passato, che non porta da nessuna parte.
In secondo luogo perché gli attuali partiti comunisti non hanno nessuna voglia di sciogliersi e di confluire in un nuovo partito comunista.
Terzo e più importante motivo perché il partito comunista o meglio il partito autenticamente comunista l'unico che ha nel proprio programma la conquista del potere politico attraverso la rivoluzione proletaria, l'instaurazione della dittatura del proletariato e la costruzione del socialismo in Italia; c’è già ed è il PMLI.
Pertanto, se qualcuno non lo ritiene tale, prima di lanciare nuove proposte, dovrebbe quantomeno confrontarsi col PMLI, provare a “smascherarlo” e eventualmente dimostrare il contrario.
Questa è una regola fondamentale che vale sempre e si estende anche a tutti gli altri partiti che si ritengono comunisti.
Per quanto riguarda la situazione politica attuale ritengo che il nuovo governo del banchiere massone Mario Draghi è una disgustosa ammucchiata dei partiti della destra e della “sinistra” borghesi.
Esso è il risultato di un golpe bianco del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il quale senza consultare i partiti del parlamento ha assegnato, attraverso Draghi, il potere politico direttamente nelle mani della grande finanza e dell’Ue imperialista per uscire dalla crisi capitalistica e pandemica.
Un avvenimento che non ha precedenti, nemmeno nei governi Ciampi e Monti, che di fatto ha trasformato la forma di governo da parlamentare a presidenziale.
A riprova che nei momenti di grande difficoltà, la classe dominante borghese non ha alcun pudore a ricorrere a qualsiasi mezzo, costituzionale o incostituzionale, pur di mantenersi al potere e ricorre perfino alla repressione e alla violenza privata dei padroni e all'omicidio dei lavoratori in lotta per difendere gli interessi di classe e i profitti del capitalismo.
Nell'immediato dobbiamo lottare tutti uniti Contro il governo del banchiere massone Draghi, del capitalismo, della grande finanza e dell'UE imperialista. Contro la repressione delle lotte operaie e i manganelli della ministra dell'Interno Luciana Lamorgese. Contro lo squadrismo fascista e assassino del padronato. Contro lo sblocco dei licenziamenti. Contro la strage dei morti sul lavoro.
La pratica sociale quotidiana dimostra che è possibile marciare ognuno con i propri vessilli e bandiere e colpire tutti uniti.
Ma la storia politica, governativa, parlamentare e sociale dall’Unità d’Italia ad oggi dimostra che senza il potere politico il proletariato non ha niente, e che tutto ciò che riesce a strappare al capitalismo, ai suoi governi e alle sue istituzioni, attraverso dure lotte, pagate spesso col sangue, sono solo delle effimere conquiste parziali e incomplete. Briciole, rispetto quello che gli spetta di diritto.
È quindi necessario che il proletariato si ponga il problema della conquista del potere politico.
Su questo tema io credo che bisognerebbe aprire una grande discussione all’interno della classe operaia e delle sue organizzazioni politiche, sindacali e culturali mettendo da parte settarismi, pregiudizi e preclusioni per trovare una intesa e costituire un’alleanza, un fronte unito che può smuovere la situazione politica e sociale italiana, rilanciare l'azione politica delle forze sinceramente comuniste e delle forze veramente di sinistra e aprire la via alla conquista del potere politico da parte del proletariato.
Le operaie e gli operai che hanno posti di responsabilità politiche o sindacali, che sono comunisti o anticapitalisti, che sono in prima fila nelle lotte politiche, sindacali, sociali, ambientaliste ed ecologiste, per il clima, la salute e l’acqua, che hanno la coscienza di essere degli schiavi moderni e vogliono uscire da questo stato di schiavitù, non individualmente ma come classe, devono essere i primi e i principali promotori di questa grande discussione pubblica rivoluzionaria.
Con la consapevolezza che la conquista del potere politico da parte del proletariato è la questione chiave per la creazione di una nuova società senza più sfruttatori e oppressori.
Il proletariato ha il diritto di avere il potere politico perché produce l’intera ricchezza del Paese, ed è l’unica classe capace di sradicare lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e le cause economiche che generano le classi, le guerre imperialiste, le ingiustizie sociali, la disoccupazione, la miseria, il razzismo e le disparità territoriali e di sesso; capace anche di sradicare la cultura e la mentalità borghesi fondate sull’individualismo, l’egoismo, l’arrivismo, l’arricchimento personale, il predominio dell’uomo sulla donna, la violenza maschile sulla donna e di genere, l’omofobia, la xenofobia, la sopraffazione del più forte economicamente sul più debole, la corruzione.
Questo diritto il proletariato lo deve rivendicare con forza e imporlo con la rivoluzione socialista armata, perché non gli è riconosciuto dalla Costituzione in vigore e non lo può conquistare per via parlamentare.
Per questo motivo il PMLI si rivolge in primo luogo ai Partiti con la bandiera rossa e la falce e martello - con molti di essi collaboriamo già nel Coordinamento delle sinistre di opposizione - perché si incontrino al più presto per concordare una linea unitaria antidraghiana e le relative iniziative per applicarla, nonché per elaborare un progetto per una nuova società. Chi tra essi ha un maggiore rapporto con le masse prenda l’iniziativa della convocazione degli altri Partiti.
In secondo luogo ci rivolgiamo al proletariato perché rifletta sul compito che Marx ha indicato nel 1864 alle operaie e agli operai di tutto il mondo, in occasione dell’inaugurazione dell’Associazione internazionale dei lavoratori, e cioè “conquistare il potere politico è diventato il grande dovere della classe operaia ”. E con questa consapevolezza assuma un atteggiamento di lotta dura contro il governo Draghi e il capitalismo ponendosi l’obiettivo della conquista del potere politico e del socialismo.
In terzo luogo ci rivolgiamo alle anticapitaliste e agli anticapitalisti sempre più numerosi e combattivi presenti nella CGIL, nei sindacati di base, nelle Assemblee delle lavoratrici e dei lavoratori combattivi, nei centri sociali e nei vari movimenti di lotta perché rompano col riformismo, il parlamentarismo, il costituzionalismo e imbocchino la via dell’Ottobre per il socialismo, cominciando a spendere la loro forza per buttare a gambe all’aria il governo Draghi.
In quarto luogo ci rivolgiamo alle ragazze e ai ragazzi di sinistra del movimento studentesco e in ogni altro movimento, compresi quelli ecologisti e del clima, perché siano gli alfieri della lotta contro il governo Draghi e studino il marxismo-leninismo- pensiero di Mao, a partite dal “Manifesto del Partito comunista” di Marx ed Engels e “Sulla giusta soluzione delle contraddizioni in seno al popolo” di Mao, per verificare se esso è la teoria giusta per conquistare il nuovo mondo a cui aspirano.
In quinto luogo ci rivolgiamo alle intellettuali e agli intellettuali democratici antidraghiani perché valutino senza pregiudizi la posizione del PMLI su questo governo e, se la ritengono di qualche interesse, si confrontino con noi per ricercare una intesa comune. Che si riesca o meno a costruire, con queste fondamentali forze, un fronte unito antidraghiano e anticapitalista, il PMLI andrà fino in fondo nella lotta contro il banchiere massone Draghi. E continuerà a lavorare con perseveranza, tenacia ed entusiasmo per creare le condizioni soggettive necessarie per il passaggio dal capitalismo al socialismo per via rivoluzionaria. Non stancandosi di invitare tutti coloro, di ambo i sessi e di qualsiasi orientamento sessuale, che vogliono il socialismo di creare le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo, cioè le Assemblee popolari e i Comitati popolari basati sulla democrazia diretta.
L’Italia di Draghi, del capitalismo e della dittatura della borghesia non è la nostra Italia. L’Italia futura che da sempre hanno in mente i marxisti-leninisti è quella che vede il dominio del proletariato e del socialismo, la cancellazione di ogni tipo di disuguaglianza e l’inizio della soppressione delle classi che avverrà nel comunismo, la fine della disoccupazione e della povertà, il lavoro per tutti, il benessere del popolo, piena libertà e democrazia per il popolo. In sostanza una nuova economia e un nuovo Stato modellati secondo gli interessi del proletariato e delle masse lavoratrici e in grado di affrontare qualsiasi emergenza, a partire da quella sanitaria.
 
Prato 19 giugno 2021