A Roma su invito di Si Cobas per Adil e il blocco dei licenziamenti, contro i padroni, il governo Draghi e la repressione delle lotte dei lavoratori
In piazza con grande combattività gli schiavi della logistica
Sfilano in migliaia provenienti da tutta Italia. Importante presenza di USB, Adl Cobas, Cub, Slai Cobas SC, USI, l’opposizione della CGIL, il Movimento 7 novembre. Il PMLI tra i partiti con la bandiera rossa. Diffusi il Documento del CC del PMLI e l’Editoriale di Scuderi. Invocato a ripetizione lo sciopero generale. Cantate l’Internazionale e Bandiera rossa. “Per Adil bandiere rosse al vento, uccidono un compagno ne nascono altri cento”. Gigantografie di Adil
Scuderi:"È un dovere del PMLI stare a fianco degli schiavi della Logistica e del loro sindacato Si Cobas; così come stare alla testa della cruciale battaglia contro i padroni e il loro governo Draghi che stanno sferrando una offensiva antioperaia e antisindacale di stampo fascista”

 
Dal nostro inviato speciale
Sabato 19 giugno a Roma una piazza della Repubblica stracolma e colorata tutta di rosso ha accolto varie migliaia di manifestanti, giunti da tutta Italia con decine di pullman, treni e auto private, che hanno risposto al forte appello del SI Cobas contro il governo Draghi, il blocco dei licenziamenti e la repressione delle lotte, a cui si è aggiunta tutta la rabbia e l’indignazione dei lavoratori per il criminale assassinio di Adil Belakhdim, operaio, dirigente sindacale del SI Cobas a Novara, avvenuto solo 24 ore prima nell’ambito dello sciopero nazionale della logistica.
Il corteo era aperto dal SI Cobas nazionale e dalle relative delegazioni provenienti da tutto il paese, poi di seguito il Movimento 7 Novembre dei disoccupati napoletani, lo SLAI Cobas, il PMLI, il Fronte della Gioventù comunista, Potere al Popolo, USB, Adl Cobas, Cub, Usi, PCL, l’opposizione CGIL, PRC, PCI e CARC.
Il tentativo del corteo di forzare lo sbarramento della polizia in assetto antisommossa per puntare verso la sede del ministero dello Sviluppo economico di via Barberini, dopo alcuni minuti di confronto ravvicinato con le forze dell’ordine, ha visto queste ultime costrette a retrocedere e consentire la variazione del percorso in direzione Barberini. Dopodiché il serpentone ha invertito la marcia riprendendo il percorso iniziale fino alla conclusione di piazza Vittorio.
Le tante bandiere e striscioni rossi hanno salutato i combattivi slogan che hanno accompagnato tutto il corteo: “Viva, viva, la classe operaia”, “Sciopero, sciopero, generale”, “Draghi boia, Draghi boia, Draghi boia, Draghi, Draghi, Draghi, boia, boia, boia”, “Una cosa seria, governo Draghi in Siberia”, “Casa, lavoro, diritti sociali, sono questi i problemi dei proletari”, “Per Adil bandiere rosse al vento, uccidono un compagno ne nascono altri cento”, “Adil è vivo e lotta insieme a noi, le nostre idee non moriranno mai”. Tante gigantografie di Adil. Cantate l’Internazionale e Bandiera rossa.
La delegazione nazionale del PMLI, guidata dal compagno Erne Guidi e composta da militanti e simpatizzanti di Roma, Toscana e Napoli, con il cartello contro il governo Draghi e la solidarietà ai lavoratori Fedex di Piacenza pestati dalle squadracce dei magazzini Zampieri a Tavazzano di Lodi e le rosse fiammanti bandiere al vento, ha fatto conoscere la sua posizione diffondendo centinaia di volantini, ben apprezzati, con la riproduzione dell’articolo de “Il Bolscevico” sull’aggressione squadrista della notte del 10 giugno, altrettanti con la sintesi del documento del Comitato centrale sul governo Draghi e dell’Editoriale del Segretario generale, compagno Giovanni Scuderi, sul 44° Anniversario della nascita del PMLI. Letteralmente a ruba è andato il volantino con l’ultimo documento del Coordinamento nazionale delle sinistre di opposizione reclamante lo sciopero generale, richiesto ed esaurito in pochi minuti dai manifestanti ai nostri compagni. Segno evidente di quanto sia forte e auspicata l’unità di fronte unito per la lotta di classe nel nostro Paese.
La manifestazione si è conclusa con l’arrivo in piazza Vittorio, dove dal palco allestito sulle scale sono intervenuti sindacalisti, lavoratori, studenti e disoccupati. Mohamed Arafat, coordinatore provinciale del SI Cobas Piacenza ha ricordato l’incontro con il ministro del Lavoro Orlando ottenuto per metà settimana, senza auspicare niente di buono: “Vogliamo che Andrea Orlando si dimetta. Se non ce la fa a risolvere i problemi dei lavoratori che rappresenta deve andare via”.
"Sindacalisti uccisi, squadre armate ingaggiate dalle aziende per pestare chi sciopera. Sembrano gli anni '20 di un altro secolo ma è l'Italia di oggi - ha affermato Lorenzo Lang, segretario del FGC -. Tutto questo non sta accadendo per caso. A due settimane dallo sblocco di migliaia di licenziamenti stanno mandando un messaggio chiaro a chi oserà alzare la testa. Il governo e la Confindustria portano la responsabilità politica del clima instaurato nei luoghi di lavoro. Vogliono una ripresa sulla pelle dei lavoratori e degli strati popolari, ma non li lasceremo agire indisturbati. Dai lavoratori, da questa piazza parta la riscossa, ora serve un grande sciopero generale”.
Il Segretario generale del PMLI, compagno Giovanni Scuderi, in un messaggio alla delegazione del Partito ha scritto: “È un dovere del PMLI stare a fianco degli schiavi della Logistica e del loro sindacato Si Cobas; così come stare alla testa della cruciale battaglia contro i padroni e il loro governo Draghi che stanno sferrando una offensiva antioperaia e antisindacale di stampo fascista”.
“Siamo tutti provati – ha detto Edoardo Sorge, dirigente nazionale SI Cobas -. Adil è stato ammazzato da un camionista, ma i mandanti sono coloro i quali stanno alimentando un clima di tensione tra i lavoratori. I veri mandanti sono Confindustria e i padroni, che oltre a mandare guardie private e spesso anche con l’utilizzo della polizia, non danno risposte concrete alle rivendicazioni dei lavoratori, ovvero, rispetto dei contratti, rispetto degli orari di lavoro”.
Che la manifestazione di Roma del 19 giugno, dove hanno partecipato anche l’USB e l’opposizione CGIL, dia realmente una scossa alla lotta di classe nel nostro Paese. Ora più che mai è necessario unire tutte le forze politiche, sindacali, sociali, culturali, religiose antidraghiane e costruire il più rapidamente possibile un largo fronte unito per rispondere colpo su colpo all'offensiva fascista, governativa e padronale. Che venga fatto velocemente, abbandonando ogni settarismo e preclusione, sedendosi unitariamente intorno ad un tavolo. A partire dalla proclamazione di uno sciopero generale unitario con una grande manifestazione nazionale sotto Palazzo Chigi.
Onore e gloria al martire Adil Belakhdim!

23 giugno 2021