Commento all’Editoriale di Giovanni Scuderi, Segretario generale del PMLI, per il 44° compleanno del Partito
L’Editoriale di Scuderi spiega che il PMLI è la spada della classe operaia per poter giungere alla conquista del potere politico

 

 
Una promessa per la causa del socialismo

Con vero piacere pubblichiamo questo commento del compagno Niccolò, uno studente modenese, all’importantissimo Editoriale del Segretario generale del PMLI, compagno Giovanni Scuderi, per il 44° compleanno del Partito.
Anche questa volta il compagno Niccolò ha centrato con acutezza dei passaggi fondamentali dell’intervento del compagno Scuderi. In particolare ci piace la frase con la quale abbiamo titolato il commento, e cioè: “Il PMLI è la spada per poter giungere alla conquista del potere politico”.
Il compagno Niccolò, che come abbiamo già scritto sullo scorso numero de “Il Bolscevico”, ha scoperto da poco il PMLI e il suo organo, conferma di avere grandi potenzialità intellettuali, politiche e tecniche. Se le metterà a frutto, studiando il marxismo-leninismo-pensiero di Mao, la linea del PMLI e la situazione concreta di Modena, specie giovanile, prendendo parte attiva alla lotta di classe, a cominciare dalla sua scuola e nel movimento studentesco, ripulendosi di ogni influenza idealista, riformista e revisionista, anche nel linguaggio, e tenendo lontano da sé ogni forma di individualismo e di intellettualismo, sicuramente darà dei contributi importanti alla causa del socialismo.
In ogni caso rimaniamo disponibili a recepire e pubblicare i suoi articoli spontanei, specie se riguardano la sua città, Modena.

 



di Niccolò, studente modenese

Sulla conquista del potere politico del proletariato
L’Editoriale del compagno Scuderi per il 44° compleanno del PMLI inizia parlando di come “la storia politica, governativa, parlamentare e sociale dall’Unità d’Italia ad oggi dimostra che senza il potere politico il proletariato non ha niente, e che tutto ciò che riesce a strappare al capitalismo, ai suoi governi e alle sue istituzioni, attraverso dure lotte, pagate spesso col sangue, sono solo delle effimere conquiste parziali e incomplete. Briciole, rispetto quello che gli spetta di diritto” e di come sia quindi “necessario che il proletariato si ponga il problema della conquista del potere politico”. Perciò, le masse devono conquistare il potere politico con l’ausilio di uno strumento che possa facilitare la frattura del sistema oppressore.
Innanzitutto, bisogna partire dal presupposto che la rivoluzione marxista-leninista si distacca dal contesto “liberal-democratico” che vige nei paesi occidentali (o in certi casi “occidentalizzati”) e promuove l’abbattimento del potere costituito borghese e l’instaurazione di un governo rivoluzionario del popolo che possa proclamare la dittatura del proletariato, facendo i primi passi verso la società comunista. Il potere politico delle fasce popolari non è conquistabile di fatto con una prospettiva socialdemocratica e revisionista, che è serva della borghesia e per nulla efficace: serve una rivoluzione insurrezionale, seguendo il pensiero di Mao secondo cui “la rivoluzione non è un atto di gentilezza, ma una classe che ne rovescia un’altra”.
Per giungere agli strumenti rivoluzionari dobbiamo combattere gli strumenti a sua volta utilizzati del sistema capitalistico, tra cui, per esempio, figura l’antipolitica, un concetto coniato da Mussolini e le camicie nere e che serve soltanto al ceto capitalista per sventare ogni forma di tentata conquista del potere politico del proletariato. E tuttora l’antipolitica è amica della dittatura borghese e pilota le masse deboli e calpestate da secoli verso un falso dissenso che aiuterà al rafforzamento dell’ordine capitalista e dell’elite massonica. Il popolo italiano ha bisogno, come dichiara il Segretario generale, “di costruire il più rapidamente possibile un largo fronte unito di tutte le forze politiche, sindacali, sociali, culturali, religiose antidraghiane” in modo da forgiare il potere politico proletario e rinnovare il sistema tramite la rivoluzione.
Lenin, per compiere la grande Rivoluzione d’Ottobre, ha unito i proletari di tutta Russia contro il potere autoritario e reazionario dello zar. L’esempio da seguire per i popoli è proprio questo. Tuttavia, l’Italia non è la Russia zarista, un paese medievale, arretrato ed isolato, ma è uno dei tanti paesi figli del “nuovo capitalismo” (globalista e globalizzatore) che si inchinano ogni giorno alle banche e ai poteri forti massonici. Si pone quindi il quesito su dove deve operare il largo fronte unito per la rivoluzione: non può partire dal basso ed andare verso l’alto, perché la frattura che la forza popolare farebbe, verrebbe isolata brevemente dal “sistema superiore” e la rivoluzione andrebbe velocemente in catafascio. Bisogna iniziare ad operare la rivoluzione dall’alto, dai poteri forti: sconfiggere il potere imperialista europeo e della Nato, far crollare l’intero sistema elitista con lo smembramento delle falle di quest’ultimo. Così abbattere il sistema capitalista nazionale sarà molto più facile e il proletariato avrà conquistato il potere politico. L’unione fa la forza e la collaborazione fra le forze rivoluzionarie che hanno a cuore la rivoluzione delle fasce popolari potrà essere lo strumento principale del popolo per fratturare il sistema capitalistico ed instaurare la dittatura socialista di classe.
E’ anche necessaria una imperitura alleanza tra i giovani vittime della precarizzazione del lavoro e la classe rivoluzionaria. I giovani hanno la forza, il potere e la determinazione giusta. Il problema che si crea dopo aver trovato lo strumento (il “fronte unito”) per conquistare il potere politico è in quale modo poter unire le forze rivoluzionarie con cui formare un esercito per la rivoluzione, ma la risposta è “educare alla lotta di classe” coloro che ogni giorno ricevono violenza ed oppressione da parte della classe dominante.
 

Mario Draghi: nemico del popolo
“Il governo di Mario Draghi è un ostacolo per la conquista del potere politico del proletariato e quindi va combattuto e spazzato via”. Come detto da Scuderi, a mettersi in mezzo alle procedure di organizzazione rivoluzionaria vi è il famigerato “sistema”. Oggi come oggi, il nostro governo è un baluardo di quest’ultimo sistema elitista. Draghi è un banchiere, ex-capo di uno dei più grandi organi di controllo sulla politica da parte dell’economia (la BCE ovviamente) e di molti altri ingranaggi dell’elite massonica. Sull’argomento il Segretario generale aggiunge: “Nominando presidente del Consiglio Draghi con quella inusuale procedura e imponendo un governo che ‘non debba identificarsi con alcuna formula politica’, Mattarella di fatto ha trasformato la formula di governo da parlamentare a presidenziale. A riprova che nei momenti di grande difficoltà la classe dominante borghese non ha alcun pudore a ricorrere a qualsiasi mezzo, costituzionale o incostituzionale, pur di mantenersi al potere”.
Da giovane che segue apprensivamente la vita politica di questo Paese ho capito che il “potere” nel suo senso dominante è amato dalla classe dirigente. Tutto a discapito del popolo italiano, che è sull’orlo di una crisi di nervi dopo un anno selvaggio. E non è vero, come dice Draghi e il suo branco di massoni, che “il virus ha fatto male a tutti” o che “dal virus non ci guadagna nulla nessuno”. I grandi gruppi monopolistici hanno guadagnato moltissimo dalla pandemia, ed è stata la loro fortuna. La pandemia ha arricchito le classi dominanti ed ha reso ancora più poveri i ceti medi proletarizzati e la classe operaia. La sanità, tra l’altro, ha subìto forti privatizzazioni durante la tuttora in corso pandemia. Ma per i “politici” (che di fatto sono banchieri massoni) conta solamente il dominio sulle persone.
 

Conclusione
Scuderi termina dicendo: “Ci auguriamo che i cinque ‘calorosissimi appelli’ del Comitato centrale del PMLI per combattere il governo Draghi vengano accolti dai destinatari. Il PMLI comunque non darà tregua a questo governo nemico del proletariato e delle masse popolari, incapace persino di risolvere celermente il fondamentale problema delle vaccinazioni anti-Covid. Combattendolo il PMLI riafferma che si adopererà con tutte le sue forze affinché il proletariato conquisti il potere politico. Questa è la grande bandiera rossa innalzata nel 1967 dai primi quattro pionieri del PMLI, questa è la missione storica che ci siamo assunti il 9 Aprile 1977 quando è stato fondato il PMLI e che confermiamo oggi, nel 44° compleanno del nostro amato Partito. Con il cuore colmo di gratitudine verso ciascuna compagna e ciascun compagno che danno tutto se stessi, senza badare ai sacrifici, perché un giorno il proletariato sia al potere in una Italia unita, rossa e socialista”.
Il PMLI è la spada della classe oppressa per potere giungere agli strumenti di conquista del potere politico e della conquista della rivoluzione. Serve però, ancora una scossa che possa risvegliare gli animi degli sfruttati e li porti verso la strada della lotta di classe. Ed è anche questo il ruolo del Partito Marxista-Leninista Italiano, che orienta tutti coloro che sono schiacciati dalle classi dominanti a lottare per riappropriarsi della propria dignità.
 
 

23 giugno 2021