Elezioni regionali in Calabria
PD, M5S e Articolo 1 candidano nelle file del “centro-sinistra” una nota imprenditrice cosentina
Sulla società dell’aspirante presidente della regione Calabria pende l’interdittiva antimafia

Dal corrispondente dell’Organizzazione della provincia di Reggio Calabria del PMLI
È Maria Antonietta Ventura, un’imprenditrice della provincia di Cosenza senza tessera di partito, la candidata per la coalizione di “centro-sinistra” a presidente della regione Calabria scelta da PD, M5S e Articolo 1 al posto del dimissionario Nicola Irto.
L’annuncio ufficiale è arrivato venerdì 18 giugno con una nota congiunta dei leader, Letta, Conte e Speranza. Si tratta di un nome imposto “dall’alto” che ha generato non poche polemiche all’interno del PD calabrese già frammentato in varie fazioni in lotta fra loro.
A criticare l’operato dei vertici romani del PD colpevoli di non avere consultato prima “gli attori del territorio” è sceso in campo anche l’ex governatore della Calabria Mario Oliverio (detto “palla-palla”) facendo capire senza mezzi termini che se non si cambia rotta il “centro-sinistra” perderà anche le prossime elezioni regionali lasciando campo libero all’accoppiata di “centro-destra” composta dal forzista Roberto Occhiuto e dal leghista Nino Spirlì.
Anche se inizialmente “frastornata” Maria Antonietta Ventura ha accettato con entusiasmo l’investitura. Intervistata, non ha perso occasione per propagandare le solite illusioni elettorali borghesi affermando che “in Calabria occorre ripartire dal lavoro, la prima delle emergenze. Liberare dal condizionamento del bisogno e dalla disperazione per il domani tanti nostri giovani e meno giovani diventa l’obiettivo primario di chi vuole governare questo territorio”.
Sposata con l’imprenditore calzaturiero Cosimo De Tommaso, attuale sindaco PD del comune di San Lucido nel cosentino, Maria Antonietta Ventura, classe ‘68 nominata a febbraio scorso presidente dell’Unicef Calabria, entra ufficialmente all’età di 20 anni nell’impresa di famiglia fondata dal nonno e operante negli armamenti ferroviari, un settore precluso alle donne. La Francesco Ventura Costruzioni Ferroviarie Srl, azienda leader a livello europeo che lavora con gli appalti pubblici, può contare su una forza lavoro di settecento dipendenti. Il fratello di Maria Antonietta, Pietro Ventura che detiene il 38% delle quote è stato rinviato a giudizio nella nota inchiesta “Passepartout” che ha visto coinvolti anche Oliverio, Adamo e Zinno per accaparrarsi, tra gli altri, l’appalto della metro leggera Cosenza-Rende.
Non solo, ad aprile la prefettura di Lecce a seguito delle indagini condotte dalla DDA su un sedicente consorzio di armatori ferroviari di cui faceva parte la stessa Ventura Srl ha emesso quattro interdittive antimafia. Tra i reati contestati troviamo: corruzione aggravata, turbativa delle norme sul finanziamento dei partiti politici e turbativa d’asta. C’è di più, per il reato di corruzione aggravata l’azienda Ventura ha patteggiato un anno di pena, probabilmente nella speranza di attutire le conseguenze dell’interdittiva antimafia.
Insomma, anche se non direttamente indagata ce n’è abbastanza per considerare Maria Antonietta Ventura un’impresentabile, una degna rappresentante della borghesia calabrese e del capitalismo.
Il proletariato e le masse popolari non devono farsi ingannare dalle tanto belle quanto vuote parole con cui i politicanti borghesi delle varie coalizioni di “centro-destra” e “centro-sinistra” amano riempirsi la bocca per farsi votare e poi curare i loro sporchi interessi.
Solo il socialismo può dare il potere politico al proletariato, per la Calabria governata dal popolo e al servizio del popolo.

23 giugno 2021