Il bilancio dei primi 50 anni del Partito comunista cinese diretto da Mao
Redatto dalle Redazioni di “Rénmín Rìbào”, “Hóngqí” e del “Jiěfàngjūn Bào” col titolo: “Celebriamo il Cinquantesimo del Partito Comunista Cinese” 1921-1971

 
 
Imparare dalla grande storia del Partito Comunista di Mao
In occasione del Centenario del PCC che cade il 1° luglio 2021, pubblichiamo l'importante articolo scritto congiuntamente dalle Redazioni del “Rénmín Rìbào”, della rivista “Hóngqí” e del “Jiěfàngjūn Bào” dal titolo “Celebriamo il Cinquantesimo del Partito Comunista Cinese” 1921-1971.
Questo articolo è stato tradotto in italiano e in altre lingue dalla Casa editrice in lingue estere di Pechino
La storia del PCC diretto da Mao, che non ha nulla a che vedere col partito dei successivi cinquanta anni dominata dai revisionisti, ha un valore internazionale, non soltanto cinese. Poiché si tratta di una grande esperienza storica, ricchissima di insegnamenti, specie per quanto riguarda la lotta tra le due linee all'interno del Partito.
Essa è estremamente preziosa per noi marxisti-leninisti italiani perché il Partito comunista di Mao e quello di Lenin e Stalin costituiscono i modelli di riferimento per la costruzione del PMLI. E lo costituirono fin dai tempi dell'Organizzazione che ha dato vita al PMLI, la cui Direzione informò direttamente Mao nella lettera che gli inviò per il cinquantesimo del PCC pubblicata su “Il Bolscevico” n. 5 del 1971, che ripubblichiamo integralmente su questo stesso numero.
Se studiamo con attenzione l'articolo sul cinquantesimo del PCC, avendo in mente qual è l'attuale situazione del Partito e quali sono i nostri compiti, sicuramente ne usciremo più forti ideologicamente e più attrezzati politicamente per combattere ogni idea, proposta e atteggiamento revisionisti attraverso la critica e l'autocritica all'interno del Partito, per fare avanzare la lotta di classe in Italia, per migliorare i nostri sforzi tesi a convincere le forze anticapitaliste a costituire un largo fronte unito anticapitalista e antidraghiano, per il socialismo e il potere politico del proletariato.
Nell'articolo viene citato più volte Lin Biao, ma costui non era sincero: a parole sosteneva Mao ma nella realtà era contro di lui, fino al punto di organizzare l'8 settembre 1971 un colpo di Stato per assassinare Mao e costituire un altro Comitato centrale.
Il rapporto del CC del PCC al IX Congresso nazionale del PCC tenutosi nell'aprile del 1969 fu presentato da Lin Biao. Ma non era farina del suo sacco. Il testo che ha letto è stato scritto sotto la direzione personale di Mao, dopo che il CC aveva respinto il testo preparato da Lin Biao. Secondo ciò che ha raccontato Chou En-lai nel rapporto che ha presentato al X Congresso nazionale del PCC svoltosi nell'agosto 1973.

 

 
Sono trascorsi ben 50 anni da quando il Partito Comunista Cinese tenne il suo l Congresso nazionale a Shanghai, il 1° luglio 1921.
La nascita del Partito Comunista Cinese ha aperto una nuova epoca nello sviluppo della storia cinese. Per oltre 70 anni, dalla Guerra dell'oppio del 1840 al Movimento del 4 maggio del 1919, il popolo cinese, tormentato da lunghe sofferenze, aveva condotto eroiche lotte per resistete all'oppressione dell'imperialismo e del feudalesimo. Ma tutte queste lotte fallirono, compresi i vasti movimenti rivoluzionari guidati da Hung Hsiu-chuan e da Sun Yat-sen. Siamo grati al grande Lenin: la Rivoluzione socialista russa d'Ottobre condotta nel 1917 sotto la sua direzione portò al popolo cinese il Marxismo-Leninismo. L'integrazione del Marxismo-Leninismo con il movimento rivoluzionario in Cina dette vita al Partito Comunista Cinese, avanguardia del proletariato cinese. Come il Presidente Mao ha detto: "In Cina nacque il Partito comunista, avvenimento che fece epoca'' .
Al momento della sua fondazione, il Partito Comunista Cinese contava solo qualche decina di membri appartenenti a pochi gruppi comunisti. Ma esso rappresentava una nuova forza, e una forza nuova è per natura sempre invincibile. Nulla ha potuto distruggere il Partito Comunista Cinese, né gli aerei e i cannoni dell'imperialismo e del Kuomintang, né il terrore bianco e la prepotenza degli agenti segreti, né i complotti e il sabotaggio dei rinnegati e degli agenti del nemico. Al contrario, dopo mezzo secolo di ardue lotte esso si è sviluppato nel Partito che dirige la Repubblica Popolare Cinese. La vecchia Cina semicoloniale e semifeudale si è trasformata in una nuova Cina socialista che compie i primi passi lungo la strada della prosperità.
I 50 anni di storia del Partito Comunista Cinese provano che il successo o il fallimento di un partito è determinato dalla giustezza o meno della sua linea. Una linea erronea condurrà un partito alla perdita del potere politico, anche se lo ha già conquistato. Una linea giusta permetterà a un partito che non abbia ottenuto il potere politico di conquistarlo. Ma una linea giusta non cade dal cielo, né nasce e si sviluppa spontaneamente e pacificamente; essa esiste in contrapposizione a una linea erronea e si sviluppa nella lotta contro di essa.
Nel suo rapporto al IX Congresso nazionale del Partito, il compagno Lin Piao� ha detto: "La storia del Partito Comunista Cinese è la storia della lotta della linea marxista-leninista del Presidente Mao contro le linee opportuniste di destra e di 'sinistra' nel Partito. Sotto la guida del Presidente Mao, il nostro Partito ha trionfato sulla linea opportunista di destra di Chen Tu-hsiu, sulle linee opportuniste di 'sinistra' di Chu Chiu-pai e Li Lisan, sulla linea opportunista di Wang Ming, prima di 'sinistra' e poi di destra, sulla linea di Chang Kuo-tao che mirava a dividere l'Esercito rosso, ha sconfitto l'alleanza antipartito opportunista di destra di Peng Teh-huai, Kao Kang, Jao Shu-shih e altri, e dopo lunghi anni di lotta ha sventato la linea revisionista controrivoluzionaria di Liu Shao-chi. Il nostro Partito si è consolidato, sviluppato e ingrossato proprio nella lotta tra le due linee, in particolare nella sua lotta vittoriosa contro le tre cricche di rinnegati che hanno recato i maggiori danni al Partito, quelle di Chen Tu-hsiu, di Wang Ming e di Liu Shao-chi". È proprio la linea marxista-leninista del Presidente Mao che ha guidato il nostro Partito e il popolo cinese lungo la via tortuosa della rivoluzione, permettendo loro di superare i pericoli, di svilupparsi da una forza piccola e debole in una forza grande e potente, e di passare dalla sconfitta alla vittoria, fino alla grande vittoria di oggi.
Il Presidente Mao ci insegna: "Noi abbiamo già riportato una grande vittoria. Ma la classe sconfitta continuerà a dibattersi. Questa gente esiste ancora, e anche questa classe. Perciò non possiamo parlare di vittoria finale. Non potremo parlarne neppure nei prossimi decenni. Non dobbiamo perdere la vigilanza" .
Nel momento in cui si celebra il cinquantenario della nascita del Partito Comunista Cinese, il compito di tutto il nostro Partito consiste in questo: seguendo gli insegnamenti del Presidente Mao, applicare la linea elaborata dal IX Congresso nazionale del Partito, Uniamoci per conquistare maggiori vittorie , e adempiere i vari compiti di lotta fissati da questo congresso e dalla prima e la seconda sessione plenaria del IX Comitato centrale del Partito. In questo momento, è particolarmente necessario in tutto il Partito lanciare una campagna per la critica del revisionismo e la rettifica dello stile di lavoro, intraprendere un'opera di educazione per ciò che riguarda l'ideologia e la linea politica, studiare coscienziosamente il �Marxismo-Leninismo-Mao Zedong pensiero�, e studiare e ricapitolare l'esperienza storica della lotta tra le due linee in seno al Partito. Questa è la garanzia fondamentale che permetterà alla causa del nostro Partito di continuare a riportare grandi vittorie.
 

Seguire costantemente la via della conquista del potere politico con le armi
Il Marxismo-Leninismo sostiene che il problema fondamentale della rivoluzione è quello del potere politico e che il compito centrale e la forma suprema della rivoluzione è la conquista del potere con le armi. Questa è la verità universale del Marxismo-Leninismo. Chi la nega, o la riconosce a parole ma la nega nei fatti, non è un vero marxista-leninista. Tuttavia, poiché le condizioni concrete variano da paese a paese, come si poteva adempiere un tale compito in Cina? Basandosi sulla grande pratica della Rivoluzione d'Ottobre, Lenin, nel suo Rapporto al II Congresso di Russia delle organizzazioni comuniste dei popoli dell'Oriente tenuto nel novembre 1919, indicava ai comunisti dei popoli dell'Oriente: dovete tener conto delle caratteristiche che esistono da voi e, adattandovi alle condizioni specifiche, inesistenti nei paesi europei, imparare ad applicare la teoria e la pratica generale del comunismo. Lenin sottolineò che si trattava di “un compito che non si era ancora posto ai comunisti di tutto il mondo” . Evidentemente, se non si integra la verità universale del Marxismo-Leninismo con la pratica concreta della rivoluzione in un determinato paese, non si può parlare di conquista del potere politico né di vittoria della rivoluzione.
Basandosi sull'unione della verità universale del Marxismo-Leninismo con la pratica concreta della rivoluzione cinese, il Presidente Mao ha analizzato la storia e la realtà della Cina, come anche le contraddizioni principali della società cinese dell'epoca, e ha dato una giusta risposta per quanto concerne i bersagli, i compiti, le forze motrici, il carattere della rivoluzione cinese, le sue prospettive e la sua transizione da una fase all'altra. Il Presidente Mao ha sottolineato: la rivoluzione cinese è la continuazione della Rivoluzione d'Ottobre e una parte della rivoluzione socialista proletaria mondiale. La rivoluzione cinese deve attraversare due fasi: la rivoluzione di nuova democrazia prima, e la rivoluzione socialista poi. Esse rappresentano due processi rivoluzionari di carattere diverso, che pur essendo distinti sono tuttavia legati. Il secondo processo, cioè la rivoluzione socialista, può essere portato a termine solo dopo che è stato completato il primo, cioè la rivoluzione di carattere democratico borghese. La rivoluzione democratica è la preparazione necessaria della rivoluzione socialista, e la rivoluzione socialista è la conseguenza inevitabile della rivoluzione democratica. Il Presidente Mao ha fatto notare: un partito comunista basato sulla teoria rivoluzionaria marxista-leninista e sullo stile rivoluzionario marxista-leninista, un esercito diretto da un tale partito, un fronte unito di tutte le classi rivoluzionarie e di tutti i gruppi rivoluzionari sotto la direzione dì un tale partito - queste sono le tre armi principali con cui si può conquistare il potere politico e consolidarlo. Nel suo sviluppo la rivoluzione cinese ha seguito precisamente questo corso.
La rivoluzione di nuova democrazia diretta dal Partito Comunista Cinese ha attraversato quattro periodi storici: la Prima guerra civile rivoluzionaria, la Guerra rivoluzionaria agraria, la Guerra di resistenza contro il Giappone e la Guerra popolare di liberazione. Sono stati impiegati 28 anni in tutto, dal 1921 al 1949, per risolvere il problema della conquista del potere politico con le armi.
Durante la Prima guerra civile rivoluzionaria, il nostro Partito era ancora nella sua infanzia. La linea del Partito fu giusta nelle fasi iniziale e media di questo periodo. Opere come Analisi delle classi nella società cinese, e Rapporto d'inchiesta sul movimento contadino nello Hunan , pubblicate dal compagno Mao Zedong in quel periodo, rappresentavano la giusta linea del Partito. Sulla base di inchieste e ricerche accurate e sistematiche, il Presidente Mao fece un'analisi concreta delle condizioni economiche e dell'atteggiamento politico delle diverse classi nella società cinese. Egli affermò esplicitamente: “Tutti i signori della guerra, i burocrati, la classe dei compradores e la classe dei grossi proprietari fondiari in combutta con l'imperialismo, come anche quella parte reazionaria degli intellettuali da essi dipendente, sono i nostri nemici” . Egli sottolineò inoltre: “Il proletariato industriale è la forza dirigente della nostra rivoluzione. Tutto il semiproletariato e la piccola borghesia sono i nostri amici più stretti” . Il Presidente Mao prestava particolare attenzione al problema della mobilitazione e dell'armamento dei contadini facendo notare che “senza contadini poveri non vi sarebbe rivoluzione”. Al tempo stesso, il Presidente Mao sottolineava che la borghesia nazionale era una classe oscillante, che la sua ala destra poteva diventare nostra nemica e la sua ala sinistra nostra amica, ma che dovevamo costantemente stare in guardia contro di essa perché non creasse confusione nelle nostre file. In questo modo, egli risolse una questione di primaria importanza per la rivoluzione, ossia: “Quali sono i nostri nemici e quali i nostri amici?” . Egli si opponeva sia all'opportunismo di destra rappresentato da Chen Tu-hsiu, che voleva solo il Kuomintang e non i contadini, sia all'opportunismo di "sinistra" rappresentato da Chang Kuo-tao, che si interessava solo del movimento operaio e non voleva neppure lui i contadini.
Chen Tu-hsiu, allora segretario generale del Partito Comunista Cinese, era in realtà un democratico radicale della borghesia. Egli non comprendeva affatto il Marxismo-Leninismo. Sosteneva perfino che non vi era stata in Cina una società schiavistica, e negava la verità universale del Marxismo. Egli riteneva che, essendo la rivoluzione cinese in quella fase una rivoluzione di carattere democratico borghese, essa potesse solo condurre alla fondazione di una repubblica borghese e non potesse essere diretta che dalla borghesia. Egli proclamava che il proletariato cinese non era una "forza rivoluzionaria indipendente" e non poteva dunque diventare una classe dirigente, e calunniava i contadini definendoli "indisciplinati", "conservatori", "poco propensi alla rivoluzione". Egli respinse recisamente le giuste opinioni del compagno Mao Zedong e rinunciò alla direzione dei contadini, della piccola borghesia urbana e della media borghesia e in particolare alla direzione delle forze armate. Nel fronte unito egli sostenne l'unione ad oltranza senza la lotta. E quando le masse operaie e contadine si sollevarono, la sua sola preoccupazione fu il terrore che potevano incutere alla borghesia. Chen Tu-hsiu e il suo seguace Liu Shao-chi giunsero al punto di ordinare ai picchetti operai a Wuhan di consegnare le loro armi al Kuomintang. Quando Chiang Kai-shek e Wang Ching-wei, rappresentanti della classe dei grandi proprietari fondiari e della grande borghesia, tradirono l'uno dopo l'altro la rivoluzione e massacrarono gli operai e i contadini, le larghe masse popolari erano inermi, e la grande rivoluzione che aveva dimostrato il suo dinamismo si concluse con la disfatta. Più tardi, attenendosi alla posizione reazionaria di Trotzki, Chen Tu-hsiu sostenne che la formazione del governo reazionario di Chiang Kai-shek segnava il compimento della rivoluzione democratica borghese, e che tutto quello che il proletariato poteva fare era di impegnarsi nella lotta parlamentare legale e aspettare il giorno in cui il capitalismo si sarebbe sviluppato in Cina, prima di intraprendere una cosiddetta rivoluzione socialista. Ciò significava liquidare la rivoluzione cinese.
I comunisti cinesi non si sono lasciati intimidire dai massacri compiuti da Chiang Kai-shek. Chiang Kai-shek, Wang Ching-wei e Chen Tu-hsiu, questi insegnanti in senso negativo, ci hanno fatto capire che “in Cina, senza la lotta armata, non vi sarebbe posto per il proletariato, né per il popolo, né per il Partito comunista, e il trionfo della rivoluzione sarebbe impossibile” , e ci hanno fatto anche comprendere questa verità del Marxismo-Leninismo: “Il potere politico nasce dalla canna del fucile”. Per salvare la rivoluzione, scoppiò il 1° agosto 1927 l'Insurrezione di Nanchang. Essa fu giusta nel senso che sparò il primo colpo contro i reazionari del Kuomintang, e sbagliata nel senso che invece di mobilitare e armare i contadini nelle campagne e crearvi basi d'appoggio, prese le città come centro e contò sull'aiuto straniero. Il Comitato centrale del Partito tenne il 7 agosto a Hankow una riunione straordinaria nel corso della quale corresse la linea capitolazionista di Chen Tu-hsiu e lo destituì dalle sue funzioni dirigenti. Dopo la Riunione del 7 agosto, il Presidente Mao diresse di persona l'Insurrezione del Raccolto d'Autunno, organizzò il primo contingente dell'Esercito rosso degli operai e dei contadini, creò la prima base d'appoggio rivoluzionaria rurale sui Monti Chingkang e accese la scintilla di “un regime indipendente creato dalle forze armate degli operai e dei contadini” . Nell'aprile 1928, ciò che restava delle truppe dell'Insurrezione di Nanchang raggiunse i Monti Chingkang. Sotto la direzione del Presidente Mao, l'Esercito rosso degli operai e dei contadini infranse vittoriosamente la prima, la seconda e la terza campagna controrivoluzionaria di "accerchiamento e annientamento" lanciate dal Kuomintang contro la base d'appoggio rossa centrale. E la guerra partigiana si sviluppò successivamente nel Kiangsi, Fukien, Hunan, Hupeh, Honan, Anhwei, Kwangsi, Kwangtung, Szechuan, Shensi e in altre località. Il Presidente Mao ricapitolò in tempo utile l'esperienza acquisita e scrisse Perché può esistere in Cina il potere rosso?, La lotta sui Monti Chingkang, Come correggere le idee errate nel Partito, Una scintilla può dar fuoco a tutta la prateria e altre opere importanti. In questi scritti, egli spiegò dal punto di vista teorico che in Cina la conquista del potere politico con le armi non poteva essere realizzata come nei paesi capitalisti occupando prima le città per poi attaccare le campagne, e che la sola via da seguire era quella di creare basi d'appoggio rurali, accerchiare le città partendo dalle campagne e conquistare infine le città.
Il Presidente Mao sottolineò: “La storia del nostro Partito mostra che le deviazioni di destra si manifestavano di solito nei periodi in cui il nostro Partito costituiva un fronte unito con il Kuomintang e che le deviazioni di 'sinistra' si manifestavano di solito nei periodi in cui il nostro Partito rompeva con il Kuomintang” . Subito dopo la rottura del nostro Partito con il Kuomintang e l'eliminazione della linea opportunista di destra di Chen Tu-hsiu, apparvero la linea putschista di "sinistra" di Chu Chiu-pai tra la fine del 1927 e l'inizio del 1928, la linea opportunista di "sinistra" di Li Li-san dal giugno al settembre 1930, e la linea opportunista di "sinistra" di Wang Ming fra il 1931 e il 1934. In questo periodo, fecero la loro apparizione il liquidazionismo di Chen Tu-hsiu, lo scissionismo di destra di Lo Chang-lung e altre deviazioni di destra caratterizzate dal pessimismo e dalla mancanza di fiducia nella rivoluzione, ma vi furono soprattutto le tre linee opportuniste di "sinistra", in particolare quella di Wang Ming che, in quattro lunghi anni di regno, causò immensi danni e costituì una seria lezione.
Nel gennaio 1931, alla quarta sessione plenaria del VI Comitato centrale, Wang Ming usurpò la direzione dell'organo dirigente centrale del Partito. Egli si autodefinì un "bolscevico al cento per cento". Levando la bandiera della "opposizione alla linea di Li Li-san", accusò l'organo dirigente centrale di "non far nulla per smascherare e attaccare la teoria e la pratica della linea di Li Li-san, contrassegnate da sempre dall'opportunismo di destra", e sostenne che, "al momento attuale, la deviazione di destra è ancora il pericolo principale nel Partito". In effetti, egli portò avanti una linea opportunista di "sinistra" ancora più accentuata di quella di Li Li-san. Wang Ming, come gli altri opportunisti di "sinistra", non comprendeva nulla della teoria e della pratica della rivoluzione cinese. Essi non facevano distinzione tra la rivoluzione democratica e la rivoluzione socialista. Non sapevano nulla degli operai e dei contadini, non sapevano come fare una guerra, e non capivano lo sviluppo ineguale e il carattere tortuoso e prolungato della rivoluzione cinese. Essi non avevano mai compiuto inchieste o ricerche sui rapporti di classe in Cina, affermavano che le forze intermedie erano "il nemico più pericoloso", e sostenevano la necessità di una lotta contro tutta la borghesia e tutto lo strato superiore della piccola borghesia. Essi applicavano molte misure politiche di "sinistra" caratterizzate dalla "lotta ad oltranza senza unione". Riguardo alla linea militare, essi si abbandonarono prima all'avventurismo, che si trasformò in seguito in temerarietà disperata e tendenza alla fuga. Quanto alla linea organizzativa, essi praticarono il settarismo e privarono il Presidente Mao del potere. Nei confronti di coloro che non approvavano la loro linea erronea, essi ricorsero alla "lotta ad oltranza" e agli "attacchi spietati". Agendo da sovrano, Wang Ming si mise al di sopra del Partito e del popolo, e applicò ovunque la sua linea erronea. Di conseguenza, le forze del nostro Partito subirono una perdita del 90 per cento nelle regioni rosse e di quasi il cento per cento in quelle bianche, e l'Esercito rosso fu costretto a trasferirsi e a intraprendere la Lunga Marcia.
Le due linee e i due risultati che ne derivarono educarono tutto il Partito sia in senso positivo che in senso negativo. Quando si seguì la linea rivoluzionaria del Presidente Mao, furono creati sia l'esercito che le basi d'appoggio rivoluzionarie, che prima non esistevano. Quando si seguì la linea opportunista di "sinistra" di Wang Ming, si perdettero le basi d'appoggio rivoluzionarie e fu messa in pericolo l'esistenza stessa dell'Esercito rosso degli operai e dei contadini. Una serie di prove nella pratica rivoluzionaria hanno dimostrato che la linea rivoluzionaria del Presidente Mao è l'unica linea giusta. Wang Ming, che "si considerava il nucleo dirigente" e pretendeva di essere nel giusto "al cento per cento", si rivelò un falso marxista. Nel gennaio 1935, quando l'Esercito rosso nel corso della Lunga Marcia giunse a Tsunyi, nel Kweichow, l'organo dirigente centrale del Partito convocò una riunione allargata dell'Ufficio politico, ossia la Riunione di Tsunyi che ebbe·una grande importanza storica. Questa riunione pose fine al dominio della linea opportunista di "sinistra" di Wang Ming nell'organo dirigente centrale del Partito, stabilì la direzione del Presidente Mao in tutto il Partito e riportò la linea del Partito sulla via giusta, quella marxista-leninista. Ma quanto sangue doveva essere versato e quale prezzo doveva essere pagato per tutto questo!
La Riunione di Tsunyi contrassegnò il passaggio del nostro Partito dall'infanzia alla maturità. Dopo questa riunione, sotto la direzione della nostra grande guida, il Presidente Mao, la Lunga Marcia di 25.000 li, celebre in tutto il mondo, poté concludersi vittoriosamente. Durante la Lunga Marcia, l'Armata del I Fronte dell'Esercito rosso si organizzò in un distaccamento per la resistenza all'invasione giapponese e marciò sullo Shensi del nord, incoraggiando così il popolo di tutto il paese nella sua determinazione di resistere all'aggressione dell'imperialismo giapponese. In seguito, il nostro Partito fece fallire la linea di Chang Kuo-tao mirante a creare un altro comitato centrale e a dividere l'Esercito rosso. Nell'ottobre 1936, le Armate del II e del IV Fronte giunsero nello Shensi del nord e si unirono vittoriosamente all'Armata del I Fronte e all'Esercito rosso della regione. A quel tempo, gli effettivi dell'Esercito rosso erano passati da 300.000 a meno di 30.000. Le forze del nostro Partito si erano temporaneamente ridotte di numero, ma grazie alla giustezza della sua linea, il nostro Partito era divenuto qualitativamente più forte.
Nel 1937, la rivoluzione cinese entrò nel periodo della Guerra di resistenza contro il Giappone. Il nostro Partito realizzò vittoriosamente il passaggio dalla fase della Rivoluzione agraria a quella del fronte unito nazionale antigiapponese. Ma l'acutizzarsi della contraddizione nazionale e la formazione, per la seconda volta, di un fronte unito tra il Kuomintang e il Partito comunista, sopraggiungendo con l'impeto di una marea, dettero alla testa ad alcuni. Ciò si manifestò in seno al Partito nella lotta contro la linea opportunista di destra rappresentata da Wang Ming.
All'inizio della Guerra resistenza contro il Giappone, il rinnegato Wang Ming passò dall'estrema "sinistra" all'estrema destra. Sotto il pretesto di creare un fronte unito nazionale antigiapponese, Wang Ming, che riponeva più fiducia nel Kuomintang che nel Partito comunista, abolì completamente il principio dell'indipendenza e dell'autonomia del Partito comunista e portò avanti le parole d'ordine "tutto attraverso il fronte unito" e "subordinare tutto al fronte unito". Ciò significava in realtà fare tutto attraverso il Kuomintang e subordinare tutto al Kuomintang, non osare lottare risolutamente contro la politica reazionaria del Kuomintang, né mobilitare le masse con audacia, né sviluppare con coraggio le forze armate rivoluzionarie, né estendere le basi d'appoggio antigiapponesi nelle zone occupate dagli invasori giapponesi. Questo significava consegnare al Kuomintang la direzione della Guerra di resistenza contro il Giappone. In tal modo, Wang Ming riprendeva la linea erronea dell'“unione ad oltranza senza lotta" sostenuta da Chen Tu-hsiu nel 1927. Fu in questo periodo che Liu Shao-chi si recò dalle regioni bianche nelle basi d'appoggio rivoluzionarie. In apparenza, egli si oppose alla linea di Wang Ming e appoggiò la giusta linea del Presidente Mao; egli si vantava di essere il rappresentante della linea giusta per il lavoro nelle regioni bianche, nascondendo il suo vero volto. In effetti, egli era da tempo un rinnegato, agente del nemico e traditore della classe operaia, e quella che aveva applicato nelle regioni bianche era una linea completamente erronea. Nel libro nero Sull'autoeducazione da lui sfornato, non fa parola della necessità di abbattere l'imperialismo giapponese e di ingaggiare una lotta contro i reazionari del Kuomintang, né della questione della conquista del potere politico con le armi, al contrario, incita i membri del Partito comunista ad allontanarsi dalla grande pratica rivoluzionaria per studiare le teorie di Confucio e di Mencio, e dedicarsi all'“autoeducazione" che è di natura idealistica. Quella che predicava è anch'essa una linea capitolazionista. La cosiddetta "letteratura di difesa nazionale" e la "filosofia di difesa nazionale", che fecero la loro apparizione in quel periodo, sono in sostanza una letteratura di tradimento nazionale e una filosofia di capitolazione. Sono prodotti della linea capitolazionista di Wang Ming e della linea erronea di Liu Shao-chi per quanto riguarda il lavoro nelle regioni bianche.
La nostra grande guida, il Presidente Mao, criticò in modo sistematico e approfondito la linea capitolazionista di destra rappresentata da Wang Ming. Nel suo articolo La situazione e i compiti della Guerra di resistenza contro il Giappone dopo la caduta di Shanghai e di Taiyuan scritto nel novembre 1937, il Presidente Mao mise in guardia tutto il Partito contro il capitolazionismo di destra di Wang Ming: "Nel 1927, il capitolazionismo di Chen Tu-hsiu portò la rivoluzione al fallimento. Nessun membro del Partito comunista deve dimenticare questa lezione storica scritta col sangue" . Il Presidente Mao sollevò di nuovo il problema della lotta per la direzione esistente tra il proletariato e la borghesia, e sottolineò la necessità per il proletariato di detenere con fermezza questa direzione e di "osservare rigorosamente il principio dell'indipendenza e dell'autonomia in tutto il lavoro del fronte unito" . Ma Wang Ming si oppose alla linea del Presidente Mao e continuò ad applicare la sua linea opportunista. Nel rapporto e nelle conclusioni presentate alla sesta sessione plenaria del VI Comitato centrale del Partito convocata nell'ottobre 1938, il Presidente Mao trattò la questione del ruolo del Partito Comunista Cinese nella guerra nazionale, confutò la linea opportunista di Wang Ming, e formulò la linea e le misure politiche che il Partito doveva applicare per dirigere in modo indipendente ed autonomo la lotta armata. La sessione plenaria approvò il rapporto e le conclusioni del Presidente Mao. Più tardi, nei suoi scritti, e soprattutto in quello intitolato Sulla politica , il Presidente Mao ripetutamente insegnò a tutto il Partito che la politica del fronte unito "non è né una politica di unione ad oltranza senza lotta, né di lotta ad oltranza senza unione, ma una politica che integra unione e lotta" . Il nostro Partito sconfisse l'una dopo l'altra le campagne anticomuniste del Kuomintang e assunse, con fermezza la direzione nel fronte unito nazionale antigiapponese, perché la linea rivoluzionaria del Presidente Mao aveva già ottenuto una posizione predominante in tutto il Partito, e perché avevamo criticato a fondo la linea capitolazionista di destra di Wang Ming, corretto la deviazione di "sinistra" nella lotta contro il Kuomintang, aderito alla giusta politica consistente nello sviluppare le forze progressiste, conquistare le forze intermedie e isolare le forze dei duri a morire e applicato, nella lotta contro i duri a morire anticomunisti, i principi di sfruttare le contraddizioni, conquistare la maggioranza, combattere la minoranza e schiacciare i nemici uno per uno e di lottare per un motivo giusto, per il nostro vantaggio e con misura. Senza aiuto esterno e contando sulle nostre forze, sviluppammo la produzione, superammo le difficoltà, affrontammo il grosso delle forze di aggressione giapponesi in Cina e quasi tutte le truppe fantoccio, e sviluppammo e rafforzammo l'Ottava armata, la Nuova quarta armata, la Colonna partigiana antigiapponese della Cina meridionale e le basi d'appoggio antigiapponesi.
Il compagno Mao Zedong ha attribuito grande importanza all'edificazione ideologica del Partito fin dai primi giorni della sua fondazione. La risoluzione della Riunione di Kutien redatta dal Presidente Mao come anche le sue opere filosofiche, in particolare Sulla pratica e Sulla contraddizione , hanno svolto un ruolo considerevole nell'educazione ideologica di tutto il Partito. All'inizio degli anni quaranta, quando la Guerra di resistenza contro il Giappone era nella fase di equilibrio, il Comitato centrale afferrò questa eccellente occasione per lanciare un movimento di rettifica in tutto il Partito, in modo da elevare il livello di assimilazione del Marxismo-Leninismo. Il Presidente Mao pubblicò una serie di scritti sul movimento di rettifica, come Riformiamo il nostro studio, Rettificare lo stile di lavoro del Partito, Contro lo stile stereotipato nel Partito e Discorsi alla conferenza di Yenan sulla letteratura e l'arte , nei quali chiedeva a tutto il Partito di "combattere il soggettivismo per rettificare lo stile del nostro studio, combattere il settarismo per rettificare lo stile dei Partito nelle sue relazioni interne ed esterne e combattere lo stile stereotipato nel Partito per rettificare lo stile dei nostri scritti" . Il Presidente Mao sottolineò: "Sebbene la maggioranza degli appartenenti al nostro Partito e alle nostre file sia pura e onesta, abbiamo bisogno di riordinare seriamente le nostre file, sia dal punto di vista ideologico che organizzativo, perché sotto la nostra direzione il movimento rivoluzionario si sviluppi più efficacemente e sia portato a termine nel minor tempo possibile. E per riordinare le cose sul piano organizzativo, occorre anzitutto riordinare le cose sul piano ideologico, occorre sviluppare la lotta che oppone I'ideologia proletaria all'ideologia non proletaria" .
Il movimento di rettifica di Yenan, diretto di persona dal Presidente Mao, fu un grande e vasto movimento di educazione marxista. Attraverso lo studio delle opere di Marx, Engels, Lenin e Stalin, lo studio delle opere del Presidente Mao, del materialismo dialettico e del materialismo storico, e la denuncia della essenza antimarxista-leninista delle varie linee opportuniste di "sinistra" e di destra, tutto il Partito imparò a fare una netta distinzione tra la linea giusta e quella erronea e tra l'ideologia proletaria e quella non proletaria, ottenendo così risultati notevoli. Nel movimento di rettifica fu applicato il principio di imparare dagli errori passati per evitare quelli futuri e curare la malattia per salvare il paziente . Attraverso la critica e l'autocritica, i quadri di tutto il Partito raggiunsero, sulla base dei principi del Marxismo-Leninismo-Mao �Zedong pensiero, una nuova unità.
Nell'aprile 1945, sotto la direzione della nostra grande guida, il Presidente Mao in persona, si aprì vittoriosamente il VII Congresso nazionale del Partito. A questo congresso il Presidente Mao presentò il rapporto politico intitolato: Sul governo di coalizione , e definì la linea politica del Partito, consistente nel "mobilitare con audacia le masse e accrescere le forze popolari per poter, sotto la direzione del nostro Partito, sconfiggere gli aggressori ed edificare una nuova Cina" . Il VII Congresso nazionale del Partito fu un congresso di vittoria e di unità, che incoraggiò le masse popolari, centinaia di milioni di uomini, nella loro volontà di lotta e la loro fiducia nella vittoria, simili a quelle di Yu Kung che rimosse le montagne. Al momento della vittoria della Guerra di resistenza contro il Giappone, l'esercito guidato dal nostro Partito contava già un milione di uomini, e le zone liberate si estendevano fino ad abbracciare una popolazione di 100 milioni. Le forze rivoluzionarie del popolo cinese non erano mai state così potenti.
La vittoria della Guerra di resistenza contro il Giappone provocò, all'interno e fuori del paese, un drastico mutamento nella situazione e nei rapporti di classe. Con l'aiuto dell'imperialismo americano, Chiang Kai-shek, che non abbandonava mai l'idea di eliminare il Partito comunista, si decise a scatenare una guerra civile controrivoluzionaria. Avremmo osato lottare e conquistare la vittoria? "Costruire un paese di nuova democrazia delle vaste masse popolari guidato dal proletariato? O costruire un paese semicoloniale e semifeudale sotto la dittatura dei grandi proprietari fondiari e della grande borghesia?". Questo era il problema che si poneva a tutto il Partito, tutto l'esercito e il popolo dell'intero paese. Fu in quel momento che Liu Shao-chi presentò la sua linea capitolazionista, affermando che "la Cina è già entrata nella nuova fase della pace e della democrazia". Egli predicava che "la forma principale di lotta della rivoluzione cinese dovrebbe trasformarsi da lotta armata a lotta non armata, a lotta di massa, parlamentare" e che "tutto il lavoro del nostro Partito dovrebbe essere riorganizzato" . Liu Shao-chi voleva che il nostro Partito consegnasse l'esercito e le basi d'appoggio rivoluzionarie a Chiang Kai-shek, cercasse di ottenere alte cariche nel governo reazionario del Kuomintang e "cooperasse alla costruzione del paese" con i reazionari degli U.S.A. e di Chiang Kai-shek. Questa linea era la continuazione delle linee di Chen Tu-hsiu e di Wang Ming, l'eco che aveva trovato in Cina la linea revisionista di Browder, il rinnegato del Partito comunista degli Stati Uniti. Il Presidente Mao si oppose con risolutezza alla linea capitolazionista di Liu Shao-chi. Egli sottolineò acutamente: "Chiang Kai-shek cerca sempre di strappare al popolo ogni briciolo di potere e ogni briciolo di vantaggio conquistato. E noi? La nostra politica consiste nel rispondergli colpo per colpo e nel batterci per ogni palmo di terra." "Le armi del popolo, ogni fucile ed ogni pallottola, devono essere conservate, non devono essere consegnate" . Il Presidente Mao fece anche notare: "Come rispondere 'colpo per colpo', dipende dalla situazione" . Se essi vogliono combattere, noi li annienteremo completamente, e questo significa rispondere colpo per colpo. Se essi vogliono trattare, talvolta, non accettare trattative significa rispondere colpo per colpo; talvolta, accettarle significa ugualmente rispondere colpo per colpo. Alla luce della situazione di quel tempo, il Presidente Mao prese sul piano operativo le disposizioni necessarie per far fallire le offensive delle truppe di Chiang Kai-shek, e si recò di persona a Chungking per le trattative, smascherando il vero volto di Chiang Kai-shek, che pretendeva di volere la pace, ma che in realtà voleva una guerra civile. Riguardo alla paura che ispiravano gli Stati Uniti, malattia piuttosto diffusa in quel tempo. il Presidente Mao avanzò la tesi: Tutti i reazionari sono tigri di carta , mettendo a nudo la natura dell'imperialismo americano e di tutti i reazionari. Dopo che Chiang Kai-shek ebbe scatenato una guerra civile generale, il Presidente Mao lanciò, con un intrepido spirito rivoluzionario e tempestivamente, il grande appello: "Abbattere Chiang Kai-shek e liberare tutta la Cina" , e guidò il popolo di tutto il paese nell'eliminare la guerra controrivoluzionaria con la guerra rivoluzionaria e nel prendere il potere statale con le armi. Il Presidente Mao stabilì che la linea e la politica generale del nostro Partito in questa fase storica consistevano nella rivoluzione di nuova democrazia, condotta dalle vaste masse popolari, sotto la direzione del proletariato, contro l'imperialismo, il feudalesimo e il capitalismo burocratico; definì il principio operativo consistente nel concentrare una forza superiore per distruggere le forze nemiche una alla volta; e stabilì, in funzione dei diversi stadi di sviluppo della rivoluzione nelle diverse parti del paese, una serie di linee di lavoro e di misure politiche specifiche relative alla riforma agraria, al consolidamento e all'edificazione del Partito, all'educazione ideologica e all'edificazione dell'esercito. Il Partito pubblicò le Disposizioni generali sulla legge agraria in Cina, che rispondevano al desiderio dei contadini di tutto il paese, e corresse sia l'errore deviazionista di destra di non osare mobilitare con audacia le masse e di non soddisfare le rivendicazioni dei contadini riguardo alla terra, sia la linea di "sinistra" in apparenza ma di destra in sostanza rappresentata da Liu Shao-chi, linea che, al momento della riforma agraria e del consolidamento del Partito, aveva violato gli interessi dei contadini medi e danneggiato l'industria e il commercio privati, e che sosteneva, fra l'altro, la necessità di rimuovere senza discriminazione, come se fossero degli scogli, un gran numero di quadri del Partito, di stabilire contatti segreti con un piccolo gruppo di persone "degne di fede" invece di mobilitare le masse, di generalizzare, il movimento dappertutto, di picchiare la gente e di lottare contro di essa a piacimento, senza tener conto così della politica del Partito. Sotto la guida del Presidente Mao, e con l'appoggio e l'assistenza del popolo nelle zone liberate e delle vaste masse popolari nelle zone controllate da Chiang Kai-shek, il grande Esercito popolare di Liberazione cinese annientò gli 8.000.000 di uomini delle forze della banda di Chiang Kai-shek armate dall'imperialismo americano, liberò tutto il territorio nazionale ad eccezione della provincia dl Taiwan e di alcune isole marittime, seppellì la dinastia di Chiang Kai-shek e permise la fondazione della Repubblica Popolare Cinese. Il popolo cinese si era levato in piedi!
 

Persistere nel continuare la rivoluzione sotto la dittatura del proletariato
La fondazione della Repubblica Popolare Cinese nel 1949 ha contrassegnato la conclusione in linea di massima della fase della rivoluzione di nuova democrazia e l'inizio della fase della rivoluzione socialista. Già alla seconda sessione plenaria del VII Comitato centrale del Partito convocata alla vigilia della vittoria su scala nazionale, il Presidente Mao indicava esplicitamente che dopo la liberazione di tutto il paese, la principale contraddizione interna sarebbe stata "la contraddizione fra la classe operaia e la borghesia" . Il punto focale della contraddizione consisteva nell'imboccare la via del socialismo o la via del capitalismo, nell'esercitare la dittatura del proletariato o la dittatura della borghesia.
Sia il nome del nostro Partito che la nostra concezione marxista-leninista del mondo dimostrano chiaramente che il programma fondamentale del nostro Partito è di rovesciare completamente la borghesia e tutte le altre classi sfruttatrici, sostituire la dittatura del proletariato alla dittatura della borghesia e far trionfare il socialismo sul capitalismo, e che l'obiettivo finale del Partito è la realizzazione del comunismo. Ventotto anni di eroiche lotte rappresentano solo il primo passo di una lunga marcia di dieci mila li verso l'obiettivo finale. La conquista del potere politico da parte del proletariato non è la fine della rivoluzione, ma l'inizio del secondo passo.
La liberazione del nostro vasto territorio è avvenuta gradualmente. L'Esercito popolare di Liberazione, forte di parecchi milioni di uomini, è una forza di combattimento, e nello stesso tempo una forza di lavoro. Il nostro Partito contò sul proprio esercito per fare la guerra e mobilitare le masse. Insieme con le larghe masse popolari, il nostro esercito applicò con risolutezza la linea e la politica del Partito, distrusse l'apparato statale della dittatura dei grandi proprietari fondiari e della grande borghesia, e instaurò il potere popolare che confiscò tutto il capitale burocratico, ossia l'80 per cento delle imprese industriali moderne, e che fece di queste una serie di imprese statali socialiste. Inoltre, mobilitando con audacia le masse, lanciammo su vasta scala il movimento di riforma agraria, il movimento per la repressione dei controrivoluzionari e il movimento per la resistenza all'aggressione americana e per l'aiuto alla Corea. Nello spazio di tre anni, riuscimmo a rimettere in piedi l'economia nazionale e a rafforzare la dittatura democratica popolare, ossia la dittatura del proletariato.
Nel 1953, una volta respinti i frenetici attacchi della borghesia attraverso il movimento contro i tre mali (corruzione, spreco e burocrazia) e il movimento contro i cinque mali (corruzione dei funzionari, frode fiscale, furto dei beni dello Stato, frode nell'esecuzione dei contratti dello Stato, e furto di informazioni economiche provenienti da fonti governative a scopo di speculazione), il Presidente Mao, ispirandosi alla teoria di Lenin sul periodo di transizione e basandosi sulla nostra pratica, formulò la linea generale del Partito per il periodo di transizione: "Realizzare gradualmente, entro un periodo abbastanza lungo, l'industrializzazione socialista della Cina e la trasformazione socialista dell'agricoltura, dell'artigianato e dell'industria e del commercio capitalisti da parte dello Stato" .
Questa linea generale in sostanza mirava a risolvere il problema della proprietà dei mezzi di produzione, in modo che la proprietà socialista, ossia la proprietà statale e la proprietà collettiva delle masse lavoratrici, divenisse l'unica base economica del nostro paese. Si è trattato di un passo importante per consolidare ulteriormente la dittatura del proletariato. Noi abbiamo affrontato questo problema con fermezza, pur procedendo per gradi. Per l'agricoltura, abbiamo cominciato con i gruppi di mutuo aiuto che contenevano in embrione alcuni elementi di socialismo, poi siamo passati alle cooperative di tipo inferiore a carattere semisocialista, per arrivare infine alle cooperative di tipo superiore a carattere interamente socialista. E per l'industria e il commercio capitalisti, siamo passati prima attraverso le ordinazioni dello Stato alle imprese private per la lavorazione e la fabbricazione delle merci, attraverso l'acquisto e la vendita da parte dello Stato di tutti i loro prodotti, e attraverso l'utilizzazione delle imprese private come commissionari per acquistare e vendere articoli per conto dello Stato, per arrivare in seguito alla formazione di imprese miste statali-private e al pagamento, in conformità della politica di riscatto, di un interesse fisso calcolato sul valore dei beni. Alcune persone che avevano la tendenza a precipitare le cose, non trovavano questo processo pienamente soddisfacente e consideravano troppo lungo il periodo di transizione; esse si auguravano di poter risolvere il problema da un giorno all'altro. Grazie a un lavoro di educazione, questa deviazione di "sinistra" fu superata abbastanza rapidamente.
La rivoluzione socialista è una lotta che mira a seppellire il capitalismo; essa è stata acclamata dal popolo lavoratore di tutto il paese, ma è anche stata oggetto di frenetici sabotaggi da parte di Liu Shao-chi e soci. Peng Teh-huai, Kao Kang, Jao Shu-shih ed altri avevano formato un'alleanza antipartito nel vano tentativo di dividere il Comitato centrale e sovvertire la dittatura del proletariato. Il loro complotto fu sventato in tempo dal Comitato centrale del Partito. Liu Shao-chi si è sempre opposto alla trasformazione socialista. Già nel 1949, all'insaputa del Comitato centrale e violando la risoluzione della seconda sessione plenaria del VII Comitato centrale, egli andava predicando ovunque la teoria secondo la quale "lo sfruttamento è un merito". All'inizio degli anni cinquanta, egli lanciò la parola d'ordine: "Consolidare il sistema di nuova democrazia". Ciò significava "consolidare" e sviluppare le forze capitaliste e imboccare la via del capitalismo invece di fare la rivoluzione socialista. Il Presidente Mao criticò tempestivamente questa parola d'ordine, precisando che si trattava di un errore che aveva il carattere di un programma borghese. Egli pubblicò una serie di brillanti opere, tra cui Sul problema della cooperazione agricola , dove condannò l'errore di destra commesso da Liu Shao-chi e soci con la soppressione massiccia delle cooperative, e criticò le loro pretese teorie sulla "meccanizzazione prima e cooperazione poi" e sulla necessità di sviluppare l'economia dei contadini ricchi. Ciò incoraggiò enormemente l'iniziativa socialista delle larghe masse dei contadini poveri e dei contadini medi dello strato inferiore nel realizzare la cooperazione. In poco più di un anno, a partire dalla seconda metà del 1955, i 500 milioni di contadini del paese imboccarono con gioia la strada maestra del socialismo. Dato che il proletariato aveva occupato la posizione rappresentata dalle vaste zone rurali, la borghesia, sotto il fuoco incrociato degli operai e dei contadini, si trovò isolata e fu costretta ad accettare la trasformazione. Nel 1956, il nostro paese portò a termine, nelle sue linee fondamentali, la trasformazione socialista della proprietà nel campo dell'industria e del commercio capitalisti e dell'artigianato. Invece di subire dei danni, la produzione industriale e agricola si sviluppò nel corso di questo grande cambiamento, e la linea generale del Partito per il periodo di transizione fu coronata da una grande vittoria.
Dopo che la trasformazione socialista della proprietà dei mezzi di produzione fu fondamentalmente completata, la rivoluzione socialista e la dittatura del proletariato in Cina si trovarono davanti un nuovo problema. Qual era la principale contraddizione nel paese? Esistevano ancora le classi, le contraddizioni di classe e la lotta di classe? Quali erano i compiti futuri della rivoluzione cinese? Liu Shao-chi e soci risposero: "In Cina, la questione di chi vincerà, socialismo o capitalismo, è già stata risolta." "La contraddizione fra il proletariato e la borghesia è stata fondamentalmente risolta", e la principale contraddizione nel paese "è la contraddizione tra il sistema socialista avanzato e le forze produttive arretrate della società". Si trattava di una versione della "teoria delle forze produttive" di Bernstein e Kautsky in nuove circostanze, di un mezzo impiegato dalla borghesia nella lotta di classe contro il proletariato. Nel periodo della rivoluzione democratica, Liu Shao-chi e soci affermarono che il proletariato non poteva conquistare il potere politico finché il capitalismo non avesse raggiunto un alto grado di sviluppo; quando iniziò la trasformazione socialista, essi vollero "consolidare il sistema di nuova democrazia"; e dopo il compimento nelle sue linee fondamentali delle tre grandi trasformazioni dell'agricoltura, dell'artigianato, e dell'industria e del commercio capitalisti, essi sfornarono di nuovo tali assurdità, proibendo al proletariato di continuare la rivoluzione. A loro avviso, una volta risolto il problema della proprietà la lotta di classe si era estinta, e occorreva soltanto dedicarsi alla produzione e non al consolidamento del sistema socialista; il sistema socialista era troppo "avanzato" per adattarsi ai bisogni attuali della Cina, era necessario ritornare indietro e sviluppare il capitalismo. Inoltre, all'insaputa del Presidente Mao, Liu Shao-chi e soci introdussero questo ciarpame malefico nella risoluzione dell'VIII Congresso nazionale del Partito nel vano tentativo di imporre all'intero Partito la loro linea mirante ad imboccare la via capitalista.
Già allora, il Presidente Mao sottolineò che gli argomenti introdotti da Liu Shao-chi e soci nella risoluzione dell'VIII Congresso erano erronei, antimarxisti. Poco dopo, il Presidente Mao pubblicava la sua brillante opera Sulla giusta soluzione delle contraddizioni in seno al popolo dove dà, in maniera sistematica e per la prima volta nella storia dello sviluppo del Marxismo-Leninismo, una risposta alla questione concernente le classi, le contraddizioni di classe e la lotta di classe nella società socialista dopo il compimento nelle sue linee fondamentali della trasformazione socialista della proprietà. Egli dice: "In Cina, sebbene la trasformazione socialista, per ciò che concerne la proprietà, sia stata fondamentalmente portata a termine,… esistono ancora residui delle classi rovesciate dei proprietari fondiari e dei compradores , la borghesia esiste ancora e la trasformazione della piccola borghesia è soltanto agli inizi. La lotta di classe non è ancora terminata. La lotta di classe tra il proletariato e la borghesia, la lotta di classe tra le diverse forze politiche, la lotta di classe in campo ideologico tra il proletariato e la borghesia, saranno ancora lunghe e tortuose, e a volte potranno anche divenire molto acute... la questione di chi vincerà, il socialismo o il capitalismo, non è stata ancora veramente definita" . Egli sottolinea: "L'attuale sistema sociale del nostro paese è di gran lunga superiore a quello del passato. Se non fosse così, il vecchio sistema non sarebbe stato rovesciato e sarebbe stato impossibile instaurare il nuovo sistema". E ancora: "Riassumendo, i rapporti di produzione socialisti sono già creati e corrispondono allo sviluppo delle forze produttive, ma sono ancora lontani dall'essere perfetti e questa imperfezione è in contraddizione con lo sviluppo delle forze produttive. Non solo i rapporti di produzione corrispondono allo sviluppo delle forze produttive e nello stesso tempo sono in contraddizione con esse, ma la sovrastruttura corrisponde alla base economica e nello stesso tempo è in contraddizione con essa" . Quindi, "passerà ancora del tempo prima che il nostro sistema socialista sia completamente stabilito e consolidato." "Dobbiamo continuare a risolvere tali contraddizioni tenendo conto delle circostanze concrete. Beninteso, una volta risolte queste contraddizioni, sorgeranno nuovi problemi, e ulteriori sforzi saranno necessari per risolvere le nuove contraddizioni" .
Utilizzando gli invincibili principi del materialismo dialettico e del materialismo storico, il Presidente Mao ha definitivamente confutato le assurdità revisioniste di Liu Shao-chi, ed ha armato il nostro Partito della teoria sulla continuazione della rivoluzione sotto la dittatura del proletariato.
Lo sviluppo della lotta di classe all'interno e fuori del paese ha confermato di continuo, con i fatti, la giustezza della teoria del Presidente Mao sulla continuazione della rivoluzione sotto la dittatura del proletariato. I frenetici attacchi lanciati nel 1957 dagli elementi borghesi di destra, e in particolare il grave avvenimento costituito dalla restaurazione del capitalismo nel paese nativo di Lenin ad opera della cricca rinnegata Krusciov-Brezhnev dopo il XX Congresso del PCUS, sono stati per noi una lezione molto seria: la rivoluzione socialista solo nel campo della proprietà dei mezzi di produzione non è sufficiente per consolidare il sistema socialista, se non è condotta in modo conseguente anche nel campo politico e ideologico. Basta guardare la storia del capitalismo, la sua nascita, il suo sviluppo e il suo declino, per comprendere che neanche il sistema capitalista è stato instaurato di colpo. Poiché la rivoluzione proletaria si propone di eliminare definitivamente tutte le classi sfruttatrici , è naturale che in essa la lotta di classe sia più accanita e più tortuosa che nelle rivoluzioni del passato, le quali si limitavano a sostituire un sistema di sfruttamento con un altro. Approfittando della mancanza di previsione del proletariato nell'Unione Sovietica e nel mondo, la cricca rinnegata Krusciov-Brezhnev ha restaurato la dittatura della borghesia. Questo è un male, ma un male può trasformarsi in un bene. Esso ha educato il popolo sovietico e il proletariato di tutto il mondo. Nello sviluppo della storia, la restaurazione della borghesia nell'Unione Sovietica non è che un fenomeno temporaneo. Il proletariato e la popolazione delle diverse nazionalità dell'Unione Sovietica riporteranno certamente la vittoria sulla cricca Krusciov-Brezhnev, ristabiliranno la dittatura del proletariato, e continueranno ad avanzare sulla via della Rivoluzione d'Ottobre tracciata da Lenin e Stalin. Il socialismo trionferà in tutto il mondo: questa è una legge obiettiva, indipendente dalla volontà dell'uomo.
La lotta condotta nel 1957 contro gli elementi borghesi di destra fu una grande lotta tra il proletariato e la borghesia cinesi in campo politico e ideologico. Si ebbe, su scala nazionale, una aperta e libera espressione di opinioni sotto forma di Dazibao e di grandi dibattiti. Al centro di questi dibattiti c'erano soprattutto le seguenti importanti questioni: se era corretto il nostro lavoro di rivoluzione e d'edificazione, se si doveva imboccare la via del socialismo, se erano necessari la direzione del Partito comunista, la dittatura del proletariato e il sistema del centralismo democratico, e se era giusta la politica estera del nostro paese. Per mezzo di questi grandi dibattiti, le larghe masse furono in grado di stabilire una distinzione tra il nemico e noi, tra il giusto e l'errato; furono isolati gli elementi borghesi di destra e furono confutate le assurdità revisioniste di Liu Shao-chi. Il morale del proletariato si elevò considerevolmente e fu rintuzzata l'arroganza della borghesia; ciò permise di incoraggiare al massimo l'entusiasmo di tutto il popolo per il socialismo, e di dare un grande impulso alla causa della rivoluzione e dell'edificazione socialiste del nostro paese. Nel 1958, il Presidente Mao formulò la linea generale consistente nell'edificare il socialismo secondo il principio di adoperare appieno tutte le energie, di mirare in alto e di quantità, rapidità, qualità ed economia . Il Presidente Mao elaborò questa linea generale sulla base di ripetute inchieste e ricerche, facendo il bilancio dell'esperienza acquisita dal nostro Partito nell'edificazione delle basi d'appoggio rivoluzionarie e nella realizzazione del primo piano quinquennale per lo sviluppo dell'economia nazionale, traendo lezioni dalla restaurazione del capitalismo da parte di Krusciov, criticando e ripudiando la linea revisionista di Liu Shao-chi e soci. Questa linea generale pone la politica proletaria al posto di comando e mette l'accento sulla combinazione della direzione del Partito con le larghe masse popolari; essa costituisce un nuovo sviluppo della linea di massa del Partito. Questa linea generale stabilisce che occorre prendere l'agricoltura come base e l'industria come fattore guida, e avanza una serie di principi detti "camminare sulle due gambe", come: valorizzare l'iniziativa delle autorità sia centrali che locali, sfruttare appieno l'industria delle zone costiere e accelerare la costruzione dell'industria delle zone interne, sviluppare contemporaneamente l'industria e l'agricoltura, l'industria leggera e quella pesante, usare nello stesso tempo i metodi indigeni e moderni, e costruire simultaneamente imprese di grandi, medie e piccole proporzioni. Alla luce di questa linea generale, il nostro popolo creò per le zone rurali la forma di organizzazione della comune popolare. La nostra produzione industriale e agricola conobbe in tutto il paese una situazione dinamica di grande balzo in avanti. Questa fu una grande vittoria della linea generale del Partito.
Di fronte all'eccellente situazione della rivoluzione e dell'edificazione in rapido sviluppo, Liu Shao-chi e soci cambiarono tattica. Essi si opposero, dapprima dall'estrema "sinistra", alla giusta tesi del Presidente Mao secondo la quale la comune popolare rurale è un sistema di proprietà collettiva socialista, negarono la legge del valore e la produzione delle merci e sabotarono il movimento rivoluzionario di massa. Il Presidente Mao criticò tempestivamente i loro errori, proteggendo l'entusiasmo rivoluzionario delle larghe masse e adottò misure concrete per orientare il movimento di massa verso la strada giusta. All'ottava sessione plenaria dell'VIII Comitato centrale del Partito convocata nell'agosto 1959, Peng Teh-huai si fece avanti attaccando perfidamente, questa volta da destra, la linea generale del Partito; egli si oppose con violenza al grande balzo in avanti, alla comune popolare e al movimento rivoluzionario di massa. In seguito, anche Liu Shao-chi sferrò ripetuti attacchi da destra contro la linea generale del Partito. Insieme con i loro seguaci fecero l'impossibile per esagerare le temporanee difficoltà economiche causate da tre anni di calamità naturali, oltre che dalla rottura dei contratti e dal ritiro degli esperti da parte della cricca rinnegata revisionista sovietica. Essi non volevano riconoscere che il popolo dell'intero paese, sotto la guida del Presidente Mao e aderendo alla linea generale del Partito, era capace di sormontare le difficoltà, e che aveva già ottenuto i primi successi. Essi portarono avanti e applicarono apertamente una linea revisionista controrivoluzionaria sia sul piano interno che esterno, cioè i San Zi Yi Ba o (sviluppo dei mercati liberi, estensione degli appezzamenti individuali, moltiplicazione delle piccole imprese interamente responsabili dei propri profitti e delle proprie perdite, e fissazione della quota di produzione agricola sulla base della famiglia), e i San Ho Yi Shao (liquidazione della lotta contro l'imperialismo, il revisionismo e i reazionari, e riduzione dell'aiuto e dell'appoggio alla rivoluzione mondiale). Si opposero così alla bandiera rossa, non inalberando più la "bandiera rossa", ma la bandiera bianca.
Il fatto che la cricca rinnegata di Liu Shao-chi si mostrasse così violenta non era un segno di forza, ma del panico in cui l'aveva gettata l'approfondirsi della rivoluzione proletaria. L'esperienza storica ha provato che le attività dei controrivoluzionari all'interno del paese e degli opportunisti in seno al Partito non solo hanno sempre il carattere di una lotta politica, ma sono invariabilmente coordinate con le attività della reazione internazionale. Liu Shao-chi e soci credettero che la furiosa campagna anticinese lanciata dall'imperialismo americano, dal revisionismo sovietico e dai reazionari indiani offrisse loro una buona occasione per restaurare il capitalismo. Ma i fatti mostrarono esattamente il contrario. Il proletariato e le larghe masse popolari cinesi non hanno mai temuto le difficoltà. Il blocco, l'embargo, le aggressioni armate e le sovversioni interne da parte dell'imperialismo, del revisionismo e della reazione non hanno potuto torcere nemmeno un capello al popolo cinese; al contrario, ci hanno spinto a continuare ad agire in modo indipendente e autonomo, a contare sulle nostre forze e a lottare con tenacia per trasformare la società con un entusiasmo rivoluzionario che ha del sublime. Non fu il popolo cinese ad essere isolato, ma l'imperialismo, il revisionismo e la reazione, inclusi i loro lacchè, Liu Shao-chi e la sua banda.
La decima sessione plenaria dell'VIII Comitato centrale tenutasi nel settembre 1962 ebbe un grande significato storico. Essa mostrava che il proletariato e il popolo lavoratore della Cina, sotto la guida del Partito Comunista Cinese, avevano lanciato una nuova offensiva contro la borghesia. A questa sessione plenaria, il Presidente Mao lanciò a tutto il Partito, a tutto l'esercito e al popolo di tutte le nazionalità del paese il grande appello: "Non dimenticare mai la lotta di classe" , fece il bilancio dell'esperienza acquisita dal nostro paese e dal movimento comunista internazionale, e formulò in modo ancora più completo la linea fondamentale del Partito per l'intera fase storica del socialismo, linea che è ora inclusa nello Statuto del nostro Partito. Il Presidente Mao ha sottolineato ancora: "Per rovesciare un potere politico è sempre necessario anzitutto creare l'opinione pubblica e lavorare nel campo ideologico. Ciò è vero per una classe rivoluzionaria come per una classe controrivoluzionaria" . Dopo la decima sessione plenaria, il Presidente Mao scrisse il famoso articolo Da dove provengono !e idee giuste? , in cui critica l'idealismo e la metafisica borghesi di Liu Shao-chi. Sotto la direzione del compagno Lin Piao, furono completate e pubblicate le Citazioni dalle Opere del Presidente Mao Zedong , e ciò dette un ampio sviluppo al movimento di massa per lo studio e l'applicazione vivi del pensiero del �Maotsetungpensiero. Rispondendo all'appello del Presidente Mao, il nostro Partito lanciò un'offensiva nei diversi settori del campo ideologico - l'opera di Pechino, il balletto e la musica sinfonica - da lungo tempo sotto il controllo del quartier generale borghese di Liu Shao-chi fu così che cominciarono ad apparire sulle scene le eroiche figure degli operai, dei contadini e dei soldati. Nel frattempo, il Partito lanciò in tutto il paese un movimento di educazione socialista. Nel corso di questo movimento, la cricca rinnegata di Liu Shao-chi, servendosi del potere da essa usurpato, lanciò una frenetica controffensiva contro il proletariato e si oppose al principio indicato esplicitamente dal Presidente Mao: "II bersaglio principale di questo movimento sono i responsabili del Partito avviatisi sulla via capitalista" . Essa colpì i quadri e le masse e protesse un pugno di responsabili avviatisi sulla via capitalista, ricorrendo a mezzi di "sinistra" in apparenza ma di destra in sostanza; attaccò apertamente il metodo scientifico marxista sostenuto dal Presidente Mao che consiste nel condurre inchieste e ricerche sulle condizioni sociali, definendolo un metodo "antiquato"; si oppose al movimento di massa per lo studio e l'applicazione vivi del pensiero di Mao, alla rivoluzione nel campo della letteratura e dell'arte, e alla critica contro la borghesia. Nel novembre del 1965, il Presidente Mao iniziò la critica a La destituzione dalla carica di Hai Jui , in opposizione alla quale nel 1966 Liu Shao-chi e soci sfornarono le "tesi di febbraio". I flussi e i riflussi della lotta rivelarono ancora più chiaramente che Liu Shao-chi era il rappresentante generale dei responsabili avviatisi sulla via capitalista all'interno del paese, che era il Krusciov cinese. La Circolare del 16 maggio 1966, elaborata sotto la direzione del Presidente Mao, chiamò tutto il Partito a guardarsi dalle "persone tipo Krusciov" che "si annidano tra noi" . Il Gruppo del Comitato centrale per la Rivoluzione culturale, creato in virtù di questa Circolare , applicò risolutamente la linea rivoluzionaria proletaria del Presidente Mao nel corso della Grande rivoluzione culturale proletaria. All'undicesima sessione plenaria dell'VIII Comitato centrale del Partito nell'agosto 1966, il Presidente Mao presiedette all'adozione della Decisione sulla Grande rivoluzione culturale proletaria e rese pubblico il suo Dazibao intitolato Fuoco sul quartier generale , mettendo così ufficialmente allo scoperto la linea revisionista di Liu Shao-chi, e dando un nuovo slancio alla Grande rivoluzione culturale proletaria.
La Grande rivoluzione culturale proletaria iniziata e diretta di persona dal Presidente Mao col coraggio di un grande rivoluzionario proletario, e alla quale partecipano centinaia di milioni di rivoluzionari, è "una grande rivoluzione politica fatta dal proletariato contro la borghesia e tutte le altre classi sfruttatrici, è la continuazione della lunga lotta, condotta dal Partito Comunista Cinese e dalle larghe masse popolari rivoluzionarie da esso dirette contro i reazionari del Kuomintang, è la continuazione della lotta di classe tra il proletariato e la borghesia". Si può anche chiamarla la seconda rivoluzione cinese. Molti nostri compagni, all'inizio, compresero molto male questa Grande rivoluzione culturale proletaria. Quando le masse si sollevarono e si divisero in due gruppi, e si ebbero perfino scontri violenti, sembrò per un certo tempo che regnasse dappertutto il caos. Alcuni si chiedevano: poiché un pugno di uomini, ossia Liu Shao-chi e soci, avevano usurpato una parte del potere della dittatura del proletariato, sarebbe bastato che il Presidente Mao ordinasse di destituirli dalle loro cariche; perché allora ricorrere a un tale metodo? La pratica ha dimostrato che il metodo della destituzione, usato in molte occasioni, non poteva risolvere il problema. Questa rivoluzione non mirava solo a destituire qualcuno dalla carica; essa era una grande rivoluzione condotta nel campo della sovrastruttura. Liu Shao-chi aveva non solo una linea politica revisionista, ma anche una linea organizzativa al servizio della sua linea politica. In molte nostre unità, la direzione non era nelle mani dei marxisti e delle larghe masse degli operai e dei contadini. Solo mobilitando le larghe masse in modo aperto e completo, dal basso in alto, per denunciare il nostro lato tenebroso, è stato possibile estirpare la cricca rinnegata di Liu Shao-chi, temprare le masse a centinaia di milioni di uomini nella lotta di classe, educarle nella lotta contro il revisionismo e far sì che acquisissero l'esperienza della ripresa di quella parte del potere usurpata da un pugno di responsabili del Partito avviatisi sulla via capitalista. Quanto al problema del caos, esso fu dovuto innanzitutto all'esistenza dei controrivoluzionari, e poi a quella dei responsabili del Partito avviatisi sulla via capitalista. Gli uni e gli altri, inalberando bandiere di ogni tipo, si abbandonarono al sabotaggio e provocarono disordini. Tuttavia, essi poterono ingannare un certo numero di persone solo per un breve periodo. Le larghe masse, portando con sé le Citazioni dalle Opere del Presidente Mao Zedong , parteciparono ai dibattiti e impararono gradualmente a distinguere i buoni dai cattivi, la linea rivoluzionaria proletaria da quella reazionaria borghese, e ad applicare in modo giusto la linea rivoluzionaria proletaria e la politica proletaria del Presidente Mao. In tal modo, tutto il paese si trasformò in una grande scuola per lo studio e l'applicazione vivi del pensiero di �Mao, e le larghe masse impararono nella grande tempesta della lotta ciò che non avrebbero potuto imparare in tempi normali. Perciò, tale caos finì col gettare nel disordine il nemico e col temprare le masse. L'Esercito popolare di Liberazione cinese, partecipando al lavoro dei "Tre appoggi e due militari" (cioè appoggio alle larghe masse della sinistra, appoggio all'industria, appoggio all'agricoltura, controllo militare, addestramento militare e politico), compì nuove gesta nell'interesse del popolo. Sin dal giorno della sua fondazione, il nostro Esercito popolare di Liberazione è stato una forza di combattimento, e al tempo stesso una forza di lavoro e una forza di produzione; esso ha inoltre un'esperienza di oltre 40 anni nel lavoro di massa. Per questo, i nostri combattenti hanno potuto rapidamente integrarsi con le masse e promuovere uno sviluppo relativamente rapido della Grande rivoluzione culturale proletaria nelle varie località, il che ha permesso al nostro esercito di temprarsi nelle nuove condizioni. Nati nella tempesta della lotta di classe, i comitati rivoluzionari ad ogni livello costituiscono una doppia "triplice unione", quella dei rappresentanti dell'esercito, dei quadri e delle masse, quella delle persone anziane, delle persone di media età e dei giovani. Tra i membri dei comitati di Partito a ogni livello, eletti dopo il consolidamento del Partito, vi sono non solo rivoluzionari proletari della vecchia generazione, ma anche membri della media e della giovane generazione. Ciò ha creato le condizioni favorevoli per la formazione di milioni di successori della causa rivoluzionaria del proletariato, e ha reso il nostro Partito e il nostro paese ancora più dinamici. Come ha detto il Presidente Mao: "Questa Grande rivoluzione culturale proletaria è assolutamente necessaria e quanto mai opportuna per consolidare la dittatura del proletariato, prevenire la restaurazione del capitalismo ed edificare il socialismo". Il IX Congresso nazionale del Partito fu convocato nell'aprile 1969 sotto la direzione del Presidente Mao in persona, nel momento in cui la Grande rivoluzione culturale proletaria riportava la grande vittoria. Il congresso approvò il rapporto politico del Vicepresidente Lin e lo Statuto del Partito Comunista Cinese , ed elesse il nuovo Comitato centrale con il Presidente Mao come capo e con il Vicepresidente Lin come vice capo. Nel suo rapporto politico il Vicepresidente Lin illustra in maniera sistematica la teoria del Presidente Mao sulla continuazione della rivoluzione sotto la dittatura del proletariato e fa il bilancio dell'esperienza fondamentale della Grande rivoluzione culturale proletaria. Per tale ragione, in questo nostro articolo non ci soffermeremo sui dettagli della Grande rivoluzione culturale proletaria.
Dal IX Congresso nazionale del Partito, lo sviluppo della lotta di classe all'interno e fuori del paese ha provato che la linea del IX Congresso è completamente giusta. I compiti e i principi stabiliti dalla prima e la seconda sessione plenaria del IX Comitato centrale del Partito sono anch'essi completamente giusti. Benché siano state ottenute grandiose vittorie in questa Grande rivoluzione culturale proletaria, i compiti della lotta-critica-trasformazione sui diversi fronti, soprattutto nella sovrastruttura, inclusi i vari settori della cultura, sono ancora molto ardui. Noi dobbiamo condurre ancora una lunga lotta per portare a termine il compito di consolidare ulteriormente la dittatura del proletariato sul piano politico, ideologico, economico e organizzativo. Il Presidente Mao ci ha insegnato a non credere che dopo una o due, tre o quattro grandi rivoluzioni culturali tutto andrà bene. In effetti la società socialista comprende una fase storica assai lunga. In questa fase storica, esistono sempre le classi, le contraddizioni di classe e la lotta di classe, esiste la lotta tra le due vie, il socialismo e il capitalismo, esiste il pericolo della restaurazione del capitalismo ed esiste la minaccia di sovversione e di aggressione da parte dell'imperialismo e del socialimperialismo. Queste contraddizioni possono essere risolte soltanto per mezzo della teoria marxista sulla continuazione della rivoluzione e per mezzo della pratica guidata da questa teoria. Tutto il nostro Partito deve tenere a mente gli insegnamenti del Presidente Mao e rendersi conto del carattere prolungato e complesso di questa lotta. Dobbiamo portare a termine risolutamente i vari compiti di lotta stabiliti dal IX Congresso nazionale del Partito e dalla prima e la seconda sessione plenaria del IX Comitato centrale, e persistere nella continuazione della rivoluzione sotto la dittatura del proletariato, per conquistare vittorie ancora più grandi.
 

L'importante è saper studiare
Un esame del cammino di lotta che il nostro Partito ha percorso negli ultimi 50 anni conferma questa verità: quando il Partito si allontana dalla direzione del Presidente Mao va contro il pensiero di Mao e la linea del Presidente Mao, esso subisce rovesci e sconfitte; quando segue da vicino il Presidente Mao, agisce in conformità del pensiero di �Mao e applica la linea del Presidente Mao, esso avanza e riporta la vittoria. Le opere del compagno Mao Zedong sono la più completa ricapitolazione della teoria seguita dal Partito Comunista Cinese nel guidare la rivoluzione e l'edificazione, e della pratica che ne è derivata. Sintetizzando l'esperienza storica del nostro Partito, il compagno Mao Zedong ha detto nel 1939: "Riassumere l'esperienza degli ultimi 18 anni e la nuova esperienza del presente sulla base della nostra comprensione dell'unione della teoria marxista-leninista con la pratica della rivoluzione cinese, e diffondere queste esperienze in tutto il Partito in modo che esso diventi forte come l'acciaio ed eviti gli errori del passato: questo è il nostro compito" .
Nella sintesi dell'esperienza storica del nostro Partito compiuta dal Presidente Mao, quali sono i punti a cui oggi l'intero Partito deve prestare una particolare attenzione, e che devono essere studiati?
1. È necessario attenersi al "principio ideologico seguito con coerenza dal nostro Partito" , ossia l'integrazione della verità universale del Marxismo-Leninismo con la pratica concreta della rivoluzione cinese.
La storia del nostro Partito ci dimostra: nel corso della grande pratica costituita dalla direzione della rivoluzione cinese, il Presidente Mao si è sempre attenuto alla concezione del mondo del materialismo dialettico e del materialismo storico e ha perseverato nell'utilizzare la posizione, il punto di vista e i metodi del Marxismo-Leninismo per fare le inchieste e le ricerche minuziose sulle condizioni politiche ed economiche delle varie classi nella società cinese e sulle loro relazioni reciproche, analizzare in modo concreto la situazione dei nostri nemici, dei nostri amici e di noi stessi, ricapitolare in modo scientifico le esperienze storiche positive e negative, e formulare giustamente la linea e la politica del Partito; egli ha così ereditato, difeso e sviluppato il Marxismo-Leninismo e guidato tutto il Partito, tutto l'esercito e il popolo dell'intero paese nella loro marcia vittoriosa. La separazione tra la teoria e la pratica e la rottura tra il soggettivo e l'oggettivo sono invece le caratteristiche ideologiche di Chen Tu-hsiu, Wang Ming, Liu Shao-chi e di altri falsi marxisti. Partendo dalla loro concezione del mondo idealista e metafisica, essi hanno combattuto ed alterato il materialismo dialettico e il materialismo storico, e si sono opposti alle inchieste e alle ricerche, all'analisi di classe e all'unione tra la teoria e la pratica, ora da destra ora da "sinistra". Tuttavia, parlavano di Marxismo-Leninismo, si atteggiavano perfino a teorici del Marxismo, per intimidire e ingannare i quadri operai e contadini e i giovani senza esperienza; essi non hanno mai avuto l'intenzione di agire in conformità del Marxismo, ma sono sempre stati antimarxisti. Le loro parole e le loro azioni andavano inevitabilmente contro le leggi obiettive dello Sviluppo sociale, contro le aspirazioni delle masse popolari e contro la linea rivoluzionaria del Presidente Mao che riflette giustamente le leggi obiettive e le aspirazioni del popolo, pertanto nella pratica rivoluzionaria essi hanno inevitabilmente fallito. Se alcuni nostri compagni, per un certo tempo, non hanno potuto distinguere la linea giusta da quella errata, la causa soggettiva di questo risiede nel fatto che essi non hanno studiato le opere marxiste-leniniste, oppure, pur avendole studiato un po', non sono riusciti ad applicare il principio ideologico fondamentale menzionato sopra, sul quale il compagno Mao Zedong ha insistito a più riprese, per osservare e risolvere i problemi, per rimodellare il loro mondo soggettivo nel processo della trasformazione del mondo oggettivo. Questa è una grande lezione storica che tutti i membri del Partito comunista, vecchi e nuovi, devono sempre tenere a mente.
Nel momento attuale, seguendo la direttiva del Presidente Mao, "Leggere e studiare seriamente per assimilare il Marxismo" , tutti i compagni del nostro Partito, soprattutto i quadri superiori, studiano coscienziosamente le opere di Marx, Engels, Lenin e Stalin, le opere del Presidente Mao, l'esperienza storica accumulata dal nostro Partito negli ultimi 50 anni come anche la nuova esperienza di oggi. L'integrazione del movimento di studio dei quadri con quello delle larghe masse ha dato e continuerà a dare risultati positivi; e noi dobbiamo per lungo tempo perseverare in questo senso. Nella lettura e nello studio, dobbiamo attenerci al principio di integrare la teoria con la pratica. Bisogna leggere e studiare avendo di fronte i problemi da risolvere, avendo di fronte i problemi sorti nei tre grandi movimenti rivoluzionari, costituiti dalla lotta di classe, la lotta per la produzione e la sperimentazione scientifica, e quelli posti dalla rivoluzione cinese e dalla rivoluzione mondiale. Ciò significa integrare la lettura con le inchieste e le ricerche e con la sintesi dell'esperienza, legare lo studio dell'esperienza storica alla lotta del momento e la critica dell'opportunismo nella storia alla critica del revisionismo moderno. Dopo la liberazione, il Presidente Mao ha diretto tutto il Partito nelle campagne di critica contro La vita di Wu Hsim , contro l'ideologia borghese che si rifletteva nello studio su Il sogno della. camera rossa , contro Hu Shih, contro la cricca controrivoluzionaria di Hu Feng, contro gli elementi borghesi di destra, e infine contro la cricca rinnegata di Liu Shao-chi; queste campagne hanno contribuito grandemente all'educazione di tutto il Partito, tutto l'esercito e il popolo dell'intero paese. La critica condotta dal Partito sotto la direzione del Presidente Mao contro il revisionismo moderno con al centro la cricca rinnegata revisionista sovietica, come anche la grande polemica a proposito della linea generale del movimento comunista internazionale sono state, in modo particolare, una educazione marxista-leninista estremamente approfondita e viva per tutto il Partito. La lotta tra il Marxismo-Leninismo e il revisionismo moderno è una lotta di principio tra le due linee in seno al movimento comunista internazionale. Krusciov, Brezhnev e soci sono dei rinnegati della rivoluzione proletaria, dei socialimperialisti forsennati della nostra epoca, un distaccamento d'avanguardia anticinese, anticomunista e antipopolare sul piano mondiale. Continuare a smascherare e criticare il revisionismo moderno con al centro il revisionismo sovietico, e condurre questa lotta fino in fondo, è un dovere internazionalista, da cui il nostro Partito non può prescindere. I compagni dell'intero Partito devono integrare lo studio del Marxismo-Leninismo con la critica del revisionismo moderno esistente all'interno del paese e all'estero, imparare a distinguere il vero Marxismo da quello falso e assimilare realmente il Marxismo nel corso della lotta.
2. Bisogna condurre in modo giusto la lotta in seno al Partito. Fare una giusta distinzione tra i due tipi di contraddizioni di diverso carattere - quelle tra il nemico e noi e quelle in seno al popolo - e risolverle correttamente; questa è la garanzia fondamentale che permette al Partito di rafforzare la sua unità sulla base dei principi del Marxismo-Leninismo-pensiero di Mao e di guidare il proletariato e le masse rivoluzionarie in una lotta vittoriosa contro il nemico.
È necessario smascherare completamente il ristretto numero di cospiratori e di arrivisti borghesi, di rinnegati e di agenti segreti che si sono infiltrati nel Partito, come anche i traditori che sono in connivenza con i paesi stranieri. Gli elementi malvagi cercano costantemente di camuffarsi e ricorrono alla cospirazione e al doppio gioco. Ma poiché s'impegnano in cattive azioni, essi non possono non scoprirsi. Per esempio, Liu Shao-chi, questo rinnegato, agente del nemico e traditore della classe operaia che si è nascosto nel Partito per decenni, è stato alla fine smascherato; quanto a Wang Ming, è fuggito all'estero ed è diventato infine un traditore della patria e un agente segreto "al cento per cento".
Nei riguardi dei compagni del Partito che hanno commesso errori, bisogna adottare un altro principio, il principio detto "unità - critica - unità" , il principio di "imparare dagli errori passati per evitare quelli futuri e curare la malattia per salvare il paziente", in modo da raggiungere un doppio obiettivo: chiarire le idee e unire i compagni. Illustrando questo principio, il Presidente Mao ha detto: "Gli errori del passato devono essere denunciati senza risparmiare la sensibilità di nessuno; è necessario analizzare e criticare in modo scientifico tutti gli aspetti negativi del passato, al fine di compiere meglio e con maggiore accuratezza il lavoro futuro. Questo intendiamo per 'imparare dagli errori passati per evitare quelli futuri'. Ma quando denunciamo gli errori e critichiamo i difetti, il nostro scopo è identico a quello del medico che cura una malattia: salvare il paziente e non farlo morire" . Durante la Grande rivoluzione culturale proletaria, il Presidente Mao ha ancora una volta sottolineato questo principio, dicendo: "A parte quegli elementi antipartito e antisocialisti che rifiutano ostinatamente di correggersi nonostante i ripetuti sforzi per educarli, si deve permettere alla gente di correggere i propri errori e incoraggiarla a riscattarsi" . Questo giusto principio del compagno Mao Zedong per risolvere le contraddizioni in seno al Partito si distingue sia dalla teoria opportunista di destra sulla "pace all'interno del Partito" che nega le contraddizioni e confonde il giusto con l'errato, sia dalla teoria opportunista di "sinistra" di "lottare ad oltranza e colpire senza pietà". Dobbiamo studiare l'esperienza storica della lotta condotta in seno al Partito nelle diverse condizioni storiche, in modo che il nostro Partito possa svolgere ancor meglio il suo ruolo dirigente come avanguardia del proletariato.
3. Bisogna guardarsi dall'arroganza. Questo punto è di particolare importanza per un Partito che ha ottenuto grandi vittorie, un Partito che detiene il potere e dirige il popolo di tutte le nazionalità del paese nella rivoluzione e l'edificazione socialiste, un Partito che assume un grande obbligo internazionalista nei confronti del proletariato, dei popoli e le nazioni oppresse del mondo.
Il compagno Mao Zedong ha sottolineato: "A più riprese nella storia del nostro Partito si è manifestata una grande presunzione, e noi ne abbiamo subito le conseguenze. La prima volta fu nella prima metà del 1927. Allora l'Esercito della Spedizione del nord era arrivato a Wuhan, e alcuni compagni s'inorgoglirono, si sentirono onnipotenti, e dimenticarono che il Kuomintang ci avrebbe attaccati. Il risultato di ciò fu la linea sbagliata di Chen Tu-hsiu che portò la rivoluzione alla sconfitta. La seconda volta fu nel 1930. L'Esercito rosso, approfittando della guerra condotta su vasta scala da Chiang Kaishek contro Feng Yu-hsiang e Yen Hsi-shan, riportò alcune vittorie, e di nuovo alcuni compagni s'inorgoglirono e si ritennero onnipotenti. Il risultato di ciò fu la linea sbagliata di Li Li-san, che a sua volta causò alle forze della rivoluzione alcune perdite. La terza volta fu nel 1931. L'Esercito rosso aveva spezzato la terza campagna di 'accerchiamento e annientamento' del Kuomintang e, immediatamente dopo, di fronte all'offensiva giapponese, il popolo di tutto il paese aveva lanciato il potente movimento di resistenza al Giappone; allora, di nuovo, alcuni compagni s'inorgoglirono e si ritennero onnipotenti. Il risultato fu l'apparizione di una linea erronea ancora più grave che portò alla distruzione del 90 per cento circa delle forze rivoluzionarie costituite con tanta fatica. La quarta volta fu nel 1938. Era iniziata la guerra di resistenza ed era stato creato il fronte unito; di nuovo, alcuni compagni s'inorgoglirono e si ritennero onnipotenti, per cui commisero errori che hanno una certa somiglianza con la linea di Chen Tu-hsiu. Questa volta ancora, il lavoro rivoluzionario subì enormi danni in quelle località dove maggiore era l'influenza delle loro idee errate. I compagni di tutto il Partito devono trarre insegnamento da questi ripetuti casi di presunzione, da questi ripetuti errori." "Nei momenti di successo, che non commettano di nuovo l'errore di diventare presuntuosi".
"Con la modestia si fanno progressi, con la presunzione si rimane indietro. Dobbiamo sempre tener presente questa verità."
4. Dobbiamo seguire la "teoria dei due punti" e non la "teoria di un solo punto”. Quando seguiamo una tendenza principale, dobbiamo nello stesso tempo prestare attenzione all'altra tendenza che potrebbe dissimularsi. Dobbiamo vedere chiaramente la corrente principale e dedicarvi i nostri sforzi, e al tempo stesso risolvere ad uno ad uno i problemi posti dalla corrente non principale. Dobbiamo vedere sia gli aspetti positivi che quelli negativi delle cose. Dobbiamo esaminare i problemi che sono già sorti, prevedere anche quelli che potrebbero sorgere e che non abbiamo ancora scorto.
Nel periodo della rivoluzione democratica, quando il nostro Partito formava un fronte unito con la borghesia e l'alleanza era diventata la tendenza principale, il compagno Mao Zedong badò ad opporsi alla tendenza di destra caratterizzata dall'“unione ad oltranza senza lotta”. Quando l'alleanza tra il nostro Partito e la borghesia fu rotta e la lotta armata diventò la forma principale della rivoluzione, il compagno Mao Zedong badò ad opporsi alla tendenza di "sinistra" caratterizzata dalla "lotta ad oltranza senza unione". Alla vigilia della vittoria della Guerra popolare di liberazione in tutto il paese, il Presidente Mao previde: "Possono esserci comunisti che, pur non essendo stati vinti dai nemici armati e avendo anzi meritato il nome di eroi per aver affrontato questi nemici, non sono tuttavia capaci di resistere alle pallottole ricoperte di zucchero; essi cadranno sotto questi colpi" . Il Presidente Mao lanciò questo appello a tutto il Partito: "Bisogna aiutare i compagni perché nel loro stile di lavoro restino modesti e avveduti e non siano arroganti e precipitosi. Bisogna aiutare i compagni a conservare il loro stile di vita fatto di semplicità e ardua lotta" .
Nel periodo della rivoluzione socialista, ogni volta che abbiamo lanciato attacchi contro la borghesia e che la vittoria è diventata la tendenza principale, il Presidente Mao ha riaffermato tutta una serie di misure politiche proletarie, ricordandoci di rimanere prudenti, allargare la sfera dell'educazione e ridurre la sfera degli attacchi, unire tutte le forze suscettibili di essere unite, e prevenire e superare la tendenza di "sinistra" contraria alla nostra politica. Ma quando la borghesia ha lanciato attacchi contro di noi, o quando il nostro Partito ha incontrato, temporaneamente, delle difficoltà nella sua avanzata, oppure quando esso ha consacrato tutti i suoi sforzi alla correzione di certi difetti ed errori nel nostro lavoro, il Presidente Mao ci ha chiesto invariabilmente di essere risoluti, di attenerci alla direzione del proletariato, di distinguere la corrente principale da quella secondaria, di non considerare tutto positivo o tutto negativo, di stare in guardia dal sabotaggio e i contrattacchi dei nemici dichiarati o nascosti, di combattere e superare la tendenza di destra che si allontana dalla via socialista. In ogni momento cruciale della storia, quando una certa tendenza si è sviluppata a tal punto da danneggiare la causa del Partito, il Presidente Mao, dando prova dell'intrepido spirito rivoluzionario proletario di chi osa andare contro corrente, ha sempre mantenuto con mano sicura l'orientamento giusto.
5. Bisogna attenersi alla linea di massa. Contare sulle masse, aver fiducia in esse, mobilitarle appieno, "dalle masse, alle masse" , "raccogliere le idee delle masse, concentrarle, quindi portarle di nuovo alle masse perché queste idee siano applicate con fermezza fino in fondo" , tale è la linea fondamentale del nostro Partito in ogni lavoro. Noi aderiamo fermamente al principio di agire in modo indipendente e autonomo, e contare sulle proprie forze , perché siamo convinti che "il popolo, e solo il popolo, è la forza motrice che crea la storia del mondo" .
Sia nel periodo della rivoluzione democratica che nel periodo della rivoluzione socialista, il compagno Mao Zedong ha ripetutamente sottolineato l'importanza della linea di massa. Egli considera l'aderenza alla linea di massa una questione fondamentale nel seguire fermamente la teoria della conoscenza del materialismo dialettico, e considera il fatto di servire gli interessi della stragrande maggioranza del popolo della Cina e del mondo un requisito per i successori della causa rivoluzionaria del proletariato. Il Presidente Mao ha criticato e ripudiato con acume i punti di vista reazionari con cui i falsi marxisti come Chen Tu-hsiu, Wang Ming e Liu Shao-chi hanno calunniato e represso le masse popolari; al tempo stesso, non ha mai cessato di criticare e di correggere tutte le tendenze ad allontanarsi dalle masse che si sono manifestate in seno al Partito. Il Presidente Mao ci ha costantemente insegnato che la relazione tra il Partito comunista e il popolo è come quella tra il pesce e l'acqua. Un comunista non deve in nessun momento allontanarsi dalle masse. Oggi, nel momento in cui la Grande rivoluzione culturale proletaria ha riportato grandi vittorie e i rapporti tra il Partito e le masse sono diventati più stretti, dobbiamo badare ancora di più ad andare fra le masse, a mostrare sollecitudine verso di esse, ad ascoltare attentamente la loro voce e a consultarci con esse in ogni evenienza. Dobbiamo organizzare bene le scuole di quadri del "7 maggio" . Dobbiamo partecipare regolarmente al lavoro produttivo collettivo. Dobbiamo guardarci dal ripetere l'errore di allontanarci dalle masse. Contrariamente a chi si autodefinisce un "semplice cittadino" ma è in effetti un arrivista molto ambizioso, dobbiamo imparare onestamente dalle masse ed educarle instancabilmente col pensiero di Mao, superare le tendenze erronee ed elevare la coscienza politica del popolo.
Il Presidente Mao ha sempre mostrato la sua sollecitudine per l'unità di tutte le nostre nazionalità. Il nostro è un paese plurinazionale e i rapporti tra la nazionalità Han e le minoranze nazionali devono essere ben regolati. Dobbiamo opporci sia allo sciovinismo da grande Han sia al nazionalismo locale, sviluppare i rapporti fraterni che si sono stabiliti tra le varie nazionalità nella rivoluzione e nella lotta per l'edificazione della patria, e rafforzare la grande unità del popolo di tutte le nazionalità del paese.
6. Bisogna attenersi al centralismo democratico. Lo Statuto del nostro Partito stabilisce in modo chiaro: il principio organizzativo del Partito è il centralismo democratico, ossia il centralismo sulla base della democrazia e la democrazia sotto una direzione centralizzata. Dobbiamo creare all'interno e al di fuori del Partito un'atmosfera politica in cui esistano sia il centralismo che la democrazia, sia la disciplina che la libertà, sia la volontà unanime che la soddisfazione personale e il dinamismo. Il nostro è un partito di lotta, e senza centralismo, senza disciplina e senza volontà unanime, esso non può sconfiggere il nemico. Ma senza democrazia non vi può essere un giusto centralismo. Perciò, il compagno Mao Zedong è contro il metodo del "conta solo quello che dico io" e per quello di "lasciar parlare tutti". Egli si oppone alle menzogne e sostiene chi dice la verità. Egli considera la pratica coraggiosa della critica e dell'autocritica uno dei requisiti per i successori della causa rivoluzionaria del proletariato. Noi dobbiamo valorizzare lo stile di lavoro democratico che è una tradizione del nostro Partito praticare costantemente la critica e l'autocritica, difendere la verità e correggere gli errori. Ma, la nostra democrazia deve servire, sia nell'esercito che nelle organizzazioni locali, a consolidare il centralismo a rafforzare la disciplina, e ad elevare la capacità combattiva e non viceversa. I comitati di Partito ad ogni livello devono stabilire e perfezionare il sistema dei comitati di Partito, rafforzare la direzione unificata, guardarsi dal decentramento eccessivo, e prevenire il policentrismo ossia l'assenza di ogni centro. Dobbiamo, sotto la direzione del Comitato centrale del Partito con il Presidente Mao come capo e il Vicepresidente Lin come vice capo, e sulla base del pensiero di Mao, unificare i punti di vista, la politica, i piani, il comando e le azioni.
7. Bisogna costruire un potente esercito popolare. L'esperienza storica del Partito ci dimostra che “senza un esercito popolare, il popolo non ha niente ". L'Esercito popolare di Liberazione cinese è un esercito proletario fondato e diretto dalla nostra grande guida, il Presidente Mao, e comandato dal Vicepresidente Lin. "Il nostro principio è che il Partito comanda il fucile, e mai dobbiamo permettere che il fucile comandi il Partito.” Attenendosi alla linea marxista-leninista, il Presidente Mao ha trionfato sul sabotaggio degli opportunisti di "sinistra" e di destra; di conseguenza, il nostro esercito si è sviluppato e rafforzato, ed è diventato il sostegno della nostra dittatura del proletariato. Non vi sarà pace nel mondo finché esisteranno le classi, finché esisterà l'imperialismo. Oggi, l'imperialismo americano e il socialimperialismo revisionista sovietico, queste due superpotenze, sono in lotta, pur agendo in collusione; essi seguono una politica d'egemonia nel vano tentativo di spartirsi il mondo. Anche il militarismo giapponese tenta di realizzare il suo vecchio sogno mirifico della "sfera di coprosperità della grande Asia orientale". Non dobbiamo quindi in nessun caso sottovalutare il pericolo di una aggressione e sovversione da parte loro contro la nostra patria. Il nostro principio è: Noi non attaccheremo se non siamo attaccati; se siamo attaccati, contrattaccheremo . Non dobbiamo dimenticare, neppure per un giorno, di prepararci in previsione di una guerra, e dobbiamo essere pronti in ogni momento a respingere l'aggressione e la sovversione di qualsiasi imperialismo. Noi libereremo Taiwan. Noi abbiamo bisogno non solo di potenti forze terrestri, ma anche di potenti forze aeree e navali. Non solo dobbiamo avere un potente esercito regolare, ma dobbiamo anche organizzare la milizia popolare su vasta scala. In tal modo, qualunque imperialismo osi invadere il nostro paese, sarà sommerso dal vasto oceano della guerra popolare.
8. Bisogna attenersi all'internazionalismo proletario. Il Presidente Mao ha sempre educato tutto il nostro Partito e il popolo dell'intero paese nell'internazionalismo proletario, in modo che essi possano eliminare le interferenze dell'opportunismo di "sinistra" o di destra e trattare giustamente il rapporto tra la rivoluzione cinese e l'appoggio alla rivoluzione mondiale.
Nei suoi 50 anni di lotta, il Partito Comunista Cinese ha sempre riscosso l'appoggio del proletariato del mondo e dei popoli di tutti i paesi, l'appoggio dei paesi e delle organizzazioni amiche e l'appoggio dei partiti e dei gruppi marxisti-leninisti fratelli di tutto il mondo. Le vittorie che abbiamo ottenuto sono inseparabili dal loro appoggio. Noi saremo per sempre grati ad essi e non li dimenticheremo mai. Il Presidente Mao ci ha insegnato: "Secondo il punto di vista leninista, la vittoria finale in un paese socialista non solo richiede gli sforzi del proletariato e delle larghe masse popolari di quel paese, ma dipende anche dalla vittoria della rivoluzione mondiale e dall'abolizione del sistema di sfruttamento dell'uomo sull'uomo su tutta la Terra, che porteranno l'emancipazione a tutta l'umanità". Gli interessi fondamentali del proletariato e del popolo cinesi sono completamente identici non solo a quelli dei popoli dell'Albania, del Vietnam, del Laos, della Cambogia e della Corea e dei paesi dell'Asia, Africa e America Latina, ma anche a quelli degli altri popoli del mondo, compresi i popoli degli Stati Uniti, dell'Unione Sovietica e del Giappone. Come ha sottolineato il Presidente Mao nella sua Dichiarazione del 20 maggio 1970, "Il pericolo di una nuova guerra mondiale esiste tuttora, e i popoli di tutti i paesi devono essere preparati. Ma oggi, la tendenza principale nel mondo è la rivoluzione" . Il compito del Partito Comunista Cinese è, da una parte, dirigere il proletariato e le larghe masse popolari della Cina nel condurre a buon fine la rivoluzione e l'edificazione del paese, e dall'altra, compiere i massimi sforzi nel lottare, insieme con i popoli dei vari paesi, per sconfiggere gli aggressori americani e tutti i loro lacchè, e per opporsi alla politica d'egemonia seguita dalle due superpotenze e alla politica d'aggressione e di guerra dell'imperialismo. Questa è la nostra ferma e immutabile posizione di principio. Benché abbiamo ottenuto qualche successo nella rivoluzione e nell'edificazione, il nostro paese è ancora relativamente povero e arretrato. Il nostro contributo alla rivoluzione mondiale è ancora molto modesto. Noi dobbiamo continuare i nostri sforzi. Tuttavia anche tra alcuni decenni, quando la Cina sarà divenuta un potente paese socialista, non dovremo mai assumere un atteggiamento arrogante di sciovinismo da grande potenza e di sciovinismo da grande partito. Dobbiamo tenere sempre a mente l'insegnamento del Presidente Mao: "Nelle relazioni internazionali, noi cinesi dobbiamo liquidare lo sciovinismo da grande potenza, risolutamente, radicalmente, integralmente, totalmente" . Ogni nazione, grande o piccola, ha i suoi lati positivi e negativi. Noi dobbiamo imparare dai lati positivi dei popoli rivoluzionari degli altri paesi e unirci per sempre ad essi, combattere al loro fianco e conquistare insieme la vittoria.
Nel corso di una lunga e ardua lotta, migliaia e migliaia di martiri hanno sacrificato la vita alla causa della liberazione dei popoli della Cina e del mondo. Il loro spirito rivoluzionario sarà sempre per noi un incoraggiamento. Per quanto numerose siano le difficoltà e le privazioni, esse non potranno impedire la nostra avanzata.
Noi viviamo in un'epoca in cui l'imperialismo si avvia al crollo totale e il socialismo avanza verso la vittoria in tutto il mondo. La situazione rivoluzionaria in tutto il mondo è infinitamente migliore di quella esistente 50 anni fa, all'epoca della nascita del Partito Comunista Cinese. Non è lontano il giorno della rovina dell'imperialismo, del revisionismo e della reazione.
Uniamoci per conquistare maggiori vittorie!
Viva il Marxismo-Leninismo-pensiero di Mao! Viva il grande, glorioso e giusto Partito Comunista Cinese!
Viva la vittoria della linea rivoluzionaria proletaria del Presidente Mao!
Viva la nostra grande guida, il Presidente Mao ! Viva, viva il Presidente Mao!

30 giugno 2021