Grande manifestazione organizzata dal Si Cobas a Novara
Migliaia di bandiere rosse per Adil
Migliaia di partecipanti provenienti da tutta Italia tra cui diversi sindacati di base, il PMLI, il PRC e il PCL, tanti interventi solidali. Cantata Bandiera Rossa. Diffuso il volantino del CC del PMLI sul governo Draghi e sull'editoriale di Scuderi

 
Dal corrispondente dell'Organizzazione di Biella del PMLI
L'appuntamento per ricordare Adil Belakhdim e per invocare a gran voce lo sciopero generale era per sabato 26 giugno a Novara. Infatti, Biandrate dista pochi chilometri da Novara ed è stato il luogo dove Adil è rimasto ucciso, schiacciato dalle ruote di un mezzo pesante di un camionista che non ha rispettato il picchetto e lo ha travolto uccidendolo. Appuntamento in Largo Giulio Pastore, a due passi dalla stazione centrale di Novara, e già a quell'ora in centinaia erano in piazza con le rosse bandiere del sindacato Si Cobas di cui Adil Belakhdim, 37 anni, era segretario per la provincia di Novara.
A mano a mano che passavano i minuti s’ingrossavano le file delle lavoratrici e dei lavoratori della logistica provenienti da tutte le parti d'Italia giunti a Novara per urlare tutta la rabbia e le promesse di riscatto nei confronti di un sistema economico che li schiavizza con turni di lavoro di 12 ore al giorno sette giorni su sette. Si sono mobilitati i sindacati di base autorganizzati come ADL Cobas e Slai Cobas SC che lanciavano slogan sull'importanza di estendere ovunque le lotte che si sono innescate con la triste morte del compagno Adil. Hanno aderito il CSA Vittoria di Milano, i ragazzi del Fronte della Gioventù Comunista (FGC) che hanno intonato più volte “Bandiera rossa” e slogan sull’autorganizzazione sociale e sindacale.
Presente unitariamente la delegazione biellese dei partiti con la bandiera rossa e la falce e martello composta dalla Federazione biellese del Partito della Rifondazione Comunista (PRC) - che ha portato per tutto il corteo lo striscione “Chi lotta può anche perdere, chi non lotta ha già perso” - e l'Organizzazione di Biella del PMLI con il cartello contro il governo del banchiere massone Draghi e per il socialismo e il potere politico del proletariato e la scritta “Con Adil nel cuore continueremo a lottare”. I marxisti-leninisti biellesi hanno diffuso centinaia di copie del volantino contro il governo Draghi e l’editoriale del Segretario generale del PMLI, compagno Giovanni Scuderi, redatto in occasione del 44° compleanno del Partito intitolato “Il proletariato si ponga il problema della conquista del potere politico” che, nella maggior parte dei casi, è stato espressamente richiesto dai manifestanti. La delegazione unitaria biellese è stata super fotografata e accolta con favore dalle lavoratrici e dai lavoratori che hanno ben compreso la necessità di una direzione politica di classe per guidare tutte le lotte per migliorare le condizioni di lavoro, per la proclamazione di uno sciopero generale oggi e per la grande battaglia per il socialismo domani. Presente anche il compagno Federico del Partito Comunista dei Lavoratori (PCL) che aderisce al Coordinamento delle Sinistre d'Opposizione di Biella e Vercelli.
Dietro il furgone del Si Cobas s'è snodato il grande corteo, di alcune migliaia di partecipanti, che ha lanciato continuamente gli slogan “Adil è vivo e lotta insieme a noi, le nostre idee non moriranno mai!”, “Lotta dura senza paura!” e “Vogliamo uno sciopero generale, non siamo carne da macello” che sono riecheggiati in una Novara ritrovatasi, dopo anni, al centro della lotta di classe contro il padronato e la sua marcia società capitalista. Il sindacato Si Cobas non usa mezzi termini per denunciare il fatto oggettivo dell’assenza di controlli dell'Ispettorato del lavoro nei luoghi di sfruttamento e dunque l’impossibilità di far luce sulle reali condizioni di lavoro a cui sono assoggettati migliaia di lavoratori.
Il corteo è giunto in piazza Martiri della Libertà per i comizi finali in cui i responsabili organizzativi del Si Cobas hanno invitato a disporre gli striscioni a cerchio davanti al loro furgone e hanno espressamente chiesto ai militanti e simpatizzanti del PMLI di posizionare il proprio cartello a fianco del furgoncino affinché fosse ben visibile a tutti. Come primo atto è stato richiesto un minuto di silenzio in memoria e rispetto di Adil.
Ha poi preso la parola Giuseppe D'Alesio, sindacalista Si Cobas, che ha ribadito l’assurdità di morire per un posto di lavoro mal pagato e ha attaccato duramente i sindacati confederali CGIL, CISL e UIL che solo ora, dopo che Adil è morto, hanno iniziato a interessarsi al “mondo” della logistica. Un lavoratore marocchino ha legittimamente fatto un parallelo con le condizioni di vita e di lavoro durante il periodo della dittatura fascista e quelle attuali che sono, con le debite differenze, ancora più bestiali perché tutto è monetizzabile e la vita di un proletario, soprattutto se immigrato, vale meno di quaranta euro al giorno per spietati padroni che se ti organizzi, scioperi o muori, ti sostituiscono subito con un altro lavoratore che, purtroppo, è disposto a farsi sfruttare maggiormente. Il salariato ha infine evocato lo sciopero generale quale punto di inizio della riscossa operaia.

7 luglio 2021