Il presidente del Direttivo e la responsabile RLS abbandonano i lavori
Scontro di linea all'Assemblea della CdL-CGIL di Prato
Bocciato l'Odg di solidarietà ai lavoratori Texprint picchiati dai padroni
Panzarella: “Io non ho niente di cui scusarmi. Davanti ai cancelli della Texprint ho denunciato le deliranti motivazioni con cui la CGIL-Prato si rifiuta di prendere posizione su questa importantissima vertenza”

Dal corrispondente della Cellula “Stalin” di Prato
Il 30 giugno si è svolto presso presso il Cinema Terminale - casa del Cinema di Prato - il secondo Comitato Direttivo e la seconda Assemblea Generale della Camera del Lavoro di Prato del 2021.
All'ordine del giorno del Comitato Direttivo c'era l'approvazione del bilancio consuntivo 2020 e le solite varie ed eventuali.
Ai lavori hanno preso parte appena 31 delegati su 64; segno evidente della grave crisi politica e organizzativa in cui versa la CdL di Prato sempre più appiattita sulle posizioni filopadronali, lontano dalle piazze e dai luoghi di lavoro e addirittura in contrapposizione con le coraggiose proteste dei lavoratori che da mesi lottano per difendere i propri diritti, contro il bestiale sfruttamento che dilaga in tutto il distretto industriale e i licenziamenti di massa, come testimonia la vertenza Texprint.
In apertura dei lavori, Manuela Marigolli, ex segretaria generale FIOM e attuale membro della segreteria confederale, ha presentato il bilancio consuntivo 2020. Subito dopo è intervenuta la responsabile RLS della CdL con una dichiarazione di voto contraria affermando fra l'altro che: “io non voto il bilancio e non parteciperò né al Direttivo né all'Assemblea perché non condivido la condotta di questa segreteria che non risponde mai alle mie domande vai mail, nella chat e sms, e in particolare non accetto l'atteggiamento del segretario generale che cerca in tutti i modi di isolarmi, mi ritiene 'un fastidio' e in più occasioni mi ha offesa anche con volgari battute sessiste e personali”.
Accuse definite “molto pesanti” e “fuori luogo” da alcuni delegati e dalla segreteria che hanno più volte interrotto la compagna impedendole di concludere il suo intervento “perché ora si vota il bilancio. Gli interventi si fanno dopo”.
Reazioni che hanno scatenato altre reazioni da parte di diversi altri delegati che invece hanno incitato la compagna ad andare avanti “perché non si tratta di un intervento ma di una dichiarazione di voto e quindi è legittimo esprimerla in questa fase”.
A ruota anche il presidente del Direttivo, condividendo in pieno: “gli stessi motivi esposti dalla compagna responsabile RLS”, ha annunciato: “nemmeno io voterò il bilancio e non parteciperò ai lavori dell'Assemblea”.
Chiamato direttamente in causa il segretario generale Lorenzo Pancini ha preso la parola e, pur riconoscendo: “di aver usato toni un po' eccessivi con la compagna” ha rilanciato: “non mi scuso per la sostanza di ciò che ho detto... non capisco perché nei 4 anni di immobilismo che hanno caratterizzato la precedente segreteria mai un delegato ha criticato il precedente segretario mentre ora che stiamo facendo un sacco di lavoro arrivano critiche da tutte le parti”.
Subito dopo sia la responsabile RLS che il presidente del Direttivo hanno abbandonato i lavori in segno di protesta e le contraddizioni all'interno dei vertici della CdL sono esplose in tutta la loro drammaticità con accuse reciproche fra alcuni delegati schierati a favore della segreteria che hanno aggredito verbalmente e con offese personali altri delegati che invece denunciavano la mancanza di democrazia interna e il tentativo da parte della segreteria di imporre a tutti con atteggiamenti autoritari e ricattatori la propria linea collaborazionista, filopadronale e antioperaia sostenendo che: “le regole vanno rispettate, a chi non sta bene se ne può anche andare da questa organizzazione”.
Al termine del Direttivo un'altra decina di delegati hanno abbandonato i lavori e non hanno preso parte all'Assemblea Generale con all'ordine del giorno “Situazione politico sindacale. Patto per la scuola al centro del paese. Patto per l'innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale. Varie ed eventuali”.
L'Assemblea, a cui hanno preso parte solo 21 delegati su 64, è stata aperta con la relazione del segretario generale il quale sul fronte dei licenziamenti ha elogiato “l'ottimo lavoro svolto dai vertici confederali che dimostra la forza e il buon stato di salute della CGIL che ha costretto Draghi a confrontarsi con noi per oltre sei ore... abbiamo ottenuto una vittoria sul blocco dei licenziamenti nel settore tessile, moda, calzaturiero... un paracadute per il nostro territorio... anche se dispiace per industria e costruzioni che sono rimasti fuori... comunque io vedo il bicchiere mezzo pieno e non mezzo vuoto anche se non abbiamo ottenuto il blocco generalizzato”.
Pancini ha quindi rilanciato il progetto “Ripensare Prato: un progetto per economia, lavoro, salute, giustizia sociale” e la Piattaforma per la contrattazione sociale territoriale firmata insieme a Cisl e Uil “per avviare una seria politica di concertazione sociale a livello territoriale” che subordina gli interessi delle masse popolari e lavoratrici a quelli padronali.
Pancini ha anche illustrato il “Patto delle competenze e il polo diffuso per la formazione del settore moda”. Praticamente una scuola-azienda in salsa pratese da realizzare in collaborazione con Confindustria e le istituzioni locali “per introdurre nelle scuole la cultura del lavoro e della sicurezza” ossia soddisfare le richieste dei padroni di avere manodopera docile, ben addestrata e malpagata che di fatto spalanca le porte all'autonomia differenziata in campo scolastico.
Alla luce di quanto successo a inizio lavori, il dibattito e quasi tutti gli interventi dei delegati si sono focalizzati sulla frattura interna alla CdL con due schieramenti contrapposti ma uniti nel definire l'accaduto “un fatto molto grave” e un invito congiunto alla segreteria a “ricomporre velocemente la frattura perché così non si può andare avanti”.
Tra gli intervenuti anche il compagno Franco Panzarella il quale, vedi intervento che pubblichiamo a parte, ha denunciato la linea collaborazionista della CGIL e ha rinnovato la solidarietà e il sostegno ai lavoratori Texprint. Mentre per quanto riguarda la scuola il compagno ha illustrato una articolata piattaforma rivendicativa e indicato vari temi su cui la FLC-CGIL dovrebbe aprire una serie di lotte a cominciare dalla difesa della scuola pubblica, per il rinnovo del contratto, l'assunzione di tutti i precari e la contrapposizione della didattica della conoscenza alla didattica delle competenze di stampo confindustriale. L'intervento del compagno è stato applaudito da quasi tutti i delegati.
Subito dopo però è intervenuta la Marigolli la quale con tono molto acceso si è scagliata contro il compagno e, riferendosi alla denuncia pubblica fatta dallo stesso compagno davanti ai cancelli della Texprint il 27 marzo 2021 in cui fra l'altro il compagno accusava i vertici della CGIL di schierarsi dalla parte dei padroni rifiutandosi di esprimere solidarietà ai lavoratori Texprint in lotta, ha affermato: “Mi rivolgo a te Franco io non ti parlo più fino a quando non ti sarai scusato con la segreteria e con tutti noi per l'attacco che ci hai fatto davanti ai cancelli della Texprint... I panni sporchi si lavano in casa e non si va in giro a sputtanare e a esporre i compagni al rischio di ritorsioni da parte di qualche male intenzionato”.
Immediata la replica del compagno: “Io non ho niente di cui scusarmi. Davanti ai cancelli della Texprint ho denunciato l'atteggiamento imbarazzante della CGIL-Prato che si rifiuta di prendere posizione su questa importantissima vertenza. Forse siete voi che vi dovete scusare coi lavoratori. Io non ho messo in pericolo nessun membro della segreteria tanto è vero che il 9 maggio in occasione della manifestazione in Piazza delle Carceri per la morte di Luana e la sicurezza nei luoghi di lavoro, io ero nel servizio d'ordine e praticamente da solo, parlando con gli operai Texprint, li ho convinti che stavano facendo un grosso errore, e ho così impedito l'assalto al palco ordito dai dirigenti locali del Si.Cobas proprio mentre parlava il segretario Pancini.
Io non attacco nessuno e non credo di mettere in pericolo la vita di nessuno, io critico duramente la segreteria quando ritengo che sbaglia, come nel caso della vertenza Texprint. Io non mi arrabbio se mi bocciate un ordine del giorno, anzi se la votazione avviene in modo regolare, senza opportunismi e con valide motivazioni da parte di ognuno di voi attraverso un confronto franco e aperto, mi aiutate a riflettere e magari mi convincete anche a cambiare idea.
Tutti voi sapete che io milito in un Partito in cui il centralismo democratico è un principio sacrosanto e io non ho nessuna difficoltà a rispettare le decisioni della maggioranza anche quando non sono d'accordo... Anzi, forse è vero esattamente il contrario, ossia che grazie al vostro immobilismo i padroni della Texprint si sono sentiti autorizzati a picchiare i lavoratori in lotta. Infatti ora vi leggo il mio nuovo ordine del giorno inerente proprio la solidarietà ai tre lavoratori Texprint aggrediti dai padroni a colpi di mattoni, calci e pugni. Se siete d'accordo lo votate, altrimenti lo bocciate e avanti come prima, ma non accetto che venga messo un'altra volta in contrapposizione con il documento della segreteria”.
Alla fine 18 dei 21 presenti hanno votato contro l'ordine del giorno del compagno, mentre solo due delegate più il compagno hanno votato a favore. Nessun astenuto.

7 luglio 2021