Comunicato dell'Organizzazione di Biella del PMLI
Nell’accordo firmato con i sindacati è Confindustria ad aver strappato una vittoria completa sui licenziamenti

 
In quanto iscritti alla CGIL di Biella noi militanti e simpatizzanti dell’Organizzazione locale del Partito marxista-leninista-italiano riceviamo e leggiamo regolarmente “Cgil notizie” a cura di Brunello Livorno, responsabile Dipartimento comunicazione della Camera del Lavoro di Biella.
Nella prima pagina del mese di luglio leggiamo increduli la notizia dal titolo “La mobilitazione unitaria è servita” in riferimento alla manifestazione di sabato 26 giugno quando i tre sindacati confederali hanno riempito – con migliaia di lavoratrici e lavoratori – tre fondamentali piazze italiane per affermare un grande NO allo sblocco dei licenziamenti previsto per il primo luglio. Nell’articolo si cita Maurizio Landini, Segretario generale della CGIL, che afferma “Avevamo detto che avremmo portato avanti l’iniziativa fino al risultato e oggi il risultato c’è, perché dal primo luglio, oltre al blocco selettivo del tessile e moda, l’impegno è quello di utilizzare prima la cassa ordinaria e l’insieme degli strumenti, laddove ci fossero problemi organizzativi che comportano licenziamenti”.
L’articolo prosegue con un elenco di risultati che il sindacato sostiene di aver portato a casa ma la realtà oggettiva, purtroppo, è un’altra. A noi risulta che sia stata Confindustria ad aver fatto centro avendo strappato una vittoria completa sui licenziamenti, infatti, il breve testo dell’accordo firmato dai sindacati e condiviso da Confindustria recita che “le parti sociali alla luce della soluzione proposta dal governo sul superamento del blocco dei licenziamenti si impegnano a raccomandare l’utilizzo degli ammortizzatori sociali che la legislazione vigente e il decreto legge in approvazione prevedono in alternativa alla risoluzione dei rapporti di lavoro”. Poi si aggiunge: “Auspicano e si impegnano, sulla base di principi condivisi, ad una pronta e rapida conclusione della riforma degli ammortizzatori sociali, all’avvio delle politiche attive e dei processi di formazione permanente e continua”.
S'impegnano? Raccomandano? Auspicano? Praticamente non è neanche un accordo, ma un “avviso comune”, cioè un impegno condiviso da governo, sindacati e associazioni padronali a usare il più possibile gli ammortizzatori sociali. A tal fine vengono messe sul piatto 13 settimane aggiuntive di Cassa integrazione totalmente gratuite per tutte le imprese, sia per le crisi nazionali al Mise sia per le piccole e micro-vertenze regionali e provinciali. Unica vera proroga, ma già prevista, 17 settimane di Cig per i settori tessile, abbigliamento e pelletteria, il tempo necessario per arrivare al 31 ottobre. Un impegno che non costa nulla alle imprese in quanto non hanno nessun vincolo da rispettare che non vada oltre la “raccomandazione”, in più potranno usufruire di ulteriore Cig a costo zero. “Si torna al mercato” ha esultato Brunetta, del resto per il ministro berlusconiano anche le più blande misure che tutelano i lavoratori sono “leggi sovietiche”, mentre i padroni invocano il ritorno “alla libertà”.
Libertà di licenziare tanto che, mentre gli industriali parlano di ripresa, a pochi giorni dalla firma dell'accordo sono già partite centinaia di lettere di licenziamento e nella sola Lombardia ci sono a rischio migliaia di posti di lavoro, specialmente nel settore metalmeccanico, chimico e della cosmetica. A Biella la realtà lavorativa – specialmente nella ristorazione e nelle occupazioni stagionali – per moltissimi giovani è costituita da turni estenuanti di 10 ore consecutive per 7 giorni su 7. E chi non è più giovane deve accettare quei turni anche nel commercio al dettaglio e nella piccola-media manifattura poiché le tesi dei padroni sono sempre le stesse: “Dopo il Covid è cambiato tutto, non posso permettermi di farti lavorare meno ore e pagarti di più”.
La morale è che le industrie che hanno eccedenza di manodopera sono libere di licenziare mentre i settori che stanno godendo di una relativa ripresa post lockdown sfruttano fino all’osso le lavoratrici e i lavoratori. Naturalmente per conoscere tutto ciò si dovrebbe scendere dalle comode poltrone della CGIL di via Lamarmora 4 e uscire per le strade informandosi direttamente dalle lavoratrici e dai lavoratori sulle loro condizioni di vita e di lavoro come fanno i militanti marxisti-leninisti e come, nei decenni passati, fecero i sindacalisti della CGIL.

 

Organizzazione di Biella del PMLI
Biella, 7 luglio 2021