Intervista de “Il Bolscevico” agli avvocati Calise e Buono che chiedono garanzie per le difese d’ufficio e il gratuito patrocinio
“Rafforziamo il Tribunale di Ischia, l'isola dove la giustizia è negata”
Le istituzioni nazionali e locali hanno fatto solo interventi blandi. Il Tribunale dell’isola non dev’essere soppresso

 
Dal corrispondente della Cellula “Il Sol dell’Avvenir” di Ischia
Sabato 10 luglio a Ischia vi è stata un'importante intervista per “Il Bolscevico”, assieme ad altri quotidiani locali, presso lo studio dell’avvocato Michele Calise, a Forio d’Ischia, da parte della Cellula “Il Sol dell’avvenir” dell'isola d'Ischia del PMLI con la presenza del Segretario Gianni Vuoso.
Calise è stato accompagnato dall’avvocato Mauro Buono, entrambi rappresentanti della Commissione per le difese d'ufficio e il gratuito patrocinio a spese dello Stato, voluta fortemente dalla Camera penale di Napoli e dal presidente Marco Campora per monitorare la situazione nel capoluogo partenopeo e in particolare nel Tribunale dell’Isolaverde, sezione distaccata proprio del Tribunale napoletano.
Un'intervista nella quale gli avvocati hanno denunciato in maniera ferma e dura le condizioni dell’apparato giudiziario isolano che si rivolge a una popolazione di circa 50-60mila persone, che nei mesi estivi triplica, con le ovvie conseguenze di copertura necessaria dell'organico di cancellieri e magistrati. Nonostante tale realtà e tali esigenze, c’è la richiesta di chiudere il Tribunale in maniera definitiva, ovviamente nel forte dissenso degli avvocati sia isolani che napoletani: “Un disegno preciso - afferma subito Calise - messo in atto dai vertici del Tribunale di Napoli, che non è condiviso dalla politica, con ministri come lo stesso Buonafede, e con gli stessi partiti che hanno un orientamento completamente opposto”.
Nelle condizioni in cui versa la realtà ischitana ci sono anche altre isole come Lipari e l’Elba. Ma la soppressione di una sezione come quella di Ischia quale risparmio comporterebbe per lo Stato?
“Nessuno - rispondono gli avvocati Buono e Calise -, infatti la sede è comunale, il personale è sempre pagato dallo Stato, perfino le spese di pulizia e il consumo di acqua e luce sono a carico del Comune d’Ischia. Invece, la chiusura delle sezioni insulari provocherebbe un aggravio economico per sostenere gli spostamenti e le assenze”.
Ma attualmente qual è il carico di lavoro del Tribunale di Ischia?
“Ad Ischia si hanno 4 udienze settimanali, con una trentina di processi. Ma lo smantellamento del tribunale è iniziato con la riduzione dell’organico a due soli cancellieri. È chiaro che c’è un lucido progetto di sopprimere la nostra sezione - precisa Calise - che si evidenzia anche nel fatto che negli ultimi tempi, ci hanno mandato magistrati già colpiti dalla giustizia, oggettivamente sanzionati, che avevano già dato prova di scarsa professionalità. E la ciliegina sulla torta - aggiunge - è stata la delibera del Presidente del Tribunale di Napoli che ha definito la nostra sezione la maledizione, la vergogna non solo di Napoli, ma d’Italia”.
Un giudizio che offende gli oltre quattrocento avvocati che operano su quest’isola, da tempo nota come la più litigiosa d’Italia. Che ne pensate?
“Sì è vero, ciò a causa dell’alto numero di liti. Ma le recenti leggi varate dal governo hanno reso più difficile scegliere il contenzioso, soprattutto perché l’hanno reso più costoso. A proposito di costi, bisogna sottolineare un altro aspetto squallido, davvero odioso. Infatti, è grave il problema di quanti hanno bisogno di rivolgersi alla giustizia ma non hanno i soldi per affrontare le spese. Va denunciato con forza che per i più poveri, a Ischia, la giustizia non esiste, è monca, non funziona, è negata. E questo succede perché non è garantita l’assistenza legale gratuita agli indigenti, alla povera gente. Né agli avvocati che prestano servizio per gli indigenti è riconosciuto alcun compenso. È semplicemente scandaloso”.
Ma l’Assoforense non è intervenuta anche su questo versante?
“Non adeguatamente. Spero che a settembre l’associazione voglia adottare delle forme di lotta più dure sia perché non possono essere i più deboli a pagare, sia per salvare la nostra sezione di Tribunale che ha un altro anno di vita”.
E le istituzioni locali?
“Fra le tre isole c’è una rete che ci permette confronti costruttivi, mentre i sindaci si limitano a bisbigliare la loro posizione istituzionale e non alzano la voce. Addirittura il sindaco di Forio, Francesco del Deo, è Presidente dell’ANCIM ma fino ad oggi non ha saputo o voluto far valere il suo importante ruolo. Ho proposto in varie occasioni di alzare l’asticella ma non si vuole fare di più. Neanche per garantire la vivibilità all’interno della sezione, dove le condizioni sono ormai inaccettabili: basti vedere come sono conservati i fascicoli, senza alcuna tutela, senza una catalogazione logica. Ecco perché penso che anche l’Assoforense, impegnata in altri momenti con buoni risultati, grazie soprattutto al fatto che è rappresentata al meglio, sta rischiando un pericoloso appiattimento. A noi non servono le proroghe, abbiamo bisogno di sapere con certezza che il Tribunale ad Ischia non sarà soppresso e che il diritto alla giustizia è garantito a tutti”.
La Cellula “Il Sol dell’avvenir” dell'isola d'Ischia del PMLI ha emesso un importante comunicato stampa in cui denuncia come “ad Ischia la giustizia è negata ai più deboli” e “invita gli oltre quattrocento avvocati isolani e i lavoratori a sostenere la lotta per impedire l’incomprensibile decisione dei vertici napoletani di sopprimere il Tribunale d’Ischia; a pretendere che il diritto alla giustizia sia garantito gratuitamente anche ai lavoratori e alle masse più deboli”.

14 luglio 2021