Quarta volta in venti anni
Nuovo scioglimento per camorra del comune di Marano
Il sindaco uscente Visconti (PD) accusato di concorso esterno in associazione mafiosa

Redazione di Napoli
Per la quarta volta in venti anni il comune di Marano, vecchio feudo dei neorevisionisti e trotzkisti del PRC prima e del PD poi, è stato sciolto per infiltrazione della camorra con nomina contemporanea dei commissari straordinari.
Il 17 giugno scorso il Consiglio dei ministri ha ufficializzato la “conseguenza di fenomeni di infiltrazione e condizionamento di tipo mafioso” che hanno portato allo scioglimento anzitempo dell’amministrazione PD guidata da Rodolfo Visconti, accusato dalla DDA di Napoli del gravissimo reato di concorso esterno in associazione camorristica. Il componente della commissione nazionale antimafia Andrea Caso ha confermato che da lunedì 21 giugno Marano sarebbe stata amministrata dai commissari straordinari per i previsti 18 mesi che traghetteranno il comune alle porte di Napoli verso le nuove amministrative.
D’altronde l’aria a Marano è ormai tesa da diverso tempo, all’indomani dell’arresto dell’ex sindaco Bertini (già dirigente del PRC di Napoli) per i reati di corruzione aggravata e concorso esterno in associazione camorristica perché avrebbe favorito gli imprenditori Simeoli legati al potente clan Polverino e per aver intascato tangenti dai Cesaro, la famiglia del parlamentare della casa del fascio Luigi Cesaro.
Una situazione di ingovernabilità che attanaglia da anni Marano di Napoli, a vocazione storicamente di sinistra e che vede le istituzioni borghesi completamente marce. È giunta l’ora che le masse popolari prendano coscienza anzitutto della necessità di scegliere l’astensionismo marxista-leninista alle prossime elezioni amministrative.

14 luglio 2021