La componente della commissione Pari opportunità della Regione Toscana costretta alle dimissioni
Nera crociata contro Nure Musse Ali, "colpevole" di aver cercato di spiegare la vittoria dei talebani

Forse qualcuno rimarrà sorpreso ma io sono a favore della presa del potere da parte dei fondamentalisti in Afghanistan non perché condivida il loro modus operandi. Ritengo che quello che stiamo vivendo fosse una tappa obbligata della storia, affinché finalmente quel Paese iniziasse il proprio lento cammino verso una interpretazione evolutiva delle sue leggi e la maturazione del concetto di vita politica e sociale. Nel Paese i fondamentalisti rappresentano la maggioranza e gli occidentali sono visti dalla maggior parte dei cittadini come potenze straniere che non hanno cittadinanza su quel suolo ”. È con questa dichiarazione che inizia l’intervista della componente PD delle Pari Opportunità della Regione Toscana e Referente legale per l'Unione delle comunità africane d'Italia (Ucai), l’avvocata 35enne di origini somale Nure Musse Ali, al quotidiano Il Tirreno , pubblicata il 25 agosto in un articolo dal titolo “A favore del ritorno del regime talebano”.
 

L'intervista a Il Tirreno
In questi vent'anni - prosegue - le potenze occidentali, come del resto altrove (penso alla Somalia), non hanno costruito nulla di rilevante nella vita della gente comune. Hanno invece fortificato la corruzione nei governanti e la rabbia del popolo. Al popolo interessano fino a un certo punto le dottrine e le filosofie, siano esse islamiche o occidentali. Al popolo interessano i fatti: scuole accessibili a tutti, sanità di base gratuita, ospedali, infrastrutture. (...) Purtroppo a nessuno interessa far progredire questi Paesi, in primo luogo i loro governanti, figuriamoci le altre potenze straniere. In questi anni di permanenza degli occidentali la popolazione fuggiva lo stesso dall'Afghanistan, ma i profughi venivano bloccati nei campi che sorgevano nei Balcani perché l'Europa non si è mai assunta le conseguenze dei problemi che ha contribuito a creare”.
L'intervista si chiude con una pesante critica ai paesi occupanti: “È opportuno che l'Europa e gli Stati Uniti ammettano di aver sbagliato. Qualsiasi cosa si faccia in futuro per il popolo e per le donne in particolare dovrebbe essere portata avanti con chi è al potere. Occorre però un linguaggio politico-diplomatico nuovo che sia in grado di insinuare nel loro vocabolario nuovi concetti quali il rispetto della vita, dignità umana e sociale. Concetti già presenti in quel mondo, ma sepolti da generazioni di analfabetismo e decenni di guerre intestine ”.
Un tentativo chiaro e articolato, dunque, per spiegare le ragioni della sua posizione maturata a seguito di un’analisi storica approfondita della situazione in quel Paese. Ma la canea imperialista che ormai da giorni pervade ogni canale di informazione di regime, dalla TV alla stampa, ha aggredito e sommerso di ingiurie questa voce fuori dal coro che ha con coraggio cercato di denunciare le inevitabili conseguenze dell’interventismo e dell’occupazione militare imperialista, fino a imbastire una vera e propria nera crociata capeggiata dalla Lega a cui si sono affiancati in particolare IV e lo stesso PD.

 

La crociata imperialista di Lega e PD
La Lega fascista e razzista si è immediatamente precipitata compatta, da Salvini all’eurodeputata ex candidata alla presidenza della regione Toscana Susanna Ceccardi, fino ai senatori toscani a chiederne le dimissioni, ma anche il “suo” PD che poche ore dopo attraverso Enrico Borghi della segreteria nazionale, le ha intimato di farsi da parte, così come Simona Bonafè che ha definito l'intervista “inaccettabile”. Lega e PD si sono rincorsi in questo giogo politico e mediatico che ha assunto il sapore della gara al rialzo, finalizzato alla cancellazione politica della Nure, o meglio della sua onesta posizione antimperialista.
Infine, anche la “Conferenza delle donne democratiche della Toscana” e la Presidenza della Regione Toscana del presidenzialista Giani, raccogliendo tutte le strumentalizzazioni che i capibastone di Lega e PD hanno vilmente utilizzato tacciando la Nure Musse di giustificare i mezzi liberticidi dei talebani, hanno a loro volta chiesto le sue dimissioni dalla commissione.
A nulla sono valse le precisazioni dell'avvocata inviate alla testata toscana il giorno seguente nella quale ribadisce la propria contrarietà ideologica e politica al regime talebano e la propria preoccupazione per le donne; nella lettera si precisa che “risulta per me del tutto inconcepibile essere descritta come sostenitrice del velo, della lapidazione o delle mutilazioni ”, confessando di aver immaginato “che il mio intervento potesse essere costruttivo e utile ad un dibattito privo di strumentalizzazioni, con tutti coloro che hanno a cuore il destino del popolo afghano ”.
Esattamente come Facebook ha oscurato il comunicato stampa del PMLI sull’Afghanistan, l'intento di tutti i massimi partiti di regime servi del capitalismo e dell'imperialismo è semplicemente la repressione del dissenso ad ogni costo, a maggior ragione se esso arriva non dall'esterno, ma dall'interno di una delle sue istituzioni. Ecco perché tanta fretta, senza alcuna discussione, di annientare la Nure Musse e il suo “pericoloso” punto di vista che ha messo alla berlina la contraddizione principale, e cioè che innanzitutto l’Afghanistan appartiene al popolo afghano, e non all’imperialismo di un qualsiasi altro Paese. Un'epurazione ideologica in pieno stile mussoliniano poiché si tratta anche della prima donna africana a sedere in una commissione per le Pari Opportunità e prima in Italia anche a rappresentare l'Islam in una sede istituzionale.
Un chiaro monito anche nei confronti di coloro che potrebbero avere e rendere pubbliche opinioni di questo genere, adesso avvisati della sorte certa che toccherebbe loro.
 

La bussola dell'antimperialismo
Anche l’Ufficio Stampa del PMLI nel suo comunicato ha ribadito che l'abisso esistente tra il PMLI e l’ideologia, la strategia, il programma, i metodi di lotta e la politica antifemminile dei talebani non deve rappresentare un ostacolo nell’appoggiare la loro vittoria e conquista del potere politico, ottenuta sconfiggendo in maniera bruciante l’imperialismo americano, europeo e italiano. E vogliamo pubblicamente esprimere la solidarietà antimperialista del PMLI e de Il Bolscevico all’avvocatessa Nure Musse Ali che con la sua intervista ha coraggiosamente cercato di spiegare le ragioni della vittoria dei talebani e delle responsabilità storiche degli aggressori e guerrafondai imperialisti. Invece nell'Italia del governo del banchiere massone Draghi si ricorre a tutto per tappare la bocca a queste voci e posizioni democratiche, progressiste e antimperialiste.

1 settembre 2021