Comunicato stampa
No alla repressione delle lotte operaie
Condanniamo gli arresti dei lavoratori Texprint in sciopero della fame
Il neopodestà Biffoni ordina lo sgombero del presidio in Piazza Del Comune
 
La Cellula “G. Stalin” di Prato del PMLI condanna risolutamente la brutale retata poliziesca ordinata dal neopodestà piddino Matteo Biffoni contro i lavoratori della Texprint che dal 18 gennaio scorso lottano risolutamente contro i licenziamenti e le brutali condizioni di sfruttamento schiavista a cui sono sottoposti.
All'alba del 3 settembre un reparto antisommossa della celere coadiuvato da decine di carabinieri e agenti della polizia locale ha aggredito nel sonno e arrestato una decina di lavoratori della Texprint che da due giorni erano in sciopero della fame e in presidio permanente in Piazza del Comune a Prato.
Dopo aver devastato le tende, tutto il materiale e l'addobbo del presidio, i celerini hanno condotto i lavoratori in questura dove sono stati identificati e denunciati per resistenza a pubblico ufficiale.
Il Si-Cobas Firenze-Prato ha immediatamente proclamato uno sciopero di protesta per chiedere il rilascio dei compagni arrestati e ha organizzato un combattivo presidio di solidarietà davanti alla questura a cui hanno aderito decine di lavoratori delle fabbriche del distretto, fra cui una folta delegazione del Collettivo di fabbrica della GKN, studenti, attivisti e solidali.
Durante il presidio sono stati arrestati anche due manifestanti “colpevoli di aver cercato di forzare il cordone di polizia” schierato in assetto antisommossa per isolare i manifestanti e intimidire le persone che volevano unirsi alla protesta.
In tarda mattinata quasi tutti gli arrestati sono stati rilasciati. Per tre di loro invece è scattata anche la denuncia di aggressione e sono tutt'ora in stato di fermo in attesa del processo per direttissima che si terrà domani 4 settembre presso il tribunale di Prato dove il Si-Cobas Firenze-Prato ha convocato un nuovo presidio di protesta.
Un'aggressione premeditata, l'ennesima, studiata a tavolino per intimidire i lavoratori in lotta che dal 18 gennaio sono in sciopero permanente e dal 12 febbraio picchettano i cancelli della fabbrica.
Segno evidente che il neopodestà Biffoni si è subito allineato alla politica antioperaia, repressiva e forcaiola imposta fin dai primi giorni del suo insediamento dal governo del banchiere massone Draghi e dalla ministra col manganello Lamorgese che pensano di soffocare le lotte dei lavoratori a suon di manganellate, arresti, denunce, perquisizioni, processi, procedimenti penali, multe, serrate e licenziamenti, che fanno parte di una precisa strategia repressiva e intimidatoria attuata su tutto il territorio nazionale per reprimere sul nascere ogni forma di dissenso politico e sindacale e finalizzata a far pagare la crisi del sistema capitalista aggravata dalla pandemia ai lavoratori con la complicità dei vertici sindacali confederali.
A riprova che nei momenti di grande difficoltà, la classe dominante borghese non ha alcun pudore a ricorrere a qualsiasi mezzo, costituzionale o incostituzionale, pur di mantenersi al potere, salvaguardare il profitto dei padroni e reprimere i lavoratori in lotta.
 
Viva la lotta dei lavoratori Texprint!
Tocca uno, tocca tutti!

 

Cellula “G. Stalin” di Prato del PMLI
Prato, 3 settembre 2021