La Corte di Appello di Napoli inasprisce la pena di primo grado
10 anni a Cosentino per concorso esterno
I giudici confermano i rapporti tra l’ex viceministro capobastone campano di Berlusconi e il clan dei Casalesi

Redazione di Napoli
Mercoledì 21 luglio l’ex deputato di Forza Italia e del Popolo delle libertà, Nicola Consentino, ras incontrastato della destra in doppiopetto in Campania è stato condannato dalla IV Sezione penale della Corte di Appello di Napoli a ben dieci anni di carcere per concorso esterno in associazione camorristica. I giudici napoletani hanno inasprito la pena e, rispetto al primo grado di giudizio dove nel novembre 2016 Cosentino veniva condannato a nove anni di reclusione, ne hanno aggiunto uno che conferma ancora di più il rapporto tra il sodale di Berlusconi e il clan dei Casalesi.
La pronuncia arriva al termine del processo Eco4, dal nome del consorzio che si occupava della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti in diversi comuni dell’hinterland di Caserta e per cui già in primo grado la Procura di Santa Maria Capua Vetere aveva chiesto la pena di 16 anni di reclusione e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici per concorso esterno in associazione camorristica; il Tribunale sammaritano decise poi di comminare, con sentenza pronunciata il 17 novembre 2016, dopo oltre 140 udienze, la pena finale di 9 anni. Si tenga conto che Consentino veniva da una vittoria processuale importante come quella relativa a un altro procedimento conclusosi con l’assoluzione del 29 settembre 2020 nell’appello del processo “Il Principe e la Ballerina”. In quella occasione, esprimendo soddisfazione per la sentenza, le dirigenti berlusconiane Mariastella Gelmini e Anna Maria Bernini, denunciarono il cattivo funzionamento della giustizia, descrivendo Cosentino come vittima di un processo politico.
La condanna di 10 anni si aggiunge alle altre disposte dal Tribunale di Roma il 17 marzo 2018 a 10 mesi di reclusione per le accuse di diffamazione e violenza privata; del 21 aprile 2017 laddove il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere condannava Cosentino a 5 anni di reclusione per tentato reimpiego di capitali illeciti con l'aggravante mafiosa; fermo restando il marchio di pregiudicato che accompagna da qualche anno Cosentino condannato il 22 giugno 2016 dal Tribunale di Napoli Nord a 4 anni di reclusione per l'accusa di corruzione, pronuncia confermata sia dalla Corte d'Appello di Napoli il 17 ottobre 2017 e, in maniera definitiva, dalla Corte di Cassazione il 13 settembre 2018.
 

8 settembre 2021