Crotone
Obbligati a lavorare 92 ore settimanali
Senza servizi igienici e di un luogo idoneo a consumare i pasti e privati delle protezioni antiCovid

 
Il 10 luglio scorso i carabinieri di Crotone hanno arrestato un imprenditore di 39 anni per il reato di sfruttamento aggravato del lavoro, reato introdotto per frenare il caporalato nell'ambito di un'inchiesta della Procura Crotonese dei pm Andrea Corvino e Giuseppe Capoccia.
Il caporale 39enne avrebbe reclutato e gestito manodopera sfruttandola per la vendita di ortofrutta nello spiazzo situato in via Giuseppe Di Vittorio “approfittando dello stato di necessità” delle persone “assunte”, secondo l'accusa.
Lo schiavista avrebbe preteso dai braccianti immigrati assunti prestazioni lavorative settimanali nettamente superiori alle 40 ore lavorative previste, spingendosi fino 92 ore settimanali “con punte di 14 ore giornaliere".
Violata la disciplina del riposo settimanale, le norme in materia di sicurezza e igiene dei luoghi di lavoro, con tanto di assenza di servizi igienici, di un luogo idoneo alla consumazione dei pasti, mancata fornitura ai lavoratori dei dispositivi di protezione individuale, "con sottoposizione a condizioni di lavoro degradanti, in arteria altamente trafficata, esposti alle intemperie, con retribuzioni palesemente sproporzionate rispetto alla quantità e qualità del lavoro effettivamente prestato" si legge nelle carte dell'inchiesta.
Ennesima triste storia di supersfruttamento della manodopera dei migranti e non solo nella Regione più povera d'Italia se non d'Europa che dimostra che occorre riconoscere pari diritti e libero accesso ai migranti e lottare risolutamente per il lavoro stabile, a tempo pieno, a salario intero e sindacalmente tutelato per tutti i lavoratori e i disoccupati.
Il PMLI lotta affinché per tutta la durata della pandemia sia riconosciuto il Reddito di emergenza di 1.200 euro mensili per tutti i disoccupati e i senza reddito e per il blocco totale e permanente dei licenziamenti.

8 settembre 2021