È morto Strada, medico umanitario antimperialista
Ha fondato l'Organizzazione umanitaria Emergency per curare le vittime delle guerre imperialiste

Il fondatore di Emergency, Luigi – per tutti Gino - Strada, si è spento venerdì 13 agosto all'età di 73 ad Honfleur, in Normandia. Nato nel 1948 nel milanese, a Sesto San Giovanni, l'ex Stalingrado d'Italia per la forte presenza operaia organizzata, cresce in un ambiente cattolico sensibile alle problematiche della realtà sociale, e svolge costantemente attività di volontariato. Consegue la laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università Statale di Milano nel 1978 e perfeziona la propria formazione da medico-chirurgo negli Stati Uniti, sviluppandola poi in Inghilterra e in Sud Africa.
Nel 1988 decise di applicare la sua esperienza in chirurgia di urgenza all’assistenza dei feriti di guerra. Negli anni successivi, fino al 1994, lavora con la Croce Rossa Internazionale di Ginevra in Pakistan, Etiopia, Thailandia, Afghanistan, Perù, Gibuti, Somalia, Bosnia finché nel 1994, l’esperienza accumulata lo spinge a fondare Emergency, la nota associazione umanitaria internazionale per la cura e la riabilitazione delle vittime della guerra e delle mine antiuomo che ha fornito assistenza gratuita ad oltre 6 milioni di pazienti in 16 paesi nel mondo.
Già dichiaratosi ateo, durante gli anni ‘70 è stato tra gli attivisti del Movimento Studentesco anche come responsabile nel gruppo di servizio d'ordine della facoltà di Medicina, e in seguito ha militato nel Movimento dei Lavoratori per il socialismo, organizzazione che lavorò nella galassia extraparlamentare dichiarandosi inizialmente marxista-leninista e riconoscendo il ruolo fondamentale di Stalin e dell'intera tradizione comunista, fino a confluire nel PdUP di Magri e Castellina nel 1981.
Un antifascista militante a tal punto da aver indotto il fascista Fiorito di Fratelli d'Italia a pubblicare un vergognoso post all'indomani della scomparsa nel quale dà notizia della morte del “criminale comunista Gino Strada”, rendendo “Onore a tutti i giovani di destra che lo affrontarono durante i cortei”.
È stato un vero democratico che non ha avuto timore di opporsi in maniera determinata alla Lega di Salvini, smascherandone più volte la natura e l'opera di stampo fascista ad esempio sui DDL Sicurezza, sul tema dei 49 milioni di finanziamenti pubblici spariti e sul caso Diciotti, definendoli “razzisti e fascisti”.
Oltre che per l’attività con Emergency, e le denunce relative alla fascistizzazione dello Stato, Gino Strada ha più volte promosso critiche e analisi progressiste, rivendicando la sanità pubblica e di qualità per tutti, contro i contributi statali alla sanità privata e facendosi portavoce della recente campagna per la sospensione dei brevetti delle aziende farmaceutiche sulla produzione dei vaccini; poi opponendosi alla politica interventista dei governi liberali guidati da Massimo D’Alema, Romano Prodi, Silvio Berlusconi, Mario Monti, Enrico Letta, Matteo Renzi, Paolo Gentiloni e anche di Giuseppe Conte che hanno confermato l'impegno italiano nelle aggressioni imperialiste di USA e NATO, l'aumento delle spese militari, le politiche razziste sull'immigrazione e il disimpegno ambientale.
Sicuramente però è l'antimperialismo il tema di fondo che ha contraddistinto il pensiero e l'azione di Gino Strada, in particolare il supporto italiano all'intervento NATO in Afghanistan contro il precedente governo talebano, ritenuto un atto di guerra contro la popolazione afghana in aperta violazione della Costituzione del '48, posizione rilanciata e ben descritta nell'ultimo articolo a sua firma dal titolo “Così ho visto morire Kabul ” pubblicato su La Stampa il 13 agosto 2021.
Gino Strada non era un rivoluzionario, ma senz'altro un progressista e un esempio, il cui grande impegno umanitario e sociale, la totale dedizione a coloro che soffrono a causa delle guerre del capitale, le sue denunce dei governanti borghesi senza peli sulla lingua, rimarranno per sempre contributi positivi alla lotta pratica e culturale antifascista e antimperialista del grande fronte unito che marcia verso la conquista di una società più giusta, senza sfruttatori né sfruttati.

8 settembre 2021