L'azienda ribadisce di voler procedere con i licenziamenti e la chiusura
Gli operai GKN protestano in Regione: “Presi in giro e lasciati soli”
Il presidente Giani non si fa trovare, dopo per recuperare promette d'impegnarsi di più per salvare i posti di lavoro
Il 18 settembre manifestazione nazionale a Firenze
Impedire la chiusura della GKN

L'esemplare lotta degli operai GKN continua e si arricchisce ogni giorno di nuove iniziative. L'obiettivo è sempre quello, impedire che si chiuda la fabbrica e siano gettati sul lastrico 500 lavoratori. Una lotta che ha raccolto grande sostegno e solidarietà dagli altri operai, da studenti, da artisti e intellettuali, da tutta la popolazione. Tutto ciò ha permesso anche nel mese di agosto (periodo in cui la maggior parte dei lavoratori è in ferie), di avere sempre una nutrita presenza davanti ai cancelli e al presidio.
In questo mese sono state organizzate manifestazioni, assemblee, assieme a momenti di socializzazione come cene e concerti, svoltesi sia in città, a Firenze, sia davanti allo stabilimento di Campi Bisenzio. Inoltre è stata istituita una Cassa di Resistenza per sostenere economicamente la lotta della GKN su cui far confluire il sostegno concreto di tutti i solidali. C'è bisogno anche dell'aiuto materiale poiché la vertenza, com'era nelle previsioni, si prospetta lunga e difficile; il PMLI ha fatto la sua parte in base alle proprie forze, sia con la presenza dei marxisti-leninisti davanti la fabbrica che con un contributo economico.
Intanto la proprietà non recede dai suoi passi. Dopo alcune settimane di silenzio il fondo Melrose, che controlla Gkn, durante un incontro “tecnico” convocato dal ministero del lavoro ha respinto la proposta avanzata dalla viceministra Todde il 4 agosto scorso. Questa prevedeva 13 settimane di cig ordinaria gratis, in cambio del ritiro della procedura che porterà a 500 licenziamenti. Quindi nessuna marcia indietro: per loro lo stabilimento di Campi Bisenzio è stato chiuso e non riprenderà le produzioni di assi e semiassi per auto.
Il rappresentante del fondo d'investimento, Andrea Ghezzi, ha fatto sapere che ripresenterà di nuovo la procedura di licenziamento collettivo per tutti e 422 dipendenti diretti, momentaneamente bloccata per condotta antisindacale, riproponendola “correttamente”, perché “abbiamo realizzato che nello scenario di mercato che si sta delineando non è possibile rendere l’impresa sostenibile. In quest’ottica i licenziamenti dipendono dalla chiusura dell’azienda e conseguente messa in liquidazione”. Ci sarebbe da dire molto su questo, perché al Fondo interessa poco come e cosa si produce alla Gkn di Campi Bisenzio, tanto meno gli interessa degli operai che ci lavorano. Interessano solo i dati finanziari, i rendimenti che finiscono nelle tasche dei manager e degli azionisti, e spostare la produzione in Paesi con costi più bassi.
Con questo atteggiamento padronale è chiaro che la trattativa è bloccata. Senza il ritiro dei licenziamenti e della cassa integrazione per cessazione di attività Cgil, Cisl e Uil non si siederanno a nessun tavolo. Intanto i tempi stringono e si sono attivate iniziative legislative per impedire che le multinazionali facciano il bello e il cattivo tempo nel nostro Paese. Il governo, sulla falsariga di quanto esiste già in Francia (legge Florange), ha provato timidamente a contrastare per legge le delocalizzazioni produttive, iniziativa che però, come dimostra l'esperienza del Paese transalpino non risolve granché, visto che le penali si risolverebbero in una multa.
Tanto però è bastato per sollevare ”l'indignazione” e le proteste di Confindustria, con Bonomi che ha lamentato: “legge punitiva contro le imprese”, mentre molti parlamentari si sono detti contrari, con in prima fila quelli che appartengono ai partiti della destra che a ogni piè sospinto affermano “prima gli italiani” ma poi vogliono più libertà per le imprese, nazionali o straniere che siano.
Per rispondere alle esitazioni del governo gli operai GKN hanno sostenuto un documento di indirizzo per una legge contro le delocalizzazioni redatto da alcuni meritevoli giuslavoristi. Una legge che, tra le altre cose, impedisca alle aziende di licenziare prima che le autorità pubbliche abbiano valutato un Piano alternativo approvato dai lavoratori e dalle loro organizzazioni sindacali e dove si preveda il diritto di prelazione da parte dello Stato e di cooperative di lavoratori.
Ben vengano iniziative che limitino la libertà d'azione delle multinazionali. In ogni caso qualsiasi legge, nel sistema capitalistico, dove il profitto e la proprietà privata sono tra i capisaldi della società, non potrà impedire di licenziare quando ai padroni si prospettano minori guadagni oppure la possibilità si sfruttare ancor di più la manodopera di altri Paesi. Per questo salutiamo con gioia le dimostrazioni che gli operai Gkn continuano a sviluppare per incalzare le istituzioni, far recedere la proprietà, cercare la solidarietà degli altri lavoratori con l'intenzione di unificare le lotte contro i licenziamenti che si stanno sviluppando in tutto il Paese.
Il 1° settembre, a sorpresa, un nutrito gruppo di operai della Gkn irrompeva nel palazzo del governo Regionale. Con tamburi, cori e striscioni hanno protestato per l'esito dell'incontro svoltosi al Ministero del lavoro dove la proprietà ha confermato i licenziamenti, insistendo sulla cig per cessazione attività e sui corsi di formazione. Il tutto senza che emergesse una reazione dal governo e dalla Regione Toscana (presente con l'assessora Nardini). Per questo i lavoratori si sono sentiti presi in giro e lasciati soli, e se ne sono andati solo dopo essere stati ricevuti dal consigliere per il lavoro del presidente Eugenio Giani, improvvisando un corteo per il centro di Firenze. Il Governatore Pd non si è fatto trovare, salvo poi cercare di rimediare promettendo il massimo impegno per impedire la chiusura della fabbrica.
Nel frattempo è partito quello che è stata chiamato “insorgiamo tour”. Con questa iniziativa il Collettivo di fabbrica degli operai Gkn effettua delle assemblee in alcune città d'Italia con un duplice obiettivo: da una parte ricevere il sostegno e la solidarietà raccontando la propria vertenza, dall'altra raccogliere e unificare le esperienze delle lotte per il lavoro cercando di ampliare il fronte e renderlo più efficace. Sono già stati a Massa, a Napoli, dove hanno incontrato gli operai della Whirlpool, e a Roma.
Un altro importante appuntamento è programmato per il 18 settembre. Gli operai della Gkn invitano a una mobilitazione nazionale con un corteo per le strade di Firenze per sostenere questa battaglia che, come abbiamo più volte scritto, va ben al di là della singola fabbrica fiorentina, rappresenta un esempio ed è di fondamentale importanza per bloccare le migliaia di licenziamenti nelle aziende di tutta Italia. Il 18 diamo vita a una manifestazione partecipata e combattiva come quella del 24 luglio, dobbiamo impedire a tutti i costi la chiusura della fabbrica. Insorgiamo con gli operai Gkn!

8 settembre 2021