Saluto di Monica Martenghi, a nome del CC del PMLI, in occasione del 45° Anniversario della scomparsa di Mao
Scuderi è il Maestro, educatore, guida e organizzatore del PMLI, in grado di dirigere il proletariato nella lotta di classe per la conquista del potere politico e del socialismo, grande marxista-leninista di valore internazionale

Care compagne e compagni, care amiche e amici,
a nome del Comitato centrale del PMLI con alla testa il compagno Giovanni Scuderi, vi do un caloroso benvenuto a questa importante commemorazione pubblica di Mao.
Per prima cosa vogliamo inviare il nostro saluto militante e solidale a tutte le lavoratrici e i lavoratori che lottano contro i licenziamenti, a cominciare da quelli della GKN di Campi Bisenzio (Firenze), della Whirlpool di Napoli, della Giannetti Ruote di Ceriano Laghetto (Monza e Brianza), della Logista di Bologna e della Texprint di Prato.
Siamo in maniera militante a fianco delle lavoratrici e dei lavoratori della GKN e lo saremo fino in fondo, a costo di qualsiasi sacrificio. Devono assolutamente vincere contro i padroni per rientrare al lavoro e perché la loro vittoria è un contributo molto importante per bloccare i licenziamenti nelle altre aziende, a partire dalla Whirlpool di Napoli. Devono vincere anche perché la battaglia della GKN, condotta dal Consiglio dei lavoratori con encomiabile intelligenza politica e sindacale, costituisce un modello prezioso per l'intero movimento delle lavoratrici e dei lavoratori.
Invitiamo tutti i presenti alla manifestazione nazionale promossa dai lavoratori GKN che si svolgerà sabato prossimo alle ore 14:30 a Firenze.
Condanniamo duramente il manganellamento e l'arresto degli indomiti ed esemplari lavoratori della Texprint di Prato in sciopero della fame per ottenere otto ore di lavoro per cinque giorni la settimana.
Se Draghi non riesce a far ritirare i licenziamenti se ne vada a casa, a casa, a casa.
Draghi, tra l’altro, ha dimostrato di essere insensibile all’antifascismo, un opportunista e un coniglio non avendo avuto il coraggio di cacciare immediatamente dal governo il fascio-leghista Durigon, che ha chiesto di intestare il parco di Latina al fratello di Mussolini, aspettando che questi si dimettesse
Come ha detto il Segretario generale del PMLI compagno Giovanni Scuderi, “il PMLI si batterà fino in fondo per il ritiro dei licenziamenti e non si stancherà mai di invitare il proletariato a lottare contro il capitalismo e il governo del banchiere massone Draghi, per la conquista del potere politico e il socialismo”.
Appoggiamo lo sciopero generale dell’11 ottobre indetto dai sindacati di base e chiediamo con forza alla CGIL, di cui facciamo parte, di associarsi senza indugio.
Esprimiamo la nostra solidarietà alle popolazioni e alle vittime della Calabria, della Sardegna, della Sicilia e dell’Abruzzo per i danni subiti a causa dei devastanti incendi frutto dell’incuria e della mancata prevenzione dei governanti regionali e comunali, oltre all’opera della criminalità e dei piromani.
Esprimiamo la nostra solidarietà al professore Tomaso Montanari, sotto attacco da parte dei fascisti per aver detto la verità sulle foibe, e alla consigliera della Regione toscana Nura Musse Ali del PD per essere stata attaccata dalla Lega e dal suo stesso partito per aver considerato la conquista del potere politico dei Talebani “una tappa obbligata verso la maturazione dell'Afghanistan”. Il professor Montanari ha fra l'altro ha immediatamente risposto alla lettera del Comitato provinciale di Firenze del PMLI ringraziando per la “lucida e generosa solidarietà” .
Un saluto caloroso a tutti voi qui presenti, (eventualmente) in particolare ai membri di Partiti e movimenti con la bandiera rossa , a chi è venuto da molto lontano, a chi partecipa per la prima volta alla Commemorazione di Mao, alle compagne e ai compagni che hanno gravi problemi di salute. Un saluto caloroso anche ai compagni che non sono qui presenti per motivi di salute o economici. Un plauso molto sentito alle Cellule “Vesuvio Rosso” di Napoli e “Il Sol dell’Avvenire” di Ischia per essere presenti al completo assieme ai loro simpatizzanti e amici attivi.
Sono sempre con noi Lucia alias Nerina Paoletti, uno dei primi quattro pionieri del PMLI, e gli altri membri e simpatizzanti attivi del PMLI deceduti: Battista Bruni, alias Tino, Cirano Biancalani, Angelo Cimmino, Vincenzo Falzarano, Bruno Ferrari, noto custode del busto di Lenin a Cavriago, Giuseppe Lepore, Marco Marchi, Giuseppe Mazzola, primo contadino del PMLI, Franco Melandri, Ferruccio Panico, Ferdinando Puglia, Lorenzo Santoro, Fabio Zannelli, Salvatore Zunica.
Mentre i media, in particolare Rete 4 e La7, danno largo spazio al segretario nazionale del PC, l’imbroglione trotzkista Marco Rizzo, ignorano completamente il PMLI e le sue iniziative come questa. Addirittura Facebook ha oscurato il Comunicato stampa del PMLI sulla vittoria antimperialista dei Talebani e la bruciante sconfitta storica dell’imperialismo americano. A riprova che la classe dominante borghese, il suo governo, i suoi media e i suoi servi considerano il PMLI il loro vero e unico nemico strategico, e per questo cercano di non farlo conoscere alle masse.
Ringraziamo caldamente e con profonda riconoscenza tutte le compagne e i compagni, militanti e simpatizzanti del PMLI, le Commissioni centrali e il Comitato provinciale di Firenze che con il loro generoso lavoro ci hanno consentito di realizzare questo importante evento, forse l’unico al mondo.
Ringraziamo anche chi, impossibilitato a essere presente, ha voluto comunque esserci vicino inviandoci un messaggio di saluto o inviandoci una donazione. Voi qui presenti, non membri del PMLI, se volete, potete inviare a “Il Bolscevico” le vostre impressioni sulla Commemorazione di Mao.
Un elogio e un ringraziamento alle istanze di base di Campobasso, Reggio Calabria, Catania, Milano e Biella per il grande ed esemplare lavoro che stanno facendo, sotto la direzione del compagno Erne Guidi, con le forze della sinistra di opposizione.
Lo stesso elogio e lo stesso ringraziamento va ai compagni che sono impegnati nel lavoro con le lavoratrici e i lavoratori combattivi e con quelli comunisti, producendo un importante sforzo di convincimento per lo scioglimento di tutti gli attuali sindacati, confederali e di base, e la costituzione di un unico sindacato fondato sulla democrazia diretta e sul potere sindacale e contrattuale all’Assemblea generale.
Fonte di ispirazione il generosissimo lavoro militante che sta svolgendo la Cellula “Stalin” di Prato e personalmente il compagno Franco Panzarella nei confronti dei lavoratori della Texprint e della GKN.
Indimenticabile e assai utile e proficuo il lavoro che i compagni hanno svolto nelle due giornate del 19 e 20 luglio a Genova 2021.
Un elogio al Responsabile del PMLI per l'Emilia-Romagna, compagno Denis Branzanti, che è riuscito, come gli è stato possibile, commemorare Lenin a Cavriago anche quest'anno, nonostante quella regione fosse in zona rossa per Covid-19.
Un elogio alla Cellula “Vincenzo Falzarano” di Fucecchio per il lavoro di fronte unito fatto assieme a PCI, PRC, PC e USB per le battaglie locali di comune interesse.
Alla stessa Cellula e ai suoi membri esprimiamo la nostra totale fraterna e militante solidarietà perché la polizia, i carabinieri e i vigili urbani hanno loro i mpedito di partecipare alla commemorazione dell'Eccidio del Padule di Fucecchio, con la scusa del Covid-19.
Un grande applauso alle istanze di base di Ischia, della Valdisieve e di Vicchio del Mugello per il lavoro di massa, la lotta alle giunte locali e i comunicati stampa.
Apprezziamo gli sforzi della Cellula “Vesuvio Rosso” di Napoli tesi a diventare una Cellula modello, a legarsi alle masse, a radicarsi e a combattere la giunta De Magistris.
Lodiamo la Cellula “‘Lucia’ Nerina Paoletti” di Firenze e la Cellula “Vincenzo Falzarano” di Fucecchio per le diffusioni del documento del CC del PMLI sul governo Draghi e dell’appello di Scuderi al proletariato.
Siamo profondamente grati alle compagne e ai compagni della Redazione centrale de “Il Bolscevico”, nonché ai collaboratori e ai corrispondenti, per averci regalato dei numeri particolarmente importanti e da collezione, nonostante i problemi della pandemia e quelli causati dalla grave malattia della moglie del direttore politico dell’organo del PMLI.
Encomiabili la compagna e il compagno, membri del Comitato centrale, che partecipano ai turni di sorveglianza e vigilanza alla GKN.
Infine vogliamo rivolgere il ringraziamento più caldo e riconoscente a tutte le simpatizzanti e amiche e a tutti i simpatizzanti e amici attivi del Partito, nonché a chi versa donazioni al PMLI, specialmente a quelli che lo fanno ogni mese.
 
Breve biografia di Giovanni Scuderi
Come sapete, terrà il discorso ufficiale di questa commemorazione di Mao Giovanni Scuderi. Come è nostra consuetudine fare per gli oratori, presenteremo una sua breve biografia che troverete pubblicata integralmente sul prossimo numero de “Il Bolscevico”. Qui leggeremo solo le note principali.
Scuderi ha un’origine cattolica e nella sinistra democristiana. Ciò non deve meravigliare, se si pensa che Marx ed Engels erano di origine cristiana e membri della sinistra liberale. D’altra parte Mao ha rilevato che da un sasso non può nascere un pulcino, mentre da un uovo è possibile.
Nel 1960 scrive una lunga lettera al settimanale di destra “Vita” in difesa di Giorgio La Pira.
Nel 1965 solidarizza, assieme a un suo compagno di lavoro, con don Lorenzo Milani attaccato dai fascisti per l’obiezione di coscienza. Il prete, confinato a Barbiana dal cardinale di Firenze, gli scrive di suo pugno dicendo che la lettera di solidarietà “mi ha fatto piacere… spero di vedervi un giorno quassù… un abbraccio vostro Lorenzo Milani”.
Nel 1966 è fra i promotori dell’appello “All’elettorato cattolico di Firenze” a “non votare Democrazia Cristiana” alle elezioni del comune di Firenze del 12 giugno 1966.
Nel novembre del 1966 per aiutare la popolazione colpita dall’alluvione di Firenze è tra i dirigenti, come presidente della Commissione economica, del Comitato di quartiere spontaneo dell’Isolotto, di cui facevano parte Mino Pasca, Patrizia Pierattini e “Lucia” Nerina Paoletti.
Arriva al marxismo-leninismo-pensiero di Mao dopo una serie di esperienze politiche, sociali, cattoliche, scoutistiche e sindacali, prima nella Cisl poi nella Cgil, come impiegato in una azienda municipale fiorentina, e dopo essere stato influenzato dalle guerre di liberazione nazionali, soprattutto quelle vietnamita e cambogiana, e della Grande Rivoluzione Culturale Proletaria cinese.
Il 29 settembre del 1967, assieme a questi tre compagni ed altri che in seguito tradiranno, fonda un Gruppo marxista-leninista, che, dopo due mesi di ricerca per tutta Italia di un partito marxista-leninista, si scioglie e confluisce nella Federazione dei comunisti marxisti-leninisti d’Italia. Resisi conto che si trattava di una federazione non marxista-leninista, i primi quattro pionieri del PMLI denunciano la direzione di cui faceva parte l’imbroglione trotzkista e sospetto agente dei servizi segreti Giuseppe Maj e nel giugno del 1968 entrano nel Partito comunista d’Italia (marxista-leninista) di cui Scuderi diventa di fatto Segretario provinciale di Firenze.
Nell’agosto di quell’anno, trovandosi a Tirana, come membro dell’Associazione Italia-Albania, Scuderi scopre le divergenze di potere tra le varie fazioni del Pcd’I (m-l). L’estate dell’anno successivo, ancora in Albania, questa volta come membro della delegazione di quel Partito, assieme a Mino Pasca, membro della delegazione dell'Unione della gioventù comunista (m-l), Scuderi, prende parte alle discussioni politiche criticando le posizioni delle varie fazioni. Allora i primi pionieri del PMLI sotto la direzione di Scuderi decidono di dare battaglia aperta al gruppo dirigente revisionista del Pcd’I (m-l) in una grande manifestazione pubblica al Palazzo di Parte Guelfa a Firenze in occasione del 20° anniversario della fondazione della Repubblica popolare cinese. Prendono ufficialmente la parola Giovanni Scuderi, Mino Pasca e “Lucia” Nerina Paoletti, a nome rispettivamente delle istanze locali del Partito, dell’Unione della gioventù e del Circolo dell'Associazione Italia-Cina di Firenze, per denunciare per via indiretta la linea revisionista del Pcd’I (m-l). Manlio Dinucci, ora giornalista del “Manifesto” trotzkista e agente del nuovo zar della Russia Putin, inviato del Comitato centrale del Partito, cerca di correre ai ripari ma non vi riesce perché la stragrande maggioranza dei militanti e dei simpatizzanti di Firenze del Pcd'I (m-l) appoggiano i tre suddetti compagni.
Quindi Scuderi guida l'uscita da quel partito, che avviene nel novembre del 1969, e la costituzione dell’Organizzazione Comunista Bolscevica Italiana (marxista-leninista) del 14 dicembre e la fondazione de “Il Bolscevico” del 15 dicembre, che esce con questo titolo a tutta pagina: “Distruggiamo il Partito comunista d’Italia (m-l) copertura a sinistra del PCI. Costruiamo il Partito Rivoluzionario sulla base dell'invincibile marxismo-leninismo-pensiero di Mao”.
Successivamente ispira e guida i tentativi di riunire le organizzazione che si richiamavano al marxismo-leninismo scrivendo tre lettere aperte a tali organizzazioni fra il gennaio 1973 e il dicembre del 1974. Allo stesso scopo, tiene un dibattito pubblico sulla storia del movimento marxista-leninista italiano.
Constatata l'impossibilità di raggiungere tale obiettivo e maturate le condizioni, dopo sette anni di duro lavoro ideologico, politico e organizzativo, Scuderi e gli altri tre primi pionieri del PMLI, assieme ad altri 48 delegati, molti dei quali in date successive tradiranno, fondano il 9 Aprile 1977 il Partito marxista-leninista italiano.
La Direzione centrale dell’OCBI m-l nomina Scuderi delegato al Congresso di fondazione del Partito con questa motivazione: “Il compagno Scuderi è il migliore militante e dirigente della nostra Organizzazione. È stato lui che ne ha permesso la nascita e l’ha fatta diventare un’Organizzazione autenticamente marxista-leninista, forte, esperta, matura e in grado di fondare il Partito marxista-leninista in Italia. Egli le ha dato una teoria, una linea politica e una struttura organizzativa che mai nessuno era riuscito a dare al proletariato italiano.
Grazie a lui l’Organizzazione oggi dispone oltre che di una linea politica giusta anche di quadri e di dirigenti capaci di dirigere insieme a lui e sotto la sua direzione il Partito”.
Nella lotta si formano i dirigenti e nella lotta Scuderi ha dimostrato di possedere tutte le qualità per essere il Segretario generale del PMLI. Sulla base di questa motivazione, di una articolata e trasparente biografia e del magistrale Rapporto al Congresso di fondazione, il compagno Scuderi viene eletto per acclamazione Segretario generale del PMLI. Per 12 minuti i delegati lo hanno applaudito in piedi gridando: “Viva il compagno Scuderi”; “Compagno Scuderi, sì, sì, sì, Segretario del PMLI”; “Compagno Scuderi il tuo posto è qui alla testa del PMLI”; “Compagno Scuderi, sì, sì, sì, stai guidando il PMLI”.
Egli viene rieletto sempre per acclamazione e con grande entusiasmo in tutti i successivi quattro Congressi nazionali.
Nella motivazione della sua rielezione al 5° Congresso nazionale del PMLI, che rilancia e aggiorna le motivazioni dei Congressi precedenti si legge: “Perché con la sua vita esemplare al servizio della causa del proletariato, con la sua granitica difesa della dottrina marxista-leninista e dell'internazionalismo proletario, con la sua ricca elaborazione della strategia della rivoluzione socialista italiana e con i suoi preziosi insegnamenti sull'organizzazione bolscevica del Partito marxista-leninista, il compagno Scuderi nella pratica ha confermato, dal 4° Congresso nazionale del PMLI ad oggi, di essere in Italia e non solo, l'allievo migliore, più capace, completo e determinato dei cinque Maestri Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao, la guida sicura dei marxisti-leninisti italiani. Egli ha educato il PMLI all'internazionalismo proletario e all'unità e al sostegno reciproco con i partiti e le organizzazioni marxisti-leninisti del mondo intero... Perché nonostante tutti i suoi grandi meriti, il compagno Scuderi è un esempio per tutti i dirigenti e i militanti di totale e disinteressata dedizione alle necessità e alle esigenze del Partito e un esempio anche di grande modestia”.
 
Scuderi e il marxismo-leninismo-pensiero di Mao
Scuderi ha dato un contributo fondamentale per far conoscere al Partito, al proletariato, ai sinceri fautori del socialismo, ai giovani il pensiero di Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao. La sua elaborazione teorica per difendere e rilanciare l'attualità e la corretta interpretazione del marxismo-lennismo-pensiero di Mao e la sua applicazione alla realtà italiana e per combattere il revisionismo moderno in Italia e nel mondo è di valore nazionale e internazionale. Basti ricordare la prefazione all'Opuscolo “Mao contro il revisionismo moderno” del 1973 e il suo contributo determinante allo smascheramento dei revisionisti di Pechino per quanto riguarda la corretta interpretazione della teoria dei Tre mondi di Mao.
Soprattutto dopo la morte di Mao, allorché i revisionisti di destra hanno avuto campo libero in Cina e non solo, e dopo la caduta del muro di Berlino, spacciata dai nemici del marxismo-leninismo-pensiero di Mao e del comunismo come il “fallimento del socialismo”, l'elaborazione di Scuderi è stata per i marxisti-leninisti italiani e non solo, come un faro in mezzo alla tempesta, un punto di riferimento unico e insostituibile.
L'opera di Scuderi su Mao è stata ed è fondamentale. Pensiamo soprattutto ai suoi discorsi alle Commemorazioni di Mao di cui ricordiamo i titoli: “I marxisti-leninisti italiani saranno per sempre fedeli a Mao (9 ottobre 1976, in occasione del trigesimo della scomparsa), Mao e la rivoluzione in Italia (1981), La concezione di Mao del mondo e l'attuale lotta di classe (1986), Mao e il socialismo (1991), Seguiamo l'esempio e gli insegnamenti di Mao (23 dicembre 1993), in occasione del Centenario della nascita); Mao e l'imperialismo (1996), Mao e le due culture (2001), Applichiamo gli insegnamenti di Mao sulle classi e il Fronte unito (2006), Applichiamo gli insegnamenti di Mao sul Partito del proletariato (2011), Da Marx a Mao (2016). A questi vanno aggiunti la prefazione alle citazioni di Mao sul revisionismo moderno, nonché i due saggi scritti da Scuderi e presentati da Dario Granito, al Seminario internazionale sul pensiero di Mao, svoltosi in Germania nel novembre 1993 dal titolo: “Mao: un grande Maestro del proletariato internazionale e dei popoli e delle nazioni oppressi” e “Mao sull'internazionalismo proletario”.
Questi discorsi sono una perla dopo l'altra che vanno a comporre una miniera inesauribile e uno strumento indispensabile per chi vuol conoscere Mao, il suo pensiero e la sua azione e comprendere come il PMLI applica il marxismo-leninismo-pensiero di Mao alla realtà della nostra rivoluzione.
 
Scuderi e la linea del PMLI
Scuderi ha scritto la maggioranza dei documenti del Comitato centrale, dell’Ufficio politico del PMLI, nonché dei Comunicati dell’Ufficio stampa del PMLI, gli altri sono stati ispirati da lui e scritti sotto la sua direzione.
Tutte le parole d’ordine generali del PMLI sono state elaborate da lui.
A lui dobbiamo il disegno del socialismo italiano tracciato nel Rapporto politico al 3° Congresso nazionale del PMLI del 1985 e arricchito in particolare col discorso “Mao e il socialismo” del 1991, frutto dell'applicazione coerente e dialettica del patrimonio comune del marxismo-leninismo-pensiero di Mao sulla dittatura del proletariato alla situazione concreta del nostro Paese e del bilancio dell'esperienza storica del socialismo nel mondo.
Come dimenticare poi la sua ricchissima produzione teorica e politica per costruire e forgiare il Partito ed elaborarne compiutamente la sua linea organizzativa, politica e di massa mantenendola costantemente aggiornata alle necessità della lotta di classe.
A lui si devono le coordinate necessarie al lavoro politico e di massa del Partito. Ne Ricordiamo solo alcune: “Le 5 fiducie” (17.12.95), “Le tre cose da fare bene oggi” e “Le tre fasi che precedono l'azione” (20.02.88), “Forgiare l'anello mancante (20.2.88), “Tenere in pugno l'iniziativa politica” (19.1.95), “Le tre raccomandazioni ai dirigenti del PMLI” (8.12.94), “Le tre consegne ai nuovi militanti” (10.9.90), “Le 8 indicazioni per il lavoro sindacale” (9.4.93), “Le tre cose fondamentali da tenere sempre a mente” (8.12.2000), “I tre elementi chiave per far avanzare la costruzione e il radicamento del Partito” (9.4.2005), “I sei inviti ai giovani militanti del PMLI” (5.7.97), “I compiti dei membri fondatori del PMLI (25.4.80), “Le tre raccomandazioni ai dirigenti del PMLI” (8.12.94).
Egli ha guidato con saggezza, dialettica e fermezza le sei lotte di linea che si sono svolte fin qui nel PMLI, comprese le prime due all'interno dell'OCBI m-l, salvaguardando la linea e l’unità marxiste-leniniste e la vita stessa del Partito contro i falsi marxisti-leninisti che hanno tentato di sabotarle.
Fonte di ispirazione e guida costante sono i rapporti e le conclusioni che ha tenuto ai cinque Congressi nazionali del PMLI, oltre a quelli tenuti alle Sessioni plenarie del CC e dell’UP del PMLI, specie gli ultimi due: “La situazione del PMLI, i nostri problemi e la lotta contro il capitalismo, per il socialismo” (Discorso alla 6ª Sessione plenaria del 5° CC del PMLI, del 14.1.2018) e “Continuiamo ad applicare la linea organizzativa e propagandistica per dare al PMLI un corpo da Gigante Rosso” (Relazione alla 2ª Riunione plenaria del 5° Ufficio politico del PMLI del 3.11.2018). Entrambi contenuti nel volume che riporta il Documento del Comitato centrale “Viva la Terza Internazionale” (3.2.2019) assieme all'importante articolo di Scuderi “La lotta tra le due linee all'interno del PMLI”.
Senza parlare dei suoi editoriali annuali in occasione dell’Anniversario della nascita del PMLI l’ultimo dei quali “Il proletariato si ponga il problema della conquista del potere politico” (9 Aprile 2021) è da incorniciare.
Poderosa la sua opera di smascheramento della democrazia borghese, della Costituzione, dell'elettoralismo e del parlamentarismo borghesi e dell'elaborazione della tattica dell'astensionismo marxista-leninista, contenuta nei suoi numerosi discorsi e comizi elettorali, dove fra l'altro troviamo la linea delle istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo.
Egli ha fra l'altro dato il contributo maggiore, a volte aprendo la strada, ai comizi e ai dibattiti elettorali astensionisti del Partito da Biella, Valsesia, Milano, Forlì, Firenze, Prato, Fucecchio a Napoli, Benevento, Villa Rosa, Favale di Civitella del Tronto (Teramo), Reggio Calabria, Palermo, Acireale (Catania), Belpasso (Catania), Troina (Enna).
A Vittoria (Ragusa), Acireale (Catania) e Zungri (Catanzaro), oltre che a Firenze, nel 1976 ha lanciato l’appello per la fondazione del PMLI “Uniamoci per fondare il Partito”. Contemporaneamente ha diretto il primo corso di formazione dei quadri che conclude il 9.11.76 in preparazione della fondazione del Partito.
Scuderi fin quando i compiti di Segretario generale non glielo hanno materialmente impedito, ha sempre svolto attività politica e sindacale. Nel 1973 fondò la Cellula dell'OCBI m-l dell’Asnu, azienda municipalizzata di Firenze. Ancora oggi è iscritto alla CGIL e partecipa ai Congressi del suo Circolo di pensionati.
Nel luglio 1992 l'Ufficio politico del PMLI, in occasione dell'annuale campagna di proselitismo, prese due importanti e lungimiranti decisioni: pubblicare appena possibile una selezione di scritti e discorsi del compagno Giovanni Scuderi a partire dal 1967, anno dell'inizio della militanza marxista-leninista; pubblicare in opuscolo gli scritti e i discorsi di Scuderi che si ritenevano particolarmente importanti adatti a una diffusione di massa. Per quanto riguarda gli opuscoli qualcosa è stato fatto, per quanto riguarda invece la pubblicazione degli scritti e discorsi in volume la mancanza di risorse economiche ci ha impedito di realizzarla anche se rimane un obiettivo da perseguire e realizzare assolutamente appena possibile.
 
Scuderi e “Il Bolscevico”
Cofondatore principale de “Il Bolscevico” che ha diretto dal primo numero fino al n. 30 del 22 settembre 1978 quando la 5ª Sessione plenaria del 1° Comitato centrale del PMLI nella Sessione del 9 settembre 1978 ha deciso di “Sollevare il compagno Giovanni Scuderi dagli impegni che gli derivano dalla carica di Direttore politico dell'organo di stampa del Partito, 'Il Bolscevico', per permettergli di dedicarsi completamente al lavoro di direzione dell'Ufficio politico, del CC e di tutto il Partito. Questa decisione, maturata nel tempo, non era più rinviabile di fronte alla crescita e allo sviluppo del Partito e ai nuovi e pressanti impegni della lotta di classe a livello nazionale e internazionale.
Il Comitato centrale ringrazia il compagno Giovanni Scuderi per il grande e insostituibile contributo che egli ha dato alla definizione e allo sviluppo della linea politica de 'Il Bolscevico' dalla sua fondazione ad oggi, e per la saggia, sicura e dinamica direzione con cui ha plasmato l'organo di stampa del Partito, oltreché l'esemplare abnegazione che egli ha dimostrato sul fronte giornalistico”.
Il compagno Mino Pasca, portavoce de “Il Bolscevico”, nel discorso celebrativo del cinquantenario dell’organo del PMLI, tenuto a Firenze il 15 dicembre 2019, ha rilevato che: “'Il Bolscevico' non sarebbe esistito senza il ruolo determinante del compagno Giovanni Scuderi che lo ha concepito, diretto, aiutato a crescere fino a renderlo quello che è. Ricorderete che con ammirevole modestia Engels si paragonò a un secondo violino nei confronti di Marx. Ebbene, continuando a usare immagini musicali, possiamo aggiungere che i primi quattro pionineri sono stati un formidabile quartetto perché hanno potuto contare su un direttore d'orchestra davvero unico. Grazie compagno Scuderi, per il tuo prezioso, acuto e insostituibile contributo”.
Scuderi non ha mai smesso di occuparsi, ogni giorno, con saggezza, acume politico e giornalistico ed estrema premura, de “Il Bolscevico” e del lavoro della Redazione centrale non facendo mai mancare il suo impulso, orientamento e suggerimenti.
 
Scuderi e il proletariato e le masse lavoratrici
Scuderi è sempre stato particolarmente sensibile alle condizioni delle masse lavoratrici, contadine e popolari e del Sud. In lui è stato sempre indelebile il ricordo delle tremende condizioni di vita e di lavoro dei braccianti e dei contadini del suo paese di nascita, Avola, in provincia di Siracusa, uno dei centri agricoli più miseri e più combattivi della Sicilia, da dove a 11 anni emigra verso Firenze al seguito dei suoi genitori in cerca di lavoro.
Ha dato dei contributi fondamentali nell'analisi della questione meridionale, per quanto riguarda per esempio il separatismo siciliano, la questione sarda, la mafia.
Egli non ha mai perso di vista la centralità della classe operaia. Nel discorso per il 30° Anniversario della scomparsa di Mao, il 10 settembre 2006, dal titolo “Applichiamo gli insegnamenti di Mao sulle classi e il fronte unito”, di fronte a chi mette addirittura in discussione l'esistenza stessa del proletariato e il suo ruolo nella lotta di classe e per il socialismo, Scuderi chiarisce che il proletariato è “l'attore principale della lotta di classe, della rivoluzione socialista e dell'edificazione del socialismo. Le rivoluzioni tecnologiche non ne hanno cambiato la natura, la composizione, il carattere, le funzioni, il ruolo e i compiti.
Per la sua collocazione nella produzione e nella società, per la sua ideologia, per la sua esperienza produttiva e di lotta, per le sue capacità organizzative e mobilitatrici, che non hanno uguali riscontri nelle altre classi anticapitalistiche, il proletariato è la classe più progredita, più avanzata e più rivoluzionaria della storia, i cui compiti fondamentali rimangono immutati nel tempo e in ogni paese del mondo, la sola classe che ha la forza e la capacità di dirigere la rivoluzione socialista e l'edificazione del socialismo...
Il problema – chiarisce mirabilmente Scuderi – è che da lunghissimo tempo, a causa della devastazione e della corruzione ideologica che i dirigenti del PCI revisionista e i dirigenti di Rifondazione trotzkista e del PdCI revisionista hanno alimentato al suo interno, il proletariato italiano ha perso la coscienza di essere una classe per sé, e quindi attualmente è ben lontano dall'avere tale consapevolezza e dallo svolgere il suo ruolo rivoluzionario. Infatti il proletariato italiano lotta oggettivamente, nei fatti, contro il capitalismo per migliorare le sue condizioni di vita e di lavoro, ma non si propone di abbatterlo e di sostituirlo col socialismo. Lotta oggettivamente contro la classe dominante borghese ma non mette in discussione il suo potere politico e non si propone di prenderne il posto. In tal modo lotta come classe in sé, cioè come classe di fatto, non come una classe per sé, consapevole di essere indipendente e antagonista dalla borghesia e di avere una propria cultura; consapevole di essere portatrice di un progetto generale di una nuova società, e candidata a governarla e a costruirla; consapevole che spetta a essa riunire e dirigere tutte le classi e i gruppi sociali anticapitalisti; consapevole di dover porre fine una volta per tutte a ogni forma di sfruttamento dell'uomo sull'uomo e di disuguaglianza di sesso per poter arrivare all'emancipazione dell'intera umanità. Spetta quindi ora al PMLI dare al proletariato italiano la coscienza di essere una classe per sé. Un compito assai difficile, e occorre molto tempo, una seria preparazione culturale e grandi capacità di persuasione, ma è assolutamente necessario per far compiere un salto di qualità alla lotta di classe e portarla su un terreno rivoluzionario”.
Nell'ultimo editoriale, quello per il 44° Anniversario del PMLI, dal titolo “Il proletariato si ponga il problema della conquista del potere politico”, Scuderi rileva che: “La storia politica, governativa, parlamentare e sociale dall’Unità d’Italia ad oggi dimostra che senza il potere politico il proletariato non ha niente, e che tutto ciò che riesce a strappare al capitalismo, ai suoi governi e alle sue istituzioni, attraverso dure lotte, pagate spesso col sangue, sono solo delle effimere conquiste parziali e incomplete.
Briciole, rispetto quello che gli spetta di diritto. È quindi necessario che il proletariato si ponga il problema della conquista del potere politico. (…) Su questo tema, da cui passa il cambiamento radicale dell’Italia, bisognerebbe aprire una grande discussione all’interno del proletariato e delle sue organizzazioni politiche, sindacali e culturali e fra di esse. (…) Il proletariato ha il diritto di avere il potere politico perché produce l’intera ricchezza del Paese, ed è l’unica classe, se è armata dal marxismo-leninismo-pensiero di Mao, capace di sradicare lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e le cause economiche che generano le classi, le guerre imperialiste, le ingiustizie sociali, la disoccupazione, la miseria, il razzismo e le disparità territoriali e di sesso; capace anche di sradicare la cultura e la mentalità borghesi fondate sull’individualismo, l’egoismo, l’arrivismo, l’arricchimento personale, il predominio dell’uomo sulla donna, la violenza maschile sulla donna e di genere, l’omofobia, la xenofobia, la sopraffazione del più forte economicamente sul più debole, la corruzione.
Questo diritto il proletariato lo deve rivendicare con forza e imporlo con la rivoluzione socialista armata, perché non gli è riconosciuto dalla Costituzione in vigore e non lo può conquistare per via parlamentare, quando avrà creato tutte le condizioni per estromettere dal potere la borghesia, l’ultima classe sfruttatrice e oppressora della storia”.
Decisiva la sua opera per l'elaborazione della linea sindacale del Partito, forse uno dei più significativi esempi di applicazione creativa e non dogmatica del marxismo-leninismo-pensiero di Mao alla realtà concreta, storica, politica e sindacale italiana. Da qui l'obiettivo strategico del Sindacato delle lavoratrici e dei lavoratori lanciato nel 1993 e poi ulteriormente affinato nel Sindacato delle lavoratrici e dei lavoratori, delle pensionate e dei pensionati, per finire con la parola d'ordine della costituzione di un unico sindacato basato sulla democrazia diretta e sul potere sindacale e contrattuale delle Assemblee generali dei lavoratori e dei pensionati.
 
Scuderi e le donne
Scuderi è stato sempre un alfiere convinto e attivo dell'emancipazione delle donne e della parità di genere fuori e dentro il Partito.
Nel discorso conclusivo della 3ª Sessione plenaria del 3° CC del Partito del 1 marzo 1987. egli ha ribadito con forza che “Noi crediamo profondamente nell'emancipazione della donna, e perché non possiamo tollerare che la 'metà del cielo' - come le donne vengono definite dal presidente Mao - viva in condizioni peggiori, subumane e subalterne rispetto all'altra metà, e perché non ci potrà mai essere effettivo progresso umano, civile e sociale senza la piena, reale e concreta parità tra la donna e l'uomo. Solo il proletariato – ha aggiunto – in quanto classe oppressa e antagonista alla borghesia può avere ed ha l'interesse all'emancipazione femminile, mentre la classe dominante al contrario ha interesse a mantenere sottomesse e in uno stato di subalternità le donne. Gli sfruttatori e e gli oppressori non vogliono che le donne si emancipino per non perdere fette consistenti di profitti e per non allargare il fronte degli oppositori. Soprattutto attraverso la morale retrograda e cattolica circa la famiglia, la maternità, il divorzio, l'aborto e il sesso pensano di tenere la donna nell'oscurità e nella subalternità maritale, politica e sociale. Noi invece vogliamo liberare la donna non solo sul piano materiale - che è primario e fondamentale - ma anche sul piano culturale, morale e spirituale. Ecco perché il PMLI è lo strumento fondamentale dell'emancipazione femminile. Ecco perché invitiamo le donne sfruttate e oppresse e le ragazze ad entrare nel PMLI”.
Scuderi sostiene con forza che “Il problema dell'emancipazione della donna, che si abbiano o non si abbiano compagne, e noi ne vogliamo avere e tante, è un problema di tutto il Partito, non solo della componente femminile, non c'è una delega in questo senso. (…) Non è possibile che avvenga l'emancipazione del proletariato se non avviene l'emancipazione femminile. Sono due cose dialetticamente legate fra loro. È il proletariato, e perciò il partito del proletariato, il nostro Partito, che ha questo problema; è l'intero Partito che l'affronta, è l'intero Partito che lo cura, è l'intero Partito che lo vuol risolvere grazie a voi, grazie alla Commissione femminile centrale e a tutte le istanze del Partito” (Conclusioni alla riunione allargata della Commissione femminile del CC del PMLI del 10/11/1990).
Al contempo egli ha sempre operato per formare e promuovere le compagne a tutti i livelli, in ogni ruolo e in ogni settore di lavoro del Partito. “Le compagne – sostiene in un articolo apparso su “Il Bolscevico” del 2008 col titolo “Viva le compagne!” - sono una grande risorsa per il PMLI. Sia per la sua vita interna, sia per la sua vita pubblica. Nel lavoro per la costruzione e lo sviluppo del Partito e in quello del radicamento locale e tra le masse. Nerina “Lucia” Paoletti ne è un simbolo e un modello.
Senza le compagne il PMLI sarebbe monco, privo della sensibilità, dell'intelligenza, delle capacità, dell'esperienza, della tenacia femminili, non in grado di assolvere tutti i suoi compiti rivoluzionari, assolutamente incomprensibile alle masse femminili. Non c'è compito, ruolo, incarico, missione che non possono assolvere le compagne. Tutti i membri del PMLI sono uguali concettualmente, politicamente e praticamente e godono gli stessi diritti e doveri indipendentemente dal sesso e dall'orientamento eterosessuale, omosessuale, lesbico, transessuale. Le compagne però hanno un compito in più, specifico anche se non esclusivo, quello di conquistare le masse femminili alla causa del socialismo, del proletariato e del Partito”.
 
Scuderi e i giovani
Cure e attenzioni davvero speciali ha sempre riservato alle nuove generazioni e ai giovani membri del Partito sui quali ha sempre riposto una grande fiducia. Su di essi, ha detto, “sono riposte le nostre maggiori speranze circa l'avvenire del Partito, del proletariato e della causa del socialismo”.
Più volte si è soffermato a riflettere e a far riflettere sul ruolo e i compiti dei giovani nella lotta di classe nel passato, nel presente e nel futuro. Basti ricordare l'importantissimo Documento del CC del PMLI “Viva la Grande Rivolta del Sessantotto”, redatto personalmente da Scuderi. Egli ha chiarito tematiche storiche e ideologiche particolarmente sentite e attuali fra i giovani, come per esempio la questione di Guevara con l'importante editoriale “Dove porta la bandiera di Guevara” scritto nell'ottobre 1995.
È sempre stato un sostenitore convinto dei vari movimenti giovanili e studenteschi, in particolare quelli del Settantasette, delle Tigri e della Pantera dei primi anni '90.
Per avere il polso diretto di quest'ultimo movimento, incontra in piazza a Firenze le studentesse e gli studenti che ne erano i protagonisti per ricercare un confronto con loro, partecipando in prima persona alla diffusione del Documento dell'UP del PMLI del 20/2/1990 dal titolo “Benvenute Pantere a Firenze. Le nostre speranze sono riposte in voi” davanti all'ingresso del palazzetto dove si teneva l'Assemblea nazionale della Pantera.
Ugualmente ha sempre riservato una cura e una premura particolari verso la formazione proletaria rivoluzionaria e marxista-leninista dei giovani dirigenti e militanti del Partito. Restano fondamentali e attualissimi i sei inviti che Scuderi ha lanciato ai giovani militanti in occasione di un incontro con la Cellula “Stalin” di Forlì il 5 luglio 1997. Questi inviti sono: 1) Studiare a fondo la concezione del mondo marxista-leninista e la linea politica del Partito e applicarle con slancio nella lotta per trasformare il mondo e se stessi. 2) Essere punti di riferimento e modelli di vita e di lotta per i giovani che vogliono cambiare il mondo. 3) Essere dei costruttori tenaci e risoluti del PMLI, senza badare ai necessari e inevitabili sacrifici che comporta questa epica impresa, che non ha precedenti nella storia del movimento operaio italiano. 4) Assicurare la continuità della vita del Partito con lo stesso spirito, con la stessa fiducia nel marxismo-leninismo-pensiero di Mao, nel socialismo, nel Partito, nelle masse e in se stessi, con la stessa dedizione dei fondatori del PMLI. 5) Prepararsi, immergendosi nello studio del marxismo-leninismo-pensiero di Mao e della linea del Partito e nella lotta di classe, per affiancare i dirigenti storici alla guida del Partito. 6) Le giovani militanti siano le più sollecite a recepire e a mettere in pratica le indicazioni del Partito e diano l'esempio alle ragazze nella lotta contro l'influenza, i condizionamenti e i pregiudizi antifemminili della famiglia, della scuola, dei partiti borghesi e della reazione tesi a relegare le donne in ruoli subalterni in famiglia, nel matrimonio, nel lavoro, nella società e in politica.
Scuderi ha sempre esortato il Partito a occuparsi “delle condizioni dei giovani, educhiamo i giovani alla lotta di classe per il socialismo. Così potremmo sintetizzare l'essenza del nostro lavoro giovanile”. E ha chiarito: “Occuparsi dei giovani, vuol dire occuparci dei nostri figli e dei nostri nipoti; vuol dire occuparci dell'avvenire del Partito, del proletariato e della causa del socialismo; vuol dire riarmare in senso rivoluzionario sul piano ideologico e politico i giovani strappandoli all'influenza, allo sfruttamento e all'oppressione della classe dominante borghese in camicia nera; vuol dire fornire alla gioventù di sinistra l'orientamento, la direzione e gli strumenti capaci di battere i loro coetanei di destra e di unire a sé il centro della gioventù. Occuparci dei giovani vuol dire anche aver premura dei loro problemi concreti e immediati riguardo l'istruzione, il lavoro, la ricreazione, lo sport, i rapporti sociali e di coppia e di ogni altra cosa abbiano necessità”. (Conclusioni di Scuderi alla 6ª Sessione plenaria del 3° CC del PMLI, 8 dicembre 1992)
 
Scuderi e i marxisti-leninisti dei vari paesi del mondo
Scuderi ha sempre tenuto alta la rossa bandiera dell'internazionalismo proletario e fatto ogni sforzo perché il Partito facesse la sua parte per l'unità dei marxisti-leninisti a livello internazionale nel comune obiettivo di combattere l'imperialismo mondiale e far avanzare la causa del socialismo in tutto il mondo. Pur consapevole della povertà delle nostre casse, ha sempre spinto il Partito ad aiutare i partiti fratelli.
Duri sono stati gli sforzi per prendere contatto e lavorare assieme ai partiti e organizzazioni che si richiamavano al marxismo-leninismo nei vari Paesi a cominciare dal Partito comunista cinese di Mao con il quale i rapporti sono stati ostacolati e sabotati dai revisionisti. Finché, dopo la morte di Mao, è stato evidente che le contraddizioni non erano più conciliabili, Scuderi ha fatto personalmente la spola fra Firenze e l'Ambasciata cinese a Roma. Grande è stato il sostegno al Partito comunista del Kampuchea e al suo segretario Pol Pot, nonché alla guerra di resistenza del popolo kampucheano contro l'invasione vietnamita al soldo del socialimperialismo sovietico.
“Il nostro Partito - afferma Scuderi nel discorso alla sesta Sessione plenaria del 5° Comitato centrale tenutosi a Firenze il 14 gennaio 2018 - è uno dei pochi partiti autenticamente marxisti-leninisti esistenti nel mondo. Ciò ci rende responsabili anche nei confronti dei partiti di altri paesi che ci guardano con attenzione e simpatia e prendono coraggio ed esempio da noi”.
Scuderi è stimato e considerato un punto di riferimento internazionale da parte dei marxisti-leninisti dei vari Paesi.
I primi a riconoscergli questo titolo sono stati i compagni messicani e panamensi, fino a quelli di oggi americani, inglesi e filippini.
Ricordiamo il messaggio di saluto del Nucleo marxista-leninista (in Messico) al 5° Congresso nazionale del PMLI dove affermava che: “Il PMLI, con alla testa il suo ammirevole e eccezionale Segretario generale, compagno Giovanni Scuderi, con il suo 5° Congresso rinforzerà il Partito e la sua unità, arricchirà la sua linea politica e organizzativa e traccerà la nuova tattica da seguire. Il faro del XXI secolo emetterà più fulgente la sua luce. Speriamo che questa linea raggiunga altri Paesi, come ha fatto nel nostro caso, e ispiri alla formazione di autentici Partiti, Organizzazioni e Nuclei fortemente ancorati al marxismo-leninismo-pensiero di Mao”.
“Luminoso Futuro”, organo del PC(m-l) di Panama, almeno fino a quando è stato in vita il compianto compagno Quibian Gaytan, che ne era il curatore, ha pubblicato costantemente e con grande risalto discorsi e scritti più importanti di Scuderi corredati da una sua foto storica scattata alla manifestazione nazionale in piazza dell'Isolotto a Firenze per il 30° Anniversario della nascita del PMLI.
In una lettera del 20 giugno 2018 in cui si apprezza le parole dell'”amato” compagno Giovanni Scuderi si afferma che: “Grande è il debito ideologico, politico e morale che abbiamo maturato, noi comunisti (marxisti-leninisti) di Panama, verso il vostro Partito, il PMLI, e in particolare molto verso il compagno Scuderi e tutti i compagni che lo hanno affiancato nel CC del PMLI, dal 1979 ad oggi”.
Jeremy dal Perù commentando l'Edtoriale di Scuderi per il 44° compleanno del PMLI ha affermato che “come peruviano, trovo le vostre opere molto stimolanti. Il compagno Scuderi ha dato un notevole contributo al proletariato internazionale. (…) In tutto il mondo abbiamo imparato molto da voi, compagne e compagni. Mi piace particolarmente leggere il fantastico discorso del compagno Scuderi 'Da Marx a Mao', che mostra chiaramente la ferma comprensione del vostro Partito riguarda la continuità e l'unità rivoluzionarie ed esprime chiaramente molte profonde verità rivoluzionarie che ispirano tutti noi”.
Carina dalla Svezia è rimasta “incredibilmente impressionata” dal discorso “Da Marx a Mao” che ha definito “un testo pedagogico straordinariamente ben composto, intriso di un filo conduttore, con le parti esplosive più importanti della scienza marxista-leninista”.
Ultimi in ordine di tempo quattro messaggi di saluto di compagni stranieri a questa Commemorazione che ci hanno anche commosso. Il primo lungo messaggio è della Squadra di Corrispondenza estera della Lightning Strike Action (Azione Fulminante) degli Stati Uniti in cui fra l'altro si legge: “Il compagno Scuderi, sta seguendo veramente le orme e il percorso rosso di Marx, Lenin e Mao. Il suo contributo all'implacabile lotta contro il revisionismo e le tendenze controrivoluzionarie è grande, ampio e indubbiamente senza concorrenza. Noi del Red Unit negli Stati Uniti, altrimenti noto come Lightning Strike Action, gli siamo infinitamente grati per i decenni di lavoro che il Compagno Scuderi ha fatto e lo sosterremo e difenderemo come fieri allievi di lotta”.
In un altrettanto lungo messaggio, Keegan, un compagno inglese, si legge che: “Il compagno Scuderi ha una notevole capacità di unire le persone e conquistare anche il peggio dei nemici politici. È veramente una delle persone migliori del nostro tempo, un genio della forza comunista, della persuasione e dell'unità. Voi siete veramente fortunati ad avere un compagno di tale levatura. Anche il mondo è molto fortunato. Mentre siamo in competizione con tutti i tipi di demoni maligni e nemesi del cavolo, avere un leader severo e gentile come il compagno Scuderi in prima linea nella lotta rivoluzionaria proletaria mondiale è qualcosa di molto speciale e molto apprezzato”.
Un compagno filippino afferma che: “Il Segretario generale,Giovanni Scuderi, segue correttamente gli insegnamenti di Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao, adempie ai suoi compiti in base a ciò che è scientificamente e strategicamente giusto e aderisce al comunismo in modo molto preciso e abile. Sa esattamente come dirigere il PMLI nel conseguire successi e il popolo la vittoria; è un maestro della lotta, un impareggiabile direttore d'orchestra della rivoluzione in Italia. Seguendo le orme del presidente Mao, nulla sarà impossibile. Per favore trasmettete i miei saluti al Segretario generale – mi auguro che sia in buona salute e saldamente in piedi. Attendo pazientemente il suo rosso discorso all'evento commemorativo che terrete presto nel vostro grande Paese. Mi auguro che il mondo vi stia seguendo da vicino. Voi dite sempre cose di estrema importanza”.
Infine il compagno americano Halif che nel suo messaggio alla commemorazione scrive: “Stiamo combattendo per e con le parole del compagno Scuderi: ‘Non c'è che il nostro Partito che può smuovere le acque, ma purtroppo non ha ancora la forza per farlo. Dobbiamo quindi continuare e intensificare gli sforzi per costruire un grande, forte e radicato PMLI a prova di bomba, che abbia come modelli il Partito di Lenin e di Stalin e quello di Mao. Un Partito proletario, rivoluzionario e marxista-leninista, che in ogni suo aspetto - teorico, politico, programmatico e organizzativo - sia plasmato dal marxismo-leninismo-pensiero di Mao. Un Partito che sappia fare correttamente il lavoro di massa e di fronte unito, senza sbandare a destra e a 'sinistra'. Un Partito che pratichi la critica e l'autocritica per correggere i propri errori, migliorare lo stile di lavoro e risolvere le contraddizioni tra i propri militanti, usando sempre la dialettica e mai in maniera esasperata, schematica e libresca. Un Partito in cui i militanti anziani, di media età e giovani lavorano all'unisono, su un piano di parità, di rispetto e di aiuto reciproco, imparando gli uni dagli altri’… La situazione è complessa ma vincibile seguendo lo spirito pionieristico di rottura del compagno Scuderi, un geniale leader comunista in carne e ossa: ‘Specialmente nella situazione odierna in cui occorre fare acquisire al proletariato una coscienza rivoluzionaria che ha perso da tempo a causa della deideologizzazione e decomunistizzazione operate dai revisionisti’”.
 
Scuderi e la repressione
Per oltre mezzo secolo di militanza marxista-leninista Scuderi ha dovuto affrontare e superare ogni sorta di ostacolo sul piano personale e professionale, sul piano repressivo e giudiziario e persino fisico.
Oggetto di continue calunnie da parte degli agenti più o meno mascherati dei revisionisti e dei falsi marxisti-leninisti, di tentativi di eliminarlo fisicamente come la gravissima aggressione ordita dagli agenti della reazione, nonché falsi marxisti-leninisti Angiolo Gracci e Walter Peruzzi al Comizio del 1° Maggio '69 in piazza Santo Spirito a Firenze. Ricordiamo anche l'aggressione subita da Scuderi il 22 maggio 1974 da parte dei dirigenti e degli attivisti della sezione aziendale del PCI dell'ASNU dopo che si era conclusa una manifestazione dedicata alla Resistenza.
I dirigenti revisionisti, democristiani e socialdemocratici hanno tramato ripetutamente per licenziarlo. Sospeso “cautelativamente” il 10 febbraio 1976 per 15 giorni dall’Asnu, il cui Consiglio di amministrazione era a maggioranza PCI, presidente Augusto Bercigli, filosocialimperialismo sovietico.
La sospensione “cautelativa” era dovuta al fatto che Scuderi si era rifiutato di eseguire un lavoro che non entrava nelle sue mansioni, senza una preventiva contrattazione sindacale e senza il necessario ordine scritto.
La sospensione è stata respinta tramite lettera scritta dalle Organizzazioni sindacali aziendali ed anche del Consiglio di fabbrica del Nuovo Pignone con ordine del giorno scritto in data 1° marzo 1976.
Scuderi è stato fin da subito individuato dalla classe dominante borghese, i suoi governi e i suoi strumenti, a cominciare dai revisionisti, come nemico irriducibile e incrollabile e ha messo in atto ogni sorta di intimidazione, di minaccia, di aggressione, di repressione poliziesca e giudiziaria per tentare di fiaccare il suo indomito spirito rivoluzionario e farlo demordere volendo così infliggere un colpo decisivo al PMLI.
La polizia lo ha fermato per l'affissione di manifesti e gli ha perquisito, il 13 dicembre 1969, l'abitazione all'indomani della Strage di Stato alla Banca dell'Agricoltura di Milano e alla vigilia della fondazione dell'OCBI m-l e de “Il Bolscevico”.
Nel 1970 Scuderi viene processato e condannato a 10 mesi di reclusione per “propaganda sovversiva”, per aver pubblicato sul Bolscevico la posizione elettorale dei marxisti-leninisti dal titolo “Il potere politico nasce dalla canna del fucile”. Fra il '72 e il '77 altri processi e altre condanna riguardanti anche documenti sulla strage fascista di Milano e il governo clerico-fascista Andreotti. Tutte le condanne subite, fatte salve quelle riferite alla “violazione delle disposizioni sulla stampa” ossia non aver registrato Il Bolscevico al Tribunale poiché non disponevamo allora di un giornalista iscritto all'Albo, sono riferite ai reati di “Propaganda ed apologia sovversiva e antinazionale” e per “Vilipendio della Repubblica, delle istituzioni costituzionali e delle Forze armate”. A partire dagli anni '80 la persecuzione giudiziaria si sposta sui temi della politica estera ma hanno sempre come obiettivo principale il Segretario generale del Partito. Nell'86 Scuderi e Patrizia Pierattini, allora direttrice responsabile del Bolscevico , vengono processati e condannati per “istigazione di militari a disobbedire alle leggi” a seguito della pubblicazione di un discorso di Scuderi che denunciava la politica imperialista dell'allora presidente del Consiglio Craxi contro la Libia. Infine nel 1990-91 furono processati e condannati Giovanni Scuderi, Mino Pasca e Monica Martenghi insieme a due diffusori del Bolscevico per “istigazione alla diserzione e alla disobbedienza militare” per aver propagandato la parola d'ordine: “Disertare, non sparare, rivoltarsi” durante la prima guerra contro l'Iraq. Poi in appello saranno assolti.
 
Scuderi e la militanza
Scuderi è un fulgido esempio di militante e dirigente marxista-leninista. Egli ha dedicato completamente e interamente la sua vita alla causa del Partito, del proletariato e del socialismo. Con modestia e rifuggendo ogni personalismo e individualismo si è sempre caricato sulle spalle il lavoro più duro e faticoso.
Il suo è un esempio non solo sul piano ideologico e politico, ma anche sul piano pratico e concreto. Egli non ha respirato solo la polvere dei libri e ne ha dovuti leggere davvero tanti, sacrificando il riposo e persino le meritate ferie annuali che il Partito gli prescriveva, lui invece le dedicava allo studio, alla elaborazione della linea del Partito e alla scrittura. Ha respirato a fondo nelle piazze, nelle sedi di Partito, nelle sale dei dibattiti.
Come abbiamo detto ha tenuto dibattiti e comizi elettorali e non a giro per tutta Italia dal Piemonte alla Sicilia e ogni volta approfittava del viaggio per incontrare le istanze locali, ascoltare i loro problemi, fornire consigli, correggere errori, stimolarne l'opera e l'azione. Non disponendo di mezzi economici adeguati, ovviamente si trattava di viaggi in treno, anche fino a tre cambi, lunghi e disagevoli, al massimo, per le tratte più lunghe, con l'ausilio di scomode cuccette. E poi pensioni sgangherate a buon prezzo o l'ospitalità in casa dei compagni. Tutta un'altra storia rispetto ai politicanti borghesi che viaggiano comodamente in aereo, in grandi macchine con l'autista e alloggiano in confortevoli alberghi stellati.
Egli non si è mai sottratto alla faticosa e spesso ripetitiva opera di formazione dei dirigenti e dei militanti del Partito ad ogni livello. Oltre agli incontri con le istanze di base, coi nuovi militanti e simpatizzanti del Partito specie di città dove il Partito non era ancora presente, tiene a tutt'oggi colloqui quotidiani con i compagni che lavorano nella Sede centrale del Partito.
Ogni compagno, dirigente o semplice militante, può testimoniare quanta premura, attenzione e ascolto rivolge ad ognuno, chiedendo la loro opinione sui documenti e le attività del Partito, e non trascurando di informarsi sulla loro salute, sui loro problemi familiari, di lavoro e di studio.
La sua presenza nella sede centrale del Partito è da sempre quotidiana e ben oltre un normale orario di lavoro. Inizia all'alba e finisce solo a sera. Questo da oltre 50 anni.
Scuderi, assieme alla compagna Lucia, soprattutto nei primi anni si sono letteralmente levati il pane di bocca per finanziare l'uscita del giornale e sostenere le spese del Partito. E anche l'auto, su cui viaggiavano per ore, con qualsiasi tempo e stagione, i compagni che andavano a diffondere “Il Bolscevico” nelle grandi fabbriche di Milano, una vecchia Renault 4, era la loro.
Scuderi ha sempre colto ogni occasione per diffondere “Il Bolscevico”. Rimarrà memorabile il suo inseguimento per le strade in salita di Castelfiorentino da parte del maresciallo dei carabinieri.
Quando nel '78 gli viene chiesto di ritirarsi dal lavoro professionale per dedicarsi interamente al lavoro di Partito, accetta con entusiasmo, rinunciando così a uno stipendio sicuro e ben remunerato e una pensione più alta.
Egli si è spogliato di ogni avere per il Partito. Di fronte a una difficilissima situazione economica attraversata dal PMLI, che impose anche la dolorosa sospensione della pubblicazione cartacea de “Il Bolscevico” nel settembre 2013, non ha esitato a vendere la sua prima e unica casa donando al Partito l'intero ricavato. Un gesto indimenticabile, che la compagna Lucia, in base a una disposizione esplicita del suo testamento, avrebbe condiviso.
Scuderi versa la più alta quota mensile al Partito, pari a quella del suo successore, oltre a contributi straordinari secondo le necessità del Partito.
Egli è stato forgiato nella lotta di classe e di piazza. Dalle grandi manifestazioni del '68 e dell'“Autunno caldo” del '69 nelle manifestazioni antimperialiste, per la casa, le pensioni, gli eccidi di Avola e Battipaglia.
Impossibile farne l'elenco completo. Vogliamo qui ricordare la sua significativa presenza alla manifestazione per lo sciopero regionale di tutte le categorie del 23 febbraio 1993 durante la quale il PMLI lancia per la prima volta la parola d'ordine strategica della creazione di un sindacato delle lavoratrici e dei lavoratori.
Memorabile la forza e la determinazione con cui ha guidato il Partito, tenendo qualificati comizi volanti e diffondendo con orgoglio “Il Bolscevico”, alle manifestazioni di massa come la storica manifestazione nazionale a Roma dei 3 milioni in difesa dell'articolo 18 (23 marzo 2002), quella antimperialista tenutasi a Firenze in occasione del Social Forum europeo (9 novembre 2002), quella a Roma contro la “riforma” delle pensioni del governo del neoduce Berlusconi (6 dicembre 2003). L'ultima in cui partecipa, il 2 luglio 2010 a Firenze, è la manifestazione regionale per lo sciopero generale contro la finanziaria del governo Berlusconi alla presenza dell'allora segretaria nazionale della CGIL Susanna Camusso.
Nel discorso tenuto nel trigesimo della scomparsa di Mao a Firenze il 9 ottobre 1976 Scuderi ebbe a dire: “Noi dobbiamo condurre fin in fondo la lotta di classe senza badare sacrifici e senza avere paura di rimetterci la tranquillità della vita familiare, il posto di lavoro e anche la vita. I comunisti sono fatti per la lotta; senza la lotta, vengono meno alla loro natura, al loro carattere e ai loro compiti; ed è nella lotta di classe che acquistano quei meriti, quelle qualità e quegli onori che si è acquistato il presidente Mao”.
Non c'è nessun dubbio che Scuderi riflette perfettamente le caratteristiche fondamentali dei massimi dirigenti marxisti-leninisti e lo spirito proletario rivoluzionario che li deve animare che egli ha così brillantemente sintetizzato: “Noi siamo, come massimi dirigenti del Partito, continuamente sotto gli occhi attenti e vigili dei militanti e dei simpatizzanti del Partito e del proletariato rivoluzionario. Siamo scrutati e valutati per ogni nostro pensiero e gesto. Non possiamo fallire, non possiamo deluderli. Occorre la nostra totale dedizione al Partito e alla causa. Dobbiamo continuare a mettere gli interessi della causa del Partito, del proletariato e del socialismo al di sopra della nostra stessa vita e subordinare gli interessi personali a quelli della causa. Certamente non possiamo trascurare i nostri impegni e doveri di coppia e familiari, ma mai essi devono condizionare i nostri impegni e doveri politici. Il nostro dovere più grande è servire il Partito, il proletariato e la causa con tutto il cuore e con tutto noi stessi. Certamente non possiamo non avere dei momenti di riposo e di relax, di svago e di relazioni sociali anche extra Partito. Ma essi vanno vissuti come necessità per recuperare energie e lucidità, come mezzi non come finalità. E' dura, faticosa e piena di sacrifici e di rinunce personali la vita di un dirigente marxista-leninista, ma è tanto bella e appagante la gioia di vivere per la causa più nobile, quella dell'emancipazione del proletariato e di tutta l'umanità. Avanti allora, marciando sempre in testa alla Lunga Marcia del Partito del proletariato, della riscossa e della vittoria! Coi Maestri vinceremo!” (Intervento alla 1ª Riunione plenaria del 4° Ufficio politico del PMLI tenutasi il 12 settembre 1999).
Per tutto quello che abbiamo detto fino a qui, che certo rappresenta solo una sintesi estrema di tutto ciò che ha fatto il Segretario generale del PMLI in questo oltre mezzo secolo, l'Ufficio politico del PMLI considera Giovanni Scuderi Maestro, educatore, guida e organizzatore del PMLI, in grado di dirigere il proletariato nella lotta di classe per la conquista del potere politico e del socialismo, grande marxista-leninista di valore internazionale. Egli ha dato un contributo importante agli autentici marxisti-leninisti di tutto il mondo nella battaglia contro i liquidatori revisionisti e i socialimperialisti cinesi.
 
Il tema della commemorazione
Come sapete, il tema della Commemorazione di Mao di quest’anno è “Applichiamo gli insegnamenti di Mao sul revisionismo e sulla lotta di classe per il socialismo”.
Mao è stato decisivo nello smascherare il revisionismo, come lo sono stati Marx, Engels, Lenin e Stalin nei confronti del revisionismo del loro tempo.
Egli ha denunciato prontamente il colpo di Stato capitalista di Krusciov in Urss nel febbraio del 1956 e le sue teorizzazioni revisioniste all’interno del movimento comunista internazionale. Ed ha combattuto le cricche revisioniste dei vari paesi, compreso quella togliattiana, con uno sforzo maggiore verso le cricche di Liu Shaoqi e Deng Xiaoping che tentarono di restaurare il capitalismo in Cina. Nell’impedirlo Mao ha elaborato la Grande Rivoluzione Culturale Proletaria senza precedenti nella storia che ha diretto per anni finché è stato in vita. Con ciò egli ha fornito la teoria rivoluzionaria che mancava per continuare la rivoluzione nelle condizioni della dittatura del proletariato.
Il pensiero di Mao è quindi essenziale per conoscere e combattere il revisionismo moderno, al contempo è un discrimine tra veri e falsi partiti comunisti. Chi ignora o non accetta il suo pensiero oggettivamente sta dall’altra parte della barricata.
Ma bisogna stare anche attenti alle interpretazioni fantasiose e non corrette di chi al posto del pensiero di Mao parla di maoismo.
 
Fronte unito antidraghiano
Mao ci ha fornito delle indicazioni fondamentali in riferimento al fronte unito rivoluzionario sul quale il nostro Partito sta producendo dei grandi sforzi per arrivare a costituirlo. Ne fanno fede i cinque calorosi appelli del Comitato centrale del PMLI rivolti in data 17 febbraio 2021 a tutte le forze politiche, sindacali, sociali, culturali, religiose antidraghiane.
Gli appelli sono esplicitamente rivolti: “In primo luogo ci rivolgiamo ai Partiti con la bandiera rossa e la falce e martello - con molti di essi collaboriamo già nel Coordinamento delle sinistre di opposizione - perché si incontrino al più presto per concordare una linea unitaria antidraghiana e le relative iniziative per applicarla, nonché per elaborare un progetto per una nuova società. Chi tra essi ha un maggiore rapporto con le masse prenda l'iniziativa della convocazione degli altri Partiti.
In secondo luogo ci rivolgiamo al proletariato perché rifletta sul compito che Marx ha indicato nel 1864 alle operaie e agli operai di tutto il mondo, in occasione dell'inaugurazione dell'Associazione internazionale dei lavoratori, e cioè 'conquistare il potere politico è diventato il grande dovere della classe operaia' . E con questa consapevolezza assuma un atteggiamento di lotta dura contro il governo Draghi e il capitalismo ponendosi l'obiettivo della conquista del potere politico e del socialismo.
In terzo luogo ci rivolgiamo alle anticapitaliste e agli anticapitalisti sempre più numerosi e combattivi presenti nella CGIL, nei sindacati di base, nelle Assemblee delle lavoratrici e dei lavoratori combattivi, nei centri sociali e nei vari movimenti di lotta perché rompano col riformismo, il parlamentarismo, il costituzionalismo e imbocchino la via dell'Ottobre per il socialismo, cominciando a spendere la loro forza per buttare a gambe all'aria il governo Draghi.
In quarto luogo ci rivolgiamo alle ragazze e ai ragazzi di sinistra del movimento studentesco e in ogni altro movimento, compresi quelli ecologisti e del clima, perché siano gli alfieri della lotta contro il governo Draghi e studino il marxismo-leninismo-pensiero di Mao, a partite dal “Manifesto del Partito comunista” di Marx ed Engels e “Sulla giusta soluzione delle contraddizioni in seno al popolo” di Mao, per verificare se esso è la teoria giusta per conquistare il nuovo mondo a cui aspirano.
In quinto luogo ci rivolgiamo alle intellettuali e agli intellettuali democratici antidraghiani perché valutino senza pregiudizi la posizione del PMLI su questo governo e, se la ritengono di qualche interesse, si confrontino con noi per ricercare una intesa comune”.
Su questo piano si è mosso anche Scuderi, celebrando il 44° compleanno del PMLI nel quale ha rivolto un caloroso appello “ad aprire una grande discussione all'interno del proletariato e delle sue organizzazioni politiche, sindacali e culturali e fra di esse”. “Si aprano le menti, - esorta Scuderi - si scruti attentamente la situazione presente, si guardi con lungimiranza il futuro, si abbandonino settarismi, pregiudizi e preclusioni, si dica tutto quello che abbiamo in testa a cuore aperto, per trovare una intesa e costituire un'alleanza, un fronte unito, per aprire la via alla conquista del potere politico da parte del proletariato”.
Dobbiamo fare uno sforzo maggiore e prolungato per far giungere questi due fondamentali documenti, interconnessi e complementari, a un maggior numero possibile di lavoratrici, di lavoratori, di studentesse e di studenti.
Al momento nessuna delle forze chiamate a unirsi ha risposto al nostro appello. Ma prima o poi qualcosa dovrà pur smuoversi perché il governo Draghi fa troppo male al proletariato e alle masse popolari, femminili e giovanili.
È una necessità assoluta e urgente. Uniamoci allora per spazzarlo via!
Ma non basta, dobbiamo anche unirci nell’astensionismo elettorale tattico alle prossime elezioni comunali e regionali e nella creazione delle istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo fondate sulla democrazia diretta.
Ma non basta ancora, dobbiamo unirci sulla via dell’Ottobre, verso l’Italia unita, rossa e socialista!
Alziamo con orgoglio le grandi bandiere rosse di Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao, e vinceremo!
 

15 settembre 2021