Documento dell'Organizzazione della provincia di Reggio Calabria del PMLI per le elezioni regionali in Calabria del 3 e 4 ottobre 2021
Astieniti se sei contro il capitalismo e i suoi governi, istituzioni e partiti e se vuoi cambiare la Calabria col socialismo
Creare le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo

 
 
Domenica 3 e lunedì 4 ottobre le elettrici e gli elettori calabresi saranno chiamati alle urne per eleggere il presidente della giunta regionale e i 30 consiglieri che andranno ad occupare gli scranni di Palazzo Campanella.
Si sarebbe dovuto votare il 14 febbraio, ma dopo un primo rinvio concordato per l’11 aprile a causa dell’emergenza Covid, proprio nei giorni in un cui si stava procedendo alla convocazione dei comizi elettorali, un decreto del Cdm ha spostato le elezioni in una finestra compresa tra il 15 settembre e il 15 ottobre 2021.
In base alla legge elettorale entrata in vigore nel 2005 denominata “Tatarellum” e in parte modificata nel 2014, viene eletto il candidato presidente che riesce ad ottenere più voti. Non è previsto il ballottaggio così come non è ammesso il voto disgiunto. Dei 30 consiglieri divisi nelle tre circoscrizioni: Nord (provincia di Cosenza), Centro (province di Vibo Valentia, Crotone e Catanzaro), Sud (Città Metropolitana di Reggio Calabria) 24 vengono eletti tramite il sistema proporzionale, i restanti 6 tramite il maggioritario. L’elettore può esprimere fino a due preferenze nella medesima lista purché i candidati siano di sesso diverso, pena l’annullamento della scheda. La soglia di sbarramento è fissata al 4% per le liste singole e all’8% per quelle coalizzate, inoltre il premio di maggioranza è del 55%. Questa legge elettorale dopo il taglio del numero dei deputati da 50 a 30 ha ristretto ulteriormente gli spazi della democrazia borghese in Calabria e allo stesso tempo continua a non rispettare la parità di genere.
 

I candidati presidente
I candidati alla presidenza della Regione Calabria sono 4.
Per la coalizione di “centro-sinistra” c’è Amalia Bruni, scienziata ricercatrice e allieva di Rita Levi-Montalcini, con 7 liste a supporto. Da 25 anni direttrice del Centro di ricerca Neurogenetica situato a Lamezia Terme, Bruni ha gestito negli anni una marea di soldi pubblici, il cui utilizzo non è sempre stato “trasparente”. Alla sua candidatura si è arrivati dopo le dimissioni di Nicola Irto entrato in polemica con i vertici romani del PD - sempre più logorato da faide interne - e dell’imprenditrice cosentina Maria Antonietta Ventura sulla cui azienda di famiglia pende un’interdittiva antimafia.
A sostenere la Bruni c’è pure il voltagabbana Carlo Tansi che dopo aver scaricato De Magistris, criticato il PD e la “vecchia politica”, per non rischiare di rimanere tagliato fuori dai giochi elettorali, in nome della scienza (quindi non per i suoi sporchi interessi personali) ha deciso di entrare nella coalizione.
Anche l’ex democristiano Roberto Occhiuto , per il “centro-destra” capogruppo alla Camera di Forza Italia potrà contare sullo stesso numero di liste (7).
In caso di vittoria Occhiuto confermerà vice presidente della Regione il fascio-leghista Nino Spirlì che dopo la morte prematura della governatrice Santelli ne aveva preso le redini. Scelta questa, non più tanto scontata perché dipenderà molto dal numero di voti che riuscirà a raccattare il partito Fratelli d’Italia della fascista Meloni che all’interno della coalizione inizia a fare la voce grossa.
Per il “polo civico” il neopodestà di Napoli Luigi De Magistris avrà a sostegno 6 liste. Tra queste c’è “Un’altra Calabria è possibile” dell’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano finito sotto processo per la nota vicenda sull’accoglienza dei migranti. Dopo il fallimentare bilancio amministrativo della città di Napoli che sta cadendo letteralmente a pezzi, dove in 10 anni non è riuscito a risolvere nemmeno uno dei tanti problemi che affliggono il proletariato e le masse popolari partenopee, l’ex magistrato prova a rifarsi una reputazione scendendo in Calabria promettendo “mare e monti” e inneggiando addirittura alla “rivoluzione culturale”.
Chiude il quartetto, “l’indipendente” ex governatore della Calabria nonché vecchio rottame del PCI revisionista Mario Oliverio, detto “palla-palla”, appoggiato da una sola lista. Anche lui come De Magistris cerca nuovi consensi dopo essere stato assolto dall’accusa di peculato e abuso d’ufficio, ma il popolo calabrese non ha di certo dimenticato le nefandezze compiute dalla sua giunta antidemocratica di “centro-sinistra” tra le quali non possiamo non annoverare un buco di bilancio grande 266 milioni di euro.
Secondo gli ultimi sondaggi, a contendersi la guida della Regione Calabria saranno la Bruni e Occhiuto, con quest’ultimo in leggero vantaggio. Distaccato di molto De Magistris mentre Oliverio avrebbe fatto meglio a restare a casa e ritirarsi a vita privata se davvero non riuscirà ad andare oltre il 4% delle preferenze.
Ovviamente si tratta di sondaggi approssimativi perché non tengono conto del “partito” dell’astensionismo che anche in questa tornata elettorale anticipata sarà l’avversario da battere.
 

I candidati consiglieri
Prima di essere presentate ufficialmente, le 21 liste contenenti i nominativi dei candidati consiglieri regionali, sono state poste al vaglio dell’inutile Commissione antimafia presieduta da Nicola Morra.
Nonostante l’inserimento di parenti, amici, figli, mogli e cognati, come al solito non mancano i legami con la ‘ndrangheta e la massoneria.
Clamoroso il caso della Lega dell’aspirante duce d’Italia Matteo Salvini che ha candidato Enzo Cusato ex consigliere del comune di Rosarno sciolto per mafia e consuocero del boss Rocco Bellocco appartenente a una delle storiche famiglie di ‘ndrangheta della Piana di Gioia Tauro.
Forza Italia non è da meno, nella circoscrizione Nord ha candidato Katya Gentile, figlia del massone Pino Gentile dei “Cinghiali” di Cosenza, vecchio rottame politico borghese, ex assessore ai lavori pubblici nella giunta guidata dal fascista mal ripulito Giuseppe Scopelliti, tra i principali artefici del disastro sanitario calabrese.
Sempre nelle file di Forza Italia nella circoscrizione Centro troviamo Silvia Parente, figlia di Claudio Parente, “il boss della sanità” indagato nell’ambito dell’operazione “Corvo” per abuso d’ufficio, corruzione e peculato.
Il “centro-sinistra”, per non essere ovviamente da meno, ha imbarcato il peggio del peggio andando a pescare tra gli ex di “palla-palla”, iniziando da Peppino Aieta da Cetraro indagato per corruzione e voto di scambio, passando per Graziano Di Natale genero di Mario Pirillo considerato vicino al potente clan Grande Aracri e finendo con Ernesto Alecci da Soverato sulla cui testa pendono due richieste di rinvio a giudizio.
Tra gli impresentabili della circoscrizione Sud oltre i soliti noti Nicola Irto, Mimmetto Battaglia e Andrea Billari spicca il nome del poliziotto di professione Giovanni Muraca assessore della giunta antipopolare Falcomatà a Reggio e attualmente imputato nel processo “Miramare”. Ma giunti a questo punto verrebbe spontaneo chiedersi: che fine ha fatto il “codice etico” tanto decantato dal PD?
 

Le responsabilità delle giunte borghesi di “centro-destra” e “centro-sinistra”
La campagna elettorale condotta dai politicanti borghesi non si può dire abbia suscitato grande entusiasmo nel popolo calabrese. Al di là dei soliti slogan retorici e roboanti, nessuno di loro è riuscito a proporre programmi e soluzioni concrete riguardo lavoro, sanità, scuola, trasporti, infrastrutture, ambiente, crisi idrica, lotta alla criminalità.
Con un reddito pro-capite di soli 12.700 euro lordi annui la martoriata Calabria continua tristemente a essere la regione più povera d’Italia e d’Europa. In mancanza di un lavoro stabile, oltre 180.000 cittadini calabresi percepiscono il reddito di cittadinanza (il 10,1% della popolazione). Il tasso di disoccupazione giovanile è tra i più alti d’Europa, senza contare chi ha perso il lavoro a causa della pandemia. Il sistema sanitario pubblico è stato smantellato. Con i livelli essenziali di assistenza all’ultimo posto, sempre più calabresi sono costretti ad emigrare per farsi curare nelle regioni del Centro e del Nord Italia. A nulla sono serviti 11 anni di commissariamento, che ha portato solo alla chiusura di ospedali e pronto soccorso (con conseguente riduzione del personale e dei posti letto) e di altre strutture pubbliche favorendo i pescecani privati e l’infiltrazione della criminalità organizzata che controlla l’intero settore con la complicità di politicanti e funzionari pubblici corrotti. Non a caso la Calabria può vantare il triste primato del maggior numero di Asp sciolte per ‘ndrangheta. Per non parlare poi del disastro idrogeologico causato dalla cementificazione selvaggia e delle reti stradali e ferroviarie ancora da terzo mondo. Eppure si continua a pensare all’“Alta velocità” Salerno-Reggio Calabria inclusa nei 30 miliardi in arrivo dal PNRR e all’inutile opera “Ponte sullo Stretto”, quando i colpevoli di questo disastro sono proprio le giunte borghesi di “centro-destra” e “centro-sinistra” che si sono alternate negli anni alla guida della Calabria e che oggi si presentano spudoratamente come il “cambiamento”.
 

La proposta elettorale del PMLI
Oggi l’unica arma da impugnare per opporsi alle istituzioni rappresentative borghesi che vanno smascherate, indebolite, delegittimate, distrutte, è l’astensionismo tattico marxista-leninista concepito non come un non voto, ma come un voto dato al PMLI e al socialismo.
Il vero cambiamento può essere rappresentato solo dall’abbattimento rivoluzionario del capitalismo e dalla conquista del potere politico da parte del proletariato, la madre di tutte le questioni. Ecco perché alle regionali del 3 e 4 ottobre prossimi, invitiamo le elettrici e gli elettori calabresi ad abbandonare definitivamente le illusioni elettorali, governative, riformiste e pacifiste disertando le urne, annullando la scheda o lasciandola in bianco.
Ma questo deve rappresentare solo il primo passo. Il secondo passo dev’essere quello di creare le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo. Noi marxisti-leninisti italiani vorremmo che tutti gli anticapitalisti dello stesso quartiere di ogni città o frazione, indipendentemente dai partiti di appartenenza, si riunissero periodicamente in Assemblea popolare per stabilire la propria piattaforma politica e rivendicativa e per programmare le proprie lotte, attività e iniziative sociali aperte a tutte le masse del proprio territorio.
Le Assemblee popolari devono eleggere, con voto palese e con mandato revocabile in qualsiasi momento, il proprio governo, denominato Comitato popolare, dotato di un regolamento interno in grado di assicurare la propria vita democratica e la propria operatività.
I Comitati popolari devono essere costituiti dagli elementi più combattivi, coraggiosi e preparati delle masse anticapitaliste, antifasciste e astensioniste eleggibili fin dal sedicesimo anno d’età indipendentemente dalla razza, dalla confessione religiosa o dal loro ateismo, dall'orientamento sessuale e garantendo la parità di genere.
L’Assemblea dei Comitati popolari di quartiere deve eleggere, sempre attraverso la democrazia diretta, il Comitato popolare cittadino. Seguendo la stessa procedura si deve così arrivare all'elezione dei Comitati popolari provinciali, regionali e del Comitato popolare nazionale.
Lo scopo fondamentale dei Comitati popolari è quello di fare da contraltare alle giunte locali e ai governi nazionali borghesi e di guidare le masse nella lotta politica per strappare al potere centrale e locale opere, misure e provvedimenti che migliorino le condizioni di vita del proletariato e delle masse popolari.
 

Rivendicazioni principali del PMLI per la Calabria
Il PMLI rilancia alcune rivendicazioni principali che muovono la sua azione politica e invita le masse calabresi, una volta che si sarà insediata la nuova giunta borghese, sia essa di “centro-destra” o “centro-sinistra”, a battersi nelle piazze sviluppando la lotta di classe perché finché perdurerà il capitalismo, la Calabria non sarà mai governata dal popolo e al servizio del popolo.
LAVORO E SVILUPPO ECONOMICO
La Regione deve varare un piano occupazionale concreto con risorse concrete per tutto il territorio calabrese anche con appositi programmi straordinari di formazione professionale, per dare lavoro ai "soggetti più deboli" e cioè a giovani, donne, disoccupati di lunga durata, immigrati, disabili garantendo a tutti lavoro stabile, a salario intero, a tempo pieno e sindacalmente tutelato.
Creare nuovi posti di lavoro reinternalizzando quei servizi regionali attualmente esternalizzati ad appalti privati.
Introdurre piani straordinari per lo sviluppo economico della regione per i vari settori produttivi e dei servizi: industria, agricoltura, pesca, edilizia e turismo.
SANITA’
Per garantire il diritto alla salute universale e gratuito a tutti i calabresi, la Regione deve convertire tutte le cliniche private in strutture pubbliche. Deve inoltre potenziare gli ospedali e i pronti soccorsi esistenti creando bandi di concorso per l’assunzione di medici e infermieri. Per evitare l’infiltrazione della ‘ndrangheta il sistema sanitario calabrese dev’essere gestito con la partecipazione diretta dei lavoratori e delle masse popolari.
INFRASTRUTTURE E TRASPORTI
I fondi destinati all’inutile opera “Alta velocità” devono essere dirottati per il potenziamento delle reti stradali e ferroviarie già esistenti incentivando il trasporto pubblico su gomma e su rotaia con mezzi non inquinanti con tariffe e abbonamenti a costi popolari e unificati su tutta la rete regionale. Stop a ogni ipotesi di rilancio del dannoso progetto “Ponte sullo Stretto”.
AMBIENTE
Attuare piani straordinari per evitare le alluvioni. Mettere in sicurezza le zone a rischio a frane e piantare alberi dove necessario. La Regione deve inoltre istituire un piano territoriale che impedisca la speculazione edilizia e che salvaguardi il patrimonio naturale, agricolo e paesaggistico.
SCUOLA
Dotare le scuole di biblioteche, sale di lettura attrezzate e strutture attrezzate gratuite al servizio degli studenti per attività informatiche, anche con collegamento a Internet, artistiche, musicali, teatrali, cinematografiche, fotografiche e giornalistiche. Negare le risorse pubbliche alle scuole private e cattoliche.
Scuole e università pubbliche devono essere governate dalle studentesse e dagli studenti a maggioranza.
RETI IDRICHE
Ammodernare le reti idriche. Operare interventi di manutenzione periodica per garantire l'igiene ed evitare sprechi.
Individuare nuove falde acquifere, creare invasi appositi per la raccolta di riserve d'acqua e il rifornimento adeguato dei centri urbani.
CRIMINALITA’
Contrastare in tutti i modi possibili l’infiltrazione della ‘ndrangheta all’interno della politica regionale e delle pubbliche amministrazioni.
Destituire da tutti gli incarichi gli amministratori e funzionari pubblici che abbiano avuto rapporti di appartenenza e/o di collusione con ‘ndrangheta e massoneria. Obbligo per gli amministratori e i politici corrotti di restituire tutto il denaro sottratto alle casse pubbliche per destinarlo a uso sociale.
ANTIFASCISMO
Difendere le "Disposizioni transitorie e finali" n. XII e n. XIII della Costituzione borghese del ‘48 vietando la concessione di aule scolastiche e universitarie, sale pubbliche e piazze alle organizzazioni fasciste, chiudendo i loro covi e deferendoli alla magistratura.
 
L’Organizzazione della provincia di Reggio Calabria del PMLI
Reggio Calabria, 20 settembre 2021