Nuovo passo interventista dell'imperialismo italiano
Draghi e Guerini armano i droni militari
L'operazione prevede una spesa di 168 milioni in sette anni

 
Continua la politica bellicista e interventista, con conseguente aumento delle spese militari, del governo del banchiere massone Draghi.
Il famigerato "Documento programmatico pluriennale 2021-2023" rilanciato dal ministro della Difesa Guerini del PD, illustra le previsioni di spesa e il piano complessivo di sviluppo del cosiddetto “Strumento militare”che fra l'altro è espressione di un palese asservimento del governo ai produttori di armi anche italiani, in particolare, come per il precedente documento, si nota la "manina" dell'amministratore delegato di Leonardo, Alessandro Profumo (vedi "Il Bolscevico" N 12/2021).
Infatti fin dal febbraio scorso, come ha rilevato la "Rivista Italiana di Difesa" diretta da Batacchi, in particolare per quanto riguarda i micidiali droni militari, il legame tra Leonardo e l'Esercito Italiano è diventato talmente stretto da riguardare persino i processi di selezione e individuazione di armi, in collaborazione con le Università italiane, come la competizione, denominata "Utilizzo innovativo di sistemi unmanned (automatizzati) in contesto operativo", volta a individuare progetti "innovativi" e sempre più micidiali per l’impiego dei droni nei vari teatri bellici, dimenticando, ma ormai non fa neanche più notizia, che l'Esercito Italiano non potrebbe stare fuori dai confini nazionali e partecipare a conflitti imperialisti, come prevede la, oramai morta e sepolta, Costituzione democratico-borghese del 1948.
In questo quadro la partecipazione a questo tipo di "gare" e in generale la difesa degli interessi delle aziende italiane che producono armamenti di ogni ordine e grado (la cosiddetta "golden power") è tutelata dalla normativa della legge sulla movimentazione di materiali di armamento, che vedono fra l'altro la GdF indagare alcune aziende, in particolare una di Pordenone, produttrice di droni, controllata attraverso apposite società offshore dal socialimperialismo cinese, che cerca di entrare in ogni modo anche nel mercato delle forniture militari all'esercito italiano.
Le spese militari dell'Italia sono in aumento in media di circa l'8% all'anno e a questo aumento quantitativo, tanto più grave e inaccettabile perché avviene in piena pandemia, mentre milioni di italiani faticano a mettere insieme il pranzo con la cena, corrisponde anche un miglioramento qualitativo delle apparecchiature militari, chiaramente pensate nell'ambito di una politica interventista che ormai vede l'Italia imperialista schierata in molteplici teatri di guerra, nell'ambito del ruolo e degli interessi dei monopoli italiani nel quadro complessivo della politica estera dell'Ue imperialista e dell'atlantismo.
In questo quadro antipopolare, infame, imperialista e guerrafondaio, in particolare i droni della classe "Male Reaper" (mietitore maschio), sempre secondo la Rid si inquadrano nell'“emergere dei nuovi scenari che dal Nagorno Karabah, alla Libia, hanno mostrato la rilevanza sui campi di battaglia del drone armato che hanno fatto cadere incertezze e resistenze» perché «più volte in passato nei teatri la non disponibilità di armamento a bordo dei PREDATOR/REAPER ha messo a rischio la vita dei nostri soldati a terra”.
I micidiali droni scelti, tra ben 67 progetti diversi presentati dall'Esercito, servono a trasformare gli aerei senza pilota da ricognizione in bombardieri teleguidati e fra l'altro l'iniziativa di armare i droni è stata "mimetizzata" nel documento usando vari sinonimi e termini tecnici.
Infatti il capitolo che la descrive è intitolato "Aggiornamento del payload MQ-9", dove MQ-9 è appunto la sigla che indica i droni Reaper.
Questa selezione tra vari dispositivi, pensato per i giovani ufficiali dell’Esercito, si colloca nell’ambito delle iniziative ideate per il “mondo dei droni” e si ricollega al "Leonardo Drone Contest", competizione tra gli studenti ed i ricercatori (spesso sottopagati e precari) delle università italiane, che vengono vergognosamente sottomesse agli interessi dell'industria degli armamenti italiana al servizio del regime neofascista, diventando così parte integrante dell'apparato tecnico militare-industriale.
Questa sporca operazione riguardante i droni prevede anche un aggiornamento dei sensori e degli apparati di trasmissione degli aerei e costerà agli italiani la bellezza di ben 168 milioni di euro in sette anni, per dotare l'Italia del sistema d'arma più discusso di questi decenni, protagonista della "guerra globale contro il terrorismo" e responsabile di "errori" che hanno provocato centinaia di vittime innocenti, specie donne, vecchi e bambini.
Fin dal 2008 poi la politica bellica italiana in particolare in riferimento all'uso dei droni armati di missili, presenti sul territorio italiano in particolare nella base di Sigonella, viene occultata e opportunamente "silenziata" rendendo sempre più difficile il controllo delle regole di ingaggio persino da parte del parlamento nero.
Gli Usa per decenni e fino ai giorni nostri hanno negato molte azioni con tanto di stragi avvenute attribuibili ai droni italiani e ora il governo Draghi sembra andare in questa direzione, con tanto di ulteriore estensione di fatto del segreto di Stato (che per noi marxisti-leninisti va abolito) sulle reali azioni concrete compiute e da compiere da parte del nostro esercito interventista.
Importante l'appello della Rete italiana per il disarmo, che in un comunicato fa sapere: "In particolare preoccupa l’impatto mortale sui civili dei bombardamenti aerei che caratterizzano le “guerre permanenti”: diverse stime dimostrano come siano davvero alte (in alcuni casi addirittura il 90%) le percentuali di vittime civili nelle azioni militari effettuate con droni armati, contrariamente al mito della “precisione” con cui ne viene sostenuto l’utilizzo. Va ricordato come tra i casi di vittime (cosiddette) “collaterali” degli attacchi con velivoli senza pilota ci sia anche l’omicidio del cooperante italiano Giovanni Lo Porto, una delle poche uccisioni confermate dagli USA ma senza che si sia potuto celebrare un processo e definire quindi le responsabilità per la sua morte.
Le complicazioni non sono solo derivanti da azioni in conflitto: esiste il rischio di violazioni di natura legale anche quando si presta solamente “assistenza"agli attacchi. Con i nostri partner ECCHR e Reprieve abbiamo avvisato con tre diverse lettere il Governo italiano, senza ricevere risposta, sui possibili rischi della concessione della Base di Sigonella come punto di partenza di attacchi armati con droni. A questo riguardo stiamo anche sostenendo l’azione di trasparenza di ECCHR che richiede da anni l’accesso alle informazioni sul quadro giuridico che regola la presenza e l’uso dei droni americani dalla base siciliana.
Per tutti questi motivi chiediamo al Governo di fornire tutti i chiarimenti sulla decisione presa dal Ministero della Difesa e al Parlamento di chiedere con urgenza l’apertura di un dibattito sull’ipotesi di armamento dei droni, coinvolgendo nel confronto gli esperti internazionali della società civile."
L'infame riarmo dell'imperialismo italiano è l'ennesima riprova del fatto che urge buttare giù da sinistra e dalla piazza il governo del banchiere massone Draghi, al servizio del capitalismo, della grande finanza e dell'Ue imperialista.

22 settembre 2021