Prima vittoria delle lavoratrici e dei lavoratori GKN
Il tribunale del lavoro di Firenze ferma i licenziamenti.
I lavoratori: “Vogliamo una legge sulle delocalizzazioni”

All'indomani della riuscitissima manifestazione di Firenze del 18 settembre è giunta una notizia che rappresenta una prima vittoria delle lavoratrici e dei lavoratori della GKN nella battaglia contro la chiusura della loro fabbrica. Per il Tribunale del Lavoro di Firenze, in parziale accoglimento del ricorso della Fiom-Cgil, l’azienda ha violato l’articolo 28 dello Statuto dei lavoratori, mettendo in atto comportamenti anti-sindacali.
Il provvedimento, “accertata l'antisindacalità delle condotte" della direzione aziendale, ordina di "revocare la lettera di apertura della procedura ex L.233/91" e di "porre in essere le procedure di consultazione e confronto dell'articolo 9 parte prima del CCNL e dell'accordo aziendale del 9 luglio 2020 indicato in motivazione". Gkn, inoltre, dovrà pubblicare il testo integrale del decreto sui quotidiani e pagare le spese di giudizio alla Fiom, che tramite gli avvocati Andrea Stramaccia e Franco Focareta, aveva promosso il ricorso contro i licenziamenti collettivi.
Un importante risultato il cui merito va tutto ai lavoratori e alla loro lotta determinata e intelligente che ha saputo coagulare un ampio fronte di sostegno da parte della popolazione dell'area fiorentina e pratese, di una miriade di associazioni come l'Anpi e l'Arci, alla Cgil e ai sindacati di base, dai partiti con la bandiera rossa, la falce e martello o la stella, fino alle autorità religiose e istituzionali, anche se alcune di esse, come ad esempio il presidente della Toscana PD Giani, hanno fatto solo passerella e qualcuno neanche quella, come il ministro dello Sviluppo Economico, il leghista Giorgetti, che non ha mosso ancora un dito per salvare i posti di lavoro.
È molto improbabile che il pronunciamento del Tribunale fosse stato lo stesso senza una lotta di queste dimensioni e con queste caratteristiche, e senza che negli anni precedenti alla GKN ci fosse un combattivo protagonismo operaio che ha portato ad accordi aziendali avanzati, con il mantenimento dell'articolo 18 e il rifiuto del “modello Marchionne”, fatto di super sfruttamento e subordinazione dei lavoratori, che si voleva imporre anche nella fabbrica di Campi Bisenzio, tanto che la decisione del Tribunale tiene di conto anche degli accordi interni. Non di meno vi ha contribuito l'occupazione dello stabilimento, che se lasciato incustodito sarebbe stato svuotato dai macchinari e dai pezzi già prodotti.
Al giungere della notizia nella fabbrica occupata i lavoratori hanno esultato per il risultato ottenuto. Si tratta di una vittoria che ha un grande valore, anche simbolico, e di esempio per tutti i lavoratori che con il corteo dei 40mila di Firenze hanno dimostrato che sono disposti a sviluppare su tutti i fronti la lotta contro i licenziamenti. Ma si tratta di un risultato parziale, che per il momento ha il merito di rinviare di 2 mesi e mezzo l'esecuzione dei licenziamenti, a cui però il fondo Melrose, proprietario della GKN, non ha intenzione di rinunciare. Fin da subito ha risposto di rispettare la decisione del tribunale, ma che si metterà subito “al lavoro” per ripresentarli seguendo tutte le “regolari” procedure perché l'intenzione è sempre quella di chiudere lo stabilimento GKN Driveline Firenze.
Di questo sono coscienti per primi gli stessi operai. “Ci dicono che abbiamo vinto il ricorso per condotta antisindacale. Vedremo le conseguenze pratiche. La palla ripassa ancora più pesante al Governo. Non osate far ripartire quelle lettere. Cambiate la legge subito. La mobilitazione continua perché non c'è salvezza fuori dalla mobilitazione. E perché ci sono trent'anni di attacchi al mondo del lavoro da cancellare” si legge nella pagina Facebook del Collettivo di fabbrica GKN. E ancora: “Abbiamo solo guadagnato tempo”.
I lavoratori chiedono una legge sulle delocalizzazioni, che non permetta alle aziende e alle multinazionali di fare il bello e il cattivo tempo: aprire e poi chiudere indipendentemente se ci sia lavoro o meno, ma sulla base delle proprie convenienze. Legge osteggiata da buona parte della politica perché allontanerebbe “gli investitori stranieri”, ma questo succede anche oggi, perché c'è sempre un paese più arretrato pronto ad offrire migliori condizioni alle speculazioni del capitale. Una legge che in ogni caso non potrà mai bloccare il capitalismo in rigide regole, perché la sua essenza è la ricerca del massimo profitto.
Lo stesso Tribunale di Firenze ci ricorda che: "Pur non essendo in discussione la discrezionalità dell'imprenditore rispetto alla decisione di cessare l'attività di impresa (espressione della libertà garantita dall'art. 41 Cost. ), nondimeno la scelta imprenditoriale deve essere attuata con modalità rispettose dei principi di buona fede e correttezza contrattuale, nonché del ruolo e delle prerogative del sindacato". Insomma, si può licenziare, basta farlo “con garbo”, perché nel capitalismo non viene messa in discussione la libertà di aprire o chiudere una azienda, un arbitrio padronale garantito da qualsiasi Costituzione borghese. A questo punto i lavoratori vogliono una cosa sola: la riapertura della fabbrica che in questi 2 mesi e mezzo di occupazione è stata mantenuta in piena efficienza ed è pronta a ripartire, e chiamano in causa direttamente il governo Draghi.
Comunque finirà questa storica battaglia, che naturalmente noi auspichiamo vittoriosa, è certo che lascerà un segno profondo nella lotta di classe e sarà per sempre fonte di ispirazione per le lavoratrici e i lavoratori che non vogliono essere schiavi del capitalismo. Una battaglia che gli stessi operai GKN stanno cercando di rendere patrimonio comune, chiedendo e portando solidarietà alle altre lotte che si svolgono in tutta Italia contro chiusure e licenziamenti, partecipando in prima persona alle iniziative dei lavoratori Alitalia, Texprint e di altre aziende e rilanciando la necessità di una manifestazione nazionale a Roma contro i licenziamenti.
Come ha sottolineato il segretario generale del PMLI, compagno Giovanni Scuderi, alla recente Commemorazione di Mao: “la battaglia della GKN ha un valore politico e sindacale nazionale di fondamentale importanza … essa è decisiva per bloccare i licenziamenti non solo in quella fabbrica e per lo sviluppo della lotta sindacale in tutto il Paese. Perché esprime di fatto un modello avanzato di conduzione delle lotte sindacali. Infatti mai negli ultimi decenni si è vista una battaglia sindacale guidata da un Collettivo dei lavoratori della fabbrica, il cui motto non a caso è Insorgiamo!, che pratica la democrazia diretta, che valorizza pienamente l’Assemblea generale, che coinvolge la Fiom, la CGIL e altri sindacati, associazioni importanti.... che riesce a promuovere sui licenziamenti scioperi e manifestazioni di massa locali e nazionali, che apre e coinvolge i partiti senza discriminazioni a sinistra”.

29 settembre 2021