Manifestazioni della Rete degli studenti medi davanti a 40 scuole
Il 19 novembre manifestazione nazionale

 
Lo scorso 13 settembre, nel primo giorno di rientro a scuola, parecchie centinaia di studenti hanno protestato davanti alla sede del Ministero dell’Istruzione, a Roma, nell'ambito di una serie di mobilitazioni organizzate in tutta Italia dalla Rete degli studenti medi.
Tommaso Biancuzzi, coordinatore nazionale della Rete, ha sintetizzato così i gravissimi problemi che affliggono il mondo dell'istruzione e che hanno dato origine alle mobilitazioni: “studentesse e studenti non sono più disposti a portare sulle proprie spalle il fallimento di una classe dirigente che, priva di un piano preciso per il sistema d’istruzione, si è limitata ad annunci e a chiusure senza affrontare i nodi centrali del problema, dall’edilizia scolastica al trasporto pubblico ”.
La nostra generazione - ha poi proseguito Biancuzzi - ha subito le peggiori conseguenze della pandemia: zero progettualità su di noi da parte di chi ha la responsabilità di decidere ”.
Contemporaneamente alla manifestazione romana si svolgevano manifestazioni davanti a 40 scuole in altrettante città italiane, ed è stata annunciata una manifestazione nazionale degli studenti medi per il 19 novembre prossimo.
L'anno scolastico in effetti è iniziato con i problemi causati dalla pandemia che si sommano ai mali cronici della scuola italiana, quali carenze negli organici, aule sovraffollate, precarietà e scuole prive di dirigenti.
Per ciò che riguarda la carenza di organico, la Flc Cgil ha reso noto che le immissioni in ruolo dei docenti quest’anno corrispondono al 53% dei posti disponibili, con il restante 47% delle cattedre affidate a precari a con altri 90mila posti scoperti, di cui la stragrande maggioranza sono ruoli di sostegno. “Questa situazione – ha denunciato il coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, Rino Di Meglio, sul sito dell'organizzazione – è figlia della mancanza di sistemi di reclutamento e di abilitazione in grado di snellire le procedure e di rendere i concorsi appuntamenti fissi ogni due anni. La farraginosità dei meccanismi ha finora alimentato quella fabbrica del precariato che tanto nuoce alla qualità dell’insegnamento e alla continuità didattica ”.
Ancora più pesante è poi la situazione sul versante del personale amministrativo, tecnico e ausiliario, dove le 10.800 immissioni in ruolo hanno coperto solo il 40% dei posti disponibili.
Il problema della carenza di dirigenti si fa sentire, con oltre 600 scuole date in reggenza con presidi e direttori dei servizi generali e amministrativi che spesso sono costretti a dividersi fra più istituti.
Il problema del sovraffollamento delle aule scolastiche è un problema annoso, perché secondo i dati del ministero solo il 50% delle classi è composta da massimo 20 alunni, mentre il 13% delle classi ha più di 26 alunni, un fenomeno che negli istituti secondari sale al 19%.
Il tema dei controlli sui green pass negli istituti scolastici, e la mancanza di indirizzi certi da parte del Ministero dell'istruzione, ha costituito il bersaglio delle contestazioni studentesche, perché anche dopo l’introduzione della piattaforma informatica per i controlli, le scuole saranno costrette a contattare i lavoratori che risultano avere il green pass non attivo per verificare la veridicità della segnalazione della piattaforma. Chi non risulta inserito al sistema per motivi legati all’aggiornamento degli archivi scolastici o perché esterno, come i genitori o altri parenti dei giovani, dovrà comunque essere sottoposto al controllo tramite app.

29 settembre 2021