Lettere


Cercavo il partito che conservasse la fonte genuina del marxismo-leninismo e l'ho trovato nel PMLI

Cari compagni,
La mia area di riferimento è il marxismo-leninismo, che, dopo l'avvicinamento negli ultimi mesi al PMLI, si sta arricchendo del pensiero di Mao, una scoperta veramente molto interessante, dal punto di vista dottrinale, filosofico, politico e umano. Cito solo un esempio, tra i tanti, che rivelano la statura eccelsa di Mao. Mi ha profondamente impressionato un suo articolo intitolato “A proposito dell'esperienza storica della dittatura del proletariato”, ricordato anche da Giovanni Scuderi nel suo discorso di Commemorazione per il 45° anniversario della scomparsa di Mao. Come sappiamo, Mao scrisse queste riflessioni il 5 aprile 1956, quando da poco si era concluso il famigerato XX Congresso del Pcus (14-26 febbraio). Dopo la morte di Stalin tutto il blocco capitalistico occidentale mise in campo quella che qualcuno definì una guerra fredda culturale volta alla conquista delle menti, un'operazione infame in cui una moltitudine di servi del potere capitalistico (servizi segreti, intellettuali, giornalisti, eccetera) si adoperò per costruire una cattedrale di menzogne su quel periodo.
Il famoso “Rapporto segreto” di Krusciov, presentato al XX Congresso del Pcus il 25 febbraio 1956, inaugurò in Unione Sovietica la fase del revisionismo, contribuendo in modo rilevante all'operazione di demonizzazione del periodo che in Unione Sovietica va dalla Rivoluzione Russa del 1917 alla morte di Stalin, avvenuta il 5 marzo del 1953. Un rapporto che si è rivelato nel tempo pieno zeppo di falsità, come ha mostrato in modo completo la recente storiografia (come gli studi decennali del docente statunitense Grover Furr negli archivi dell'URSS aperti da Putin. Tali ricerche sono state pubblicate da La Città del Sole, nel 2016).
Ebbene, ritornando a Mao, colpisce l'equilibrio, la lucidità e l'onestà intellettuale con cui egli parla di Stalin, nonostante Stalin fosse morto solo da qualche anno e il XX Congresso si fosse concluso da qualche giorno. Egli non cede alla strada facile della demonizzazione di Stalin (vigliaccamente presente in Krusciov), ma al tempo stesso non si abbandona ad una difesa ottusa dello stalinismo. Invece, da grande Maestro (aveva 63 anni), sulla scia dell'altro grande maestro Lenin, fa precedere l'analisi dello stalinismo, da queste parole: “Quale eminente marxista ha mai affermato nei suoi scritti che noi non commettiamo mai errori o che nessun comunista può commetterne? Non è forse proprio perché noi marxisti-leninisti abbiamo sempre negato che può esistere un 'essere miracoloso' capace di non commettere mai errori più o meno gravi, che noi comunisti ci serviamo della critica e dell'autocritica nella vita interna di partito? È concepibile che il primo Stato socialista nella storia realizzasse la dittatura del proletariato senza commettere errori di un tipo o di un altro? Lenin disse nell'ottobre del 1921: 'Lasciate che i bastardi e i porci della moribonda borghesia e dei democratici piccolo-borghesi che le strisciano dietro, ammucchino imprecazioni, oltraggi e derisioni per i rovesci che possiamo subire, gli errori che possiamo commettere nel lavoro di costruzione del sistema sovietico. Noi non dimentichiamo neppure per un momento che abbiamo commesso e stiamo commettendo numerosi errori. Ma come si possono evitare errori e difficoltà in un'opera così nuova nella storia del mondo quale la costruzione di un tipo ancora sconosciuto d'organizzazione dello Stato! Noi lotteremo senza tregua per attenuare le nostre difficoltà e correggere tutti i nostri errori e migliorare l'applicazione pratica dei princìpi sovietici che è ancora molto, molto lontana dalla perfezione '".
Circa un anno fa, assecondando un'esigenza che da molto tempo mi accompagnava, e cioè quella di cercare nella plètora di formazioni che si richiamano quasi sempre impropriamente al comunismo, qualcuna che conservasse la fonte genuina del marxismo-leninismo, senza le incrostazioni revisionistiche che svilendone la carica rivoluzionaria, l'hanno addomesticato nell'orticello borghese di un riformismo sterile e custode dello status quo, mi sono imbattuto nel cosiddetto partito comunista di Rizzo.
Era verso la metà di novembre 2020, avevo letto qualcosa del programma di questo partito; mi sembrava che, a differenza degli altri (almeno di quelli su cui mi ero documentato), fosse il solo a parlare di cambiamento radicale della società, di superamento della dittatura delle classi dominanti, espressione dei grandi monopoli finanziari. Così li ho contattati e loro, molto gentilmente mi hanno invitato alle loro riunioni e a qualche attività. Ho perfino cominciato ad accarezzare l'idea di una militanza più attiva attraverso il tesseramento. Molti di quei ragazzi mi sembravano in buona fede, convinti degli ideali e dell'orizzonte comunista. C'era una sola perplessità, una sola cosa che fin da subito non mi convinceva. Era il segretario nazionale di questo partito: non mi piaceva la sua storia politica, caratterizzata da funambolismi, trasformismi, opportunismo, cambi repentini di idee a seconda del vento che girava. Non mi piaceva il suo modo arrogante di rapportarsi con gli altri, le sue ambiguità, i suoi ammiccamenti con ambienti della destra più becera, sottolineati favorevolmente da commenti di gente dichiaratamente di quell'area, le sue presenze fisse in salotti che sono all'antitesi della causa comunista. Alla fine volendo dare una definizione del personaggio, lo si potrebbe dipingere come un ducetto rosso che non disdegna il lezzo dei salotti neri. Il partito di Rizzo è un'entità costruita a tavolino per far continuare a galleggiare il suo segretario, non c'entra nulla col comunismo, col marxismo-leninismo, anzi è un'offesa a tutto ciò.
Ed eccomi finalmente arrivato al Partito marxista-leninista italiano. Esisteva da molti decenni prima del partito di Rizzo. Quando ho cominciato a consultare il sito www.pmli.it, ho cominciato a leggere qualche articolo de “Il Bolscevico”, ho letto la storia del Partito, ho letto e ascoltato Scuderi, che insieme ad altri tre coraggiosi pionieri, fondò il PMLI nel lontano 9 Aprile 1977, con la sua profonda conoscenza, mai ostentata, ma sorretta dall'umiltà dei grandi, ho provato un sentimento misto a gioia e malinconia: una gioia perché riconoscevo molte delle idee che mi avevano da sempre accompagnato, calate nella praxis dell'azione (perché, come diceva Lenin, portando alle estreme conseguenze la rivoluzione copernicana di Marx rispetto all'idealismo hegeliano, la verità è sempre concreta); una malinconia, mista a rimpianto per il tanto tempo trascorso, i tanti tentativi fatti, sebbene puramente teorici (come l'avvicinamento da ragazzo al PCI di Berlinguer, figura degna e onesta, dalla storia rispettabile, ma perfettamente inserito nel processo di revisione del partito, iniziato fin dalla sua nascita nel 1921, con l'inevitabile naufragio del 1989-1991).
Un ricordo degli anni dell'Università a cui ho ripensato di recente: spesso percorrendo Corso Umberto I (il Rettifilo) dalla Stazione Centrale di Napoli all'Università, a Via Mezzocannone 8, mi capitava di leggere manifesti del PMLI.
Un caro saluto a tutti.
Ale, professore universitario della Campania (firma provvisoria)
 

Riconoscenza eterna a tutti i fondatori del PMLI e a colui che più di tutti ha fatto per la lotta al revisionismo, il grande Giovanni Scuderi
Il capitalismo e imperialismo sono i veri mostri del mondo e per sconfiggerli è indispensabile seguire gli insegnamenti dei cinque grandi Maestri del proletariato internazionale come ha fatto e sta facendo il PMLI, altra via non esiste e la storia lo ha dimostrato con la gloriosa rivoluzione d'Ottobre guidata da Lenin, tutte le altre vie come la storia ha dimostrato sono vie perdenti, sono strade cieche che hanno sempre lasciato il capitalismo e l'imperialismo intatti e feroci più che mai, come hanno fatto trotzkisti, revisionisti antichi e moderni, anarchici pacifisti e altre filosofie borghesi.
Quindi un partito come il PMLI è indispensabile per sconfiggere il capitalismo e l'imperialismo, che stanno portando il mondo alla catastrofe.
Prima della nascita del PMLI in Italia i sinceri comunisti sono stati ingannati dai revisionisti e non hanno potuto realizzare il socialismo ma oggi la cosa è cambiata e non si brancola più nel buio grazie al PMLI una riconoscenza eterna a tutti i fondatori del PMLI e a colui che più di tutti ha fatto per questo, il grande compagno Giovanni Scuderi.
Luciano - Scandicci (Firenze)
 

6 ottobre 2021