Vertice del Quad alla Casa Bianca
Alleanza imperialista nell'indopacifico per arginare il socialimperialismo cinese
Pechino: “Fallirete”

 
Il presidente americano Joe Biden riceveva alla Casa Bianca il 24 settembre i leader di India, Giappone e Australia per la prima riunione in presenza del Quad, il Forum sulla sicurezza nato nel 2007 sull'asse Tokyo-Washington tra l'allora premier giapponese Abe e l'amministrazione Bush e rilanciato nel 2017 da Abe e Trump con l'obiettivo esplicito di contrastare politicamente e militarmente l'espansione della Cina a partire dalle acque del Mar Cinese. Lo stesso obiettivo che aveva portato neanche una settimana prima al battesimo dell'Aukus, la cosiddetta Nato del Pacifico, una alleanza militare guidata dagli Usa con Australia e Gran Bretagna. La rivitalizzazione del Quad da parte di Biden è un altro dei segni di continuità nella politica estera e militare degli Usa che indipendentemente da chi sieda alla Casa Bianca risponde alle esigenze egemoniche dell'imperialismo americano, alla sua necessità di costruire una alleanza militare imperialista anche nell'indopacifico per arginare la principale concorrente, il socialimperialismo cinese di Xi Jinping.
Nella dichiarazione congiunta emessa al termine del vertice alla Casa Bianca del 24 settembre il presidente americano Joe Biden, il premier australiano Scott Morrison, il premier giapponese uscente Yoshihide Suga e il premier indiano Narendra Modi dichiaravano che "in questa storica occasione ci impegniamo nuovamente per la nostra partnership e per una regione che è il fondamento della nostra sicurezza e prosperità condivisa, un Indo-Pacifico libero e aperto" e proclamavano che "difenderemo Stato di diritto, libertà di navigazione e di sorvolo, soluzione pacifica delle dispute, valori democratici, integrità territoriale". Che nella vastissima regione indopacifica sono messi in pericolo certamente dall'espansionismo dei socialimperilisti di Pechino ma parimenti dalle iniziative dei concorrenti imperialisti della cordata a guida Usa.
Metà del comunicato finale era dedicata alla lotta alla pandemia e alla crisi climatica, con uno spazio dedicato alla collaborazione nelle nuove tecnologie e nel cyber spazio, nella diffusione di reti 5G, per combattere le minacce informatiche assieme a Ue, G7, G20. Ma siccome il cuore dell'alleanza resta la regione i partner privilegiati sono, come indicato nella prima pagina del comunicato, i paesi membri dell'ASEAN, "il cuore della regione Indo-Pacifica". La Ue si meritava una citazione aggiuntiva a favore delle sue iniziative di cooperazione, anche recenti, coi paesi della regione ma niente di più.
Prima di salutarsi i quattro partner imperialisti ripetevano che "riconosciamo anche che il nostro futuro comune sarà scritto nell'Indo-Pacifico, e raddoppieremo i nostri sforzi per assicurare che il Quad sia una forza per la pace, la stabilità, la sicurezza e la prosperità regionali. A tal fine, continueremo a sostenere l'adesione al diritto internazionale, in particolare come riflesso nella Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS), per affrontare le sfide all'ordine marittimo basato sulle regole, anche nei mari della Cina orientale e meridionale". Dove il socialimperialismo cinese occupa isole, ne costruisce di nuove e le militarizza e moltiplica le esercitazioni militari e i provocatori sorvoli della difesa aerea di Taiwan.
L'iniziativa anticinese degli Usa "è destinata a fallire", era il secco commento da Pechino di Zhao Lijian, portavoce del ministero degli Esteri, perché "non troverà alcun sostegno", resterà "una cricca chiusa ed esclusiva che prende di mira altri paesi e va contro la tendenza dei tempi", ossia la inarrestabile crescita del socialimperialismo cinese.

6 ottobre 2021